lunedì 30 settembre 2019

Wrap-Up - Letture di settembre 2019

Wrap-Up - Letture di settembre 2019


Questo settembre è stato caratterizzato da ben poche letture positive, ma devo ammettere che buona parte delle delusioni letterari del mese erano largamente prevedibili, quindi mea culpa!

Il primo volume è stato scelto tra i libri in TBR, ed è “Gargoyle” di Andrew Davidson. Romanzo polarising, come lo definirebbero gli anglofoni, ossia in grado di dividere nettamente l'opinione dei lettori, tra fan sfegatati e decisi detrattori. Per sapere in quale fazione mi sono schierata, potrete leggere QUI la mia recensione, ma già vi spoilero che l'ho valutato con ben cinque stelline.

La seconda lettura è stata “Cress” di Marissa Meyer, ossia il terzo volume in questa serie dedicata alla riscrittura in chiave futuristica di alcune fiabe popolari; in questo capitolo la fiaba prescelta è quella di Raperonzolo.
La storia riprendere pochi giorni dopo la fine di “Scarlet” (ne parlo QUI), con il gruppo dei protagonisti impegnato in attività imprescindibili per la salvezza del pianeta, come giocare a carte o ideare piani di un'ingenuità imbarazzante, a detta mia e -fonte ben più autorevole!- del caro dottor Erland. I nostri eroi vengono quindi contattati da quella che sarà la protagonista principale del volume, ovvero l'hacker Cress che si trova rinchiusa su un satellite in orbita attorno alla Terra: salvarla sarà solo l'inizio di una serie di nuove avventure.
Avevo delle aspettative abbastanza alte per questo libro, che sembra essere considerato un po' da tutti il migliore della saga, ma purtroppo ho visto riconfermati tutti i problemi dei capitoli precedenti. La trama è assolutamente prevedibile, nonché priva di reali momenti di tensione perché tutti i misteri che rallentano l'avanzamento della storia sono degni di una commedia degli equivoci; inoltre, con l'introduzione di così tanti personaggi, l'autrice deve aver capito di non poterli gestire tutti ed ha deciso di metterne un paio fuori gioco per facilitarsi le cose.
I principali problemi li ho però riscontrati nella caratterizzazione dei personaggi stessi: gli unici che mi sento di salvare per ora sono Cinder e Iko, Scarlet e Wolf (non pervenuti), Winter e Jacin (ottima impressione iniziale), mentre sono ancora perplessa dalla mancanza di spazio e motivazioni concrete di cui soffre Levana, che dovrebbe invece essere più presente in quanto antagonista principale. A dispetto delle mie funeste previsioni, Thorne mi ha infastidito solo a tratti e nel complesso credo sia migliorato dallo scorso libro. La vera delusione sono state Cress e Sybil, novella Madre Gothel.
La taumaturga compie delle azioni incredibilmente stupide e si rivela nel complesso un'antagonista scadente, mentre la nostra nuova eroina è caratterizzata in modo davvero assurdo: avrei potuto accettare i suoi continui piagnucolii (dopo Cinder e Scarlet è stato difficile accettare una protagonista così fastidiosa!), ma non riesco davvero a credere che una bambina di soli nove anni e ancor peggio autodidatta sia talmente brava da diventare la sola ed indispensabile hacker della corte lunare e possa aver vissuto in isolamento per sette anni senza alcuna ripercussione psicologica, tranne diventare una groupie. Per tacere delle sue riflessioni nei confronti degli altri personaggi, specialmente i ragazzi che vede tutti come bellissimi eroi, tanto che perfino nei momenti peggiori Thorne viene descritto come «un rottame, con la barba ispida e la sabbia nei capelli».
Ah, sì! c'è anche Kai... trasformato per l'occasione in un Enzo Miccio con gli occhi a mandorla e, come al solito, circondato da beoti peggiori di lui! Dirò soltanto che l'unica proposta intelligente per la sua sicurezza personale non viene da un consigliere o da un ministro ma dalla sua wedding planner.
Il mio voto è di tre stelline.

È arrivato poi il momento del classico di questo mese, ovvero “Mansfield Park”, libro per il quale potete trovare QUI il mio commento dettagliato. Seguendo l'ordine cronologico, in realtà avrei dovuto leggere questo libro prima di “Emma” (QUI la recensione), ma la mia valutazione per quest'ennesima commedia romantica firmata Jane Austen non ne ha risentito, ottenendo quattro stelline e mezza.

Questo mese ho concluso poi la serie All the Wrong Questions di Lemony Snicket con il quarto volume dal titolo “Why Is This Night Different from All Other Nights?”.
Il romanzo si apre a poca distanza dal termine del terzo capitolo e l’intera narrazione è ambientata durante un viaggio da Stain’d-by-the-Sea verso la città su un treno dove ritroviamo un po’ tutti i personaggi incontrati nei libri precedenti, ma soprattutto dove si svolge il confronto decisivo tra il nostro Lemony e la sua nemesi, Hangfire. Sulla falsariga di “Omicidio sull’Orient Express”, anche questo treno diventa lo scenario di un delitto che porta ad un’inevitabile indagine, trasformando questo volume in quello dei quattro che più si avvicina al genere giallo, senza far mancare nella risoluzione finale le tanto attese risposte ai misteri collegati alla statua della Bombinating Beast e alla genesi della Inhumane Society.
Il romanzo presenta dei colpi di scena imprevedibili, seppur sempre sveltati in modo quasi casuale, nonché un’interessante cast di personaggi tra i quali si distinguono il malinconico protagonista ed il gruppo dei giovani volontari, mentre per quanto riguarda alcuni dei personaggi più adulti sono rimasta un po’ perplessa dalla mancanza di un’effettiva evoluzione in ben quattro libri.
Nel complesso sono davvero soddisfatta dalla lettura di questa “nuova” serie di Snicket e la ritengo molto valida, anche se scritta per un pubblico abbastanza giovane; inoltre le illustrazioni, che in un primo momento non mi avevano convinto, si sono rivelate davvero azzeccate per questa storia, tanto quanto lo erano quelle decisamente più cupe e quasi burtoniane di Una serie di sfortunati eventi.

Per la quinta lettura ho ripreso mano alla TBR con “Le solite sospette” di John Niven, romanzo dal taglio umoristico e con un lessico molto spesso scurrile che parte un po’ svantaggiato per la copertina scelta nell’edizione targata Einaudi: nessuna delle protagoniste assomiglia neppure vagamente all’anziana sulla cover, ma per lo meno si può intuire dove porterà la trama.
Accantonato lo stile satirico e volutamente scioccante di Niven, che già avevo potuto conoscere in “A volte ritorno” (QUI la recensione), questo romanzo si fa subito notare per una storia concreta e più vicina alla realtà: Susan, Julie, Ethel e Jill sono quattro signore non più nel fiore degli anni che per motivi diversi si trovano ad aver bisogno di parecchi soldi, ed ecco spuntare l’idea di una rapina per risolvere tutti i loro problemi. Al quartetto si aggiunge via via un ricco cast di personaggi, alcuni al limite del demenziale come il detective Boscombe che con il proseguire della storia assomiglia sempre più all'iconico ispettore Zenigata, nella sua lotta contro le quattro ladre.
Come accennato, il romanzo unisce la caratteristica narrazione dell’autore alle vicende di queste donne abbastanza comuni, in cui non è difficile riconoscere se non se stessi almeno delle persone a noi vicine. Jill con il nipote affetto da una malattia rara, o Julie che si chiede quale sarà il suo futuro a sessant'anni, risultano dei personaggi credibili nella loro caratterizzazione anche se a tratti sopra le righe.
Il libro diverte e scorre veloce, grazie soprattutto ai capitoli brevi, che quasi fanno passare inosservati alcuni dettagli stonati, come Tamalov che collega subito Susan a “Paura” quando poteva essere chiunque di loro o l'eccessivo stravolgimento della stessa Susan, o ancora il poco spazio dato a Jill nella parte centrale del libro.
E se enunciare le età delle protagoniste ha un senso, sinceramente non ho ben capito perché si dovessero fare lo stesso perfino con le comparse.
Il mio voto è di quattro stelline.

Come ultimo libro tra quelli in TBR, mi sono riservata il peggiore; so bene che non si dovrebbe partire prevenuti ma visti i precedenti già potevo immaginare che “Una regina al potere” di Matteo Strukul non sarebbe stato il caso editoriale promesso in quarta di copertina.
Il caro Strukul si concentra questa volta su Caterina de' Medici, sovrana di Francia durante il regno del marito Enrico II e poi reggente per due dei suoi figli. Rispetto a “Un uomo al potere” (ne parlo QUI), la scena si sposta pertanto avanti nel tempo (Caterina è la bisnipote di Lorenzo il Magnifico) e nello spazio, portandoci infatti oltre le Alpi.
Come capire che siamo arrivati nella Patria di Lady Oscar? Perché, proprio come ne celebre anime degli anni Settanta, gli occhi dei personaggi luccicano di continuo, come segnale di sfida o di intenzioni malvagie.
Inutile dire che il romanzo ripropone tutti i problemi già riscontrati nei volumi precedenti, come dialoghi riempitivi, metafore illogiche e banalissime frasi fatte, ma qui spunta anche qualche errore storico: ad esempio, viene detto che Maria Stuarda ha diciotto anni al momento di sposare il futuro Francesco II mentre la regina di Scozia nel 1558 era soltanto sedicenne, si parla come di un fatto certo della relazione tra Enrico III e la sorella Margot -in realtà una mera supposizione-, o ancora viene dato grande spazio alla rivalità tra Caterina e Diana di Poitiers dimenticano totalmente di menzionare le altre amanti di Enrico II, dalle quali il sovrano ebbe almeno tre figli illegittimi! come pure viene del tutto scordato uno dei figli di Caterina, Francesco Ercole.
Qui voglio però concentrarmi sul problema principale di questo libro, ovvero la rappresentazione dei personaggi femminili. Come Strukul ci ha ormai abituato, le donne nel suoi libri sono drasticamente divise tra sante (ossia le donne della famiglia Medici) e prostitute; caso vuole che l'autore si sia trovato a dover rendere una donna protagonista in questo caso, e quindi come caratterizzarla?
Voglio immaginare che l'autore si sia tuffato nella lettura di libri Harmony per creare il personaggio di Caterina, perché l'alternativa sono i romance YA da quattro soldi. Nonostante i suoi trent'anni suonati, la regina si comporta ancora come una ragazzina: ripete in continuazione di essere brutta e fa confronti in tal senso con Diana, bollata come la causa di tutti i suoi problemi, compreso il non-amore di Enrico che lei continua ad adorare senza alcun motivo. E nella parte finale il problema si fa ancora più evidente perché, con l'intenzione di dimostrare la sua imperitura bontà d'animo, l'autore finisce per dipingerla come una totale bipolare.
Il mio voto è di una stellina.

La prima lettura “libera” è stato il secondo libro in inglese del mese, ed anche il secondo libro di Marissa Meyer; ho voluto infatti arricchire la mia analisi della serie Cronache Lunari con la novella “Fairest: Levana's Story”, incentrata com'è facile intuire dal titolo sul personaggio della regina Levana.
Questo romanzo breve inizia con l'omicidio del genitori di Levana e Channary e l'incoronazione di quest'ultima a nuova sovrana della Luna; oltre alle due sorelle, la narrazione si concentra anche sulla relazione tra Levana ed il suo primo marito Evret Hayle, il padre di Winter, e in tono minore sull'ascesa di Sybil Mira a capo dei taumaturghi.
Avevo ridimensionato le mie aspettative dopo “Cress”, ma speravo comunque che questo libro avrebbe messo in chiaro le motivazioni della nostra antagonista e a lettura ultimata posso dire che pur rispondendo a molte domande, il volume va inevitabilmente a generare ulteriori quesiti, specialmente sulla vita dei Lunari.
Ad esempio scopriamo che la famiglia Blackburn è al potere da quando il loro capostipite Cyprus ha trasformato la repubblica lunare in una monarchia ereditaria grazie al suo dono lunare; e in tutto ciò i terresti si limitano ad ignorare il problema? perdendo la loro preziosa colonia sulla quale hanno investito fior fiore di risorse?
E proprio riguardo alle risorse, che sembrano essere l'unico motivo per cui Levana ambisce a conquistare la Terra: perché volersi sposare ad ogni costo, quando sarebbe stato sufficiente ricattare i terresti con l'antidoto per la letumosi?
Inoltre questo volume è ambientato meno di vent'anni prima di “Cinder” (ne parlo QUI), ma alla corte lunare sembra di essere nell'Ottocento con sarte, balli e le donne che indossano sempre e solo abiti eleganti, e non si vede neppure l'ombra di un robot! E ancora, da chi è formata questa fantomatica corte? chi sono i membri delle famiglie nobili? I più benestanti o chi ha sviluppato maggiormente il dono lunare?
Lasciando da parte le domande (potrei continuare per ore!), anche la caratterizzazione dei personaggi non mi ha convinta del tutto. Tra i protagonisti salvo solo Evret, che devo ammettere mi ha fatto una gran pena; Channary è piatta e stereotipata (mi ha ricordato Elyssa Raleigh della serie The Tearling, e non è un gran complimento!), mentre Levana ha molto spazio ma risulta comunque impossibile percepire il minimo coinvolgimento con la sua vicenda: sarebbe come provare pena per Hitler dopo aver scoperto che non l'hanno ammesso all'Accademia delle Belle Arti di Vienna.

Mi sono poi tuffata in un romanzo acquistato di recente, pur avendo letto dalle recensioni non proprio entusiasmanti. Ho voluto comunque dare una chance a “Fandom” di Anna Day, e QUI potete trovare il mio commento dettagliato, ma sappiate già d'ora che la mia valutazione è stata di due stelline.

Alla fine del mese ho completato anche la lettura di una serie, ovvero la trilogia Captive Prince di C.S. Pacat, con il terzo volume intitolato “L'ascesa dei re”. Per questa serie ho già pubblicato un post per la rubrica Lettura d'Insieme che potete trovare QUI, dove valuto l'opera nel suo complesso, perciò ora mi limiterò a parlare dell'ultimo romanzo.
La storia riprende dal termine de “La mossa del principe” (ne parlo QUI), con Damen finalmente costretto a rivelare la sua vera identità e Laurent impegnato nella guerra contro lo zio usurpatore. E mai come in questo volume si percepiscono i problemi di ritmo nella narrazione, con battaglie campali risolte in poche righe da un lato e scene marginali proposte più e più volte dall'altro; la Pacat inoltre ha inserito troppe problematiche da risolvere in un numero esiguo di pagine, con il risultato di ottenere un finale davvero affrettato.
Ciò che mi ha maggiormente infastidito, oltre alla leggerezza con cui vengono descritti i confronti politici, è lo sdoppiamento di Laurent, finora l'unico personaggio ben caratterizzato: per dare finalmente uno sviluppo al lato romance della storia, l'autrice ha deciso di stravolgere il povero principe solo in un paio di scene e di mantenerlo “normale” (ossia distaccato e cinico) per il resto della storia.
In generale la maggior parte del romanzo va ha creare delle aspettative che il finale delude in pieno, come gli interminabili capitoli dedicati alle alleanze strategiche per formare l'inutile esercito, o ancora la ridicola storyline incentrata sul figlio di Jocasta.
Oltre ai protagonisti, gli altri personaggi sono pesantemente stereotipati e la serie si dimostra nulla più della fanfiction che era in origine. Peccato, perché l'idea iniziale prometteva di meglio.
Il mio voto è di due stelline e mezza.

DOVE COMPRARE QUESTI LIBRI

sabato 28 settembre 2019

Spare & Read - Autumn 2019 Edition


Nuovo appuntamento con la rubrica che vi tiene informati sulle migliori offerte per comprare libri a prezzi scontati, ottenere gadget in omeggio o fare acquisti multipli. Come sempre questo elenco verrà aggiornato per ogni nuova offerta delle case editrici durante l'autunno.
Vi ricordo che alcune delle offerte di questa estate potrebbero essere ancora valide: non perdetevele!
  • OMAGGIO SHOPPER BAO PUBLISHING
Casa editrice: Bao Publishing
Collana: Tutte
Condizioni: Acquisto di almeno due titoli in un solo ordine
Potreste acquistare: Nessun consiglio U_U
Scadenza: 8 dicembre 2019
Link: IBS - MONDADORISTORE - FELTRINELLI
  • OMAGGIO CALENDARIO NERI POZZA
Casa editrice: Neri Pozza
Collana: Tutte
Condizioni: Acquisto di almeno due titoli in un solo ordine
Potreste acquistare: Nessun consiglio U_U
Scadenza: Fino ad esaurimento scorte
Link: IBS - MONDADORISTORE - FELTRINELLI
  • OMAGGIO LIBRO "LA BAMBINA CHE PARLAVA AI LIBRI" DI STEFANO BENNI FELTRINELLI & C.
Casa editrice: Feltrinelli, Apogeo, Gribaudo, Marsilio, Sonzogno
Collana: Tutte
Condizioni: Acquisto di libri Feltrinelli, Apogeo, Gribaudo, Marsilio e Sonzogno per almeno € 20
Potreste acquistare: "L'amico ritrovato" di Fred Uhlman, "Il condominio" e "Un gioco da bambini" di J.G. Ballard
Scadenza: Fino ad esaurimento scorte
Link: MONDADORISTORE - FELTRINELLI
  • SCONTO DEL 25% SUI GRANDI SCRITTORI CORBACCIO
Casa editrice: Corbaccio
Collana: I grandi scrittori
Condizioni: Nessuna
Potreste acquistare: "La storia infinita" di Michael Ende
Scadenza: 30 novembre 2019
  • SCONTO DEL 25% SUI GRANDI SUCCESSI TEA
Casa editrice: TEA
Collana: TEA più, I grandi della TEA, Narrativa TEA, TEA mistery, etc.
Condizioni: Nessuna
Potreste acquistare: La trilogia Il mago nero di Trudi Canavan
Scadenza: 30 novembre 2019
  • SCONTO DEL 25% SUI TASCABILI GUANDA
Casa editrice: Guanda
Collana: Tascabili Guanda, Le Fenici e Le Gabbianelle
Condizioni: Nessuna
Potreste acquistare: "Molto forte, incredibilmente vicino" di Jonathan Safran Foer
Scadenza: 30 novembre 2019
  • SCONTO DEL 25% SU GLI ELEFANTI GARZANTI
Casa editrice: Garzanti
Collana: Super Elefanti bestseller, Elefanti Gold, Elefanti bestseller, etc.
Condizioni: Nessuna
Potreste acquistare: Nessun consiglio U_U
Scadenza: 30 novembre 2019
  • SCONTO DEL 20% SUI GIALLI MARSILIO
Casa editrice: Marsilio
Collana: Farfalle, Universale Economica, Tascabili Maxi, etc.
Condizioni: Nessuna
Potreste acquistare: Nessun consiglio U_U
Scadenza: 16 novembre 2019
Link: IBS - MONDADORISTORE - FELTRINELLI - AMAZON
  • SCONTO DEL 25% SUL CATALOGO SALANI
Casa editrice: Salani
Collana: Fuori collana, Biblioteca economica Salani, Istrici Dahl, etc.
Condizioni: Nessuna
Potreste acquistare: "Il viaggio della strega bambina" e "Se fossi una strega" di Celia Rees
Scadenza: 3 novebre 2019
Link: IBS - MONDADORISTORE - FELTRINELLI
  • SCONTO DEL 25% SU IL CONTESTO SELLERIO
Casa editrice: Sellerio
Collana: Il contesto
Condizioni: Nessuna
Potreste acquistare: Nessun consiglio U_U
Scadenza: 27 ottobre 2019
  • SCONTO DEL 25% SUI TASCABILI BUR
Casa editrice: Rizzoli
Collana: Best BUR, Saggi, Vintage, etc.
Condizioni: Nessuna
Potreste acquistare: "Tess dei d'Urberville" di Thomas Hardy o "Jane Eyre" di Charlotte Brontë
Scadenza: 26 ottobre 2019

venerdì 27 settembre 2019

Lettura d'Insieme - The Captive Prince Series di C.S. Pacat

Lettura d'Insieme

The Captive Prince di C.S. Pacat


Cover italiane
  The Captive Prince Series è una trilogia romance con target adult, scritta tra il 2012 e il 2016 da C.S. Pacat.
  La vicenda si ambienta in un mondo fittizio, dove la storia d'amore tra i due protagonisti si mescola alla lotta per il governo dei rispettivi regni; a seguito di un complotto ai suoi danni, il principe Damianos di Akielos viene imprigionato ed inviato a Vere come schiavo del principe Laurent, dal quale non può sperare di ricevere alcun aiuto dal momento che è l'assassino di suo fratello.
  Questa trilogia non mi è affatto piaciuta, e sono qui per elencare i dieci motivi per i quali ne sconsiglio la lettura.
  Attenzione: da qui in poi ci saranno SPOILER!

1. DAMIANOS “DAMEN” DI AKIELOS
  Damen è a dir poco snervante, il che rende davvero problematico leggere tre libri quasi esclusivamente dal suo punto di vista. Non solo dimostra un'ingenuità disarmante per una persona del suo rango ed educazione, ma ogni sua azione denota la totale inadeguatezza al futuro ruolo di sovrano.
  Che il regno di Akielos non sia la sua priorità lo si vede in svariate scene, specialmente ne “La mossa del principe” dove avrebbe decine di occasioni per scappare e rivendicare il trono usurpato, ma rimane fedelmente (?) al fianco di Laurent; inoltre non vediamo quasi mai una sua reazione degna di questo nome alle nefandezze commesse da Castor perché, essendo il protagonista, ovviamente è buono fino alla nausea.
  Come molti dei personaggi inoltre, Damen è esteticamente perfetto e con delle caratteristiche atletiche quasi utopiche, che mi hanno subito portata a bollarlo come un Gary Stu fatto e finito. Qui gli esempi si sprecano, ma credo che vi basterà questa scena:

«La lancia era diretta al suo petto e DAMEN L’AFFERRÒ AL VOLO, [...]. Assorbì il contraccolpo e strinse le cosce sui fianchi del cavallo per restare in sella.»

2. PERSONAGGI FEMMINILI
  A trilogia ultimata ho fatto mente locale sui personaggi femminili e ne ho contati soltanto cinque, escludendo le comparse che non parlano mai: Jocasta, Vannes, Loyse, Halvik e la tenutaria del bordello. Avere per protagonisti una coppia di uomini non obbliga certo l'autrice a cancellare i personaggi femminili dal suo cast!
  Inoltre, pur presentando un mondo in cui le relazioni omosessuali sono accettate e -in alcuni casi- incoraggiate, la cara Pacat ci delizia con altri aspetti non proprio positivi, come il disprezzo per i figli illegittimi, la schiavitù e la monarchia ereditaria vista in una luce molto positiva, dal momento che gli usurpatori sono ovviamente gli antagonisti.

3. L’ANTAGONISTA
  E riguardo proprio i villain, parliamo ora dell'antagonista principale della trilogia, ossia il reggente di Vere. Indubbiamente la Pacat ha voluto giocare facile con lui, affibbiandogli come sole caratteristiche le due più ricorrenti tra i cattivi della letteratura, ossia mancanza di un nome ed abitudini perverse come pedofilia e incesto, come esplicato dal pratico grafico qua sotto.
Senza sforzarsi troppo per dare profondità al suo personaggio, l'autrice l'ha reso così una blanda versione umana dello Scar disneyano.
  Sempre in tema antagonisti, gli altri sono davvero poco influenti e spesso mettono in atto dei piani dai risultati aleatori, come quello di Jocasta ne “L'ascesa dei re”

«Un gruppo di soldati era piombato su quel villaggio durante la notte gridando il suo nome. Avevano sterminato gli ignari abitanti e bruciato le loro case, una mossa pianificata con il preciso intento di danneggiare la sua credibilità politica.»

Se poi i soldati sterminano gli abitanti del villaggio, che senso ha dire loro di essere stati mandati da Damen? Ma soprattutto, quante possibilità c'erano che il nostro eroe trovasse il soldato morto nel bosco?

4. IL REGNO DI VERE
  Dal momento che la maggior parte della narrazione è ambientata a Vere, questo è il regno che conosciamo in maniera più dettagliata. Ed è pieno di contraddizioni!
Cover britanniche
  Partiamo con la presenza di un reggente senza un sovrano da sostituire; dal punto di vista storico, i reggenti sono chiamati a governare quando i re legittimi sono troppo giovani, fisicamente o mentalmente inadatti oppure lontani dallo Stato, ad esempio perché in guerra; qui invece c'è solo un principe non ancora incoronato.
  E cosa dire dei mercenari? Quelli di Vere vengono decritti così:

«Non erano nemmeno soldati addestrati, bensì mercenari: combattenti mediocri e con grosse lacune.»

mente nel resto del mondo sono persone che combattono per denaro e quindi sono meglio addestrati e motivati dei soldati regolari, di solito contadini armati. Ma l'aspetto più esilarante di questo regno sta in quello che per loro è un tabù: i figli illegittimi; per pagine e pagine ci viene ribadito che sono la peggiore disgrazia che possa capitare, ma poi scopriamo l'esistenza di bordelli perfettamente legali... sono perplessa.
  Sempre in relazione alla geografia di questo mondo, non riesco poi a spiegarmi come siano possibili così tante differente etniche e culturali tra due Paesi così vicini: in pratica, Akielos è l'equivalente dell'antica Grecia mentre Vere è la Francia di Luigi XIV!

5. FANSERVICE
  Questo aspetto è messo in evidenza soprattutto dal comportamento di Laurent nel secondo e nel terzo libro perché, con l'intenzione di accontentare i suoi lettori, la Pacat ha stravolto il suo atteggiamento rendendolo più passionale e impulsivo, ma solo e unicamente nelle scene nelle quali queste caratteristiche vengono richieste (aka scene romantiche e/o erotiche con il caro Damen) mentre nel resto del tempo rimane il solito principe freddo ed altezzoso di sempre.
  La differenza tra queste attitudini è davvero molto evidente e rende il personaggio poco realistico; il che per contro lo uniforma al resto del cast ed alla trama.

6. RITMO
  Nell'intera serie si riscontrano dei problemi con il ritmo della narrazione, con scene fin troppo veloci (si arriva a far accadere degli eventi molto importanti fuori scena!) e altre estremamente lente o ripetute sempre uguali, come Nikandros ne “L'ascesa dei re” che ribadisce mille volte a Damen che non dovrebbe fidarsi di Laurent.
  Ancor peggio ne “Il principe prigioniero”, libro che è praticamente privo di uno sviluppo verticale della trama, rendendo di conseguenza il ritmo estremamente lento.

7. SEGNI D’INTERPUNZIONE
  Inizio col parlare delle virgolette, spesso piazzate dall'autrice a sproposito, sintomo di una revisione pigra. Alcuni esempi:

«I prediletti, invece, non “servivano”, si limitavano a starsene accucciati accanto ai loro padroni.»

«Damen aveva, in vita sua, assistito a molti spettacoli, ma a Vere i “divertimenti” erano di tutt’altra natura.»

In entrambi i casi sarebbe stato sufficiente specificare meglio i concetti, ossia servire il cibo e divertimenti a sfondo sessuale.
  Altro problema è l'abuso di puntini di sospensione, problema del quale riporto alcuni degli esempi più lampanti:

«Il torpore che lo avvolgeva non era naturale e, preda di un’altra vertigine, ripensò all’odore stucchevole delle terme... all’incenso nel braciere... una droga, capì [Damen] con il fiato corto.»
Cover tedesche

«Ammesso che stesse agendo nel suo interesse... E anche se così non fosse stato, Damen era stanco dell’interminabile partita che si stava giocando quella sera. E tuttavia...»

«[...] fece appello a ogni briciolo di ragione rimasta per porre fine a... qualunque cosa fosse.»

«[...] eppure non avrebbe mai pensato...
...La testa di Nicaise estratta dal sacco di iuta; il corpo freddo di Aimeric allungato acconto a una lettera, e...
Era tutto molto chiaro.»

Non ci sarebbe nulla di troppo grave, non fosse che questi puntini non vengono inseriti nei dialoghi -dove una pausa di tanto in tanto è ammissibile- bensì nella narrazione in terza persona.

8. GENERE
  Uno dei misteri di questa serie, per chi non l'ha letta, riguarda il suo genere. Vi tolgo subito il dubbio: è un romance, punto.
  La mia perplessità è dovuta al modo in cui la trilogia viene presentata negli store online o da chi ne scrive le recensioni: c'è chi l'ha definita un fantasy, sebbene non ci sia alcun elemento sovrannaturale, e chi si è spinto oltre parlando addirittura di un romanzo storico... in un mondo fittizio!

9. FANFICTION
  Per chi non ne fosse al corrente, questa trilogia in principio era una fanfiction originale che, in virtù dell'enorme successo sul web, è stata pubblicata da un editore come succede molto spesso negli ultimi anni.
  A mio avviso c'è però una netta differenza tra la stesura di un romanzo e di una fanfiction, dove l'autore più intervenire di volta in volta modificando il corso iniziale della storia per seguire i suggerimenti dei suoi lettori.
  Ma c'è dell'altro: nel testo ci sono tantissime informazioni ripetute, in alcuni casi forse proprio perché la lettura di questo genere di opere è frammentaria e risulta necessario rinfrescare la memoria ai lettori. Troviamo per esempio questa affermazione:

«Nonostante ciò, la sua [di Damen] forza fisica sembrava a malapena contenuta.»

seguita, meno di una decina di righe dopo, da quest'altra:

«La formidabile potenza del suo corpo era a stento trattenuta.»

  E non basta, perché oltre alle ripetizioni la cara Pacat si trova spesso a rimarcare le ovvietà o a spiegare dei concetti basilari,

«Da questo momento esisti solo per soddisfare il principe ereditario, per il quale questa nazione è amministrata in reggenza e che un giorno ascenderà al trono.»

Se è il principe EREDITARIO è palese che un giorno ASCENDERÀ AL TRONO! I lettori non sono tanto stupidi!
  Per la vostra gioia, e la mia esasperazione, ecco un altro esempio:

«[...] ma di tanto in tanto uno degli uomini gli parlava, anche se gli scambi erano brevi. Solo qualche parola qua e là.»

  Anche in questo caso sarebbe stato sufficiente un po' di editing prima della pubblicazione. Purtroppo, quando un prodotto ha il potenziale per vendere gli editori tendono a non far caso a questi dettagli.

10. EDIZIONE
  E in conclusione parliamo proprio dell'edizione, italiana in questo caso. Ovviamente sono felice che la Triskell si sia impegnata per portare nel nostro Paese una serie relativamente recente senza lasciarla a metà (ehm... Leggereditore... ehm), ma non posso evitare di notare alcune problematiche.
  Partiamo con un aspetto soggettivo, perché su tre libri acquistati, mi sono trovata con tre formati diversi: il primo piccolo con la copertina lucida, il secondo grande con la copertina lucida ed il terzo grande con la copertina opaca. Ripeto, spero sia un problema solo mio.
  Passando a qualcosa di decisamente oggettivo abbiamo invece un font senza dubbio troppo piccolo, un'impaginazione spesso migliorabile (pagine nuove solo per poche parole!), ma soprattutto una mappa incompleta e stampata in modo da rendere i nomi delle città illeggibili.

VALUTAZIONI SINGOLE