
My rating: 2 of 5 stars
"Detesto che lui sappia cosa sta facendo e io no. Detesto essere vulnerabile. Detesto inclinare la testa all'indietro, arrendermi ... di tutto ciò che mi ha fatto, farmi innamorare così di lui è in assoluto la peggiore"
...ANCHE SE QUESTA SERIE UN SENSO NON CE L'HA
Sembra proprio che quest'anno io sia destinata ad incasellare una lettura spiacevole dopo l'altra. E molto spesso questa situazione riguarda i libri che fanno parte di una serie, perché se il primo non mi è andato a genio come posso aspettarmi che con i seguiti vada meglio? Quindi ecco un altro secondo volume deludente, soprattutto considerato quanto venga elogiato dai fan della trilogia. Eppure "Il re malvagio" è riuscito a collocarsi un mezzo gradino sopra "Le tombe di Atuan", e questo per la totale assenza di noia che ha caratterizzato la mia esperienza di lettura! La cara Holly getta in faccia al lettore una serie apparentemente infinita di scene tra l'ottuso e l'incomprensibile, con le quali annoiarsi non è un'opzione considerabile.
Dopo un rapido flashback, il libro ci porta cinque mesi dopo la conclusione de"Il principe crudele". L'umana Jude Duarte è ora impegnata come siniscalco per il Sommo Re Cardan, ed in quanto tale si trova a dover gestire una quantità di problematiche più o meno gravi: da una minaccia di tradimento interna al pericolo rappresentato dalla regina degli Abissi Orlagh, passando per le mire alla corona del fratello di Cardan Balekin e per l'imminente matrimonio di sua sorella gemella Taryn. Sullo sfondo rimane la missione della ragazza per predisporre l'ascesa al trono del fratellino adottivo Farnia, come anche la sua ambigua storia d'amore con lo stesso Cardan.
In modo devo dire sorprendente, quest'ultimo si piazza tra gli scarsi punti a favore del romanzo: lo reputo un personaggio ben scritto e con un grande potenziale, soprattutto quando l'autrice non si sforza in maniera tanto evidente di renderlo una mera vittima. Jude ovviamente è ben lontana da questa categoria (come gran parte del cast, del resto!), ma devo ammettere di essere contenta che entrambi si siano lasciati alle spalle l'inutile parentesi scolastica. Tra gli aspetti che ho apprezzato rientrano l'ampliamento del world building ed il buon ritmo, che potrebbe ambire ad essere perfino ottimo non fosse per i troppi refusi, a causa dei quali la lettura subisce un inevitabile rallentamento.
A rendere tanto apprezzata e distintiva questa trilogia è ovviamente la componente psicologica dei personaggi, dei quali la cara Holly racconta i traumi per farci capire cosa li spinga ad agire spesso sconsideratamente nel presente. Anche a mio avviso è uno dei pregi maggiori -specie per la presenta di reazioni differenti ad un'analoga situazione problematica- e l'ho trovato interessante soprattutto nel finale. Peccato che, al netto dei vari traumi subiti, i personaggi palesino una stupidità innata e non giustificabile (solo) con le loro passate disgrazie, comunque inserite nel testo con ben poca sottigliezza e buon gusto. Ad aggiudicarsi l'ambito primo premio per l'imbecillità è senza dubbio la nostra Jude, della quale siamo condannati ad ascoltare gli insensati ragionamenti ed i continui ripensamenti.
Per quanto riguarda l'intreccio, avrei poi gradito la presenza di qualche elemento magico in più (sui chiarimenti invece ho alzato bandiera bianca) perché a volte ci si dimentica quasi che i personaggi sono dotati di poteri paranormali. Sarebbe inoltre carino se gli sviluppi di trama non fossero tanto fortuiti: si potrebbe far procedere la storia senza personaggi ed informazioni che cadono tra le braccia della protagonista, soprattutto se quest'ultima attivasse i suoi neuroni. Come già accennato, a rendere questa narrazione ancor più respingente contribuisce l'abominevole traduzione! onestamente non saprei dire cosa risulti più fastidioso tra i tempi verbali sbagliati ed i refusi di digitazione.
Tutto questo finisce per distrarre notevolmente il lettore, già impegnato in una narrazione parecchio contorta per il gusto di esserlo. Io ormai mi sono messa il cuore in pace: tra me e Black non sboccerà mai l'amore. E a tal proposito chiamo in causa le sue scene descritte in modo tanto aulico da risultare incomprensibili, la mancanza di logica tra un'azione e la sua reazione, nonché le descrizioni di abiti ed accessori inserite in modo casuale ed inopportuno durante i dialoghi. In un volume relativamente breve, la protagonista -sulla carta poco o niente interessata alla moda- è impegnata in più cambi d'abito di Solange Kardinaly!
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