domenica 31 marzo 2019

Wrap-Up - Letture di marzo 2019

Wrap-Up - Letture di marzo 2019


Tirando un bilancio delle letture del mese passato, mi sono accorta che la maggior parte sono state ottime (già vedo qualche top dell’anno), ma un paio mi hanno decisamente deluso.

Il mese appena passato è iniziato con una storia capace di mettere ancora i brividi, ad oltre quarant’anni dalla sua prima pubblicazione: “Le notti di Salem” di Stephen King. Il mio voto è stato di quattro stelline, ma QUI potete leggere la recensione completa.

Continuando con la TBR, sono poi passata ad una lettura decisamente più leggera con “Forever” di Amy Engel, il primo romanzo di una duologia distopica, leggasi una delle decine di romance (spesso con triangolo amoroso annesso) a sfondo distopico che sono fioriti attorno al successo di “Hunger Games”. Trovo sempre molto fastidioso incappare in questi romanzetti privi di spessore che vengono pubblicati unicamente in virtù della tendenza del momento, rovinando in questo caso un genere storicamente impegnato; potrei scrivere pagine e pagine sull’assurdità del mondo creato dalla Engel, ma mi limiterò a dire che negli USA l’unica città sopravvissuta all’armageddon riesce ad essere perfettamente autosufficiente con solo diecimila abitanti. Diecimila. Abitanti.
Sorvolando sull'ingannevole sinossi proposta dalla Newton Compton, sull’atroce copertina scelta dalla Newton Compton e sul titolo totalmente randomico affibbiato dalla Newton Compton, ci troviamo di fronte ad una trama prevedibile ed inconsistente: Ivy Westfall è una delle nipoti del fondatore della sopraccitata città-stato, Westfall (poco egomaniaco il nonnino, eh?), ed il suo destino è sposare il figlio dell’attuale presidente, per uccidere entrambi e far riconquistare il potere alla sua famiglia. Ovviamente Ivy non potrà mai portare a termine il suo obiettivo semplicemente perché Bishop Lattimer, ossia il promesso sposo dal nome ridicolo, è il personaggio più bucolico di cui abbia mai letto, oltre ad essere bello e conquistarsi così l'amore incondizionato della protagonista nell’arco di un paio di pagine.
Come se non bastassero trama, personaggi ed ambientazione pessimi, anche la narrazione in prima persona al presente lascia parecchio a desiderare, ma temo che parte della colpa sia da attribuirsi alla traduzione svogliata.
Sì, sono severa. Ma giusta.
Il mio voto è di una stellina.

Per la lettura successiva ho (felicemente!) abbandonato la distopia in favore del fantasy con “I centomila regni” di Nora K. Jemesin, un romanzo sottovalutato ma inaspettatamente piacevole ed originale. Per una recensione completa fate un salto QUI, ma già vi anticipo che l’ho valutato con quattro stelline e mezza.

Continuando le mie letture in inglese da autodidatta, ho acquistato e subito letto un altro titolo di Roald Dahl, ossia “The Magic Finger”; si tratta di una breve novella che ho trovato se possibile perfino più semplice di “The Witches”.
L'intento dell'autore è spiegare ai ragazzi cosa comporti per gli animali essere cacciati dall'uomo, come sempre con l'aggiunta di un elemento magico. La storia è carina, ma non ho per nulla apprezzato la protagonista per l'uso indiscriminato del suo potere.
Come per la lettura precedente, consiglio Dahl a chiunque muova i primi passi nella lettura in lingua, ma non darò alcuna valutazione.

Successivamente ho affrontato il classico per questo mese, ovvero “Le notti bianche” e “La cronaca di Pietroburgo” di Fëdor M. Dostoevskij. Una novella ed una raccolta di articoli pubblicati da un giovane ed ancora ottimista Dostoevskij, che si scontrano nettamente con la sua visione più matura e pessimistica che avevo incontrato in “Delitto e castigo” (QUI la recensione). QUI potete leggere la mia recensione, mentre vi anticipo già che ho valutato cinque stelline.

Ultima lettura della mia TBR è stata “Il barone rampante” di Italo Calvino, seguito ideale de “Il visconte dimezzato” (QUI la recensione) e parte centrale nella trilogia nota come I nostri antenati, alla quale da anche il nome. Anche questo romanzo si presenta come una fiaba, sebbene abbia dei toni un po' meno oscuri rispetto alla precedente, e ripercorre la vita di Cosimo Piovasco di Rondò che all'età di dodici anni sale su un albero per una puerile ripicca contro la famiglia; dagli alberi, il giovane nobiluomo, non scenderà più per tutta la vita, ritrovandosi così protagonista di avventure incredibili.
Narratore della storia è il fratello minore Biagio, che compone una sorta di puzzle biografico accostando i racconti di Cosimo stesso agli episodi riportati da vicini e conoscenti, mettendo in evidenza gli eventi più significativi come la battaglia contro i pirati o l’incontro con Napoleone Bonaparte.
Il primo aspetto che colpisce nella lettura è l’attenta descrizione degli alberi e, più in generale, dell’ambiente agreste in cui si muove il protagonista, vicino alla civiltà eppure così selvaggio all’apparenza. Allo stesso modo, Cosimo viene presentato di volta in volta come un semplice nobile dagli usi bizzarri o come un uomo selvaggio che spesso viene scambiato dai forestieri per una qualche creatura mitologica.
Notevole rilevanza ottiene la relazione tra Cosimo e la volubile Viola: un amore che come tutto in questo romanzo è ad un tempo possibile ed impossibile, diventando per i personaggio e per i lettori fonte di gioia ed anche di grandi sofferenze. L’aspetto storico acquisisce a tratti la predominanza sulla scena, e viene trattato con grande attenzione e precisione nelle informazioni; un buon lavoro di ricerca è di certo stato fatto anche per poter inserire dialoghi in diverse lingue straniere.
Un romanzo struggente ed evocativo, che si mantiene sempre federe al suo registro narrativo e capace di dare spessore anche alle comparse. Non potrei desiderare di meglio.
Il mio voto è di cinque stelline.

Dopo aver pianto tutte le mie lacrime con l'epilogo de "Il barone rampante", ho cercato rifugio in uno dei miei genere preferiti: il mystery. Il mio ultimo tentativo con la narrativa contemporanea tedesca non era andato benissimo (QUI per la recensione dell'atroce “Musica per un amore proibito”), ma questo non mi ha impedito di approcciarmi a “I misteri di Chalk Hill” di Susanne Goga.
Questo romanzo viene pubblicizzato come un mix tra il mystery e lo storico, con atmosfere simili a quelle di “Jane Eyre” (QUI la recensione), e per quanto riguarda questi aspetti posso dire che mantiene fede alle premesse; il lato sentimentale invece viene introdotto molto tardi nella narrazione -cosa che non mi ha minimamente infastidito- e risulta così artificioso e forzato -cosa che invece mi ha decisamente infastidito.
La storia si incentra su un mistero simile alle indagini di Sherlock Holmes, spesso citato nel testo, che all’apparenza sembra avere delle cause sopranaturali ma viene affrontato dai personaggi con piglio critico e cercando soluzioni oggettive; proprio per questo sono rimasta parecchio delusa dalla risoluzione finale solo in parte razionale, oltre che dalla prevedibilità della trama data ai moltissimi cliché.
I protagonisti sono caratterizzati con sufficiente cura, seppur venga dato fin troppo spazio alle loro storie precedenti, mentre per quanto riguarda i personaggi secondari si dimostrano quasi tutti funzionali alla trama e quindi privi di un loro spessore. Ad infastidirmi maggiormente è stato però lo stile dell’autrice che sembra incapace di avviare e concludere le scene, quindi inserire delle fastidiose frasi ad effetto oppure tronca di netto i dialoghi; promuovo invece i suoi sforzi per creare un’ambientazione storica credibile.
Il mio voto è di due stelline e mezza.

Un regalo inaspettato (e graditissimo) mi ha poi permesso di completare la trilogia di Miss Peregrine con la lettura de “La biblioteca delle anime” di Ransom Riggs. In generale, mi sento di consigliare questa serie per ragazzi, e il capitolo conclusivo ha confermato in buona parte l’opinione che mi ero fatta leggendo i volumi precedenti, dei quali potete leggere QUI e QUI le recensioni.
Ho apprezzato soprattutto la scelta di raccontare in modo davvero realistico delle vicende ricche di magia ed eventi sopranaturali; in special modo, il rapporto del protagonista con i suoi genitori non viene banalizzato, acquistando anzi parecchio spazio nella parte finale quando il ragazzo deve venire a patti con le due metà della sua vita. Godibile anche lo stile dell’autore e i toni molto oscuri che da alla storia, specialmente considerando che si tratta comunque di un romanzo pensato per un pubblico abbastanza giovane.
Bocciate invece alcune parti del romanzo che sembrano inserite al solo fine di allungare la storia, senza però dare un contributo decisivo allo sviluppo della trama. Non ho gradito neanche il personaggio di Bentham: la scelta di introdurlo solo dalla metà dell’ultimo volume non permette di capire per nulla il suo comportamento, e la spiegazione che ne da Miss Peregrine non è comunque soddisfacente.
Anche in questo terzo volume, alcuni aspetti collegati alla magia mi sono sembrati macchinosi e troppo convenienti, sebbene siano presenti diverse spiegazioni. Gradite come sempre invece le foto d’epoca che hanno reso celebre questa trilogia.
Il mio voto è di quattro stelline.

All’ultima lettura del mese mi sono avvicinata per la curiosità di vedere il film d’animazione che ne hanno tratto. E dal momento che è d’obbligo leggere PRIMA il libro, eccomi qui con “your name.” di Makoto Shinkai.
Il romanzo si presenta inizialmente come un divertente romance con target young adult: Taki e Mitsuha, due liceali dalle vite parecchio diverse (lui abita nella grande Tokyo e tiene uno stile di vita moderno, lei abita nella cittadina rurale di Itomori ed aiuta la nonna nelle antiche cerimonie del tempio di famiglia), si ritrovano per una strana magia ad “abitare” l’uno il corpo dell’altra. Il volume si spinge presto però ben oltre, analizzando soprattutto i temi del ricordo e del destino, in una trama che si fa via via più ricca e dai toni inevitabilmente commoventi.
Sicuramente lo stile narrativo è inusuale per noi occidentali e risulta molto strano trovarsi di fronte ad un testo ricco di onomatopee e pause; parte di questo problema viene ovviato grazie all’eccellente edizione italiana, che comprende anche i commenti dell’autore e del produttore del film nonché molte note utili a capire il significato di alcuni termini o semplici oggetti per i quali non esiste un corrispettivo in italiano.
Avendo visto nel frattempo anche il film (preparate i fazzoletti!), posso affermare che la storia si mantiene grosso modo uguale ma differiscono le tempistiche nelle quali viene sviluppata. Consiglio a tutti di vedere il lungometraggio dopo la lettura anche per poter cogliere meglio alcuni passaggi che nel romanzo, a causa della narrazione in prima persona, rimangono lacunosi.
Il mio voto è di quattro stelline e mezza.

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lunedì 25 marzo 2019

Un classico al mese - “Le notti bianche” e “La cronaca di Pietroburgo” di Fëdor M. Dostoevskij

Un classico al mese

  "Le notti bianche" e "La cronaca di Pietroburgo" di Fëdor M. Dostoevskij


LA SCHEDA TECNICA

TITOLO: Le notti bianche - La cronaca di Pietroburgo
AUTORE: Fëdor M. Dostoevskij
TITOLO ORIGINALE: Belye Noči - Peterburgskaja letopis'
TRADUTTORE: Serena Prina
EDITORE: Feltrinelli
COLLANA: Universale Economica / Classici
PAGINE: 160
VOTO: 5 stelline

IL COMMENTO

  “Le notti bianche” e “La cronaca di Pietroburgo” sono due opere giovanili di Dostoevskij, pubblicate alla fine degli anni Quaranta dell'ottocento e raccolte dalla Feltrinelli in un unico volume, arricchito dalla presenza di alcuni contenuti extra, come la postfazione ad opera della stessa traduttrice, alcune note utili ad ottenere un chiaro quadro storico e una breve biografia dell’autore che evidenzia come sia stato sempre molto influenzato dalle sue esperienze personali nell’ideazione e nella stesura di romanzi e racconti. Mi sento quindi di consigliare caldamente questa edizione tra le molte disponibili in italiano, anche per la traduzione aggiornata e gradevole.
  “Le notti bianche” è un breve racconto con protagonista un anonimo sognatore, figura emblematica per il giovane Dostoevskij, ossia una persona vittima delle sue stesse fantasticherie che sovente si estranea dalla realtà ed immagina nella sua mente storie fantastiche, partendo da elementi quotidiani

«-[...] Ah, se sapeste quante volte in tal modo [sognando] mi sono innamorato!…
-Ma com’è possibile, di chi mai?
-Ma di nessuno, di un ideale, di colei che si vede in sogno. Nei sogni costruisco romanzi interi.»

per poi soffrire amaramente quanto è costretto a tornare bruscamente nel presente, interrotto ad esempio dall’arrivo di un conoscente.
  Una sera questo schivo sognatore, abituato a parlare più con gli edifici di Pietroburgo che con le persone che la abitano, incontra una fanciulla in lacrime che soccorre da un’aggressione ed accompagna a casa. I due si rincontreranno per le successive tre notti, durante le quali giungeranno in modo quasi istintivo a confidarsi le rispettive sofferenze: lui prigioniero in un piano onirico ed incapace di stringere legami convenzionali, lei è un’orfana affidata alle cure della nonna cieca ed afflitta da un difficile amore a distanza.
  Proprio come se si trattasse di una delle sue fantasticherie, il protagonista si innamora della giovane Nasten’ka ed arriva a sperare di coronare il suo sogno, per essere poi riportato ancora una volta alla cruda realtà quando lei rincontra l’amato. Il sognatore è però avvezzo a simili lezioni di vita, come si esprime in questa frase ripetuta

«-[...] Sono lacrime, s’asciugheranno!»

e l’autore mantiene comunque una sorta di positività anche nell’infelice epilogo, concretizzata da un bacio d’addio tra i due protagonisti.
  A collegare questa novella a “La cronaca di Pietroburgo” è in primis questa città, che in entrambe le opere viene descritta come una persona in carne ed ossa, con le proprie peculiarità ed un carattere quasi umano

«[...] quando l’intera Pietroburgo s’era alzata in piedi e all’improvviso se n’era andata in villeggiatura.»

«Ogni estate, per divertirsi, [Pietroburgo] si concentra su qualcosa; forse già ora sta ideando cosa fare l’inverno a venire.»

ma anche il ripresentarsi del concetto del sognatore, anzi la sua prima apparizione dal momento che “Le notti bianche” venne pubblicare l’anno successivo a “La cronaca di Pietroburgo”.
  In concreto, questa cronaca è una raccolta di cinque feuilletons che Dostoevskij scrisse per il giornale “Gli annali di San Pietroburgo”; questi articoli avevano principalmente lo scopo di informare i lettori circa le novità cittadini in ambito di spettacoli teatrali e pubblicazioni letterarie, ma servirono all’autore per abbozzare alcuni suoi progetti narrativi e, soprattutto, illustrare nel dettaglio la figura del sognatore poi ripresa ne “Le notti bianche”

«-[…] Sapete che sono già costretto a festeggiare l’anniversario delle mie sensazioni, l’anniversario di ciò che prima era così caro, di ciò che in sostanza non era mai accaduto […]»

«Ci sono sognatori che arrivano a festeggiare anniversari con le loro sensazioni fantastiche. Spesso prendono nota della data del mese in cui sono stati particolarmente felici e in cui la loro fantasia ha assunto una forma particolarmente piacevole […]»

  Alcuni passaggi delle due opere sono addirittura uguali, come la rappresentazione della città di Pietroburgo come una giovane donna tisica che, con l’arrivo della primavera, sembra rimettersi in salute ed acquisire bellezza, per poi tornare al suo quotidiano grigiore con l’approssimarsi dell’inverno.
  Trovo quindi sia stata un’eccellente scelta pubblicare assieme queste due opere, fornendo così un quadro più completo al lettore ed evidenziando la continuità nei concetti presentati in entrambe.

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giovedì 21 marzo 2019

Spare & Read - Spring 2019 Edition

Quest'anno la primavera sembra essere arrivata in anticipo; ed anche le offerte letterarie per questa stagione non si sono fatte aspettare, come potete vedere nella rubrica dedicata proprio agli acquisti libreschi più convenienti.
Come sempre, vi ricordo che alcune delle offerte iniziate in inverno sono ancora valide: approfittatene prima che scadano!

  • Sconto del 25% su I grandi di TEA
Ad aprile anche la casa editrice TEA propone un'offerta: la collana I grandi di TEA è adesso scontata del 25% sui prezzi di copertina.
In prevalenza si tratta di thriller -tra i quali risalta sicuramente la penna di Wulf Dorn- e romanzi storici come quelli scritti da Alan D. Altieri e da Ildefonso Falcones, ma sono presenti anche diversi SFF e romance, quindi potreste trovare qualche titolo che rientri nei vostri gusti letterari.
SCADENZA: 28 aprile 2019
  • Offerta sul catalogo Sellerio
Nel mese di aprile la casa editrice sellerio ha deciso di promuovere i propri titoli con uno sconto del 25% sui prezzi di copertina degli stessi.
Si tratta per la maggior parte di libri gialli investigativi, pertanto se questo è il vostro genere preferito potrebbe essere un'occasione eccellente per far scorta di validi romanzi.
Punto forte di questo catalogo sono senza dubbio i romanzi di Andrea Camilleri; di questo amatissimo autore nostrano trovare più di sessanta titoli in promozione.
SCADENZA: 28 aprile 2019
  • Promozione sulle graphic novel Bao
Questa primavera torna anche l'offerta di Bao Publishing che vi permette di acquistare dal loro catalogo di splendide graphic novel con il 25% di sconto sui prezzi di copertina.
Potrebbe essere l'occasione perfetta per conoscere qualche artista nostrano molto apprezzato, come Leo Ortolano o Zerocalcare.
Vi consiglio di dare una chance anche al duo Radice-Turconi che sfornano sempre fumetti molto complessi e visivamente gradevoli; tra i più apprezzati: "Tosca dei boschi", "Non stancarti di andare" e "Il porto proibito".
SCADENZA: 21 aprile 2019
  • Tutti gli Oscar Mondadori in offerta
Ritorna l'apprezzatissima promozione sui titoli delle collane Oscar edite da Mondadori, che potrete acquistare risparmiando il 25% sui prezzi di copertina.
L'offerta comprende un assortimento di oltre 3.000 libri, quindi è quasi certo che troverete qualche titolo interessante. Quindi, cosa vi posso consigliare?
Io approfitto spesso di queste offerte per recuperare un libro della regina del giallo Agatha Christie, che mi intrattiene sempre con un bel mistero. Voi potreste recuperare in flessibile i primi tre capitoli della serie Magisterium di Holly Black e Cassandra Clare (QUI la recensione del primo volume).
Vi segnalo inoltre che da poco è stata pubblicata per la collana Oscar draghi una nuova edizione della serie "Il trono di spade" del sadicissimo Martin: le copertine sembrano dei veri e propri mosaici!
SCADENZA: 21 aprile 2019
  • Sconto sul catalogo Tunué
La casa editrice Tunué è molto conosciuta per le spendide graphic novel come "Maledetta Balena" di Walter Chendi e "La scimmia di Hartlepool" del duo francesce Lupano e Moreau.
Nel loro catalogo potete trovare però anche dei romanzi, tra i quali molti scritti da autori italiani.
E questo è il momento perfetto per acquistare un titolo Tunué perchè sono tutti in offerta al 25% di sconto sui prezzi di copertina.
Personalmente sto facendo un pensierino per "Stalin + Bianca" di Iacopo Barison... chissà.
SCADENZA: 20 aprile 2019
  • Due Superinsuperabili Gold a € 9,90
La Newton Compton ha recentemente ripubblicato alcune delle sue serie più amate degli ultimi mesi in volumi singoli per la collana Superinsuperabili Gold, ma non basta!
Infatti, se acquistate due di questi titoli in un solo ordine, potrete beneficiare del prezzo promozionale unico di € 9,90.
Si tratta prevalentemente di romanzi rosa (non proprio il mio genere), ma ci sono anche diversi thriller, fantasy e romanzi storici, quindi ci sono ottime possibilità che troviate qualche titolo di vostro gradimento.
SCADENZA: fino ad esaurimento scorte

  • Promo sui titoli La nave di Teseo
Fino alla metà di aprile potrete approfittare di un'offerta sull'intero catalogo de La nave di Teseo: tutti i loro titoli sono scontati del 25% sui prezzi di copertina!
È sicuramente un'ottima occasione per acquistare un libro di autori molto apprezzati come Paulo Coelho e Joël Dicker (di entrambi ho un paio di libri, ancora da leggere purtroppo).
Se siete in vena di un buon thriller, vi consiglio di dare un'occhiata anche a "La ragazza di Brooklyn" di Guillaume Musso (QUI la recensione).
SCADENZA: 14 aprile 2019

domenica 17 marzo 2019

L'umanità degli dèi e la mostruosità degli uomini - Recensione a “I centomila regni” di N.K. Jemisin

L'umanità degli dèi e la mostruosità degli uomini

Recensione a "I centomila regni" di N.K. Jemisin


LA SCHEDA TECNICA

TITOLO: I centomila regni
AUTORE: Nora K. Jemisin
TITOLO ORIGINALE: The Hundred Thousand Kingdoms
TRADUTTORE: Serena Maccotta
EDITORE: Gargoyle
COLLANA: Extra
PAGINE: 380
VOTO: 4 stelline e mezza

IL COMMENTO

  I centomila regni è un romanzo fantasy parte di una trilogia di companion novel, quindi i volumi possono considerarsi auto-conclusivi ed essere letti indipendentemente; e direi meno male, dal momento che qui in Italia è stato tradotto solo questo e, visto il poco successo, la serie è stata abbandonata.
  Il romanzo è ambientato in un mondo completamente nuovo, del quale purtroppo non ci viene fornita una mappa che aiuti a seguire i movimenti dei personaggi o la posizione delle diverse città; gran parte dell'azione si svolge comunque nella città di Sky, sede del Consorzio dei Nobili, che si occupa di gestire le contese tra i vari regni, e del palazzo degli Arameri (chiamato a sua volta Sky) ossia la famiglia incaricata dal dio Itempas stesso di mantenere l'ordine su questo vasto impero. A tal fine, gli Arameri possono controllare alcune divinità che, secoli prima, hanno cercato di sopraffare Itempas e si ritrovano ora ridotti in schiavitù.
  In questa corte, dove abbondano gli intrighi politici ed i giochi di potere, giunge la protagonista Yeine Darr, una giovane donna già capo della sua tribù nel Lontano Nord. Invitata dal capo della famiglia Arameri, suo nonno Dekarta, Yeine si trova ben presto al centro della lotta per la successione al trono, contro due cugini ben più preparati e motivati di lei, ma anche del piano escogitato anni prima dagli dèi prigionieri per potersi finalmente ribellare al controllo degli umani.
  L'autrice dimostra tutta la propria originalità proprio nel peculiare modo di rappresentare le divinità, le quali hanno un ampio spettro di poteri ed influenze che vanno a caratterizzare anche il loro aspetto. Questi dèi mi hanno ricordato molto sia quelli presenti nella mitologia greca sia il Dio del Vecchio Testamento, in particolare il Dio che assiste Mosè e gli ebrei nella fuga dall'Egitto, così come Itempas si avvale dell'aiuto degli Arameri per poi eleggerli suo popolo favorito al termine della Guerra degli Dèi.
  Nessuna sorpresa quindi che tra i miei personaggi preferiti compaiano due di queste divinità, ossia Sieh e Nahadoth, rispettivamente il dio bambino degli inganni e il cupo Signore della Notte. Ho apprezzato molto anche la protagonista: Yeine si dimostra intelligente e risoluta, e spesso mi sono ritrovata a fare i suoi stessi pensieri. Sugli antagonisti sono rimasta invece combattuta per l'intera lettura, perché alcuni mi sembravano scontati e pieni di cliché (Viraine è Ditocorto, su questo siamo tutti d'accordo), ma nel finale ci sono molte rivelazioni che mi hanno sorpresa e ho dovuto rivalutare la mia opinione su alcuni personaggi.
  La narrazione in prima persona al passato è molto particolare perché, a causa di quanto accade nel finale, Yeine è spesso costretta ad interrompersi per inserire alcuni dettagli e spiegazioni

«Ma sto dimenticando me stessa. Chi sono io, dunque? Ah, sì. Il mio nome è Yeine.»

«Nel Lontano Nord c’è un tipo di rosa molto famoso (questa che segue non è una digressione). È chiamata rosa Altarskirt.»

o perfino fare un passo indietro e aggiungere una scena saltata” in precedenza. Inizialmente può risultare un po' complesso seguire la trama con questo tipo di narrazione inframmezzata, ma ci si abitua senza problemi dopo qualche capitolo. Purtroppo la scelta dell'autrice comporta un paio di problemi, che non hanno comunque grandi ripercussioni sulla lettura: la protagonista non riesce sempre a spiegare con chiarezza alcuni passaggi collegati all'aspetto magico della storia e, seguendo soltanto il suo POV, le scene d'azione sono davvero limitate.
Cover ceca
  La Jemisin riesce però a creare un universo magico credibile e rappresentativo di una grande varietà etnica, arricchendolo con delle descrizioni evocative e non limitate al semplice aspetto visivo

«[...] sentii il suono di risate e musica Senmita provenire dai corridoi. Non mi era mai piaciuta la musica di quel continente; era strana, aritmica, piena di note inquietanti; era il tipo di melodia che piaceva solamente ai pochi che riuscivano a comprenderla.»

Curioso come vengano inseriti anche vari termini legati al mondo contemporaneo

«Purtroppo girai a sinistra dove avrei dovuto girare a destra, e non presi l’ASCENSORE all’altezza giusta del corridoio. Così, invece che nell’UFFICIO di T’vril, mi trovai all’ingresso del palazzo, [...]»

che conferiscono un ulteriore tocco di originalità, caratteristica che purtroppo spesso è difficile da trovare nel genere fantasy.

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