giovedì 30 aprile 2020

Wrap-Up - Letture di aprile 2020

Wrap-Up - Letture di aprile 2020


In questo mese sono stata leggermente più produttiva -dal punto di vista del numero di libri letti- rispetto ai precedenti, riuscendo anche a mantenere una buona media per quanto riguarda i voti assegnati.

Come promesso in un post di qualche mese fa, ho voluto dare un'ultima chance a Jeanne Kalogridis con uno dei suoi titoli più apprezzati: "Alla corte dei Borgia", che ci racconta una versione romanzata della vita di Sancia d'Aragona. Pur rimanendo determinata a non leggere altro di suo, questo libro ha meritato tre stelline per avermi intrattenuto e (involontariamente) divertito; andate QUI per leggere la recensione completa.

Con la seconda lettura ho continuato la serie Il quarto elemento, lasciata in sospeso ormai da diversi mesi. "Blood of the Prophet" è il secondo capitolo della trilogia fantasy scritta da Kat Ross ed ambientata nell'antica Persia, tra figure storiche come Alessandro Magno e creature soprannaturali come i dæva.
La trama di questo libro è abbastanza limitata, perché si focalizza soprattutto sulla missione dei protagonisti (nonché del negromante Balthazar) per trovare il Profeta, da secoli ormai prigioniero dei magi a Karnopolis -la capitale d'inverno- mentre l'intero impero lo crede morto e lo venera come un santo. Il ritmo è parecchio lento senza però risultare fastidioso, almeno fino alla parte conclusiva del volume in cui ci ha invece una brusca accelerazione che cerca di chiudere la maggior parte delle vicende in poche pagine; la differenza è davvero netta e crea un senso di smarrimento nel lettore, fino a quel punto cullato da una narrazione più descrittiva.
I personaggi si riconfermano l'aspetto migliore di questa serie, e ho molto apprezzato la scelta di seguire da vicino anche i POV degli antagonisti Araxa e Balthazar (seppur in terza persona), dei quali tra l'altro ho adorato il confronto diretto in cui ognuno riconosce la crudeltà dell'altro. In generale trovo ben strutturate e credibili tutte le relazioni interpersonali in questa trilogia, e confermo la mia approvazione per la scelta dell'autrice di sfruttare i suoi personaggi senza remore o con il timore di sconvolgere i lettori.
Molta cura è stata riservata anche all'ambientazione, che si fa sempre più ricca e dettagliata; a mio parere, con un mondo tanto complesso a disposizione l'autrice poteva ambire a scrivere delle storie più lunghe e dense di avvenimenti. Per restare in tema, un plauso alla Dunwich per aver inserito un glossario dettagliato a fine volume: con tanti luoghi e creature, spesso ci si può sentire effettivamente persi.
Il mio voto è di quattro stelline.

Ho completato poi la lettura di un libro in inglese, etichettato come retelling femminista di Biancaneve, e posso dire che questa definizione calza a pennello a "Girls Made of Snow and Glass" di Melissa Bashardoust. Sotto ogni punto di vista l'ho trovata un'ottima lettura, consigliata soprattutto a chi vuole una storia autoconclusiva con un livello di inglese non troppo alto. Potete trovare QUI il mio commento dettagliato per questo libro che si è guadagnato ben cinque stelline.

Dopo aver quasi plagiato "Notre-Dame de Paris" in "Chocolat" (ne parlo QUI), la cara Joanne Harris ci delizia ancora con le avventure di Vianne Rocher nel seguito "Le scarpe rosse" che va invece a scomodare il povero Stendhal, soprattutto per la presenza del più inutile e tedioso triangolo amoroso degli ultimi anni.
La storia si sposta per l'occasione in un quartiere alla periferia di Parigi, luogo molto influenzato dalla quotidianità moderna e quindi quanto mai inadatto per un romanzo di realismo magico; sono passati quattro anni e Vianne, dopo aver cambiato identità, tiene un profilo il più possibile discreto ed ha rinunciato alle vecchie magie. A sconvolgere la sua precaria tranquillità è Zozie de l'Alba, un'altra strega decisamente più estroversa e ambiziosa che si insinuerà pian piano nella vita sua, delle figlie e della piccola cerchia di clienti ed amici.
A differenza del primo volume, qui seguiamo anche il POV di Anouk (per l'occasione ribattezzata Annie), oltre a quelli di Vianne e Zozie, e in tutti e tre i casi i personaggi tengono un registro narrativo a dir poco creativo, alternando momenti in cui sembrano scrivere un diario, altri in cui si rivolgono direttamente al lettore ed altri ancora in cui parlano tra di loro. Nella parte di Anouk l'autrice tenta di immedesimarsi nella mentalità di una ragazzina, sfruttando unicamente degli stereotipi collaudati ed usando ogni due per tre la parola "okay", che secondo lei dovrebbe dare l'idea del lessico giovanile. Zozie sarebbe il personaggio più interessante, peccato che le sue motivazioni rimangano poco chiare e prive di credibilità fino alla fine. Vianne poi non capisco davvero come possa ambire al ruolo di protagonista, vista la sua inattività per buona parte del volume, senza dimenticare i suoi piagnistei per il sacrificio di dover sposare un uomo che non ama... senza pensare però alla crudeltà con cui sta ingannando lui!
In generale, la morale in questo romanzo è alquanto aleatoria; lo si vede nel rapimento di Vianne da bambina o nella sua decisione monolaterale di crescere da sola Rosette. Tutto questo contrasta direttamente con gli avvenimenti di "Chocolat", dove lei non sembrava per nulla innamorata di Roux, che anzi era evidentemente interessato a Josephine (tra l'altro, che fine ha fatto Josephine?).
Nemmeno l'edizione Garzanti ha migliorato la situazione: vista la presenza di molti termini e frasi francesi nel testo, a mio parere avrebbero dovuto includere delle note esplicative, perché così il volume non risulta del tutto comprensibile.
Il mio voto è di due stelline e mezzo.

Questo mese ho anche terminato una serie che mi portavo dietro da ben quattro anni, ovvero la pentalogia Magisterium scritta in collaborazione da Holly Black e Cassandra Clare. "La torre d'oro" ha avuto una conclusione abbastanza degna e si è mantenuto grosso modo in linea con quanto già raccontato nel resto dei volumi.
Dal momento che non pubblicherò una Lettura d'Insieme, volevo riepilogare brevemente qui gli aspetti -sia in positivo, sia in negativo- a serie conclusa. Mi è piaciuto lo spunto iniziale (ossia, ciò che mi ha spinto ad intraprendere questo luuungo viaggio) e i molti plot twist ben inseriti; ho adorato il personaggio di Jasper -che tra l'altro andata sfruttato maggiormente- come anche la naturalezza con cui vengono accettate le diversità di ogni tipo. Ho trovato interessanti alcuni aspetti del sistema magico, in particolare i Divorati, ma credo che potesse essere spiegato molto meglio, nonché mantenersi più coerente nel corso della serie. Non ho gradito neppure l'eccessiva frettolosità con cui si sviluppa la trama ed il tono troppo infantile dei dialoghi: capisco che il target di riferimento è il middle grade, ma come autore devi adeguare i comportamenti dei protagonisti se li fai diventare dei diciassettenni. In generale, ho avuto l'impressione che le autrici avessero delle buone idee in partenza, ma si siano stancate della storia e dei personaggi con l'andare avanti dei volumi.
Per quanto riguarda questo volume, la storia si focalizza sulla risoluzione delle due questioni generate dal finale di "La maschera d'argento" (ne parlo QUI), quindi la lotta contro il redivivo Alex e la ricerca di un corpo per l'anima di Aaron, oltre alle varie sottotrame -in prevalenza a sfondo romantico. Si tratta del capitolo più breve della serie, ma sono comunque presenti delle scene dalla dubbissima utilità che sarebbero potute essere sostituite da un maggiore sviluppo delle relazioni tra i personaggi.
Il romanzo giunge presto a conclusione grazie a dei convenientissimi deus ex machina (in primis, il povero Alistair) e alle abilità che dimostrano i protagonisti, senza però averle mai apprese o esercitate. Diciamo che il target ti suggerisce di passare sopra alle molte incongruenze, ma se si cerca una buona serie per ragazzi ci sono opzioni ben più appetibili.
Il mio voto è di tre stelline e mezzo.

La successiva lettura è stata una novella in lingua inglese, purtroppo ancora inedita in Italia, "Keturah and Lord Death" della canadese Martine Leavitt. Presentata come una fiaba d'altri tempi, quest'opera si propone di riscrivere il mito greco di Ade e Persefone, ossia il rapimento della dea della primavera da parte del dio degli inferi, e il successivo innamoramento tra i due.
A conti fatti, la novella si ispira anche alla storia di base della raccolta Le mille e una notte dal momento che, all'inizio della storia, vediamo la sedicenne Keturah Reeves perdersi nel bosco -per aver voluto seguire un cervo fatato- e qui incontrare la Morte personificata in un avvenente uomo a cavallo; per ottenere un altro giorno di vita, la protagonista inizia a narrare una storia che interrompe sul più bello per poi promettere di continuarla la notte seguente. Con questo espediente, che già aveva salvato la vita di Sherazad, Keturah riesce a guadagnare diversi giorni durante i quali è determinata a trovare il suo Vero Amore nonché ad impedire che un'epidemia colpisca il suo amato villaggio.
La natura stessa della novella impone di sospendere del tutto l'incredulità ed accettare gli elementi tipici delle fiabe, improponibili in un contesto più realistico, come i non-nomi dei personaggi secondari, la ripetizione di diverse scene o la presenza di tanti caratteri stereotipati. Se ci si sofferma su questi dettagli fiabeschi, si rischia di perdere di vista i temi principali della storia: l'accettazione della morte come parte imprescindibile dell'esistenza umana e la ricerca di una relazione genuina tra tante artefatte o basate su impressioni sbagliate. Molto interessante il collegamento che unisce Keturah e la Morte, tanto da permettere alla ragazza di vedere e conversare con questa entità ultraterrena nel momento in cui una persona sta morendo.
Il formato del volume invece non mi ha soddisfatto, perché avrei preferito una graphic novel data la brevità della storia; in alternativa, la buona idea di partenza poteva essere meglio sfruttata per scrivere un romanzo ben più lungo.
Il mio voto è di quattro stelline.

Come classico per questo mese ho letto un nuovo pilastro del genere distopico, in particolare quello più recente (la pubblicazione risale infatti al relativamente vicino 1954): "Il Signore delle Mosche" di William Golding. Ho assegnato cinque stelline a questo romanzo e, per una recensione più dettagliata sul contenuto e le tematiche vi rimando QUI, al post dedicato.

L'ultimo libro letto ad aprile è stato "Il nemico di Cesare" di Andrea Frediani, secondo capitolo nella trilogia Dictator incentrata sull'ascesa al potere di Giulio Cesare, anche se questo volume in particolare non concede troppo spazio al conquistatore romano, preferendo focalizzarsi sulle storyline dei personaggi secondari e -in alcuni casi- fittizi.
La trama segue i primi anni della guerra civile, che vede combattersi principalmente Cesare e Pompeo sui territori dell'Italia e della penisola balcanica, mentre i loro alleati si fronteggiavano nelle altre regioni conquistate da Roma. La descrizione delle scene di battaglia rimane l'unico aspetto positivo di questa serie, assieme alla fedeltà storica agli eventi; purtroppo questi due elementi non bastano certo per creare un romanzo soddisfacente.
Come anticipato, nel romanzo viene dato ben poco spazio ai POV di Cesare, come pure a quelli di Labieno (che dovrebbe essere il coprotagonista, basandosi sui titoli dei libri) e di Servilia, anche se in quest'ultimo caso trovo sia stata una scelta corretta. Lasciando da parte le battaglie, il grosso del volume si concentra su Quinto, Veleda e Ortwin, ossia uno dei triangoli amorosi più disturbanti di sempre; a onor del vero anche Aulo Irzio ottiene un po' di spazio a metà volume, ma le ripercussioni per il suo personaggio sono praticamente nulle nei capitoli successivi, quindi non capisco a cosa sia servito seguire il suo POV.
Mentre Ortwin ancora si dimostra un personaggio grosso modo apprezzabile, Quinto qui diventa ancora più detestabile: leggere i suoi pensieri è disgustoso e trovo assurdo come l'autore -per essere fedele alla figura storica- gli permetta sempre di cavarsela. Per Veleda volevo sinceramente provare simpatia, ma rispetto a "L'ombra di Cesare" (ne parlo QUI) sfodera una presunta determinazione che sfocia però nella totale stupidità e non si riesce proprio a giustificare le sue azioni.
Lo stile è un'altra nota dolente: sono presenti molte espressioni colloquiali come "D'accordo,... Del resto,... Ad ogni modo,..." inserite come fossero pensieri dei personaggi nella narrazione in terza persona; un altro aspetto migliorabile riguarda i dialoghi, che spesso risultano artificiosi e zeppi di infodump. Inoltre, tutti parlano con lo stesso tono e lessico a prescindere dallo status sociale o dal grado di istruzione, e ci sono termini come bluff o raid che stonano nettamente con l'ambientazione perché acquisiti dall'inglese ed entrati nel lessico italiano solo negli ultimi decenni.
Il mio voto è di due stelline.

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lunedì 27 aprile 2020

Un classico al mese - "Il Signore delle Mosche" di William Golding

«Io ho paura. Ho paura di noi»

 

Un classico al mese

  "Il Signore delle Mosche" di William Golding



LA SCHEDA TECNICA

TITOLO: Il Signore delle Mosche
AUTORE: William Golding
TITOLO ORIGINALE: Lord of the Flies
TRADUTTORE: Filippo Donini
EDITORE: Mondadori
COLLANA: Oscar Moderni
PAGINE: 210
VOTO: 5 stelline

IL COMMENTO

  "Il Signore delle Mosche" è romanzo a tesi che rientra per molti aspetti nel genere della distopia classica, risultando idealmente vicino soprattutto a "La fattoria degli animali" di George Orwell (QUI la recensione) con il quale condivide il passaggio dall'illusoria utopia, conseguenza di una situazione di improvvisa libertà (in un caso dal fattore Jones, nell'altro dagli adulti), alla violenta distruzione di ogni traccia di civiltà.
  La trama, sfruttata da un moltitudine di romanzi successivi come "Battle Royale" di Koushun Takami o la trilogia The Hunger Games di Susanne Collins, ci porta su un'isola deserta dove -dopo un tragico incidente aereo- si trovano a naufragare un gruppo di ragazzini inglesi, senza alcun genitore o insegnante che possa vigilare su di loro. In un primo momento questa situazione sembra quasi idilliaca, con i bambini entusiasti di questo luogo incontaminato

«Accarezzò un momento il tronco di palma e, costretto alla fine a cedere alla realtà dell'isola, rise di nuovo di gioia e fece un'altra capriola.»

e dell'assenza di imposizioni esterne. Due ragazzi decidono di riunire gli altri usando una conchiglia, oggetto che diventerà ben presto simbolo della loro neonata società, tanto da perdere poi progressivamente colore con la scomparsa di limiti morali; infatti, inizialmente i protagonisti dimostrano un naturale ribrezzo nei confronti della violenza, com'è evidente nel loro primo incontro con uno dei maiali che popolano l'isola:

«Lo sapevano benissimo perché non l'aveva colpito: per quell'enormità del coltello che scendeva a immergersi nella carne viva, per quella cosa insopportabile, quel sangue.»

non passa però molto tempo perché la caccia diventi non solo accettata, ma anche vista come qualcosa di emozionante e più importante del fuoco per le segnalazioni o della cura dei piccoli.

«"Io ho continuato", disse Jack. "Li ho lasciati andare. Io dovevo continuare. Io..."
Cercava di far capire il bisogno che aveva d'inseguire e di uccidere, un bisogno irresistibile.»

  La situazione si fa quindi via via più brutale, specialmente nel momento in cui i personaggi iniziano a considerare come vere delle paure irrazionali: ecco che un paracadutista precipitato nella notte diventa una bestia feroce da temere

«"Ma le leggi sono l'unica cosa che abbiamo!"
Ma Jack gli gridava contro, in piena rivolta.
"Chi se ne frega delle leggi! Noi siamo forti... siamo cacciatori! Se c'è una bestia, le daremo la caccia! [...]"»

o alla quale offrire sacrifici. Il ritorno ad un comportamento da primitivi fa sì che si perda anche il desiderio di essere salvati e lasciare l'isola, come capitava agli abitanti de "Il condominio" di J.G. Ballard (QUI la recensione), pur rendendosi conto del rischio concreto di poter morire lì.
  Tutti i personaggi sono scritti con grande attenzione, anche quelli privi di nomi come i bambini più piccoli o l'ufficiale di marina, che si erge a giudice del comportamento dei ragazzi quando lui per primo ha un ruolo attivo in un mondo in guerra. Ovviamente tra i giovani naufraghi alcuni vengono caratterizzati maggiormente, come l'impetuoso Jack e il riflessivo Piggy ma soprattutto Ralph, dotato del carisma naturale del leader.

«[...] se qualcuno aveva dato prova di intelligenza era Piggy, mentre era ovvio che Jack aveva la stoffa del capo. Ma c'era qualcosa di eccezionale nella calma con cui Ralph sedeva immobile.»

  I dialoghi sono il tallone d'Achille del romanzo, perché spesso risulta incomprensibile chi stia parlando e quale tono venga adottato, specie nelle scene in cui sono presenti molti personaggi; l'autore sembra non voler perdere tempo ad indicare le voci nelle conversazioni, come avesse troppa fretta di riportare ciò che viene detto.
  Molto valide e suggestive sono invece le descrizioni dell'isola, e non solo; Golding non usa delle immagini troppo ricercate, puntando invece su in risultato immediato e più efficace: ecco come la luna calante si trasforma in un'unghia, il fulmine che brilla in cielo in una cicatrice e le fiamme in movimento da un ramo all'altro in uno scoiattolo salterino.
  Il romanzo è ricco di simbolismi, concretizzati in diverse immagini evocative, ognuna con un significato da scoprire: la già menzionata conchiglia, il fuoco in cima alla montagna, la testa del maiale, la danza dei cacciatori. L'autore crea anche degli interessanti parallelismi, come nella scena in cui uno dei piccoli lancia della sabbia mentre poi vediamo Roger lanciare ben altro sull'inconsapevole Henry.

«Il braccio di Roger era condizionato da un civiltà che non sapeva nulla di lui ed era in rovina.»

  Da notare anche come il solo a comprendere la realtà dietro le sciocche superstizioni sia Simon. Lui è l'unico a cercare di scoprire e poi comprendere la vera natura della bestia,

«[...] Simon si volse verso la povera figura spezzata che giaceva accanto a lui e ammorbava l'aria. La bestia era innocua e orribile: bisognava farlo sapere a tutti al più presto.»

ma al tempo stesso è il più folle di tutto il gruppo. La pazzia diventa quindi sinonimo di razionalità, mentre i sani hanno ceduto al loro lato bestiale.


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giovedì 23 aprile 2020

Refined Reads #01


In questa nuova rubrica andrò ad analizzare gli ultimi otto libri letti in inglese, focalizzandomi in particolare sulla difficoltà di comprensione e i motivi per cui ne consiglio o sconsiglio la lettura, non in generale ma nello specifico in lingua. Riporterò anche le trame dei libri tradotte in modo amatoriale da me, così che possiate farvi subito un'idea della storia.

AUTORE: Adam Silvera
TARGET: Young-adult
GENERE: Formazione, romance
SERIE: No
IN ITALIA: "L'ultima notte della nostra vita" (editore Il Castoro)
LIVELLO: Medio-basso
TEMATICHE: Accettazione del lutto e del dolore / Rappresentazione LGBT+ e di svariate etnie
PUNTI A FAVORE: Capitoli brevi / Narrazione in prima persona / Ambientazione contemporanea
PUNTI CONTRO: Uso di slang statunitense / Abbreviazioni nei messaggi e nelle chat / Molti punti di vista esterni
TRAMA: È il 5 settembre, poco dopo la mezzanotte, e la Death-Cast chiama Mateo Torrez e Rufus Emeterio per comunicare un'infausta notizia: entrambi moriranno in meno di 24 ore. Mateo e Rufus sono dei completi estranei, ma per diversi motivi stanno cercando un nuovo amico nel loro Ultimo Giorno. La buona notizia è che esiste un'app per questo. Si chiama Last Friend, e per merito suo Rufus e Mateo si incontrano per un'ultima epica avventura, per vivere una vita intera in un singolo giorno.

AUTORE: Marie Lu
TARGET: Young-adult
GENERE: Fantasy
SERIE: The Young Elites 1.0
IN ITALIA: "La battaglia dei pugnali" (editore Newton Compton)
LIVELLO: Medio
TEMATICHE: Consapevolezza di sé / Desiderio di riscatto, sia affettivo che sociale
PUNTI A FAVORE: Molti capitoli brevi / Narrazione al presente / Ripetizioni frequenti di alcuni concetti
PUNTI CONTRO: Salti frequenti dalla prima alla terza personal / Descrizioni minuziose di abiti antiquati / Presenza di alcuni termini di fantasia
TRAMA: Adelina Amouteru è una sopravvissuta della febbre sanguigna, segnata da una cicatrice frastagliata là dove un tempo c'era il suo occhio sinistro. Etichettata come una malfetto -un abominio- viene allontanata da chi l'ha sempre conosciuta ed amata.
Adelina trova rifugio presso altri malfetto e scopre che la malattia le ha lasciato ben altro di una semplice cicatrice -ha infatti un dono misterioso e potente.
Lei è una Young Elites.
Ma l'abilità di Adelina è più forte di quella di ogni Young Elite prima di lei. E se non riuscirà a controllare la crescente oscurità desiderosa di vendetta nel suo cuore, Adelina potrebbe essere un pericolo per tutti loro.

AUTORE: Bernie Su e Kate Rorick
TARGET: New-adult
GENERE: Formazione, romance, retelling
SERIE: No
IN ITALIA: "Il diario segreto di Lizzie Bennet" (editore Newton Compton)
LIVELLO: Medio-basso
TEMATICHE: Nuovi media e celebrità online / Ingresso nella vita adulta / Valore dei legami familiari
PUNTI A FAVORE: Maggioranza di capitoli brevi / Narrazione priva di vere e proprie descrizioni / Ambientazione e linguaggio contemporanei
PUNTI CONTRO: Termini legati al mondo universitario statunitense e dei social media / Slang ed espressioni colloquiali nei dialoghi
TRAMA: La studentessa ventiquattrenne Lizzie Bennet è gravata dai debiti universitari e vive ancora con i genitori e le due sorelle -la bella Jane e la sfrenata Lydia. Quando registra le sue riflessioni sulla vita per il suo progetto di tesi e le posta su YouTube, non sa ancora che "The Lizzie Bennet Diaries" acquisirà una vita propria trasformando le sorelle Bennet in celebrità sulla rete nottetempo.
Quando il ricco ed avvenente Bing Lee arriva in città, assieme al suo pedante amico William Darcy, le cose cominciano a farsi davvero interessanti per i Bennet -e per i follower di Lizzie. Ma non tutto accade sullo sfondo. Per nostra fortuna, Lizzie tiene un diario segreto.

AUTORE: Kathleen A. Flynn
TARGET: Adult
GENERE: Storico, sci-fi
SERIE: No
IN ITALIA: No
LIVELLO: Medio-alto
TEMATICHE: Valore della memoria storica / Discriminazione verso le donne e gli ebrei / Dialogo come mezzo per risolvere i conflitti
PUNTI A FAVORE: Narrazione in prima persona / Sviluppo lento della trama e alcuni scene simili / Lunghi dialoghi senza interruzioni
PUNTI CONTRO: Termini collegati all'attività medica / Capitoli mediamente lunghi / Abbreviazioni ed alcuni termini desueti
TRAMA: Inghilterra 1815: due viaggiatori -Rachel Katzman e Liam Finucane- arrivano in un campo, scompigliati e appesantiti dal denaro nascosto. Non sono ciò che sembrano, bensì colleghi giunti da un futuro tecnologicamente avanzato, travestiti da benestanti proprietari terrieri dalle Indie Occidentali -un dottore e la sorella zitella. Benché Rachel e Liam non siano il primo team a "tornare indietro" dal futuro, la loro missione è di sicuro la più audace: incontrare, farsi amica, e derubare Jane Austen in persona.
Attentamente selezionati e rigorosamente addestrati dal Royal Institute for Special Topics in Physics, la dottoressa e soccorritrice Rachel e l'attore diventato accademico Liam hanno poco in comune tranne le straordinarie circostranze in cui si trovano -circostanze che reprimono la natura indipendente di Rachel e danno prendere il controllo a Liam mentre si infiltrano nelle conoscenze della Austen grazie al suo fratello preferito, Henry.
Ma diagnosticare la malattia mortale di Jane ed ottenre un romanzo inedito menzionato nelle sue lettere è già una sfida senza la continua confusione data dal vivere in una menzogna. Mentre la sua amicizia con Jane si fa più profonda e la relazione con Liam si complica, Rachel fatica a riconciliare il suo vero io con le costrizioni del XIX secolo. Quando il loro portale per il futuro sta per chiudersi, Rachel e Liam lottano con le direttive ricevute di lasciare la storia intatta, esattamente come l'hanno trovata... per quanta sofferenza questo causi.

AUTORE: Leigh Bardugo
TARGET: Young-adult
GENERE: Fantasy
SERIE: Grisha Trilogy 1.0
IN ITALIA: "Tenebre e ghiaccio" (editore Piemme)
LIVELLO: Medio
TEMATICHE: Scelta dei propri affetti / Ricerca della propria vocazione / Politica ed intrighi di corte
PUNTI A FAVORE: Assenza di info dump / Molti dialoghi con botta e risposta / Narrazione in prima persona
PUNTI CONTRO: Mondo fittizio e presenza di parole inventate / Lunghe e minuziose descrizioni di abiti e luoghi / Maggioranza di capitoli lunghi
TRAMA: Orfana e del tutto sacrificabile, Alina Starkov è un soldato che sa di poter perire nel suo primo viaggio attraverso la Shadow Fold -una striscia di innaturale oscurità piena di mostri. Ma quando il suo reggimento  viene attaccato, Alina libera una magia sopita che neppure lei sapeva di possedere.
Ora Alina entrerà in uno sfarzoso mondo di nobiltà ed intrighi, mentre si addestra con i Grisha -l'elite militare magica dal suo Paese- e viene incantata dal loro famigerato capo, il Darkling. Lui crede che Alina possa distruggere la Shadow Fold e riunire la loro nazione minacciata dalla guerra, ma solo se lei potrà governare il suo indomato potere.
Mentre la minaccia al regno si rafforza e Alina sblocca i segreti del suo passato, e sarà una pericolosa scoperta che potrebbe minacciare tutto ciò che ama e il futuro stesso della nazione.

AUTORE: Margaret Rogerson
TARGET: Young-adult
GENERE: Romance, fantasy
SERIE: No
IN ITALIA: No
LIVELLO: Medio-alto
TEMATICHE: Dare valore all'arte, in ogni forma / Scoperta ed accettazione di una cultura diversa
PUNTI A FAVORE: Narrazione in prima persona / Buon ritmo narrativo
PUNTI CONTRO: Termini obsoleti o collegati alla natura / Lunghe descrizioni, ricche di dettagli / Ambientazione fantastica, con termini inventati
TRAMA: Isobel è una prodigiosa ritrattista con un pericoloso portafoglio clienti: l'immortale popolo fatato. Ma quando riceve il suo primo mecenate reale -Rook, il principe dell'autunno- commette un terribile errore. Lei dipinge nei suo occhi una tristezza mortale -una debolezza che potrebbe costargli la vita stessa.
Furioso, Rook porta via Isobel con l'intento di processarla per il suo crimine. Ma qualcosa è estremamente sbagliato nel suo mondo, e i due vengono attaccati da ogni lato. Costretti a dipendere l'uno dall'altra per la loro sopravvivenza, la loro alleanza si trasforma in fiducia, forse persino amore... un'emozione proibita che potrebbe costare loro la vita. Quale forza possono evocare i dipinti di Isobel, tanto potente da sconfiggere l'antica malvagità delle corti fatate?

AUTORE: Melissa Bashardoust
TARGET: Young-adult
GENERE: Fantasy, retelling
SERIE: No
IN ITALIA: No
LIVELLO: Medio-basso
TEMATICHE: Relazioni genitori-gigli, anche non biologici / Scelta del proprio destino, oltre le imposizioni altrui
PUNTI A FAVORE: Retelling di una fiaba nota / Illustrazione del castello / Lessico generalmente semplice
PUNTI CONTRO: Narrazione in terza persona / Alternanza frequente dei due POV
TRAMA: Il cuore della sedicenne Mina non ha mai battuto d'amore per nessuno. Il suo cuore non ha mai battuto affatto, ma lei era all'oscuro che suo padre, un mago, aveva estirpato il suo cuore per rimpiazzarlo con uno fatto di vetro. Quando arriva al castello di Whitespring per la prima volta, Mina escogita un piano: vincere il cuore del re con la sua bellezza, diventare regina, e finalmente conoscere l'amore. L'unico inconveniente è che dovrà diventare una matrigna...
La principessa quindicenne Lynet assomiglia in tutto alla madre morta, e un giorno ne scopre il motivo: un mago l'ha creata dalla neve ad immagine della regina defunta, su ordine del padre. Ma Lynet preferirebbe essere simile alla sua orgogliosa matrigna Mina. Il suo sogno sembra avverarsi quando il padre la nomina regina dei territori a sud, rimpiazzando Mina. Ora Lynet deve decidere cosa fare -e chi essere- per riconquistare la sola madre che abbia mai conosciuta... oppure sconfiggerla.

AUTORE: Martine Leavitt
TARGET: Young-adult
GENERE: Fiaba, retelling
SERIE: No
IN ITALIA: No
LIVELLO: Medio-basso
TEMATICHE: Presa di conoscenza dei propri sentimenti / Analisi degli aspetti positivi della perdita
PUNTI A FAVORE: Narrazione in prima persona / Struttura ed elementi tipici della fiaba / Ripetizione di termini ed eventi
PUNTI CONTRO: Capitoli abbastanza lunghi / Termini specifici legati all'ambientazione
TRAMA: Per la maggior parte dei suoi sedici anni, la bellissima Keturah Reeves ha incantato gli abitanti del villaggio con il suo dono di narrare storie. Ora, Keturah deve ideare il racconto più importante della sua vita, il racconto di un amore così vero che perfino il pericolosamente bello Lord Death -ad un tempo terrificante ed irresistibile- lascerà la presa sull'anima di lei e delle persone che ama.