sabato 27 marzo 2021

"The Wolf in the Whale" di Jordanna Max Brodsky

The Wolf in the WhaleThe Wolf in the Whale by Jordanna Max Brodsky
My rating: 5 of 5 stars

"«The legends do tell of the uiluaqtaq, who is neither woman nor man but something in between. A uiluaqtaq never takes a husband, but lives instead as a hunter and never bleeds, never bears children»"


NON È UNA BALENA, NON È UN LUPO, MA SAPRÀ CAPIRE QUELLO CHE È

Raramente mi sono trovata così combattuta all'idea di parlare -e quindi consigliare- un romanzo che ho tanto apprezzato. Questo perché "The Wolf in the Whale" si presenta come una lettura alquanto ostica, per diversi aspetti: innanzitutto, è ad oggi inedito in Italia e il livello di inglese non è tra i più semplici, con molte parole di altre lingue a rendere ancor più lenta ed ardua la comprensione del testo; in secondo luogo, l'inizio stesso del romanzo è caratterizzato da un ritmo particolarmente lento, con molte scene di vita quotidiana e spiegazioni su come cacciare le foche o costruire degli attrezzi.
Lo scoglio più grande sono però i trigger warnings, e questo titolo ne presenta in quantità, sia per tipologia sia per frequenza. Passiamo dalle scene grafiche esplicite (ferite di ogni tipo, omicidi, stupri, tortura fisica e mentale, infanticidio e violenza contro gli animali) a stimoli negativi più legati alla sfera psicologica, come la perdita di un familiare o la persecuzione religiosa. Per questi motivi, capisco di non poter consigliare questo romanzo a cuor leggero ma, se sono elementi che non vi scoraggiano, vediamo per quali ragioni vale assolutamente la pena dargli una chance.
"The Wolf in the Whale" si presenta come un romanzo di formazione a tutto tondo, con un'ambientazione storica curata in ogni dettaglio ed una parte fantasy legata principalmente ai miti e alle credenze religiose. La storia è quella di Omat, inuk segnata fin dalla nascita dal potere e dal fato; nata con uno spirito maschile in un corpo femminile, Omat viene cresciuta dal nonno e padre adottivo Ataata per succedergli nel ruolo di angakkuq, ovvero lo sciamano e la guida della loro piccola comunità. Con il passare degli anni diventa sempre più evidente come sarà difficile per lei far coesistere i due lati della sua natura, soprattutto nella società degli inuit che hanno dei ruoli di genere distinti in modo estremamente netto.
Mi riferisco a Omat utilizzando pronomi ed aggettivi al femminile perché così viene fatto sia nella sinossi sia nelle note dell'autrice, ma nel romanzo viene chiarito che si tratta di un personaggio non binario: inizialmente lei cerca di dimostrare le sue capacità come cacciatrice per ottenere la fiducia della sua gente e sentirsi un vero uomo a dispetto del suo corpo, poi le situazioni in cui si ritrova suo malgrado la portano a capire come anche il ruolo svolto delle donne sia fondamentale, infatti nel finale Omat giunge alla realizzazione di poter essere sia uomo che donna, senza sentirsi svilita perché cuce o venire discriminata per il desiderio di cacciare.
Avrete forse già intuito quale sia il solo aspetto che svilisce un libro, almeno per me, rasente la perfezione: l'assenza di una trama; la storia non è priva di avvenimenti, ma trattandosi in un romanzo di formazione le svolte e i colpi di scena non sono sicuramente il punto di forma. Come conseguenza, il ritmo risulta alquanto disomogeneo: come già accennato, nelle prime duecento pagine si procede con lentezza, c'è poi una parte centrale estremamente ben bilanciata e godile, per concludere con un finale troppo rapido, specie nella scena della battaglia sul ghiaccio.
A parte questo elemento, la lettura del romanzo è stata un viaggio incredibile. Mi sono affezionata praticamente a tutti i personaggi, perché l'autrice li ha caratterizzati con tanta abilità da far provare anche al lettore le loro emozioni: impariamo con Kiasik quanto sia importante tenere a freno l'impulsività, soffriamo assieme a Omat quando la sua tribù la abbandona tra le grinfie di Issuk, intraprendiamo con Brandr un percorso di cambiamento nato dalla presa di coscienza delle proprie azioni e desideriamo come Freydis di poter avere un ruolo di prestigio a dispetto di quello che la società si aspetta dal nostro genere.
La bravura di Brodsky si palesa sia nella tridimensionalità che da ai personaggi negativi sia nell'intreccio delle relazioni -familiari, amicali e romantiche-, capaci di far commuovere. Un plauso le è dovuto anche per lo sforzo compiuto nelle ricerche necessarie a rendere questa ambientazione verosimile, specialmente dal punto di vista storico. E dire che all'inizio temevo di essermi imbattuta in un reboot di "Ayla figlia della Terra"! fortunatamente questo romanzo mi ha portata ben lontano dalla più celebre Mary Sue della preistoria.

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giovedì 25 marzo 2021

Spare & Read - Spring 2021 Edition

Quella appena iniziata si preannuncia come una primavera ricca di sconti imperdibili per quanto riguarda i libri che da tempo languono nelle nostre wishlist e potremo finalmente acquistare a qualche euro in meno. Sarà che le CE si sono finalmente raccapezzate sulla recente legge che regola le offerte?

Non dimenticate che alcune delle promozioni iniziate verso la fine dell'inverno sono ancora valide. Vi invito quindi dare una sbirciata anche al post precedente, per non perdervi delle ghiotte occasioni di risparmio!

  • SCONTO DEL 20% SUI CLASSICI FELTRINELLI
Casa editrice: Feltrinelli
Collana: Universale Economica. I classici
Condizioni: Nessuna
Potreste acquistare: "Il grande Gatsby" di Francis Scott Fitzgerald e "Le notti bianche" di Fëdor Dostoevskij
Scadenza: 4 luglio 2021
Link:
 IBS
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  • SCONTO DEL 20% SUI TASCABILI E/O
Casa editrice: E/O
Collana: Tascabili e/o
Condizioni: Nessuna
Potreste acquistare: "Piccola osteria senza parole" di Massimo Cuomo
Scadenza: 2 luglio 2021
Link:
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  • OMAGGIO TACCUINO IPERBOREA
Casa editrice: Iperborea
Collana: Tutte
Condizioni: Acquisto di un titolo Iperborea
Potreste acquistare: "Il ritratto vivente" di Willem Jan Otten e "L'uomo che voleva essere colpevole" di Henrik Stangerup
Scadenza: 30 giugno 2021
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- FELTRINELLI
  • DUE TITOLI TEA A € 9,90
Casa editrice: TEA
Collana: TEA Tandem
Condizioni: Acquisto di due titoli in un solo ordine
Potreste acquistare: "La storia infinita" di Michael Ende, "Le sorelle" di Claire Douglas, "Le streghe" di Roald Dahl e "La psichiatra" di Wulf Dorn
Scadenza: Fino ad esaurimento scorte
Link:
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  • OMAGGIO BORSA DA VIAGGIO MONDADORI
Casa editrice: Mondadori
Collana: Oscar bestseller, Oscar moderni, Oscar storia, Oscar classici, etc.
Condizioni: Acquisto di due titoli in un solo ordine
Potreste acquistare: "Il terrore viene per posta" di Agatha Christie e "Le gazze ladre" di Ken Follett
Scadenza: 4 luglio 2021
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IBS - MONDADORISTORE - FELTRINELLI
  • OMAGGIO QUADERNO EINAUDI
Casa editrice: Einaudi
Collana: Tutte
Condizioni: Acquisto di un titolo Einaudi
Potreste acquistare: "Spy story love story" di Nicolai Lilin
Scadenza: Fino ad esaurimento scorte
Link:
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- FELTRINELLI
  • SCONTO DEL 20% SUL CATALOGO NNE
Casa editrice: NNE
Collana: Tutte
Condizioni: Nessuna
Potreste acquistare: "Le prime quindici vite di Harry August" di Claire North
Scadenza: 13 giugno 2021
Link:
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- FELTRINELLI - AMAZON
  • SCONTO DEL 20% SUL CATALOGO CORBACCIO
Casa editrice: Corbaccio
Collana: Tutte
Condizioni: Nessuna
Potreste acquistare: La serie Das Silber Trilogie di Kerstin Gier
Scadenza: 7 giugno 2021
Link:
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- MONDADORISTORE
- FELTRINELLI - AMAZON
  • OMAGGIO DIARIO PER GDL SUR
Casa editrice: SUR
Collana: Tutte
Condizioni: Acquisto di due titoli in un solo ordine
Potreste acquistare: Nessun consiglio U_U
Scadenza: 31 maggio 2021
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- FELTRINELLI
  • SCONTO DEL 20% SUI TASCABILI PICKWICK
Casa editrice: Sperling & Kupfer e Piemme
Collana: PickWick
Condizioni: Nessuna
Potreste acquistare: "Il gioco di Gerald" di Stephen King e "Storia di una ladra di libri" di Markus Zusak
Scadenza: 16 maggio 2021
Link:
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- MONDADORISTORE
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  • DUE TITOLI FELTRINELLI A € 9,90
Casa editrice: Feltrinelli
Collana: UE 1+1
Condizioni: Acquisto di due titoli in un solo ordine
Potreste acquistare: "La meccanica del cuore" di Mathias Malzieu
Scadenza: Fino ad esaurimento scorte
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 IBS - MONDADORISTORE
- FELTRINELLI
  • OMAGGIO TACCUINO E/O
Casa editrice: E/O
Collana: Le Cicogne
Condizioni: Acquisto di due titoli in un solo ordine
Potreste acquistare: Nessun consiglio U_U
Scadenza: 22 aprile 2021
Link:
 IBS
- MONDADORISTORE - FELTRINELLI - AMAZON

domenica 21 marzo 2021

"Piranesi" di Susanna Clarke

PiranesiPiranesi by Susanna Clarke
My rating: 4 of 5 stars

"Un'altra -forse la Statua che amo più di tutte- ... è la Statua di un Fauno, una creatura metà uomo e metà capra, con una testa di riccioli esuberanti. Sorride e si preme la punta delle dita sulle labbra. Ho sempre avuto la sensazione che volesse dirmi qualcosa"


VALUTAZIONE INSOLITAMENTE OGGETTIVA

Questa recensione non è stata facile da scrivere, innanzitutto perché a differenza di quanto faccio di solito non ho preso degli appunti durante la lettura. O meglio, ne ho scritti -anche parecchi!- ma non in relazione allo stile o al contenuto del romanzo quanto piuttosto per tenere traccia delle date, dei luoghi e dei nomi; il mio scopo era cercare di sbrogliare il mistero attorno alla figura di Piranesi, con dei risultati alquanto imbarazzanti.
Quindi potrei partire con un consiglio dato dall'esperienza: non fate come me! lasciate perdere le collocazioni delle statue o i personaggi citati un po' casualmente nel testo, e godetevi la lettura con maggior tranquillità. Questo è un titolo che non richiede uno sforzo da parte del lettore nel seguire una trama complessa, e i misteri da svelare vengono risolti senza gran clamore e con dovizia di spiegazioni, così che anche il lettore più distratto possa raccapezzarsi.
Senza scendere troppo nel dettaglio, voglio comunque far presente che questo romanzo accosta i sottogeneri del portal fantasy e del dark academia. La storia si svolge quasi esclusivamente in un mondo altro chiamato la Casa, dove vive quasi come un eremita Piranesi, il nostro protagonista un po' Robinson Crusoe per come si adatta a creare utensili e procacciarsi il cibo, un po' Marie Kondo per la determinazione con cui si libera degli oggetti inutili. Il mistero poco misterioso sta nel capire come e per quale ragione l'uomo sia finito in questo luogo; l'enigma secondario riguarda le motivazioni dell'Altro, l'unico essere umano che abita la Casa oltre Piranesi.
Questo mistero è ancor più palese del primo e rende fin troppo evidente dove la trama andrà a parare, per questo non penso si possa davvero parlare di spoiler con un titolo così poco incisivo nelle sue rivelazioni. Potenzialmente la storia aveva le carte in regola per essere stupefacente, ma nella pratica tutto viene mostrato troppo presto e troppo facilmente. Come scelta ci può stare, ma secondo me è stata davvero una buona idea sprecata.
Stilisticamente il romanzo è molto interessante perché la narrazione in prima persona viene sfruttata al meglio nel registro narrativo del diario: si mostrano così le nette differenze tra il modo di esprimersi di Piranesi nelle varie fasi della sua esistenza. Altro punto sicuramente a favore è l'ambientazione: la Casa è un luogo stupendo nella sua imponenza, ostile verso chi non lo conosce quanto generoso con le sue risolse per le persone che prendono coraggio e decidono di esplorarlo.
Mi è piaciuta decisamente meno la risoluzione sull'identità di Piranesi, sia per quanto riguarda il suo nome sia per il rapporto con il Profeta, che mi aspettavo sarebbe stato molto più stretto. Questo rende l'intervento del Profeta stesso poco incisivo, così come tutte le macchinazioni dell'Altro; diciamo che in generale, i personaggi secondari non mi hanno troppo convinta, ad eccezione di 16 forse, perché l'importanza del suo ruolo non viene ingigantita senza ragione.
Per concludere, un'osservazione marginale sull'edizione italiana. Come sempre la traduzione e la cura della parte grafica di Fazi sono ineccepibili, ma ho delle riserve sulla scelta della collana. Avevo notato il problema già ne "Il mare senza stelle" ma in quel caso il target new-adult poteva fare da attenuante, qui però ci troviamo di fronte ad un titolo per adulti sia nei toni che nell'età per personaggi, quindi non capisco la scelta di optare per la collana LainYA che -come dice il nome stesso!- si rivolge ad un pubblico di adolescenti. Si ha l'impressione che, negli ultimi tempi, Fazi stia tentando di vendere come "per tutti" dei romanzi che per loro natura sarebbero piuttosto di nicchia.

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venerdì 19 marzo 2021

"Gods of Jane and Shadow" di Silvia Moreno-Garcia

Gods of Jade and ShadowGods of Jade and Shadow by Silvia Moreno-Garcia
My rating: 4 of 5 stars

"«Who ever told you life was fair?»
«Maybe I thought it would be fairer with a god at my side.»
«That is rather naïve,» he said. «I'll have to dissuade you about this.»"


MEXICAN GODS

Uno degli aspetti più interessanti di questo mese che ho dedicato alla lettura di romanzi collegati alla mitologia è senza dubbio l'essermi avvicinata a leggende ben lontane dai lidi sicuri dell'antichità greca o latina, quindi per me completamente inedite. Ed è proprio questo uno dei pregi di "Gods of Jade and Shadow": Silvia Moreno-Garcia si è evidentemente impegnata in un lavoro di ricerca minuzioso per creare una storia dallo stile contemporaneo eppure ricca di elementi legati al folklore maya ed alla cultura messicana; elementi che incuriosiscono il lettore, ma non sono mai tanto presenti da venire a noia.
La storia è di base un'avventura fantasy: siamo nel Messico degli anni Venti e la nostra protagonista è la diciottenne Casiopea Tun, orfana di un padre che le ha trasmesso il suo amore per l'astronomia e le leggende maya. La ragazza vive con la madre nella casa del dispotico nonno, dove le due donne sono trattate quasi peggio della servitù, e sogna di quando avrà la sua parte di eredità per rifarsi una vita in una grande città; la sua grigia quotidianità viene stravolta quando libera involontariamente un dio della morte maya, che le propone un allettante patto e la possibilità di scoprire finalmente il mondo.
Casiopea è ciò che ho più amato in questo libro! il suo personaggio potrebbe sembrare inizialmente uno stereotipo, ma nulla sarebbe più lontano dal vero: è una giovane donna intelligente, risoluta, capace di prendere l'iniziativa e rispondere a tono, quando la situazione lo richiede; ha anche tanti desideri che per quanto appaiano banali ad un lettore del 2021 (portare i capelli corti, guidare un'auto, ballare sulle note del jazz) per una ragazza dell'epoca erano dei grandi passi avanti sul percorso di un'emancipazione difficile da raggiungere.
Pur avendo un cast molto limitato, il romanzo si pregia di una manciata di personaggi principali caratterizzati bene quanto la protagonista. L'autrice si impegna particolarmente nel dare spazio ai vari antagonisti, con dei capitoli dedicati ai loro POV in cui vediamo chiaramente come siano sfaccettati e si arrivi spesso ad empatizzare con i loro obbiettivi e le motivazioni che li muovono. È anche vero che in alcuni casi queste parti, per quanto interessanti, rallentano una narrazione altrimenti serrata.
Moreno-Garcia non si limita a creare personaggi credibili, ma focalizza il suo impegno sulla loro crescita, in particolare Casiopea e Hun-Kamé, che nel corso della storia hanno una netta evoluzione individuale ed anche uno sviluppo romantico per nulla forzato e frettoloso. Le scene di confronto tra i due sono alcune delle migliori del titolo, ricche di frasi quotabili ma mai inserite in modo artificioso.
E questo non è cosa da poco, considerando che il romanzo è molto breve e, soprattutto nella parte iniziale e durante le prove che i protagonisti devono affrontare, mantiene un ritmo incalzante nella narrazione degli eventi. Ritmo che viene comunque in parte bilanciato dall'espediente di ritornare su una determinata scena attraverso un altro POV.
Il sistema magico è invece un tasto dolente; la maggior parte viene lasciata volutamente all'interpretazione del lettore, evitando di spiegare nel dettaglio quali siano i poteri o la gerarchia tra le varie creature sovrannaturali che incontriamo. Alla fine non si ha però l'impressione di essere stati privati di informazioni essenziali, perché i riferimenti alla mitologia rendono il tono molto favolistico.
Infine, non posso evitare di consigliare caldamente questo titolo a chi condivide il mio amore per "American Gods" di Neil Gaiman: pur essendo due storie molto diverse, troverete tanti punti di contatto, soprattutto nel lato on-the-road della storia. Storia che suggerisco anche ai fan un po' cresciuti di Percy Jackson, per scoprire come Moreno-Garcia abbia immaginato divinità, demoni e stregoni maya nel mondo moderno.

Voto effettivo: quattro stelline e mezza

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lunedì 15 marzo 2021

"La canzone di Achille" di Madeline Miller

La canzone di AchilleLa canzone di Achille by Madeline Miller
My rating: 2 of 5 stars

"Achille tornò a dedicarsi alle corde, e la musica si levò di nuovo. Questa volta, l'accompagnò col canto, intrecciando la sua voce ricca e chiara alle note"


O IL PIAGNISTEO DI PATROCLO

Guardando a questo romanzo in modo critico, sono consapevole che l'intenzione dell'autrice fosse quella di scrivere una storia dai toni tragici. Il fatto che per contro io abbia riso dalla prima all'ultima pagina non so cosa possa dirvi della mia psiche, ma di certo fa capire che tra me e la cara Madeline qualcosa non è andato per il verso giusto.
"La canzone di Achille" vuole ripercorrere la vita del celebre eroe greco, narrando al contempo la storia d'amore tra lui e Patroclo, che qui diventa la voce narrante. La storia parte dall'infanzia dei due protagonisti, che si incontrano a Ftia quando Patroclo viene mandato lì in esilio e diventa ben presto il compagno di Achille. Il ritmo della narrazione è parecchio disomogeneo: alcuni eventi, magari marginali nel mito, occupano interi capitoli mentre le vicende leggendarie come il duello contro Ettore sono riassunte in poche righe. Vengono inserite anche parecchie sottotrame di cui non abbiamo però una conclusione o un collegamento con la storia principale: ad esempio,viene nominato diverse volte Filottete, e l'arco di Eracle in suo possesso, ma poi il suo personaggio si perde tra le pagine, tanto che il suo ruolo nella caduta di Troia è del tutto assente.
Per quanto riguarda gli avvenimenti narrati, l'autrice rimane grosso modo fedele al mito di base; le modifiche che sceglie di apportare sono sensate in alcuni casi (far rimanere Achille nascono alla corte di Sciro per nove anni non avrebbe avuto molto senso), ma altre non mi hanno convinta appieno. Miller condisce poi il testo con moltissimi riferimenti alla mitologia ed ai poemi -sia di Omero, sia di altri autori classici- che corrispondono ad altrettante strizzate d'occhio al lettore: all'inizio trovavo la cosa divertente, dopo trecento pagine mi sono un po' stufata.
Rimanendo sullo stile, si nota come siano molto presenti le metafore; anche in questo caso, la maggior parte sono carine, però ce n'è troppe e alcune non hanno senso. Per il resto, la narrazione è diretta e scorrevole, peccato per gli eufemismi che rendono ridicole le -fortunatamente poche- scene di sesso (giuro di aver letto cose meno assurde negli Harmony!) e per la traduzione italiana che, in più punti, risulta eccessivamente letterale.
Prima di parlare dei personaggi, che a mio parere sono il punto debole di questo titolo, vorrei concentrarmi sul romance facendo un piccolo gioco: andiamo a leggere un'ipotetica trama che vede come personaggi Protagonista Narratore ed Interesse Amoroso. Protagonista Narratore è descritto come alquanto imbranato e si svilisce continuamente; incontra e si invaghisce di Interesse Amoroso,che è bellissimo, molto forte fisicamente e capace in ogni attività; la relazione tra i due viene contrastata dall'esterno, ma loro la portano avanti comunque; Protagonista Narratore si sente così inferiore ad Interesse Amoroso da rendere il loro rapporto il suo unico interesse; Protagonista Narratore farebbe qualunque cosa per stare insieme ad Interesse Amoroso; quando viene a sapere della morte di Protagonista Narratore, Interesse Amoroso desidera soltanto lasciarsi uccidere. Di quale romanzo sto parlando? Se avete risposto "Twilight", siete in errore: si tratta proprio de "La canzone di Achille", lodato da tutti come una storia incredibilmente romantica, basata però su una relazione che dimostra gli stessi problemi di sbilanciamento e inter-dipendenza di quella scritta da Meyer.
Questo è uno dei motivi per cui i protagonisti mi sono risultati fastidiosi: Patroclo passa il tempo a lamentarsi della sua incapacità in ogni ambito ed a divinizzare Achille, che dal canto suo non viene analizzato a sufficienza perché il lettore possa capire anche soltanto cosa l'abbia spinto ad interessarsi all'altro uomo. Sui personaggi secondari non c'è molto da dire: la maggior parte sono in scena solo per ostacolare in qualche modo il romance tra i protagonisti, non sempre per un valido motivo; tra tutti, salverei soltanto Odisseo e Briseide.
Voglio infine spendere qualche riga per parlare di Teti. Nel romanzo ricopre un ruolo da antagonista, sia per l'odio che mostra verso Patroclo sia per come pilota le vite di Achille e Pirro, ed in generale viene sempre descritta in modo estremamente negativo, senza che si tenti di capire il suo punto di vista; mi è sembrata una scelta molto strana ed infelice, soprattutto considerando che il suo astio verso gli umani deriva dallo stupro subito da Peleo, che al contrario risulta un personaggio molto positivo.

Voto effettivo: due stelline e mezza

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giovedì 11 marzo 2021

"A Thousand Beginnings and Endings" di AA.VV.

A Thousand Beginnings and EndingsA Thousand Beginnings and Endings by Ellen Oh
My rating: 3 of 5 stars

"She could see the thousands of beginnings and endings she had and would endure. She was ready for this story"


INTENTO LODEVOLE, SVOLGIMENTO DISCUTIBILE

"A Thousand Beginnings and Endings" è una raccolta di racconti nata da un'idea estremamente positiva, soprattutto in un'ottica di inclusività ed integrazione culturale ancora ben lontani dall'essere raggiunti negli Stati Uniti. Gli autori di discendenza asiatica che hanno contribuito alla creazione di questo volume hanno preso spunto proprio dal folklore dei loro Paesi d'origine per la stesura dei racconti; l'intenzione è di controbilanciare, anche se in piccolo, le migliaia di retelling di fiabe e leggende occidentali con delle storie nate invece dalla mitologia dell'Asia meridionale ed orientale.
Inizialmente mi era sembrata un'ottima iniziativa, ma leggendo poi il volume ho riscontrato una serie di problematiche che vanno a svalutare l'intento alla base di questa racconta. Innanzitutto bisogna distinguere tra due tipologie di lettori: quelli di origini asiatiche, che qui si vorrebbe rappresentare, e chi come me è completamente estraneo a questo mondo, sia dal punto di vista etnico sia da quello culturale. I primi potranno ritrovarsi in uno o al massimo due dei sedici racconti proposti, che vanno infatti a coprire una zona estremamente ampia del continente asiatico (dal Pakistan alla Korea!), ma potrebbero essere del tutto disinteressati agli altri; i secondi magari potranno scoprire nuove leggende e miti, alcuni con elementi in comune con quelli occidentali, ma la presenza di interi dialoghi privi di traduzione saranno sicuramente un inutile ostacolo durante la lettura.
Mi spiace essere tanto cinica, ma nel complesso l'impressione che ne ho avuto è quella di una trovata commerciale mascherata da operazione solidale.
Altri piccoli accorgimenti che avrebbero migliorato la racconta sono un po' di diversità nei personaggi protagonisti (su sedici racconti, in ben tredici abbiamo una ragazza protagonista!) ed una maggiore chiarezza per quanto riguarda il target di riferimento: per tono e messaggio alcune storie sembrano scritte per dei bambini, mentre altre vedono in scena studenti universitari o persone già impegnate nel mondo del lavoro, andando perciò ad affrontare problemi legati a queste realtà.
Prima di lasciarvi alle singole valutazioni, vorrei spendere qualche riga per il racconto "Still Star-Crossed", scritto da Sona Charaipotra ed ispirato ad una leggenda della cultura punjabi, perché credo sia la storia più delirante letta finora nel 2021. La premessa fondamentale è che vicenda viene ambientata negli USA dei giorni nostri; non so ancora dire cosa mi abbia turbata di più: gli zii della protagonista che uccidono il fidanzato della sorella (sorella che poi racconta l'evento alla figlia con una leggerezza spiazzante)? il suddetto fidanzato che stalkera la figlia della sua "ex", ma in modo romantico? o l'autrice che definisce con l'aggettivo «delicious» il triangolo amoroso tra lo pseudo-fantasma, la protagonista e sua madre? Forse l'ultima, perché l'unico aggettivo che veniva in mente a me mentre leggevo quelle scene era «disgusting»!

"Forbidden Fruit" di Roshani Chokshi - 4 stelline
"Olivia's Table" di Alyssa Wong - 4 stelline e mezza
"Steel Skin" di Lory M. Lee - 1 stellina e mezza
"Still Star-Crossed" di Sona Charaipotra - 1 stellina
"The Counting of Vermillion Beads" di Aliette De Bodard - 4 stelline
"The Land of the Morning Calm" di E. C. Myers - 2 stelline e mezza
"The Smile" di Aisha Saeed - 3 stelline
"Girls Who Twirl and Other Dangers" di Preeti Chhibber - 3 stelline
"Nothing into All" di Renée Ahdieh - 3 stelline e mezza
"Spear Carrier" di Rahul Kanakia - 2 stelline e mezza
"Code of Honor" di Melissa de la Cruz - 2 stelline
"Bullet, Butterfly" di Elsie Chapman - 3 stelline
"Daughter of the Sun" di Shveta Thakrar - 3 stelline e mezza
"The Crimson Cloak" di Cindy Pon - 4 stelline e mezza
"Eyes like Candlelight" di Julie Kagawa - 3 stelline e mezza
"Carp, Calculus and the Leap of Faith" di Ellen Oh - 3 stelline

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domenica 7 marzo 2021

"A viso scoperto" di C.S. Lewis

A viso scoperto: Un mito rinarratoA viso scoperto: Un mito rinarrato by C.S. Lewis
My rating: 5 of 5 stars

"«Le giovani saranno velate, o a viso scoperto?»
«C'è bisogno di chiederlo?», gli rispose il re con una delle sue grosse risate, puntando l'indice nella mia direzione. «Pensi che voglia spaventare a morte la mia regina? Veli, certo, e anche belli spessi»."


CERCAVO AMORE (E PSICHE) E ALLA FINE HO TROVATO XENA

Quando ho iniziato la lettura di "Gargoyle" di Andrew Davidson mi aspettavo una storia incentrata sulle vite passate (mi ero da poco innamorata di "Le prime quindici vite di Harry August" di Claire North, e cercavo qualcosa di simile); ho capito ben presto che "Gargoyle" era un romanzo completamente diverso, ma nonostante tutto è rientrato tra i miei preferiti di sempre. Con "A viso scoperto" è stato lo stesso.
Mi sono interessata a questo libro perché viene presentato come una rielaborazione del mito romano di Amore e Psiche: in realtà, questa leggenda fa soltanto da sfondo alla storia narrata da Lewis. Anche in questo caso ho visto quindi deluse le mie aspettative iniziali, eppure questo romanzo mi ha colpita a tal punto da diventare un nuovo preferito, ed è -quasi- tutto merito della sua protagonista.
Al centro della storia non abbiamo infatti la bellissima Psiche (chiamata a volte Istra, nel testo) ma la sua sorellastra maggiore Orual, o Maia in greco. La vicenda non ha una chiara collocazione spazio-temporale, ma sappiamo per certo di trovarci nel Medio Oriente dell'epoca precristiana; la maggior parte degli eventi si svolge entro i confini del regno di Glome, governato da re Trom all'inizio della storia. Con suo sommo disappunto, l'iracondo sovrano ha tre figlie femmine: Orual, la vanesia Redival e Psiche, nata da un secondo matrimonio.
L'intera narrazione è affidata ai ricordi di Orual che, ormai in età avanzata, ripercorre la sua vita con il preciso intento di muovere una critica feroce contro gli dei che l'hanno separata dall'amata sorella. Nella versione di Lewis infatti non è la gelosia delle sorelle maggiori a causare la rovina di Psiche, anzi: il romanzo vuole proprio mostrarci quanto Orual fosse affezionata alla sorella -alla quale aveva fatto praticamente da madre- e come loro due ed il precettore greco Volpe formassero una sorta di famiglia molto unita.
Partendo dalla giovinezza delle ragazze, la narrazione ripercorre poi gli avvenimenti del mito originale, rimanendo però sempre focalizzata su quanto accade ad Orual. Il suo personaggio è indubbiamente il maggior pregio del romanzo: a differenza di Psiche, Orual è segnata dall'infanzia dal suo aspetto orribile, di cui l'amorevole genitore si accerta non possa mai scordarsi; la donna non ne fa però un cruccio e, mentre cresce, la vediamo impiegare le energie per migliorare la sua istruzione o imparare l'arte della scherma, anziché preoccuparsi di curare un viso che sa di non poter davvero cambiare.
Per molti aspetti, questa potrebbe essere vista anche come una villain origin story: nel mito di base, Orual è infatti una delle antagoniste che ostacolano Psiche, e anche qui spesso compie azioni crudeli o si comporta con freddezza verso alcune persone. Onestamente l'ho adorata soprattutto per i suoi difetti, che lei per prima sottolinea senza tentare di apparire migliore di quello che è: nonostante disprezzi il padre, condividono la stessa rabbia cieca, ma Orual non la riserva a chi la scontenta in prima persona bensì a coloro che mettono in pericolo i suoi cari.
Al suo confronto, Psiche sarebbe risultata una protagonista banale e noiosa, seppur il suo non sia un cattivo personaggio. Si nota infatti come l'autore si sia impegnato nella sua caratterizzazione come in quella dell'intero cast, dando il suo meglio con il fedele Bardia e Volpe, personaggio saggio e concreto in un mondo popolato da superstizioni e presunti intermediari con le divinità.
Per quanto mi sia piaciuto, il romanzo non è privo di difetti. A causa del registro narrativo scelto da Lewis, a tratti si ha l'impressione che alcuni eventi siano narrati anziché mostrati. Sono inoltre presenti alcuni piccoli anacronismi: se è vero che il periodo storico non è chiarissimo, sentir nominare il gioco degli scacchi risulta comunque stonato, dal momento che verrà inventato solo qualche secolo più tardi molto più ad est. Le ultime pagine lasciano poi un senso di incompletezza, non tanto sul piano di quanto accade ad Orual quando di ciò che vive nei suoi "sogni".
Anche l'edizione non colpisce in positivo, con una cover per nulla curata e un bel refuso direttamente nella sinossi in quarta di copertina. Come nella storia di Orual però dobbiamo imparare ad andare oltre l'apparenza, scoprendo così un romanzo meraviglioso in un'ottima traduzione.

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giovedì 4 marzo 2021

"Oh My Gods" di Alexandra Sheppard

Oh My GodsOh My Gods by Alexandra Sheppard
My rating: 2 of 5 stars

"My mind whizzed through a carousel of untruths. A dead relative? No, too dramatic. Plus I'd have to fake going to a funeral, and that would be too far, even for me"


SEMBRA TALCO, MA NON È... CHE OMBRETTO AZZURRO

Parte del motivo per cui sono stata tanto delusa da questo libro è sicuramente da ricercarsi in una tendenza portata avanti dagli editori degli ultimi anni; i romanzi targettizzati come YA stanno diventando sempre più maturi, tanto che molti autori di questa fascia demografica finiscono ben presto per scrivere libri new adult o direttamente adult, questo comporta però che i lettori (o almeno io) si aspettano dallo young adult protagonisti quasi maggiorenni e storie dal tono prevalentemente serio. Quando ho acquistato "Oh My Gods" pensavo quindi che avrei letto di una ragazza sui diciassette anni, in un contesto magari divertente ma non pregno di umorismo infantile. Come forse avrete astutamente dedotto, mi sbagliavo.
Il romanzo è molto più vicino ad un middle grade, infatti Helen -la nostra protagonista- ha soltanto quattordici anni. Per circa metà libro mi sono aspettata comparisse una qualche trama, ma il volume si limita a raccontarci di quanto succede nella vita della ragazza una volta trasferitasi con il padre a Londra; l'unico elemento insolito, da cui si evolverà poi il pretesto per dare una svolta alla storia, è la famiglia di Helen: lei è infatti figlia di Zeus e, essendo orfana di madre, deve ora convivere con lui e gli dei che hanno scelto di rimanere sulla Terra.
So che questa premessa potrebbe far pensare ai romanzi di Percy Jackson, ma ogni elemento qui ha un tono incredibilmente più giovane, a cominciare dalle preoccupazioni che angustiano la protagonista; all'apparenza si tratta di problemi comprensibili (frequentare una nuova scuola, farsi degli amici, dividere l'abitazione con delle divinità, avere un ragazzo) che però Helen prima esaspera nella sua fantasia e poi supera senza alcuna fatica, a volte senza neppure doversi impegnare: non c'è mai un accenno a difficoltà nello studio, appena arrivata a scuola diventa amicissima con tre ragazze adorabili, gli dei spesso le sono d'aiuto e alla sua prima festa incappa in un ragazzo perfetto.
Nonostante tutto, Helen non smette un attimo di lamentarsi, spesso per cose che succedono solo nella sua fantasia, ma non basta: piange in continuazione anziché rimboccarsi le maniche e, in generale, viene presentata come un cliché, anche un po' datato. Avete presente la classica protagonista di un teendrama anni Novanta? Helen ne è una versione leggermente aggiornata: sempre insicura e timidina, con mille complessi per il suo aspetto e l'abbigliamento scelto, ma dotata di smartphone e pronta a nominare social random ogni tre righe. Adesso sì che abbiamo una storia contemporanea!
Per gli altri personaggi non spenderei neppure una riga, dal momento che sono incredibilmente monodimensionali e stereotipati, ma di uno vale la pena far menzione. Gli dei sono presentati in modo banale, esattamente come li immaginiamo dai racconti mitologici: Eros sempre interessato alle questioni di cuore, Afrodite vanesia e dispettosa, Apollo socievole e affamato di popolarità, Atena seria e pratica, Ade viscido (perché sì... ?); allora perché invece Zeus è stato completamente snaturato? l'autrice non spende mezza riga per spiegarci come mai ora sia un padre modello, appassionato di auto d'epoca e fissato con gli alimenti probiotici.
A rendere la lettura ancor più pesante ci pensano poi gli espedienti narrativi forzatissimi (vogliamo parlare della scena in cui la guardia cerca di allontanare Helen?) e le contraddizioni interne alla storia, in particolare per quanto riguarda il fantomatico processo: sembra scritto da una persona che un tribunale non l'ha mai visto neppure in TV. Anche l'epilogo veicola un messaggio non troppo positivo per il giovane pubblico, oltre a risultare alquanto insoddisfacente, dal momento che il presunto villain scompare nel nulla.
Nonostante tutto sento di dover spezzare una lancia a favore di questo titolo, soprattutto perché sono ben lontana dai miei quattordici anni e forse all'epoca l'avrei apprezzato di più. È chiaro che l'autrice si è impegnata per creare un cast ricco di etnie diverse, presentando una Londra multiculturale e aperta all'integrazione; apprezzo soprattutto come questo aspetto sia stato affrontato con positività e naturalezza, anche per quanto riguarda l'identità birazziale della protagonista. Senza dubbio il messaggio più valido che il libro può comunicare ai suoi giovani lettori.

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