martedì 24 gennaio 2023

"Appartamento 401" di Yoshida Shūichi

Appartamento 401Appartamento 401 by Shūichi Yoshida
My rating: 4 of 5 stars

"«Cos'è? L'effetto dei romanzi di Yamamura Mida?» … «La vita reale non è come i thriller del martedì sera, dove la gente si ritrova sempre coinvolta in qualche delitto»"


CINQUE ACQUE CHETE

Oramai un paio di anni fa lessi "L'uomo che voleva uccidermi", un thriller decisamente atipico in cui l'attenzione del lettore non veniva indirizzata tanto sulla tensione quanto sul contrasto generazionale, che portava ad un crescendo di incomprensioni ed ansie tra i personaggi. Da allora ho notato che tanti lettori rimangono delusi dai libri di Yoshida, forse perché si aspettano delle narrazioni piene di azione ed intrighi; per quanto mi riguarda, la sua prosa presenta una variatio che trovo molto gradevole, quindi ho recuperato alla prima occasione (leggasi, promozione) anche "Appartamento 401". Che poi è rimasto a stagionare per un annetto in libreria, come da copione.

La trama ci porta in una Tokyo un po' nascosta, in cui si muovono giovani disillusi alla ricerca di un'indipendenza che sembra nulla più di un sogno del passato. In un piccolo appartamento della prefettura di Setagaya convivono quattro amici in modo non proprio legale; mentre ci racconta le loro vite, il caro Shūichi porta avanti una trama per nulla adrenalinica eppure inquietante, capace di ispirare un sottile senso di disagio. Il lettore può percepire chiaramente che c'è qualcosa di strano in questa abitazione, senza però capire nel concreto di cosa si tratti.

Il volume è privo di capitoli in senso canonico: risulta diviso in parti, ognuna riservata al punto di vista di uno dei cinque coinquilini; sì perché, nel corso della narrazione un nuovo ragazzo si installa sul divano dell'appartamento, aggregandosi al gruppo anche a livello amicale. In base al POV vediamo non solo il passato di ogni singolo protagonista, ma anche la sua prospettiva sugli eventi del presente: in questo modo possiamo capire come ognuno di loro interpreti a proprio modo il comportamento degli altri, giudicando senza capire del tutto il contesto.

A cambiare non è solo il filtro attraverso cui si assiste alle vicende, ma anche il tono della narrazione: i protagonisti raccontano infatti la storia in prima persona ed ognuno di loro adotta un suo personale linguaggio, cosa che ho molto apprezzato perché nei romanzi corali è spesso difficile rendere distintive le diverse voci. Oltre a questo elemento ed al senso di turbamento che si diffonde pian piano nel testo -in una sorta di smooth horror- promuovo sicuramente il modo in cui Yoshida affronta tematiche relazionali e sociali, svelando una realtà geograficamente lontana ma in cui diventare degli adulti equilibrati è più difficile che mai, non diversamente dall'Italia.

Una menzione d'onore se la meritano il POV di Sōma Mirai, uno dei personaggi più problematici ma allo stesso tempo con la quale è impossibile non empatizzare almeno un po'; e poi c'è l'edizione italiana che una volta tanto posso elogiare: molto curata la traduzione (dal testo giapponese, per fortuna!) e davvero utili i contenuti extra, ossia elenco dei personaggi, guida alle pronunce e glossario dei termini lasciati in lingua originale.

I difetti del volume sono marginali e decisamente soggettivi; alcuni lettori finiranno sicuramente per non apprezzare l'assenza di tensione ansiogena e la rapidità con cui si risolvono i misteri proposti all'interno della storia. Stesso discorso per la caratterizzazione dei personaggi (ad esempio, io ho sopportato con grande fatica la parte dedicata a Ōkouchi "Koto-chan" Kotomi) e le tante battute, che in alcuni momenti potrebbero suonare un po' fuori luogo. Per quanto riguarda il finale, anche a me non ha fatto impazzire l'idea di lasciare molte cose in sospeso, ma ritengo si adatti bene alla prosa dell'autore.

Voto effettivo: quattro stelline e mezza

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venerdì 20 gennaio 2023

"La collina dei conigli" di Richard Adams

La collina dei conigliLa collina dei conigli by Richard Adams
My rating: 3 of 5 stars

"Il cielo era così vicino e il resto così distante, che ne furono inebriati e si misero a saltellare nel tramonto. «Oh Frits delle colline,» esclamò Dente di Leone «questa qui l'hai creata apposta per noi!»"


LIVELLO DI TRAUMA: 2 BAMBI E MEZZO

"La collina dei conigli" rientra nella categoria dei libri che nel corso degli anni mi è capitato di trovare in tante liste dedicate a consigli di lettura, ma al tempo stesso avevo l'impressione di non averne mai sentito parlare in modo chiaro da nessuno. Vedendola associata anche all'argomento della distopia, il mio interesse verso questa storia ha continuato ad aumentare, e ora sono finalmente riuscita a recuperarla per farmene un'impressione personale.

La narrazione si delinea nel corso di un'estate e l'ambientazione sono le colline dell'Hampshire. La trama parte dalla conigliera di Sandleford, dove sono nati e cresciuti i fratelli Moscardo e Quintilio; quest'ultimo è dotato di poteri di preveggenza e capisce che la loro colonia è in grave pericolo. Non riuscendo a convincere il Coniglio Capo a far migrare tutti, i due radunano una decina di conigli che sono disposti a seguirli per raggiungere il Colle Watership, dove fra molte difficoltà fonderanno una nuova conigliera.

Di base questo romanzo è una favola per bambini, quindi l'intreccio non è per nulla complesso e presenta non soltanto un fucile di Čechov, ma la sua intera armeria; di conseguenza la lettura può risultare a tratti noiosa, affrontando una storia a dir poco prevedibile. A rendere ancor più lento il dipanarsi della vicenda contribuiscono i racconti su El-ahraiará -una sorta di coniglio primigenio celebre per la sua astuzia che viene venerato al pari di un eroe mitologico-, carini a loro modo ma alla fine dei conti niente più che filler: uno o due al massimo sarebbero stati sufficienti.

Oltre a questi ed altri difetti marginali, come la poca chiarezza per quanto riguarda il ruolo da protagonista di Moscardo nella premessa oppure la difficoltà del distinguere i personaggi secondari perché scarsamente caratterizzati, il libro non ha grosse pecche. Forse il problema maggiore riguarda il target, perché pur risultando perfetto per dei giovani lettori sotto tanti aspetti, la mancanza di un glossario, la scelta del lessico e la presenza di parecchia violenza potrebbero confondere e turbare un bambino che si approcci a questo titolo senza alcuna guida.

Con il giusto approccio questo romanzo però può dare molto. Entrare nel mondo immaginato da Adams, in cui i conigli hanno una loro società -dal linguaggio "lapino" alla mitologia-, è davvero affascinante, e così anche conoscere il gruppo protagonista: Quintilio, Mirtillo e Parruccone nascono come macchiette, ma poi ottengono una valida crescita. Moscardo poi è un caso a parte, perché in un primo momento non sembra capace di prendersi sulle spalle il destino dei suoi compagni, ma pian pano prende coraggio ed assume un ruolo di leadership per il quale si scopre molto portato; mi è piaciuto molto leggere i suoi ragionamenti e le sue insicurezze, che lo rendono un personaggio capace di trasmettere delle emozioni credibili nonostante il contesto lontanissimo dalla civiltà umana in cui si muove.

Ho apprezzato molto le riflessioni che il testo suggerisce, su temi di etica, giustizia e ruoli sociali; sono resi semplici per il pubblico di riferimento, ma non si tratta di messaggi banali. E anche l'edizione si conquista un mezzo voto in più: non solo presenta una cover ipnotica, ma può vantare anche una traduzione davvero curata, nella quale le peculiarità del testo originale sono state mantenute se non nella forma almeno nella sostanza.

Quindi, una storia che per tanti aspetti sarebbe ottima ancora oggi come lettura per i bambini: le descrizioni ricche di fascino, i personaggi caricaturali, la semplicità dell'intreccio ed i validi messaggi veicolati. La forma però risulta troppo astrusa per essere fruibile da una simile audience, e lo stesso vale per la violenza fisica ed emotiva. Da leggere con un adulto accanto, o ad un'età più matura (ma con la stessa voglia di essere catturati da una favola di quando si era piccoli).

Voto effettivo: tre stelline e mezza

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mercoledì 18 gennaio 2023

"L'ultimo cavaliere" di Stephen King

L'ultimo cavaliereL'ultimo cavaliere by Stephen King
My rating: 2 of 5 stars

"Solo in seguito si sarebbe accorto che in quel momento aveva cominciato ad affezionarsi a lui come naturalmente da lungo tempo l'uomo in nero aveva architettato. C'era forse una trappola più efficace della trappola dell'amore?"


FALSA PARTENZA

Negli ultimi anni sto cercando di affrontare di volta in volta alcune serie particolarmente lunghe che mi intimidiscono per la loro fama o per la mole dei volumi, impegnandomi a completarle entro dicembre così da non trascinare la stessa storia per troppo tempo. Per il 2023 la scelta è ricaduta su The Dark Tower -visto che ho da poco recuperato anche l'ultimo romanzo nella stessa edizione dei precedenti- e sono partita a bomba con "L'ultimo cavaliere", ben consapevole che da molti è considerato un inizio fiacco, incapace di rendere giustizia al resto della saga; e direi che questo è anche il mio pensiero, almeno rigardo la prima parte della frase non avendo ancora letto i seguiti.

La trama alla base di questa narrazione sembra abbastanza lineare: il pistolero solitario Roland Deschain vaga in una landa desertica sulle tracce di un misterioso individuo, chiamato semplicemente l'uomo in nero. Durante il suo viaggio Roland incontra John "Jake" Chambers, un ragazzino finito in questa realtà post-apocalittica a seguito di un incidente capitatogli nel nostro mondo. Mentre i due continuano ad inseguire l'uomo in nero, la narrazione si sofferma su diversi flashback che vanno a mostrare principalmente il passato del pistolero e come sia cambiato il cosiddetto Medio-Mondo negli ultimi decenni.

Questa narrazione frammentata è uno dei motivi per cui il volume risulta caotico e non proprio semplice da decifrare nel suo contenuto, a dispetto della brevità; una motivazione però c'è: in origine questa era una serie di racconti distinti, poi raccolti in un solo volume. Ed in realtà, quella che troviamo pubblicata oggi è una versione riveduta e corretta dallo stesso King vent'anni dopo, per motivi di continuità con il resto della serie. Questo non toglie sia un punto a sfavore della godibilità della lettura, al pari del sistema magico che pare incredibilmente nebuloso: un buon esempio in questo senso è l'uomo in nero, che ha la capacità di spostarsi tra realtà parallele, eppure scappa a piedi da Roland; allo stesso modo il pistolero -pur ripetendo in più occasioni di non essere un mago- dimostra di possedere tantissime nozioni legate al soprannaturale e pratica in prima persona dei rituali magici.

Gli altri elementi che reputo poco efficaci nel romanzo sono legati in realtà al mio gusto personale, ed in particolare alla mia insofferenza verso alcuni cliché davvero vecchi. Mi riferisco in primis alla caratterizzazione dei protagonisti, decisamente scontata e basata su ruoli già visti in migliaia di altri libri; la loro evoluzione di conseguenza è a dir poco prevedibile, e credo non siano caratteri che riescano a stupire e distinguersi. Stendiamo poi un immaginario velo pietoso sull'immotivata sessualizzazione di ogni personaggio femminile -e in alcuni casi si tratta di ragazzine, con scene ai limiti della pedofilia- e sull'ennesimo caso di moglie nel freezer, un espediente narrativo che sono davvero stanca di leggere.

Non ho però solo aspre critiche per questo titolo. Troviamo infatti un'ambientazione decisamente inusuale, che sono curiosa di esplorare di più, ed una prosa arcaica, come se si stesse raccontando una storia epica d'altri tempi, molto adatta alla narrazione in cui vengono ripresi elementi biblici e del ciclo arturiano. Ho trovato poi carino il rapporto tra Roland e Jake, nonostante sembri svilupparsi in maniera un po' troppo veloce per i miei gusti. La lettura è inoltre arricchita da alcune illustrazioni molto belle, capaci di rappresentare bene i momenti più salienti.

Nonostante la narrazione caotica e gli stereotipi per me più che superati, il romanzo presenta degli elementi di originalità, considerando l'epoca di pubblicazione; inoltre, le ultime pagine mi hanno decisamente colpita, e ora sono interessata a capire come continuerà la storia nei prossimi volumi.

Voto effettivo: due stelline e mezza

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lunedì 16 gennaio 2023

"Five Survive" di Holly Jackson

Five SurviveFive Survive by Holly Jackson
My rating: 4 of 5 stars

"There was no world anymore, only this RV and the six of them, and whatever the dark brought them"


QUI SINE SECRETUM EST VESTRUM

Sono rimasta talmente colpita dalla serie A Good Girl's Guide to Murder che appena è arrivata la notizia della pubblicazione di un nuovo romanzo da parte di Jackson ho deciso di fare un preordine, scelta rarissima per me. Avrò fatto bene a dare tanta fiducia alla cara Holly? non proprio, perché forse aspettare l'uscita e leggere prima qualche recensione mi avrebbe preparata meglio a questa lettura, che è abbastanza diversa dalla sua prima trilogia.

Le differenze si notano già a partire dall'ambientazione: lasciamo la provincia inglese per spostarci negli Stati Uniti dove un gruppo di sei amici sta facendo un viaggio in camper per raggiungere Gulf Shores, dove intendono trascorrere la loro spring break. La narrazione è in terza persona, però si focalizza principalmente sui pensieri della diciottenne Redford "Red" Kenny, una ragazza affetta da ADHD che soffre anche di PTSD a seguito di un evento tragico del suo passato. Inoltre Red ha problemi economici, e proprio questo ha spinto i suoi amici ad optare per un viaggio on the road anziché prendere l'aereo come altri loro coetanei; il camper però si ferma in mezzo alla campagna della Carolina del Sud, e non per un banale incidente: fuori dal veicolo un cecchino è pronto a sparare se uno dei ragazzi non rivelerà il segreto del quale è a conoscenza.

Questa è l'idea alla base del romanzo, ma si impiega oltre metà volume per arrivare al punto in cui i personaggi desistono almeno in parte dai tentativi di fuga e capiscono che l'unica via d'uscita per loro è svelare questo fantomatico segreto. In sostanza, il ritmo è molto più lento di quanto mi aspettassi, basandomi sulla sinossi e sul genere di storia raccontata. Oltre a questo problema, la narrazione pecca di una buona introspezione di tutti i protagonisti -che pure sono davvero pochi- e devo dire di non essere rimasta troppo stupita neanche dai colpi di scena: seppur ben studiati, non riescono a impressionare come vorrebbe l'autrice perché sono presenti troppi elementi di foreshadowing. Un'ulteriore difetto riguarda il modo in cui viene dipinto il mondo della mafia, ma in questo caso penso si tratti di un gusto quasi esclusivamente soggettivo.

Queste problematiche si possono però perdonare parzialmente visti i tanti pregi del libro. In primis, si nota una crescita dello stile di Jackson -sia nella scelta del lessico, sia nella capacità di generare dell'ottima tensione narrativa-, tensione che ha un crescendo nel corso della storia e riesce così a trasmettere tutte le emozioni provate dalla protagonista. Ovviamente il climax di questa escalation ansiogena arriva nelle ultime pagine, con la parte più incisiva e riuscita del volume.

Ho apprezzato inoltre come la cara Holly ha reso su carta la degenerazione della cosiddetta civiltà in un arco temporale molto breve, mostrandoci nel finale dei caratteri decisamente diversi da quelli presentati all'inizio. Valida anche la caratterizzazione dei protagonisti, che in poche pagine riescono a diventare familiari, siano simpatici oppure completamente detestabili. E seppur io abbia trovato un po' tediosa la parte centrale, mi è piaciuto leggere di come il gruppo cerca di escogitare dei piani intelligenti ma credibili per scappare.

Tutto considerato, penso di aver inaugurato l'anno con una lettura valida, specialmente perché dal target YA ormai mi aspetto sempre delle mezze delusioni. Parlando a livello emotivo, vi potrei consigliare di chiudere un occhio sui difetti: è una storia che può trasmettere tanto, dietro la patina del thrillerone.

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venerdì 13 gennaio 2023

"Il guardiano dei coccodrilli" di Katrine Engberg

Il guardiano dei coccodrilli (Korner and Werner #1)Il guardiano dei coccodrilli by Katrine Engberg
My rating: 4 of 5 stars

"Nyboe strinse delicatamente il mento del cadavere e, con cautela, girò il viso insanguinato sotto la luce tagliente della stanza. «A quanto pare, l'assassino ci ha lasciato un enigma da risolvere.»
Jeppe sentì che la giornata stava andando di male in peggio"


UN'INDAGINE PER TUTTI, CON UNA SOLUZIONE PER POCHI

Ennesimo caso di un libro al quale non ero particolarmente interessata, ma che ho comunque voluto recuperare durante una promozione un paio di anni fa, convinta tra l'altro si trattasse di una storia autoconclusiva. Capirete quindi la mia perplessità quando vidi la dicitura sulla copertina de "Il guardiano dei coccodrilli" che lo indicava come il primo capitolo di una serie, quando nell'immagine presente sullo store online non c'era nessuna scritta! Poco male, perché l'indagine al centro della narrazione ha una sua conclusione soddisfacente in questo volume, che lo rende quindi fruibile come standalone.
La narrazione si dipana nell'arco di pochi giorni di un caldo agosto a Copenaghen e parte con il ritrovamento del cadavere di una giovane donna in un appartamento del centro città; a rendere inusuale l'omicidio sono gli orribili tagli che deturpano il viso della vittima. Mentre gli investigatori Jeppe "Jeppesen" Kørner ed Anette Werner portano avanti l'indagine, la proprietaria del condominio ed aspirante scrittrice Esther de Laurenti inizia a sospettare che esista un legame tra il delitto e la trama del manoscritto al quale sta lavorando.
Oltre a questi tre punti di vista principali, il libro segue brevemente anche la poliziotta Sara Saidani, che si occupa del lato informatico delle indagini. Devo dire di aver apprezzato la caratterizzazione di tutte e tre le protagoniste femminili: non ricalcano affatto degli stereotipi, ed ognuna di loro si dimostra forte a modo proprio. Più in generale, ho apprezzato come nessuno dei personaggi venga dipinto in una luce totalmente positiva o negativa: sia tra le persone coinvolte nel delitto sia tra gli investigatori sono presenti individui buoni che purtroppo sbagliano ferendo il prossimo, o figure capaci di commettere azioni malvagie con una valida motivazione.
Ho trovato ben riuscito anche l'intreccio, che dimostra una struttura complessa eppure solida, le descrizioni ricche di dettagli della città di Copenaghen ed il modo in cui viene raccontata l'indagine, rendendola comprensibile anche ad un neofita. In particolare, penso a come l'autrice sia riuscita a delineare in modo chiaro e verisimile i vari passaggi compiuti dalla polizia, includendo anche tanti elementi di contemporaneità (in primis, i social) che aiutano a svecchiare in parte un genere -quello del giallo con il detective depresso per protagonista- un po' stantio.
Ovviamente non è stata una lettura priva di difetti, seppur scusabili dal momento che questo è solo l'esordio di Engberg. A mio avviso, quasi tutti i personaggi maschili ricalcano dei cliché piattini, compreso Jeppe dal quale mi aspettavo uno sviluppo meno prevedibile. Mi ha poi infastidito scoprire che la parte secondo me più intrigante ed originale dalla trama (ossia il collegamento tra l'omicidio ed il romanzo di Esther) impiegasse fin troppo per concretizzarsi.
Nel complesso però lo reputo un libro più che valido, ma non so ancora se recupererò gli altri volumi della serie perché in Italia hanno toppato l'ordine di pubblicazione e, per ora, risultano disponibili solo il terzo ed il quarto capitolo della pentalogia purtroppo.

Voto effettivo: quattro stelline e mezza

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lunedì 9 gennaio 2023

"La casa sul mare celeste" di T.J. Klune

La casa sul mare celesteLa casa sul mare celeste by T.J. Klune
My rating: 4 of 5 stars

"Linus riaprì gli occhi, e fu allora che lo vide, in lontananza. Verde. Il magnifico verde brillante dell'erba agitata dal vento, e punteggiata dal viola, rosa e oro di quelli che parevano fiori. Il tutto digradava in una spiaggia bianca. E oltre il bianco, il celeste"


CAPOLAVORO NAZIONALPOPOLARE

Avevo intenzione di leggere questo titolo ben prima che diventasse un caso editoriale, arrivando alla fine anche in Italia, eppure ho preferito aspettare che l'attenzione attorno a "La casa sul mare celeste" scemasse un po' per darne una valutazione più distaccata. Nonostante questo, ammetto senza problemi che ero anche molto curiosa di capire cosa ci fosse dietro un simile fenomeno, quale sia stata la chiave del suo successo.
Mi sento di escludere senza troppi dubbi che si tratti della trama, perché è di base molto semplice e non ottiene in seguito uno sviluppo inaspettato. La storia segue Linus Baker, impiegato come assistente sociale in un mondo del tutto simile al nostro non fosse per la presenza di creature sovrannaturali di ogni tipo; il suo lavoro consiste proprio nell'occuparsi dei bambini magici, verificando che vengano ben accuditi all'interno degli orfanotrofi. L'uomo conduce una vita più che monotona, accontentandosi di seguire pedissequamente le regole imposte dal sistema; a dare il via alla narrazione è un insolito incarico che lo porterà sull'Isola di Marsyas, in cui si trova un orfanotrofio decisamente particolare.
Come detto, il romanzo non racconta una storia innovativa: l'intreccio a grandi linee può essere indovinarlo da pagina uno, mentre le svolte nello specifico vengono anticipate dai personaggi stessi in modi non proprio sottili. L'autore ha preferito concentrasi soprattutto sulla caratterizzazione dei personaggi, specialmente i bambini di Marsyas che si comportano in modo coerente con la loro età, cosa per nulla scontata nella narrativa. Anche le relazioni presentate all'inizio e quelle sviluppate in seguito sono ben strutturate e credibili: riescono a creare dei confronti emozionanti.
Per quanto riguarda la mia esperienza di lettura, mi sono piaciute molto le descrizioni dei luoghi -in cui si fa un ampio utilizzo dei colori per creare delle immagini suggestive e significative- ed il senso di pace e positività che trasmette la storia, specialmente per merito della tematica dell'accettazione del diverso: troppo spesso risulta urlata in faccia al lettore, ma rimane comunque un messaggio apprezzabile.
Sull'altro piatto della bilancia metto un romance poco convincente (in pratica, è basato su un colpo di fulmine), la vaghezza del world building che non viene mai chiarito, anche perché le ambientazioni mostrate nell'effettivo si limitano a Marsyas, la casa e l'ufficio di Linus; lo stesso vale per il sistema magico, del tutto non pervenuto. Per quanto riguarda il mio gusto personale, il punto debole del libro è rappresentato dal suo protagonista. Linus viene caratterizzato in modo a dir poco fastidioso per oltre metà romanzo, tutto al fine di rendere ancora più palese il suo repentino cambiamento.
Il vero problema è che lui da quasi vent'anni è al corrente delle problematicità interne al sistema, ma nulla l'ha mai spinto a migliorarsi; non voglio dire che i bambini magici presenti in questa storia non meritino un trattamento più giusto, però questo mi ha fatto pensare ai bambini di cui Linus si è occupato in precedenza: loro non erano abbastanza speciali da meritare il suo interesse? Inoltre, la storia risulterebbe molto più credibile se Linus fosse un novellino -magari appena uscito da un sistema scolastico che indottrina i futuri assistenti sociali- per quanto riguarda l'atteggiamento verso i bambini, ma anche per le sue reazioni esagerate a qualsiasi cosa, inclusa ogni singola apparizione del suo interesse amoroso.
Qual è quindi il segreto che ha permesso a questo romanzo di ottenere un riscontro quasi esclusivamente positivo tra i lettori? Direi che non si tratta di un singolo ingrediente, bensì di una vera ricetta: una cover carina e rappresentativa, un messaggio di fondo molto positivo, una storia che scalda il cuore e mette a posto la coscienza, ma soprattutto dei bei discorsi capaci di ispirare attraverso non troppo velati parallelismi con la nostra realtà. Se non avessi detestato Linus, forse queste sue belle parole mi avrebbero colpita di più.

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mercoledì 4 gennaio 2023

"The Weight of the Stars" di K. Ancrum

The Weight of the StarsThe Weight of the Stars by K. Ancrum
My rating: 4 of 5 stars

"«People don't want the danger, and the darkness and loneliness,» Alexandria interrupted softly. «They want the heat and the light, but they don't want radiation.» … «The stars have weight,» Alexandria finished. «And my little life wasn't heavy enough to outweigh your want of it»"


ALTRO CASO DI COVER BUY FINITO BENE

"The Wicker King" è stata una delle prime letture del 2022 ad avermi colpita in positivo, tanto da spingermi ad inserire subito un altro titolo dell'autrice in wishlist. Quando ho avuto l'occasione di acquistarlo in offerta, ho quindi portato a casa una copia di "The Weight of the Stars", storia che condivide molti punti di contatto con l'esordio di Ancrum, nelle tematiche ma anche nella struttura narrativa. Di base anche questo è un romanzo di formazione con l'aggiunta di una parte romance, ma qui l'elemento di realismo magico è sostituito da quello fantascientifico.
La narrazione segue il punto di vista di Ryann Bird, adolescente dalla vita decisamente sregolata e con fin troppe responsabilità sulle spalle; la ragazza ha un aspetto intimidatorio, per cui gli adulti tendono ad etichettarla in automatico come una teppista, impressione che lei non si impregna troppo a smentire. Rinunciando ad apparire migliore di quanto gli altri la considerino, Ryann ha accantonato anche la sua passione per l'astronomia -dovendo concentrarsi su problemi ben più vicini dello spazio- ma l'arrivo nella sua classe della scontrosa Alexandria Macallough riporta a galla i vecchi sogni.
Nel corso della narrazione, si capisce da vari accenni che l'ambientazione è leggermente futuristica; il dettaglio più evidente riguarda la storia familiare di Alexandria: lei è la figlia di un membro della prima missione spaziale per portare il genere umano oltre i confini del sistema solare, e per questa ragione non ha mai potuto conoscere la madre. Questo espediente fantascientifico si dimostra importante non solo come motore dell'azione, ma diventa anche la chiave di volta per la risoluzione nella parte finale.
Proprio la fantascienza è uno dei pochi aspetti che non mi hanno del tutto convinta, ma per un motivo decisamente soggettivo: ho un bias nei confronti di questo genere, motivo per il quale non sono riuscita ad apprezzare in toto la premessa. Altri difetti, questa volta oggettivi, sono uno stile decisamente scarno (solo nei dialoghi si risolleva un po') ed una trama debole, priva di guizzi che la rendano avvincente; questo perché l'autrice si è volutamente concentrata sui personaggi ed i momenti di confronto tra loro.
La caratterizzazione dei protagonisti è proprio l'aspetto più riuscito del volume: ho apprezzato che Ancrum abbia scelto di descrivere delle personalità diverse dal solito eppure rappresentative del target, creando un senso di empatia anche nei confronti di caratteri molto controversi. Ovviamente il focus principale riguarda Ryann ed Alexandria e la loro relazione, che ha un' evoluzione abbastanza lenta e complessa da risultare molto verosimile ed emozionante; non vengono però sminuiti i loro comprimari, ed in particolare gli amici -con i quali Ryann ha formato nel tempo una sorta di famiglia- ottengono un valido approfondimento.
Devo assolutamente includere tra i punti di forza anche il finale, che presenta una scelta coraggiosa alla quale non si può rimanere indifferenti, e le tematiche scelte. Preciso che, sebbene sia etichettato come YA, questo non è un romanzo rivolto tanto ai giovanissimi quanto ad una fascia di lettori leggermente più maturi e consapevoli; diventa chiaro proprio quando tratta in modo dettagliato di rapporti familiari non convenzionali, contrasto delle aspettative sociali e gestione del disagio adolescenziale. Penso sia stata fatta una buona analisi di questi temi nell'insieme, rendendoli sempre chiari e mostrando dei punti di vista diversi.
Per concludere, una nota abbastanza importante se la bibliografia della cara Kayla vi interessa in generale; non viene menzionato nella sinossi, ma questo romanzo è un seguito di "The Wicker King", del quale riprende alcuni personaggi. Sebbene le due storie siano ambientate ad alcuni decenni di distanza e seguano protagonisti diversi, invertire l'ordine di lettura potrebbe rovinarvi il finale del primo romanzo dell'autrice.

Voto effettivo: quattro stelline e mezza

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