giovedì 22 settembre 2016

Piccole Donne 2.0 - Recensione a "Le lettere segrete di Jo" di Gabrielle Donnelly

Piccole Donne 2.0

Recensione a "Le lettere segrete di Jo" di Gabrielle Donnelly

SCHEDA TECNICA

TITOLO: Le lettere segrete di Jo
AUTORE: Gabrielle Donnelly
TITOLO ORIGINALE: The Little Women Letters
TRADUTTORE: Stefania de Franco
EDITORE: Giunti
COLLANA: Tascabili
PAGINE: 380

COMMENTO

  Benché venga pubblicizzato come un sequel del celeberrimo "Piccole Donne", a mio avviso questo romanzo andrebbe invece considerato una versione moderna del meraviglioso classico. Infatti le protagoniste e alcuni personaggi secondari ricordano fin troppo Jo e la sua famiglia, mentre altri riferimenti più discreti (specie quelli ai romanzi di Dickens tanto amati e letti dalle sorelle March) mi sono risultati più graditi.
  La vicenda inizia con la perfetta Emma-Meg in procinto di sposare l'altrettanto perfetto Matthew-John, la problematica Lulu-Jo che si è da poco laureata e non ha idea di cosa vuol fare nella vita, ed infine Sophie-Amy, l'attrice in erba che spera di raggiungere il successo. Grande assente è però Laurie (almeno, io non l'ho rivisto chiaramente in nessun personaggio), mentre la povera Beth si può collegare a Charlie, seppur quest'ultima abbia un destino decisamente più felice.
  Le similitudini con "Piccole Donne" sono davvero evidenti e, a tratti, un po' forzate nella prima metà del romanzo; poi fortunatamente le cose cambiano, in meglio! Vediamo Emma affrontare dei momenti davvero difficili per raggiungere il lieto giorno delle nozze, dimostrando di avere un animo ben più indipendente e deciso nell'ottenere ciò che desidera rispetto a Meg.
  Dal suo canto, Lulu si immerge a tal punto nelle antiche lettere dell'antenata Jo da pensare di essere parimenti destinata ad innamorarsi di un vecchio studioso per ottenere l'amore della famiglia; alla fine dei conti, la sua risoluzione (sia sul piano lavorativo, sia su quello sentimentale) mi è parsa la più frettolosa e "assurda" (come può non aver mai pensato di lavorare come cuoca?), seppure io abbia apprezzato questa scelta di distanziarla dal personaggio di Jo.
  Sophie è davvero molto affine ad Amy, specie per le sue velleità artistiche ed il suo talento naturale nell'affascinare le persone. Una volta avviata la carriera di attrice di teatro, Sophie trova infine il coraggio di accettare i sentimenti dell'amico Jamie, che ha ben poco da spartire con il nobile e ricco Laurie.
  Il personaggio che mi ha lasciato più perplessa è la madre delle protagoniste, Fee: non solo perdona al volo il (quasi) tradimento del marito, prendendosene anche in parte la colpa, ma benché sia una psicoterapeuta e una ex-attivista per i diritti delle donne, consiglia ad Emma di concedersi qualche "coccola" di tanto in tanto, anziché pretendere di dividere equamente i lavori domestici con il futuro marito.
  Il romanzo ha poi un'altra faccia (la più riuscita!), composta dalle lettere scritte da Jo March alle amate sorelle. Queste missive accompagnano le protagoniste in ogni difficoltà e, alla fine, vengono rivelate da Lulu alla famiglia, perché tutti ne possano ottenere preziose informazioni e consigli. A eccezione dell'ultima (irreale sotto tutti gli aspetti), le lettere risultano davvero verosimili, sia per il contenuto sia per il linguaggio utilizzato.
  Un punto dolente del romanzo sono i fattori che mettono in moto gli eventi più importanti: li ritengo troppo forzati per essere credibili, come ad esempio alcuni incontri fin troppo fortuiti. Circa lo stile della Donnelly, ribadisco la sua impeccabilità nella parte epistolare, mentre in quella narrativa penso sia un po' carente nelle descrizioni, infatti l'autrice lascia all'immaginazione dei lettori molte scene che, se descritte, renderebbero la lettura ben più scorrevole.

COMPRA QUESTO LIBRO

AMAZON

giovedì 15 settembre 2016

Il breve viaggio di Colin - Recensione a "Teorema Catherine" di John Green

Il breve viaggio di Colin

Recensione a "Teorema Catherine" di John Green

SCHEDA TECNICA

TITOLO: Teorema Catherine
AUTORE: John Green
TITOLO ORIGINALE: An Abundance of Katherines
TRADUTTORE: Lia Celi
EDITORE: Rizzoli
COLLANA: Vintage Gold
PAGINE: 340

COMMENTO

  Vincolare questo romanzo ad un solo genere mi sembra abbastanza difficile, ma dovendo scegliere, si potrebbe parlare di una storia "on the road"; nonostante la presente di altri generi, indubbiamente di minor rilievo, il fulcro della vicenda è senza dubbio il viaggio (più ideale che concreto) del protagonista. E la sua meta sarà una rivelazione.
  Passando alla trama in se, durante la lettura scopriamo che la breve sintesi introduttiva contiene due errori: Colin, il nostro protagonista, non frequenta diciannove ragazze di nome Catherine, ma "solo" diciotto, e non viene poi scaricato da tutte, perchè è proprio lui a lasciare senza motivo una Catherine, modificando poi il ricordo di ciò nella sua memoria fotografica. Erroi (voluti!) a parte, la storia si apre con il povero Coli dal cuore spezzato che decide di partire con l'amico Hassan per un viaggio che gli faccia dimenticare l'ennesima delusione amorosa; la loro prima ed unica tappa è la cittadina di Gutshot, dove incontreranno l'altra co-protagonista, Lindsey.
  Avendo già letto "Colpa delle Stelle", mi aspettavo molte più lacrime e molto più romanticismo in quest'altro romanzo di John Green, ma posso affermare con certezza che la scelta di mettere da parte un po' i sentimenti in favore di un'analisi più approfondita sui caratteri dei personaggi mi è molto piaciuta. I meglio definiti a mio avviso risultano essere Lindsey e Hassa: lei è incredibilmente piena di desiderio di piacere agli altri rischiando quasi di dimenticare il suo vero io, mentre lui subisce un'interessante evoluzione che poterà maggiore serietà nella sua folleggiante vita.
  A conti fatti, Colin pare il personaggio che cresce meno nel corso della storia, a parte la già citata rivelazione finale. I personaggi secondari mi sono sembrati tutti molto stereotipati e monodimensionali: la madre-lavoratrice altruista oltre il buon senso, il padre ossessionato dall'idea di crescere un figlio geniale, il maschio-alfa giocatore di football che vuole per se tutte le ragazze.
  Tornando alla trama, durante la visita alla (falsa) tomba dell'Arciduca Franz Ferdinand, Colin esperto di lingue straniere e di anagramma decide di ideare una funzione per predire quanto durerà una relazione amorosa e chi dei due lascierà l'altro. La rivelazione, un po' ovvia in effetti, è che il teorema funzionale solo sapendo già in partenza il risultato da ottenere.
  Sulla scia delle ovvietà, abbiamo logicamente la storia tra Colin e Lindsey, che si poteva intuire facilmente dal loro primo incontro. La breve relazione tra Hassan e Katrina (sì, lei è un altro stereotipo vivente) è invece ben più inaspettata, tanto che ancora adesso non sono in grado di spiegarmela.
  Particolarità del volume sono gli appunti dell'autore: nonostante la narrazione in terza persona, John Green riempie gran parte dei fondo pagina con annotazioni e dettagli che potevano benissimo essere integrati nel testo, probabilmente con l'intento di attirare l'attenzione del lettore, specie se giovane. Sempre a tal fine, nei dialoghi vengono inserite random espressioni volgari che, diversamente dalle note, stonano parecchio e avrebbero potuto essere omesse o rimpiazzate.
  Ottime la scelta di utilizzare parole e frasi in lingua araba, specie per dare credibilità al personaggio di Hassan, e la presenza di elementi matematici, benchè l'autore tenti di relegarli interamente ad un'appendice finale e a suo dire facoltativa; anche questa scelta serve a non annoiare i lettori più giovani o disattenti.
  Credo che John Green dovrebbe avere un poì più di fiducia nei suoi lettori.

COMPRA QUESTO LIBRO

AMAZON