giovedì 31 ottobre 2019

Wrap-Up - Letture di ottobre 2019

Wrap-Up - Letture di ottobre 2019


Doveva essere un mese dedicato alle storie dell'orrore o con degli esseri sovrannaturali per protagonisti. E sebbene siano state principalmente letture positive, non posso dire di aver centrato in pieno l'obiettivo.

Dopo le letture deludenti di fine settembre, per compensazione ottobre sarebbe dovuto iniziare bene, giusto? Inaspettatamente, sì!
Ho cominciato con una nuova serie, la Trilogia dei Sogni dell'autrice tedesca più british della letteratura contemporanea, ovvero Kerstin Gier. Innanzitutto va segnalato che “Silver”, il primo capitolo di questa serie è stato rieditato in Italia con il sottotitolo “Il libro dei sogni”, perché proprio di sogni qui si parla.
La protagonista Liv scopre infatti di poter entrare nel subconscio altrui attraverso una sorta di sogno lucido, ma cominciamo dal principio: assieme alla sorellina Mia, Liv subisce l’ennesimo trasloco, arrivando a Londra dove dovranno vivere con la famiglia del nuovo compagno della madre. La ragazza si troverà al centro di un’avventura a cavallo tra sogni e realtà, e dovrà sfruttare ogni sua risorsa per risolvere un mistero parecchio intricato.
Pur con qualche problema, in primis il cyber bullismo di Secrecy, questa trilogia è partita sotto i migliori auspici con una protagonista sveglia e determinata, accompagnata da un variegato cast di personaggi caratterizzati con sufficiente cura. La trama si sviluppa con un buon ritmo, aumentando di tensione fino alla svolta finale e anche il sistema magico, seppur non originalissimo, è interessante ed accurato.
Bonus: questo libro si è rivelato una lettura davvero azzeccata per Halloween, con un lato misterioso e creepy al punto giusto!
Il mio voto è di quattro stelline.

Lasciata la relativa frivolezza del fantasy per ragazzi, la seconda lettura è stata invece dedicata ad un libro più impegnativo ma anche abbastanza cupo da poter rientrare nel tema del mese: “Il fantasma dell’Opera” di Gaston Leroux. Questo classico è decisamente indicato per Halloween e ve ne parlo più nel dettaglio QUI, mentre già vi anticipo che ho valutato con quattro stelline e mezza.

Piccola pausa dalla mia TBR per il terzo libro di ottobre; era infatti da parecchio che tenevo d'occhio l'autrice inglese Sarah Waters e aspettavo l'occasione per provare uno dei suoi libri, nella fattispecie “Ladra”. Purtroppo per il tema del mese, non ho riscontrato in questa lettura le ambientazioni gotiche e molto suggestive che mi aspettavo ma poco male, perché nel complesso ho valutato comunque questo romanzo con cinque stelline e QUI potete leggere la mia recensione completa.

Si ritorna alla TBR originale con “Angeli ribelli” di Libba Bray, ossia il secondo libro di questa trilogia etichettata come new gothic, in cui continuano le sovrannaturali avventure della sedicenne Gemma dopo le sconvolgenti (rolling eyes) rivelazioni nel finale di “Una grande e terribile bellezza” (ne parlo QUI).
Tormentata dal senso di colpa e perseguitata da incubi e visioni, in questo capitolo Gemma ha il compito di vincolare la magia dei regni dispersa dopo il finale del primo libro e quindi a disposizione anche delle creature malvagie delle Terre d'Inverno. Nel frattempo arrivano le vacanze di Natale, che porteranno la protagonista -assieme alle amiche Felicity ed Ann- a Londra dove ritroverà la sua famiglia oltre a nuovi personaggi.
Lo stile dell'autrice e la cura dell'edizione non sono variate dal primo volume, ovvero sono ancora parecchio deludenti: descrizioni degne di un bambino delle elementari da un lato e cambi dal tu al Voi (al Lei!) dall'altro non aiutano certo a mantenere accesa l'attenzione del lettore per oltre cinquecento pagine, specialmente se molte di queste sono dedicate ad eventi e personaggi del tutto irrilevanti ai fini della trama orizzontale.
Oltre alle scene inutili, il romanzo è costellato da altre che posso definire semplicemente assurde: antagonisti che scelgono lo pseudonimo anagrammando il vero nome (antisgamo, proprio), medici che ignorano il Giuramento di Ippocrate raccontando ogni dettaglio sulle malattie dei pazienti psichiatrici e -vera chicca!- le protagoniste che minacciano di maledizioni un tentato suicida e si convincono di averlo in questo modo “salvato”.
E quando pensavo di aver ormai toccato il fondo, ecco arrivare anche l'assenza di revisione: vediamo un personaggio estrarre una bottiglia di assenzio nascosta nella biblioteca... peccato che quella non fosse casa sua!
Come ha fatto a mettere lì il superalcolico? e perché la padrona di casa non si stupisce minimamente? Temo che queste e molte altre domande siano destinate a rimanere un vero mistero.
Il mio voto è di due stelline.

Sono poi tornata da un autore che già una volta mi aveva colpito per la crudezza delle sue storie, ossia J. G. Ballard, nella speranza che “Un gioco da bambini” mi regalasse una lettura angosciante e più intonata al tema delle precedenti, e posso dire di essere stata accontentata. Questo volume si è guadagnato alla fine quattro stelline, ma per saperne di più vi rimando QUI per la mia recensione dettagliata.

È arrivato poi il momento per una lettura in lingua inglese, ma questa volta ho cercato un libro slegato da qualunque serie in modo da non essere vincolata per i prossimi mesi. La scelta è ricaduta quindi su uno stand-alone pubblicato lo scorso anno, “To Kill a Kingdom” di Alexandra Christo, che sin dalla copertina capiamo essere una riscrittura della fiaba “La sirenetta”; essendo stato pubblicizzato però come un retelling in chiave oscura (anche se a mio parere, la storia originale de “La sirenetta” è già abbastanza creepy!), ho pensato fosse perfetto per il mese di Halloween.
La storia viene narrata al presente da due punti di vista, quello della siren Lira, figlia della Regina del Mare e collezionatrice di cuori principeschi, e quello del principe Elian, che al destino di futuro regnante preferisce navigare per i mari a caccia proprio delle pericolose siren. Queste creature costringono gli umani ad annegare grazie al loro melodioso canto, per poi strappare i loro cuori e collezionarli come fossero dei macabri trofei; durante una di queste battute di caccia all'uomo, Lira contravviene agli ordini della madre e la indispone al punto da essere severamente punita: trasformata in una ragazza umana, la principessa finirà proprio a bordo della Saad, la nave di Elian, che nel frattempo naviga in cerca di un'arma per sconfiggere la Regina del Mare (so cosa state pensando: un'altra antagonista senza nome!).
In un primo momento, questo romanzo mi aveva dato un'impressione negativa, con i capitoli iniziali ricolmi di infodump e dei personaggi secondari davvero macchiettistici; per fortuna il proseguo della storia ha migliorato in parte la mia opinione. Innanzitutto, i due protagonisti sono caratterizzati con accuratezza e l'evolversi della loro relazione presenta solo qualche lieve forzatura, inoltre il romanzo evita parecchi dei cliché tipici di genere e target. L'aspetto più riuscito è però il rovesciamento della fiaba di partenza, un po' come succedeva in “Gargoyle” di Andrew Davidson (QUI la recensione), che risulta adattata in maniera credibile con tanti piccoli riferimenti pronti a strizzare l'occhio al lettore più attento.
Purtroppo ci sono anche parecchi aspetti che, a dispetto di tutta la buona volontà della Christo, non mi hanno convinta, in primis il worldbuilding: è impensabile una tale differenza nello sviluppo tecnologico dei vari regni! come pure che Elian sia il solo in tutto il mondo a voler fermare la piaga delle siren, e la mancanza di una mappa non aiuta di certo a rendere più chiara la situazione. Ci sono poi alcune incongruenze, ad esempio Elian e la sua ciurma vengono sempre definiti dei pirati, mentre al massimo potrebbero essere etichettati come corsari; non viene mai chiarito quale potere diano i cuori alle siren, se ci sia o meno il vincolo di ottenerne solo uno all'anno e perché la Regina del Mare non attacchi la ciurma della Saad se è così facile salire a bordo.
Ma il dettaglio che maggiormente mi ha turbata è l'esistenza dei mermen, perché a livello biologico tutto ciò -un maschio condiviso da due specie diverse- non ha alcun senso. Punto.

Ma non poteva essere Halloween senza un romanzo di Stephen King! Nello specifico la mia scelta è ricaduta su un volume terrificante già dalla copertina, ossia “Pet Sematary”, romanzo tra i più iconici di questo prolifico autore che quest'anno ha ottenuto anche una nuova trasposizione cinematografica.
La storia è ambientata immancabilmente nel Maine, in particolare nella cittadina di Ludlow dove il dottor Louis Creed si trasferisce con la famiglia per motivi di lavoro; il giorno stesso del suo arrivo, l'uomo viene messo al corrente dall'anziano vicino Jud circa la presenza di un cimitero per gli animaletti domestici che vengono uccisi sulla vicina strada statale. Una serie di sogni terribilmente reali fanno però capire all'uomo che c'è ben altro nascosto nei boschi, oltre la barriera di tronchi che delimita il cimitero: una presenza malvagia collegata all'antica tribù indiana dei micmac, pronta ora a scatenare degli eventi tragici pur di conquistare il potere perduto.
Penso sia inutile negare che il libro svolge egregiamente il suo compito di horror, con diverse scene genuinamente terrificanti ed altre al limite dello splatter. Trovo però che questo lato sia stato molto ben bilanciato dalla presenza di temi un po' più rilevanti, in primis la capacità di affrontare il lutto come qualcosa di non unicamente negativo; in questo aiuta la metafora della resurrezione “sbagliata”, che va a simboleggiare gli avvenimenti della vita ben peggiori della morte, come dirà anni dopo Silente ad Harry parlando della fobia di Voldemort nei confronti della morte.
Interessante anche la riflessione sul desiderio umano di prevalere sulla morte -non a caso il protagonista è un medico!-, e questo sogno ancestrale va quasi a sostituire l'antagonista nella storia, dimostrandosi ben più efficacie di qualsiasi mostro. Penso sia stata ottima anche la scelta di legare il lato fantastico della vicenda alle tradizioni indiane ed in particolare alla figura mistica del Wendigo, anziché puntare sul fantascientifico e far comparire bestie spaziali!
Sempre in confronto con “Le notti di Salem” (QUI la recensione), in questo libro anche il finale mi ha convito e l'unico aspetto negativo a mio avviso è la presenza di alcune scene etichettabili come filler.
Il mio voto è di quattro stelline e mezza.

Completata la mia TBR, mi sono concessa una lettura extra decisamente leggera con “Sortilegio” di Rachel Hawkins, ovvero il terzo ed ultimo libro nella serie Prodigium; per la Lettura d'Insieme dovrete però aspettare, perché nel volumone che ho acquistato è presente anche lo spin-off “Magico” e voglio leggere anche quello prima di demolir... ehm, giudicare la serie nella sua interezza.
Il romanzo riprendere le avventure di Sophie tre settimane dopo l'attacco a Thorne Abbey, periodo del quale la protagonista non ha però alcun ricordo; la ritroviamo tra le Brannick per scoprire che sua madre è proprio una di queste cacciatrici di creature soprannaturali. Ovviamente si intuiva già dal finale dello scorso libro, ma la cara Sophie si meraviglia anche dell'aria che respira figuriamoci della tinta ai capelli della madre!
In questo capitolo la missione principale è fermare le sorelle Casnoff ed il loro piano per creare un esercito di demoni; descritta così può sembrare quasi una storia epica, ma vi posso assicurare che ho letto poche battaglie letterarie più scontate e assurde di questa: basti pensare che l'antagonista si piazza nell'esatto punto e con tutti gli oggetti necessari a sconfiggerla, cosicché la vittoria del buoni sia garantita al limone.
Per quanto riguarda personaggi e stile, il livello si mantiene sempre infimo, tanto da far pensare più ad un libro con target middle grade che young adult. Davvero irritanti i tentativi della protagonista di accattivarsi il lettore con continui riferimenti alla cultura pop, come pure l'ottusità dei personaggi adulti.
Sul collegamento al tema halloweeniano non mi esprimo neppure. Traete voi.

Il mio voto è di una stellina e mezza.

DOVE COMPRARE QUESTI LIBRI

martedì 29 ottobre 2019

Fuga da una distopia domestica - Recensione a “Un gioco da bambini” di J.G. Ballard

Fuga da una distopia domestica

Recensione a "Un gioco da bambini" di J.G. Ballard



LA SCHEDA TECNICA

TITOLO: Un gioco da bambini
AUTORE: James Graham Ballard
TITOLO ORIGINALE: Running Wild
TRADUTTORE: Franca Castellenghi Piazza
EDITORE: Feltrinelli
COLLANA: Universale Economica
PAGINE: 90
VOTO: 4 stelline

IL COMMENTO

  Un gioco da bambini è una novella scritta simulando il resoconto di uno psichiatra, il dottor Greville, agli avvenimenti collegati ad un massacro dai contorni nebulosi operato in un moderno complesso residenziale inglese, il Pangbourne Village.

«Ma ripensandoci ora, dopo tanto tempo, mentre riordino questi appunti prima di darli alle stampe, mi rendo conto [...]»

  Greville entra in scena quando sono trascorsi ormai un paio di mesi dalla strage: incaricato dalla polizia di effettuare un sopraluogo nel Village e affiancato dal sergente Payne, l'uomo si trova a ricostruire i momenti che hanno portato alla morte di tutti gli adulti residenti nella struttura e all'apparente rapimento dei bambini.
  Le ipotesi e i tentativi di chiarire la vicenda da parte di giornalisti e semplici curiosi si sprecano, ma sarà proprio lo scostante Payne a portare l'attenzione di Greville su una delle teorie più assurde,

«A questo punto non rimangono che alcune teorie piuttosto fantasiose. [...]
e) I genitori sono stati uccisi dai propri figli.»

E non credo si possa parlare di spoiler in alcun modo, visto che già dalla copertina lo sviluppo di questo libro pare abbastanza chiaro.
  Lasciando da parte i personaggi (tutti abbozzati o riuniti in un gruppo di riferimento), il fulcro della vicenda, nonché chiave di volta nell'indagine di Greville, è lo stesso Pangbourne Village, che per molti aspetti -specialmente sul versante della tecnologia- ricorda l'ambientazione de “Il condominio” dello stesso autore (QUI la recensione); anche qui infatti abbiamo una struttura avanguardista che promette una vita idilliaca ai suoi abitanti, i quali ad esempio sono riusciti

«[...] a bandire dal loro Parnaso privato persino il concetto di sporcizia e di disordine.»

e per ottenere questo angolo di paradiso non hanno esitato a eliminare gli animali domestici, dei quali si dice:

«[...] (cani e gatti non sono ben visti al Pangbourne Village: insozzano i prati e si accaparrano una dose di affetto spesso eccessiva).»

  Ma l'aspetto più particolare della struttura riguarda il controllo mirato che i genitori esercitano sulla vita dei bambini, utilizzando anche un moderno sistema di telecamere orientabili. Una sorveglianza sicuramente dettata dall'amore e all'insegna degli incoraggiamenti piuttosto che dei rimproveri, ma ciò non basta a rendere vivibile un luogo del genere ai ragazzi che per alcuni aspetti può ricordare perfino la vigile dittatura in “1984” di George Orwell (QUI la recensione).
Cover USA
  In tal senso, il titolo originale dell'opera “Running Wild” si dimostra ben più incisivo di quello dell'edizione italiana: i ragazzi del Village si sentono oppressi dai genitori in ogni genere di attività: scolastiche, sportive, perfino ricreative,

«Non c'era quasi un minuto della giornata dei ragazzi che non fosse stato intelligentemente programmato.»

e quindi l'omicidio perde la sua connotazione negativa per diventare la sola via percorribile verso una vita libera dalle imposizioni. Lo stesso protagonista afferma che:

«Avevano bisogno di genitori che non si impicciassero di tutto quel che facevano, che non temessero di mostrarsi nervosi o seccati, [...]»

  Nel complesso, Ballard riconferma la sua abilità nel mostrare le crepe della società portando ad esempio delle situazioni davvero estreme, in questo caso scegliendo anche di puntare su un notevole impatto emotivo vista la giovanissima età dei ragazzi coinvolti nella strage. L'autore sfrutta la voce di Greville per convincere i suoi lettori che

«[...] i giovani quanto più si sentono amati, compresi e assecondati tanto più provano il disperato impulso di fuggire.»

Il tutto visto in un'ottica estremamente pessimista, sia per quanto riguarda il futuro della società, quella inglese in particolare e quella occidentale in generale, sia per lo sviluppo del comparto tecnologico che in questo volume come ne “Il condominio” sembra destinato a rovinare i rapporti umani, mentre in teoria dovrebbe contribuire a rafforzarli.
  E pensando a quanti preferiscono il pigro invio di un emoji ad un incontro di persona, dobbiamo ammettere che negli anni Ottanta Ballard sapeva già guardare molto lontano.


DOVE COMPRARE QUESTO LIBRO

martedì 22 ottobre 2019

BookTag Time - Tim Burton BookTag

BookTag Time

  Tim Burton BookTag


Per il mese di Halloween non può mancare un BookTag a tema horror; in questo caso parliamo di un regista conosciuto soprattutto per le sue storie da brividi, ma spesso anche esilaranti: Tim Burton.
Ad ogni film andremo ad associare un libro in questo BookTag trafugato dal blog Le mie ossessioni librose (potete leggere QUI il post originale).

1. NIGHTMARE BEFORE CHRISTMAS - Un libro che tutti sembrano amare
E io invece no, aggiungerei. Quando ho iniziato la trilogia Captive Prince di C.S. Pacat (analizzo l'intera serie QUI) tutti ne parlavano in toni più che lusinghieri, ma io non ho trovato nulla di troppo originale, al massimo la si può considerare una lettura d'intrattenimento se si spegne preventivamente il senso del realismo e della critica oggettiva.
2. EDWARD MANI DI FORBICE - Un libro con un personaggio che non hai potuto non amare
Per non essere ripetitiva, oggi vi nomino Wednesday da "American Gods" di Neil Gaiman (QUI la recensione), un personaggio dal carisma indiscutibile che gli permette di abbindolare le persone che vuole truffare, e anche noi lettori.
3. LA SPOSA CADAVERE - La ship che nessuno sembra shippare
Credo di essere parte della minoranza che reputa una buona coppia Jacob ed Emma dalla trilogia Miss Peregrine di Ramson Riggs, iniziata con "La casa per bambini speciali di Miss Peregrine" (QUI la recensione). Mi fa sempre ridere pensare che i detrattori di questa ship sono spesso fan di Bella ed Edward... quella non è una coppia per nulla inquietante. Nono!
4. CHARLIE E LA FABBRICA DI CIOCCOLATO - Il tuo retelling preferito di un classico
Non ho letto molti retelling di classici (di solito preferisco quelli delle fiabe), ma confesso di aver apprezzato questo lato in "Le notti di Salem" di Stephen King (QUI la recensione). Pur dovendo ancora affrontare "Dracula" di Bram Stoker, conosco abbastanza la storia da aver colto gli intelligenti riferimenti disseminati in questa versione moderna e americana del classico gotico.
5. BIG EYES - Un libro di saggistica che ti ha piacevolmente sorpreso
Idem come sopra: di solito non leggo saggistica. Sono quindi costretta a citare "Ritorno al mondo nuovo" di Aldous Huxley (QUI la recensione), compendio al suo romando "Il mondo nuovo", che consiglio sempre a chi vuole conoscere le origini della distopia contemporanea.
6. SWEENY TODD - Un libro con un sacco di violenza
Parliamo di violenza storica, perciò nulla di splatter (se si esclude la parte super angosciante di Aldo!), ma comunque una storia dove sono narrate battaglie ed azioni di guerriglia: "In territorio nemico" di Scrittura Industriale Collettiva (ne parlo QUI) è un romanzo sulla resistenza partigiana durante gli ultimi mesi della Seconda Guerra Mondiale che rispetta in pieno queste premesse.
7. JAMES E LA PESCA GIGANTE - Un libro con dei personaggi molto interessanti
Sarò noiosa ma vi devo nominare ancora "Grandi speranze" di Charles Dickens (QUI la recensione). Rimango sempre stupita dalla capacità di questo autore nel tratteggiare i personaggi, specialmente quelli secondari, e in questo titolo ho adorato in particolare Miss Havisham e l'avvocato Jaggers.
8. MISS PEREGRINE-LA CASA DEI RAGAZZI SPECIALI - Un libro che verrà rilasciato a breve e di cui non vedi l'ora
Come avrete ormai capito raramente leggo uscite recenti, quindi non c'è nessun titolo in uscita che attendo: preferisco aspettare sempre di aver letto qualche recensione positiva. Vi cito invece un libro in inglese pubblicato lo scorso anno che conto di leggere a giorni: "To Kill a Kingdom" di Alexandra Christo, retelling della Sirenetta che promette una storia da brividi, quindi perfetto per questo mese.

martedì 15 ottobre 2019

Quando il femminismo non era una moda - Recensione a “Ladra” di Sarah Waters

Quando il femminismo non era una moda

Recensione a "Ladra" di Sarah Waters



LA SCHEDA TECNICA

TITOLO: Ladra
AUTORE: Sarah Waters
TITOLO ORIGINALE: Fingersmith
TRADUTTORE: Fabrizio Ascari
EDITORE: TEA
COLLANA: Le rose TEA
PAGINE: 510
VOTO: 5 stelline

IL COMMENTO

  Ladra è un romanzo imprevedibile, capace di stupire anche il lettore più navigato e di tenerlo incollato alle sue pagine con una trama solo all'apparenza semplice. Mescolando un'ambientazione e degli intrighi degni de La donna in bianco” di Wilkie Collins (QUI la recensione) ad una storia dalle tematiche decisamente più moderne, la Waters da vita ad un romanzo ricco di suspense e personaggi indimenticabili.
  Come detto la trama sembra abbastanza lineare in un primo momento, infatti nella prima parte mi sono ritrovata a pensare che uno stile così accattivante e tanto lavoro di ricerca fossero quasi sprecati per una storia in fondo banale: per fortuna, non potevo essere più in errore di così! Ma per preservare i futuri lettori dal pericolo di spoiler, qui mi limiterò allo spunto iniziale: il romanzo prende il via nei sobborghi della Londra di metà Ottocento, dove il truffatore noto come Gentleman offre alla giovane Susan la possibilità di prendere parte ad un colpo incredibile, diventando la cameriera personale della ricca ereditiera Maud Lilly, così da poterla convincere a sposare l'uomo e poi impadronirsi della sua fortuna.
  Il romanzo è diviso in tre parti, la prima e l'ultima narrate in prima persona da Susan e quella centrale da Maud, che assieme a Gentleman e alla signora Sucksby -madre adottiva di Susan- compongono il nucleo centrale di un vasto cast di personaggi, tutti caratterizzati con grande cura.
  Nata e cresciuta nel quartiere malfamato di Borough, Susan ha passato la vita circondata da ladri e delinquenti di ogni sorta, sempre oppressa dal pensiero del destino toccato alla madre,

«-Quella è Susan Trinder-, mormorava qualcuno allora. -Sua madre è stata impiccata come assassina. Non è coraggiosa?
Mi piaceva sentirlo dire. Chi non ne sarebbe stato contento?»

Susan è protagonista dell'evoluzione più marcata in un personaggio di questo libro, e si trasforma da ragazza insicura e molto attaccata alla figura della signora Sucksby a giovane donna risoluta, capace di affrontare con determinazione ogni sfida per raggiungere i suoi obiettivi.
  Con un arco narrativo un po' più limitato, Maud riesce comunque a conquistare il lettore grazie ad una storia personale travagliata ed alla capacità di trovare dentro di sé delle risorse inaspettate. La sua relazione con Susan è di una dolcezza disarmante ed anche io, notoriamente poco propensa alle storie romantiche, mi sono lasciata coinvolgere nella lenta crescita del loro rapporto.
  Tra gli altri personaggi di spicco non si può dimenticare Gentleman, uomo capace di ridefinire il concetto stesso di ambiguità, che Susan arriva a paragonare alla moneta donatale da lui:

«Rimasi seduta a lanciare in aria lo scellino. -Be'-, pensai, -le monete false luccicano quanto quelle buone.»

C'è poi la signora Sucksby, combattuta tra i sentimenti personali ed il desiderio di ricchezza che sempre attanaglia le classi più umili; assieme al pacato signor Ibbs, alla dolce Dainty e all'irascibile John, lei forma una sorta di surrogato di famiglia per Susan.
Cover britannica
  Si parla infatti molto di famiglia in questo romanzo, e soprattutto del maggior valore di una famiglia scelta rispetto a quella naturale. Molto spazio hanno inoltre gli spunti per riflettere sui limiti che la società vittoriana -come pure alcune contemporanee- imponeva alle donne; le parole di Maud in questo dialogo:

«-[...] E allora, e allora... oh, Sue, non credete che mi chiederei che vita avrei potuto avere? Immaginate forse che possa capitare qui un altro capace di amarmi quanto lui? che scelta ho?»

fanno tornare alla mente quanto letto in “Mansfield Park di Jane Austen (QUI la recensione), ossia un mondo dove le giovani donne vedevano in un matrimonio (non necessariamente d'amore) l'unica via percorribile, un mondo dove donne e uomini venivano valutati usando metri di paragone completamente diversi,

«Ho visto pazze impegnate in lavori senza fine, [...] Se fossero stati uomini, e ricchi, invece di donne, allora forse sarebbero passati per eruditi.»

E credo che non ci sia esempio migliore di quanto affermato dall'odioso dottor Christie in questo passaggio:

«-Stiamo allevando una nazione di donne istruite. Ho paura che la sofferenza di vostra moglie faccia parte di un malessere più vasto. Posso dirvi ora, signor Rivers, che temo per il futuro della nostra razza.»

per capire come tutte queste riflessioni si possano benissimo adattare anche alla nostra società: la conoscenza è la sola via per creare un mondo davvero egualitario. Non solo per le donne, perché il femminismo non è SOLO questo!
  È doveroso spendere anche qualche parola sullo stile della Waters, che mi ha catturata pur nella sua semplicità e mi ha fatto desiderare di leggere altri suoi libri. Ho apprezzato molto anche l'accuratezza nella descrizione della vita quotidiana nell'Ottocento,

«Ma avete mai provato ad accenderne una con una candela dallo stoppino di giunco in un paralume di latta?»

che trasforma quest'opera anche in un valido romanzo storico, genere da me molto apprezzato.


DOVE COMPRARE QUESTO LIBRO