sabato 28 aprile 2018

In cui l’autore riesce ad eclissarsi - Recensione a “Alzate l'architrave, carpentieri” e “Seymour. Introduzione” di J. D. Salinger

In cui l'autore riesce ad eclissarsi

Recensione a "Alzate l'architrave, carpentieri" e "Seymour. Introduzione" di J.D. Salinger


LA SCHEDA TECNICA

TITOLO: Alzate l'architrave, carpentieri - Seymour. Introduzione
AUTORE: Jerome David Salinger
TITOLO ORIGINALE: Raise High the Roof Beam, Carpenters - Seymour. And Introduction
TRADUTTORE: Romano Carlo Cerrone
EDITORE: Einaudi
COLLANA: Super ET
PAGINE: 160

IL COMMENTO

  Non ho mai fatto mistero del mio scarso interesse per i racconti. Di certo non si tratta del mio genere letterario favorito, sebbene lo tolleri comunque di buon grado, a differenza della poesia che detesto senza riserve. Tra le (poche) raccolte da me lette, ho maggiormente apprezzato quelle con un forte tema di fondo a fare da collegamento, per una mia stramba convinzione secondo la quale sia prova di un maggiore impegno dello scrittore.
  Nel caso in esame, c’è molto più di una tematica a collegare le due opere riunite in questo volume e, più in generale, la gran parte degli scritti di Salinger; l’autore ha creato infatti una bizzarra famiglia, spesso scelta come protagonista di brevi racconti che vanno a creare un più ampio affresco, quasi si trattasse di un romanzo familiare a tutti gli effetti.
  Si ottiene quindi un ottimo compromesso (almeno, per i miei gusti) tra romanzo e racconto, perché pur nella loro brevità queste opere non abbandonano mai del tutto i loro personaggi e ci permettono di conoscere di volta in volta nuovi elementi sul loro conto.
  La famiglia al centro di tante vicissitudini è quella dei Glass, eclettici artisti collegati al mondo circense e allo show business da varie generazioni. L’attenzione si focalizza soprattutto sui figli che, nel corso della loro infanzia, sono stati tutti ospiti di un noto programma radiofonico per bambini particolarmente dotati. Protagonista dei due racconti in questione è però Seymour, il maggiore dei fratelli e certamente il più brillante, pure gravato da pesanti problemi relazionali, quasi a sfiorare la sociopatia, che saranno più tardi causa del suo suicidio
  Se la trama è incentrata su Seymour, la voce narrante si palesa nel suo fratello minore Buddy, che idealmente tratteggia alcuni ricordi a lui collegati anni dopo la sua morte. In particolare, “Alzate l’architrave, carpentieri” è il solo a poter essere definito come racconto ed ha come sfondo il giorno delle nozze di Seymour, sebbene lo sposo non entri mai in scena se non attraverso le pagine del suo diario. Seguiamo invece il giovane Buddy, protagonista di una scena a dir poco imbarazzante: costretto dalla sorella Boo Boo a presenziare l’evento seppur convalescente, il giovane soldato scopre di essere il solo invitato dello sposo e, quando questi disertare l’altare, finisce in macchina con una combriccola di stravaganti ospiti che scoprono subito la sua identità e non gli risparmiano il loro biasimo. Ovviamente l’auto rimane bloccata nel traffico a causa di una parata.
  La più lampante caratteristica della narrazione di Salinger è indubbiamente il realismo con cui tratteggia sia gli avvenimenti sia i personaggi, verso i quali si prova un’istintiva empatia seppur siano in buona parte una mera satira della società contemporanea all’autore. L’identificazione di Salinger nel suo narratore è tale che, dopo poche pagine, ci si scorda completamente della penna dietro Buddy perché lo stile, pacato e diretto, si adatta perfettamente alle sue fittizie memorie, senza nulla di artificioso.
  Le stesse caratteristiche possono essere individuate in “Seymour. Introduzione”, dove viene analizzata con più profondità la figura di Seymour, sia nell’aspetto che nel carattere. Non si tratta propriamente di un racconto, e neppure di una novella: il narratore è sempre Buddy ma questa volta si rivolge in modo ancor più diretto al lettore, in quella che inizialmente doveva essere la prefazione ad una raccolta di poesie del fratello. Il registro narrativo subisce però una progressiva metamorfosi, partendo come libro flusso di coscienza fino a diventare un diario in cui appuntare quotidianamente dei ricordi collegati a Seymour. Ricordi sovente parziali che spingono il lettore a voler conoscere ancor di più questo personaggio e, magari, a leggerne i lavori.
  Sicuramente si tratta di un’opera più ardua da comprendere e da apprezzare rispetto alla prima, a causa delle ripetizioni inserite per riprendere il filo logico dopo le frequenti interruzioni, in gran parte tra parentesi, segno d’interpunzione al quale mi sono scoperta allergica -mentre leggo, non mentre scrivo- dopo la deludente lettura di “Vita dopo vita” di Kate Atkinson (QUI la recensione).


DOVE COMPRARE QUESTO LIBRO
LA VIGNETTA

  Old but gold

domenica 22 aprile 2018

BookTag Time - Happy Easter BookTag

BookTag Time

Happy Easter BookTag


Come per lo scorso mese, anche in questo festeggiamo... in ritardo. Il primo del mese era il giorno di Pasqua, pertanto vi propongo un BookTag ispirato proprio agli elementi tipici di questa festività.
Ho visto questo BookTag sul canale di Books and Tea: QUI potete sentire le sue risposte.

1. CIOCCOLATA E DOLCIO, NON NE HAI MAI ABBASTANZA E UN MORSO TIRA L'ALTRO - Una serie in cui un libro tira l'altro
Diversi anni fa lessi la pentalogia de "I cacciatori di vampiri" di Colleen Gleason, divorando un volume dopo l'altro. La storia non aveva nulla di straordinario, ma aveva come protagonista una versione di inizi 800 di Buffy Summers e seguire le sue avventure contro dei vampiri tutt'altro che luccicanti mi divertiva molto.
2. IL CONIGLIETTO DI PASQUA HA LASCIATO LE UOVA DOVE NON TI SARESTI MAI ASPETTATO - Un libro che ti ha sorpreso molto
Credo che la domanda sottintendesse una sorpresa positiva, io invece ho pensato ad un libro che mi ha stupito in primis per la sua bruttezza in quanto a personaggi e stile, ma anche per alcune svolte molto strane della trama. Il titolo in questione è "L'amore immortale. Il libro segreto dell'arcangelo" di Sabrina Benulis e mi limito a tre parole (chi vuole indagare oltre, legga il libro a suo rischio e pericolo): angelo maschio incinto!
3. TROPPI DOLCI! HAI MAL DI PANCIA MA NE È VALSA LA PENA - Un libro che ti è piaciuto molto, ma con un capitolo finale che ti ha deluso e distrutto emotivamente
Non si tratta affatto di una delusione, ma sicuramente questo libro mi ha distrutta emotivamente: "The Help" di Kathryn Stockett. Per una storia così forte vale sicuramente la pena di affrontare una lunga lettura che alterna tre POV meravigliosi; se volete saperne di più QUI trovare la mia recensione.
4. LE GIORNATE SONO PIÙ LUNGHE E LE NOTTI PIÙ CORTE - Il libro più grande e quello più piccolo tra quelli letti e presenti nella tua libreria
Ho dovuto fare una breve ricerca per rispondere a questa domanda. Il libro più breve, escludendo le riduzioni in lingua, è "L'amico ritrovato" di Fred Uhlman, con le sue 90 (dense) pagine, e QUI potete leggere la recensione. Il più lungo, a dispetto della mole compatta, è "La caduta dei giganti" di Ken Follett, con ben 1640 pagine davvero sottili in questa edizione Flipback della Mondadori.
5. LA CASA È INVASA DA PARENTI E NON NE PUOI PIÙ - Un libro di cui ti è piaciuto solamente l'inizio, ma poi di punto in bianco hai interrotto la lettura
In mia difesa vorrei precisare che ho tentato per ben tre volte di leggere questo titolo, per interrompere poi la lettura a poco più della metà. "Il discepolo" di Elizabeth Kostova è un romanzo abbastanza lungo, ma soprattutto noioso a dispetto dell'inizio promettente in cui si preannuncia un moderno "Dracula".

lunedì 16 aprile 2018

Affollato (tra parentesi) - Recensione a “Vita dopo vita” di Kate Atkinson

Affollato (tra parentesi)

Recensione a "Vita dopo vita" di Kate Atkinson


LA SCHEDA TECNICA

TITOLO: Vita dopo vita
AUTORE: Kate Atkinson
TITOLO ORIGINALE: Life After Life
TRADUTTORE: Alessandro Storti
EDITORE: Nord
COLLANA: Narrativa
PAGINE: 520

IL COMMENTO

  Prendete una generosa porzione di reincarnazione buddhista, aggiungete un pizzico delle realtà alternative presenti in “The Flash” ed amalgamate con q.b. di Homura Akemi. Infornate per poco più di 500 pagine e spolverate con giochi di ruolo a piacere. Otterrete così qualcosa di certamente confuso e caotico, ma che molto si avvicina a “Vita dopo vita” di Kate Atkinson.
  Come già mi era successo con “Il circo della notte” di Erin Morgenstern (QUI la recensione), è stata una recensione particolarmente entusiasta a spingermi verso la lettura di questo romanzo; in questo caso però non era la sinossi a tenermi lontana dal volume, bensì l’atroce copertina che per qualche bizzarra associazione di idee mi faceva pensare ad un thriller.
  L’originale storia (che nulla ha in comune con il genere thriller, tranquilli) è stata il principale motivo per cui ho acquistato e subito letto il libro: la protagonista Ursula Todd si trova suo malgrado a vivere più e più volte, con ogni nuova nascita che segue immediatamente il momento della morte. In tutte le vite però c’è qualcosa di diverso, e questo mi aveva subito fatto pensare a degli universi paralleli in cui i personaggi si comportano in modo differente andando così a modificare le loro storie e, a volte, la Storia.
  Dopo alcune vite, Ursula inizia a provare dei déjà vu dovuti a situazioni che ricorda pur non avendole di fatto ancora vissute; in particolare, queste sensazioni le permettono di presagire dei potenziali rischi mortali che tenta quindi di evitare. Ha così origine una sorta di missione in cui la protagonista non solo cerca di salvare la propria vita, ma anche quelle di familiari ed amici. In ogni esistenza qualcosa finisce per andare storto, seppure Ursula sia sempre più preparata e motivata: ecco quindi che alle timeline alternative si sommano la reincarnazione -menzionata più volte anche nel testo-, un alternarsi di varie vite come avviene in tanti videogame ed una quest molto simile a quella intrapresa da Homura in “Puella Magi Madoka Magica” per cambiare il corso degli eventi.
  Ritengo che l’autrice abbia tentato di adottare una narrazione simile a quella di Kazuo Ishiguro, con la storia ridotta al mero pretesto per veicolare un determinato messaggio al lettore. L’esperimento non è purtroppo riuscito: la trama del romanzo è talmente densa di avvenimenti, di personaggi e di diversi generi letterari che risulta a dir poco arduo capire cosa la Atkinson volesse trasmettere.
  Ma quali generi affollano questo volume? Il primo a saltare all’occhio è di sicuro quello storico, sia per l’ambientazione scelta che parte dal 1910 e giunge fino agli anni Sessanta, sia per l’accuratezza con cui questa viene descritta; c’è poi il romanzo di stampo familiare, sebbene la protagonista sia Ursula la sua famiglia e chi gravita attorno ad esse le rubano spesso la scena; sono presenti anche elementi mistici, quasi fantastici, anche se in alcune vite non vengano mai citati mentre in altre siano ribaditi con frequenza; da ultimo, la storia di Ursula assume a volte le caratteristiche tipiche dei racconti supereroistici, ma anche questo aspetto non è sempre predominante.
  Tutto questo agglomerato di generi, nasconde il positivo insegnamento del romanzo: è necessario riflettere sulla fragilità della vita umana ed agire di conseguenza, non ossessionati dal motto “carpe diem”, ma dando il giusto valore ad ogni attimo.
  Ho trovato lo stile della Atkinson abbastanza piacevole, seppur a tratti lento ma adatto all’ambientazione. Buona l’idea di riproporre più volte alcuni eventi per mostrare diversi punti di vita o alternative possibili; a piacermi molto bene è stato l’uso eccessivo delle parentesi, utilizzare per inserire brevi frasi ma anche interi paragrafi di testo.
  Ultime osservazioni (negative?): la traduzione è buona, ma un paio di volte presenta il termine “retroterra” riferito ad una persona; consiglio poi una lettura senza interruzioni per non perdersi nessuna delle auto-citazioni.

DOVE COMPRARE QUESTO LIBRO
LA VIGNETTA

  Enzo Miccio Mode ON!