sabato 31 ottobre 2020

Wrap-Up - Letture di ottobre 2020

Wrap-Up - Letture di ottobre 2020


Per il mese di Halloween mi sono ovviamente dedicata a letture a tema horror, o meglio a quelle che speravo sarebbero state tali. In realtà reputo quasi tutti i titoli presenti in questo wrap-up adatti per il periodo (con la sola eccezione di "Stepsiter"), se non per le scene splatter, almeno per l'atmosfera creata e le sensazioni trasmesse.

Il primo libro del mese mi ha portato in una versione fantastica della Russia stalinista: "Il Maestro e Margherita" di Michail Bulgakov si è dimostrato il classico perfetto per il periodo, con la giusta dose di gore. Potete trovare QUI la mia recensione di questo romanzo fantastico -valutato ovviamente con cinque stelline- che per molti versi porta alla mente anche le atmosfere del "Dracula" di Bram Stoker, con un gruppo di creature soprannaturali giunte a stravolgere la placida vita dei letterati moscoviti.

Il secondo romanzo si è rivelato poco in tema con il mese di Halloween, nonostante cover e sinossi urlino "sangue" a pieni polmoni, e anche abbastanza problematico; a dispetto di tutto ho comunque apprezzato la lettura di "Stepsister", sequel ideale della fiaba di Cenerentola scritta un paio d'anni fa da Jennifer Donnelly.
La trama segue diversi personaggi, ma la protagonista è indubbiamente Isabelle, la sorellastra più giovane della meravigliosa Ella: la storia si apre sul finale della fiaba con la matrigna Maman che spinge le figlie a tagliarsi i piedi per poter calzare la famosa scarpetta di cristallo, senza successo perché ovviamente Ella riuscirà a liberarsi e a riunirsi con l'amato principe. La storia di Isabelle dovrebbe finire qui, ma questo libro immagina cosa possa essere successo a lei, a Maman e alla sorella maggiore Octavia "Tavi", intrecciando alle loro vicende il contrasto tra Chance e Fate -ossia le personificazioni della Possibilità e del Destino- che si contendono la mappa rappresentante la vita di Isabelle stessa; Chance
vuole concederle di scegliere per se stessa mentre Fate è determinata a riprendersi la mappa in modo che non venga alterata.
A queste due storyline si aggiunge un'ulteriore trama simil-storica, dal momento che il romanzo è ambientato in una versione fittizia della Francia del 1700, con il regno minacciato da un nobile tedesco (?) in vena di invasione. La presenza di diverse storie non confonde troppo le idee dal momento che lo sviluppo è molto prevedibile e lineare, ma le ho trovate tutte abbastanza noiose ad eccezione (per fortuna!) di quella sulla crescita del personaggio di Isabelle. Sia lei, sia i personaggi che le ruotano attorno, sono abbastanza interessanti e caratterizzati con cura: in particolare, ho adorato Tavi ed il rapporto tra lei, Isabelle ed Ella. Mi hanno lasciato invece abbastanza perplessa i comportamenti di Chance e Fate; il primo contraddice il suo scopo quando tenta di portare la protagonista sulla strada di Volkmar per fermarlo, la seconda si accanisce su Isabelle ma non considera di striscio le modifiche al destino apportate da Volkmar stesso e da Tanaquill.
Proprio la fairy queen ci pone di fronte ad un'altra problematica, ossia il sistema magico per nulla chiaro, anche se questo aspetto potrebbe essere scusato dalla natura "fiabesca" del romanzo. Non posso invece soprassedere sui continui tentativi dell'autrice di dare enfasi alle scene interrompendo la narrazione ogni tre pagine con dei colpi di scena che non stupiscono nessuno. Sull'ambientazione non voglio neanche esprimermi: è un gran miscuglio casuale di elementi fiabesci, storici e mitologici che mi hanno lasciato letteralmente basita.
E comunque consiglierei la lettura di questo libro, soprattutto ad un pubblico giovane; perché? Perché la storia di Isabelle, pur con i suoi difetti e la totale mancanza di realismo, può essere d'ispirazione. Perché le frasi che vengono rivolte a lei e agli altri personaggi sono state dette a tutti noi almeno una volta. Perché questo romanzo insegna a seguire la propria indole a prescindere dalle convenzioni sociali e dalle aspettative della famiglia.
Perché sono una debole e non riesco ad essere troppo severa con un libro capace di farmi emozionare così tanto.
Il mio voto è di tre stelline.

Con la terza lettura abbiamo avuto il secondo libro letto quest'anno per uno dei miei autori preferiti, Stephen King; e questa ennesima lettura ha cementato il mio affetto per questo scrittore, perché "Il gioco di Gerald" unisce l'analisi di tematiche delicate ed attuali -pur avendo superato da molto la ventina- ad un thriller psicologico che non ha bisogno di estrarre vermoni spaziali dal cappello per spaventare il lettore. Ogni riferimento a "Le notti di Salem" (QUI la recensione) è puramente volontario.
Lo spunto della trama è parecchio conosciuto, anche perché qualche anno fa ne fu tratto un film per Netflix: Gerald e Jessica "Jessie" Gurlingame sono una coppia sulla quarantina abbastanza affiatati, almeno ad un occhio esterno perché in realtà la loro relazione si è andata pian piano deteriorando al punto che lei acconsente passivamente e controvoglia alle pratiche bondage tanto apprezzate dal marito. Un giorno d'autunno, i due si concedono una breve vacanza nella casa sul lago; Gerald ammanetta la moglie al letto ed insiste nel voler consumare un rapporto nonostante lei gli chieda ripetutamente di liberarla e lasciar perdere: la situazione degenera tanto che un calcio di Jessie causa un infarto mortale a Gerald, e la donna si ritrova bloccata in una situazione surreale che la porterà pian piano verso la follia.
L'elemento più rilevante in questo romanzo è il personaggio di Jessie, perché l'intera narrazione poggia quasi esclusivamente sulle sue spalle: ad eccezione di un paio di capitoli, per tutto il volume lei è sola in scena e, a dispetto del mio iniziale scetticismo, posso dire che questo espediente funziona egregiamente. La sua psicologia è analizzata in modo estremamente dettagliato, e si parla molto di disturbo dissociativo dell'identità, in particolare di una serie di personalità (chiamate voci da ufo nel testo) che albergano nella mente di Jessie e colgono questa occasione al limite per palesarsi e darle dei consigli o farle rivivere dei momenti del suo passato.
Pur essendo pochi e alquanto marginali rispetto alla protagonista, ho trovato ben caratterizzati anche gli altri personaggi del romanzo, in particolare Tom Mahout ha saputo trasmettermi una repulsione per il suo ruolo di padre che non provavo dai tempi di "Nei luoghi oscuri" di Gillian Flynn (QUI la recensione). Ci sarebbe un altro personaggio degno di menzione, soprattutto per come riesce a rendere una storia già inquietante di suo ancor più morbosa, ma non vi voglio rovinare la lettura; dirò soltanto che nel testo è presente una rappresentazione fisica della morte molto originale.
Il volume affronta un gran numero di temi, spingendo il lettore a vederne le diverse sfaccettature, come diverse sono le posizioni dei personaggi: si parla di matrimonio e consenso come non necessariamente due facce della stessa medaglia, violenza fisica e pressioni psicologiche che spesso sfociano nel victim blaming.
In definitiva ho apprezzato praticamente tutto, anche l'idea di inserire lo sporadico POV dell'ex-Prince, che altrimenti sarebbe risultato solo un espediente narrativo. Quello che però non digerisco è l'ennesima traduzione ad opera di Dobner, piena di modi di dire sconclusionati e del tutto priva di note.
Il mio voto è di cinque stelline.

La lettura successiva prometteva una storia davvero halloweeniana in cui un villaggio sperduto stringe addirittura un patto con il diavolo! Mentre leggevo "Strange Grace" di Tessa Gratton le mie aspettative si sono dovute decisamente ridimensionare, soprattutto per l'eccessivo surrealismo della trama e delle scelte fatte dai personaggi. E mi sento quasi in colpa ad aver dato solo due stelline e mezza ad un libro che mi ha ricordato titoli molto validi come "Cuore oscuro" di Naomi Novik (ne parlo QUI) e "Il circo della notte" di Erin Morgenster (QUI la recensione). Trovate già QUI il mio commento, in cui parlo più in dettaglio di questo romanzo.

Ho optato poi per una lettura rivolta ad un pubblico giovane (in base allo stile ed alla casa editrice) con una storia comunque inquietante, ossia "Thornhill" di Pam Smy, illustratrice britannica che con questo titolo si è cimentata con il suo primo romanzo.

Il volume è decisamente particolare: abbiamo due trame che si sviluppano parallele, una in forma scritta e l'altra attraverso i soli disegni. Da un lato apprendiamo la storia di Mary Baines attraverso le pagine del suo diario datato 1982; la ragazzina è un'orfana ospitata nella struttura di Thornhill, dov'è vittima di pesanti atti di bullismo da parte delle sue compagne -in particolare di un'altra giovane orfana di cui non fa mai il nome- mentre gli adulti che dovrebbero occuparsi di lei si dimostrano incapaci di rompere il muro creato dal suo mutismo selettivo. Dall'altro lato abbiamo la vicenda di Ella Clarke, ambientata ai giorni nostri, che si è appena trasferita con il padre in una casa di fronte a Thornhill; Ella è molto incuriosita dal giardino dell'istituto abbandonato ed inizierà ad esplorarlo, spinta anche dalla necessità di colmare il vuoto dell'assenza del padre -sempre lontano per lavoro- e della madre, che possiamo intuire sia deceduta da poco.
Credo che la Smy sia riuscita a trasmettere molto bene il disagio di entrambe le ragazzine: Mary con la sua incapacità di comunicare associata al forte desiderio di instaurare comunque delle relazioni amicali, e la frustrazione di Ella quando troviamo assieme a lei i biglietti distratti del padre. Sicuramente positiva anche la scelta delle tematiche affrontate, in particolare il bullismo e il rifiuto da parte delle figure genitoriali di riferimento.
Ho apprezzato i riferimenti ad alcuni classici, tra i quali spicca indubbiamente "Il giardino segreto" di Frances Hodgson Burnett dal momento che Mary si identifica fortemente con la protagonista del romanzo. Degna di menzione anche la cura dell'edizione fin nei piccoli dettagli, come l'adattamento delle parole nelle illustrazioni o la scelta di non giustificare il diario di Mary per renderlo più simile ad un testo scritto manualmente.
Questo titolo ha però un grave difetto, dato dal target al quale si rivolge; il messaggio finale è malinconico e sembra indicare un esito inevitabile, che addirittura continuerà in futuro. Parlando a dei ragazzi giovani e -di conseguenza- facilmente influenzabili, avrei preferito si lasciasse aperto un spiraglio di speranza, soprattutto in relazione al ruolo di genitori ed educatori, per i quali questo romanzo è sicuramente più consigliato rispetto ai bambini.
Il mio voto è di quattro stelline.

Il romanzo successivo mi ha fatto capire che devo smetterla di acquistare libri blurbati da Stephanie Garber: come già accaduto con "Everless" di Sara Holland (ne parlo QUI) e del suo seguito, la celebre autrice di "Caraval" (che a questo punto non intendo leggere neanche sotto tortura!) elogia l'operato di Kiersten White in "The Dark Descent of Elizabeth Frankenstein". Trovate QUI la mia recensione, ovviamente in netto contrasto con quanto detto dalla cara Stephanie, tant'è che ho assegnato soltanto due stelline ad un titolo sul quale avevo delle ottime sensazioni. Un'occasione sprecata, a mio parere.

L'ultima lettura mi ha portato da un altro dei miei autori preferiti che, anche questa volta, non mi ha deluso per nulla. Con "Il figlio del cimitero", Neil Gaiman si cimenta in un romanzo di formazione mascherato da avventura fantastica, e quasi horror; e devo dire che si possono notare diverse analogie con "Coraline" (ne parlo QUI), altro suo titolo rivolto ad un pubblico giovane.
La narrazione ci permette di seguire l'infanzia e l'adolescenza di Nobody "Bod" Owens, un ragazzino che vive nel vecchio cimitero da quando, poco più che neonato, è sc
ampato allo sterminio della sua famiglia ad opera di un misterioso assassino determinato a portare a termine il lavoro prima o poi. Bod viene adottato da una coppia di fantasmi -i signori Owens, per l'appunto- e, più in generale, da tutti gli spiriti che popolano il cimitero e diventano in breve la sua famiglia.
In una storia ispirata da "Il libro della giungla" di Rudyard Kipling -a detta dell'autore- ma che ricorda una versione molto ridotta della saga potteriana, un luogo angosciante come il cimitero si trasforma nell'unico posto sicuro per il piccolo Bod; questa sorta di rovesciamento dei ruoli colpisce anche i personaggi, infatti troviamo un gruppo di mostri iconici determinati a difendere il bambino, mentre la parte degli antagonisti viene associata agli uomini.
Per l'ennesima volta, Gaiman ci trasporta in un mondo fantastico e ricco di folklore; il lettore lo scopre pian piano attraverso gli occhi di Bod, che all'inizio ne è altrettanto estraneo. Questa intrigante ambientazione non è il solo punto a favore della lettura: abbiamo un protagonista sfaccettato nella sua caratterizzazione -capace di azioni coraggiose, ma dotato anche di un lato oscuro-, parecchi momenti genuinamente toccanti (in particolare, ho adorato la scena in cui viene realizzata la lapide per Liza) e un umorismo un po' noir che, tra epitaffi inusuali e battute su funerali e affini, strappa più di una risata.

Secondo me, ci sono state purtroppo un paio di scelte infelici nella stesura della trama. Visto il legame che li unisce, avrei trovato opportuno inserire più scene di interazione tra Bod e i signori Owens, mentre è chiaro fin da subito che la sua figura di riferimento sia rappresentata da Silas; non mi ha convinto il modo in cui viene narrata la lotta tra la Guardia d'Onore e la Confraternita, perché da un lato è troppo frammentaria se si vuole seguire con attenzione tutti gli avvenimenti, e dall'altro poteva quasi essere sostituita dal solo resoconto di Silas a fine volume. Discutibile anche il sistema magico, che sembra funzionare in base all'allenamento, ma è privo di regole chiare.

Nonostante queste piccole critiche, devo ammettere che Gaiman è riuscito ancora una volta a trasportarmi in un mondo quasi magico, e a stupirmi con una trama semplice ma capace di svolte inaspettate.

Il mio voto è di quattro stelline e mezza.
 
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giovedì 29 ottobre 2020

Refined Reads #03

In questa rubrica vado ad analizzare gli ultimi otto libri letti in inglese, focalizzandomi in particolare sulla difficoltà di comprensione e i motivi per cui ne consiglio o sconsiglio la lettura, non in generale ma nello specifico in lingua. Riporto anche le trame dei libri tradotte in modo amatoriale da me, così che possiate farvi subito un'idea della storia.

AUTORE: April Genevieve Tucholke
TARGET: Young-adult
GENERE: Fantasy, retelling, formazione
SERIE: No
IN ITALIA: No
LIVELLO: Medio-alto
TEMATICHE: Desiderio di realizzazione personale / Critica ad una società patriarcale ed emancipazione femminile
PUNTI A FAVORE: Narrazione in prima personale, con POV unico / Frasi tendenialmente brevi / Azioni spesso ripetute dai personaggi
PUNTI CONTRO: Glossario e mappe assenti / Inserimento di flashback a metà capitolo / Nomi inusitati e termini di fantasia
TRAMA: Frey desidera una vita degna di essere narrata e cantata. Ma è una Boneless Mercy, membro di un'antica setta femminile sopravvissuta all'ascesa e alla caduta dei regni.
Le Mercies lavorano con la morte, costrette a vagare per la Vorseland uccidendo vecchi e malati per un magro compenso. I loro metodi sono silenziosi, misericordiosi perfino, eppure dovunque il loro lavoro le porti, i loro pugnali fanno sentire le persone a disagio. Frey e la sua banda di Mercies -Ovie, Runa e Juniper- sono stanche di aver a che fare con la morte e sognano una vita migliore. Così quando Frey sente che una bestia sta massacrando gli abitanti di un jarldom del nord, decide che dare la caccia a questa creatura è la possibilità per le Mercies di ottenere fama e ricchezza, anche se ciò significherà doversi alleare con le solitarie Sea Witches ed affrontare la spietata Cut-Queen della Red Willow Marsh. Il loro successo -o fallimento- potrebbe cambiare il destino delle donne ovunque.

TITOLO: Evermore

AUTORE: Sara Holland
TARGET: Young-adult
GENERE: Fantasy
SERIE: Everless 2.0
IN ITALIA: No
LIVELLO: Medio
TEMATICHE: Valore della vita umana come contrapposizione all'avidità / Capacità di amare e lasciar andare gli altri per il loro bene
PUNTI A FAVORE: Narrazione in prima persona al presente / Trama semplice e ripetitiva / Assenza di un cast esteso
PUNTI CONTRO: Ambientazione in un mondo fantastico, con termini inventati / Assenza di una mappa
TRAMA: Da bimba, a Jules Ember è stato insegnato che il perfido Alchemist ha rubato il cuore della buona Sorceress, condannando la sua gente a vivere e morire per il tempo racchiuso nel loro sangue e usato come valuta. Mentre i ricchi prosperano per secoli, i poveri sono fortunati se mettono insieme un po' di anni.
Ma Jules ha appena scoperto la verità: lei è l'Alchemist e Caro -la donna cha ha ucciso a sangue freddo la Regina e il primo amore di Jules, Roan- è la Sorceress.
Ora Caro non si fermerà di fronte a nulla per distruggere Jules e rivendicare il suo cuore. Costretta a fuggire da Everless, Jules deve scavare nelle storie che un tempo riteneva leggende ma che ora scopre essere scorci del suo stesso pericoloso passato. Perché solo riunendo assieme i misteri della sua prima vita Jules potrà salvare il ragazzo del quale si sta innamorando -e fermare la Sorceress per sempre.
 
AUTORE: Leigh Bardugo
TARGET: Young-adult
GENERE: Fantasy
SERIE: Grisha Trilogy 3.0
IN ITALIA: "Rovina e ascesa" (editore Mondadori)
LIVELLO: Medio-alto
TEMATICHE: Riflessione sulla fame di potere e le sue conseguenze / Violenza fisica e psicologica verso chi è in condizione inferiore
PUNTI A FAVORE: Narrazione in prima persona con POV singolo / Presenza di una mappa dettagliata
PUNTI CONTRO: Assenza di un glossario / Mondo e termini di fantasia / Prefenza verso termini inusitati
TRAMA: Il fato della nazione è nelle mani di una Sun Summoner spezzata, un esploratore in disgrazia, e ciò che rimane di un'armata magica un tempo grandiosa.
Il Darkling regna dal suo trono di ombre mentre una debole Alina Starkov si riprende dalla loro battaglia sotto la dubbia protezione dei fanatici che la venerano come una Santa. Ora le sue speranze risiedono nella magia di una antica creatura da tempo sparita e nella possibilità che un principe fuorilegge sia sopravissuto.
Mentre i suoi alleati e nemici si preparano per la guerra, solo Alina si frappone tra la sua patria e la crescente marea di oscurità che potrebbe distruggere il mondo. Per vincere questa battaglia, dovrà ottenere un potere leggendario -ma rivendicare la fenice potrebbe essere la sua rovina.

AUTORE: Destiny Soria
TARGET: Young-adult
GENERE: Fantasy, formazione
SERIE: No
IN ITALIA: No
LIVELLO: Medio
TEMATICHE: Rapporti di amicizia e tra genitori e figli / Riflessione sul libero arbitrio, in contrapposizione ad un fato prestabilito / Rappresentazione di etnie, disabilità e orietamento sessuale
PUNTI A FAVORE: Capitoli tendenzialmente brevi / Scelta di un lessico semplice / Elementi di modernità nel contesto fantasy
PUNTI CONTRO: Narrazione in terza persona, al passato, con 6 POV alternati / Assenza di una mappa di Eldra
TRAMA: I cittadini di Eldra sono sottomessi ad antiche predizioni. Dopo la realizzazione dell'ultima profezia infallibile, il malcontento crescente porta ad omicidi ed in breve la ribellione che imperversa per oltre un secolo.
Nel presente, Cassa, orfana di due ribelli, è decisa a combattere contro l'alto concilio, che governa Eldra da dietro le mura della cittadella. I suoi soli alleati sono la razionale Alys, l'estroverso Evander e l'eterno sottovalutato Newt.
Cassa fatica a venire a patti con l'eredità della ribellione lasciatale dai genitori -e il suo timore di essere inadeguata per questo ruolo. Ma quando Cassa e i suoi amici scopriranno il mistero dell'infallibile profezia finale, potrebbe essere troppo tardi per salvare la città -o loro stessi.
 
TITOLO: The Winner's Curse
AUTORE: Marie Rutkoski
TARGET: Young-adult
GENERE: Romance
SERIE: The Winner's Trilogy 1.0
IN ITALIA: "La maledizione. The winner's curse" (editore Leggereditore)
LIVELLO: Medio-basso
TEMATICHE: Riflessioni sull'orgoglio e il valore della vita / Analisi di relazioni tra caratteri simili / Focus su strategia e capacità di mentire
PUNTI A FAVORE: Capitoli tendenzialmente brevi / Ambientazione fittizia ma priva di elementi fantastici
PUNTI CONTRO: Narrazione in terza persona al passato / Assenza di una mappa / Terminologia specifica (nautica, militare e collegata alla fucinatura)
TRAMA: Come figlia di un generale in un vasto impero che gioisce in guerra e schiavizza i popoli conquistati, Kestrel ha due scelte: può arruolarsi nell'esercito o sposarsi. Kestrel ha ben altre idee.
Un giorno, lei è turbata nel trovare uno spirito affine in Arin, un giovane schiavo venduto all'asta.
Seguendo il suo istinto, Kestrel lo compra -ad un prezzo tanto alto che la buona società ne parla.
Non passa troppo tempo che si troverà costretta a nascondere il suo crescente amore per Arin. Ma anche lui cela un segreto e Kestrel scopre ben presto che il prezzo pagato è più alto di quanto avesse immaginato.
 
TITOLO: Stepsister

AUTORE: Jennifer Donnelly
TARGET: Young-adult
GENERE: Fiaba, formazione, retelling
SERIE: No
IN ITALIA: "Stepsister. Sorelle di sangue" (editore Mondadori)
LIVELLO: Medio-basso
TEMATICHE: Cotrapposizione tra destino e scelta / Riflessioni sulla bellezza esteriore, come dono o svantaggio / Imposizione dell'estro sui dettami esterni
PUNTI A FAVORE: Capitoli brevi, spesso brevissimi / Ambientazione pseudo-storica / Trama basata su una fiaba molto nota
PUNTI CONTRO: Narrazione in terza persona al passato / Presenza di vari POV in alternanza, senza una netta distinzione
TRAMA: Cenerentola ha avuto il suo lieto fine... ma cos'è successo alle sue sorellastre?
Questa è la storia della sorellastra Isabelle.
Isabelle è coraggiosa e determinata -ma non bella. Ed ha il piede insanguiato per aver provato a calzare la scarpetta di cristallo.
Ma ora Isabelle ha l'occasione di cambiare il suo destino e dimostrare ciò che le brutte sorellastre hanno sempre saputo: serve più di un cuore infranto per spezzare una ragazza.
C'è speranza per i prepotenti? Una ragazza crudele può cambiare? È tempo per Isabelle di rivendicare il suo destino e non intende lasciare nulla al caso.
 
TITOLO: Strange Grace
AUTORE: Tessa Gratton
TARGET: Young-adult
GENERE: Fantasy, romance, formazione
SERIE: No
IN ITALIA: No
LIVELLO: Medio-alto
TEMATICHE: Condanna della paura come causa dell'inedia / Rappresentazione di personaggi bisessuali e non-binari, oltre a relazioni poliamorose
PUNTI A FAVORE: Narrazione al presente, in un luogo circoscritto / Sviluppo lento della trama e ripetizioni / Assenza di un sistema magico complesso
PUNTI CONTRO: Vasto cast, con nomi inusitati / Diversi POV, non distinti nettamente / Narrazione interrotta da molti flashback
TRAMA: Molto tempo fa, un villaggio strinse un patto con il diavolo: per garantire la propria prosperità, quando la Slaughter Moon sorge, il villaggio deve sacrificare un giovane uomo alle buie profondità della Devil's Forest.
Ma questa volta, la Slaughter Moon è comparsa prima del previsto.
Uniti dal dovere, dai segreti, e dall'amore che provano gli uni per gli altri, Mairwen, una vivace strega; Rhun, il santo predestinato; e Arthur un irrequieto reietto, avranno un ruolo chiave quando il diavolo chiederà una vittima per tener fede al patto. Ma il diavolo che questi amici trovano non è quello atteso, e le bugie scoperte ribalteranno la loro città -e i loro cuori.
 
AUTORE: Kiersten White
TARGET: Young-adult
GENERE: Thriller, sci-fi, retelling
SERIE: No
IN ITALIA: "La buia discesa di Elizabeth Frankenstein" (editore HarperCollins Italia)
LIVELLO: Medio
TEMATICHE: Desiderio di far parte di un nucleo familiare / Relazioni abusive, basate sulla menzogna / Volontà di emanciparsi
PUNTI A FAVORE: Narrazione in prima persona, con POV unico / Trama ispirata ad un celebre classico / Intreccio abbastanza semplice da seguire
PUNTI CONTRO: Alcuni termini ed espressioni desueti / Molti flashback che interrompono la narrazione a metà capitolo
TRAMA: Elizabeth Lavenza non fa un pasto decente da settimane. Le sue braccia gracili sono coperte dai lividi causati dalla sua "tutrice", ed è sul punto di essere lasciata in mezzo alla strada... fino a quando non viene condotta nella dimora di Victor Frankenstein, un ragazzo solitario che sorride di rado e possiede ogni cosa -tranne un amico.
Victori è la sua via di fuga dalla miseria.
Elizabeth fa di tutto per rendersi indispensabile -e il piano funziona. Viene accolta dalla famiglia Frankenstein e ripagata con un letto caldo, del cibo delizioso, ed abiti della seta più fine. Ben presto lei e Victor diventano inseparabili.
Ma la sua nuova vita ha un prezzo. Mentre gli anni passano, la sopravvivenza di Elizabeht dipende dal gestire il temperamento pericoloso di Victor ed assecondare i suoi capricci, non importa quanto siano depravati. Dietro i suoi occhi azzurri ed il suo dolce sorriso si nasconde il cuore calcolatore di una ragazza determinata a rimanere in vita ad ogni costo... mentre il mondo a lei noto si consuma nell'oscurità.

lunedì 26 ottobre 2020

Preferisco comunque la versione di Victor - Recensione a "The Dark Descent of Elizabeth Frankenstein" di Kiersten White

«I never had much artistic flair for needlework, but apparently I was good with skin»

Preferisco comunque la versione di Victor

Recensione a "The Dark Descent di Elizabeth Frankenstein" di Kiersten White


LA SCHEDA TECNICA

TITOLO: The Dark Descent of Elizabeth Frankenstein
AUTORE: Kiersten White
TITOLO ORIGINALE: -
TRADUTTORE: -
EDITORE: Penguin Random House LLC
COLLANA: Delacorte Press
PAGINE: 290
VOTO: 2 stelline

IL COMMENTO

  "The Dark Descent of Elizabeth Frankenstein" è un romanzo thriller, con alcuni elementi sci-fi legati alla storia sulla quale basa gran parte della sua trama e del suo cast, ossia "Frankenstein" di Mary Shelley (QUI la recensione). Questo titolo si presenta infatti come una versione alternativa del celebre classico, narrando gli avvenimenti dal punto di vista di Elizabeth Lavenza, moglie di Victor e vittima della sua Creatura nel romanzo della Shelley; l'intenzione della White, di base, è alquanto lodevole: dare voce ad un personaggio secondario, seppur vitale per lo sviluppo della storia, peccato per l'esecuzione carente... ma cominciamo dalla vicenda!
  Il volume è diviso in tre parti. Nelle prime due si seguono con molta fedeltà gli eventi dell'opera di base, con qualche piccola libertà narrativa legata soprattutto a dei retroscena marginali e alla relazione tra Elizabeth e i suoi genitori adottivi; fino a questo punto il ritmo si mantiene incredibilmente lento e la storia si sviluppa soprattutto nei flash back che spezzano i capitoli a metà, creando un senso di fastidio nel lettore e di disagio negli stessi personaggi,

«"Where are you?" she asked, putting a gentle hand on my shoulder.
I sighed. "In the past."»

avrei preferito l'espediente dei capitoli a parte adottato da Destiny Soria in "Beneath the Citadel" (QUI la recensione). Nella terza parte invece la storia subisce un'accelerazione improvvisa e, sebbene la White dimostri una maggiore creatività rispetto ai capitoli precedenti, ci si ritrova sommersi da una sequela di eventi che non si fa quasi in tempo a metabolizzare, per giungere infine ad una conclusione troppo positiva visti i toni cupi del romanzo.
  Prima di proseguire con la mia analisi (molto) critica, vorrei spezzare una lancia in favore dell'opera della White, anzi tre! Il primo elemento positivo è dato dai tanti riferimenti alla genesi del romanzo originale, ad esempio quando Elizabeth si finge la cugina di Victor perché effettivamente lo era nella prima stesura,

«"Victor Frankenstein?" [...] "What do you want him for?"
"I am his cousin," I said.»

o quando si accenna al fatto che soffra di incubi, come Mary Shelley; i titoli delle parti e dei capitoli sono poi delle citazioni tratte dal poema "Il paradiso perduto" di John Milton, fonte d'ispirazione di "Frankenstein" stesso. Mi è piaciuto anche che la storia si aprisse con una notte di temporale, evento atmosferico che ritroviamo molte altre volte, mentre il terzo punto a favore è alquanto superficiale: la cover inglese cattura l'attenzione e risulta perfetta per il contenuto del volume; in confronto quella scelta per l'edizione italiana fa una figura ben misera.
  E ora partiamo con le lament... critiche costruttive. Iniziamo dalla trama che, come detto, per due terzi è copiata quasi interamente dal romanzo della Shelley e per il terzo restante è un accozzaglia di situazioni incredibili, nel senso che non c'è nessuna logica azione-reazione. La White tenta di creare una svolta della storia che genera un mucchio di domande nel povero lettore -come (senza spoiler, tranquilli) "qual è la ragione dietro all'omicidio di William, visto lo scopo finale dell'assassino?"- oltre a portare ad una brutta scopiazzatura del fantastico "Ladra" di Sarah Waters (QUI la recensione).
  Le pecche di quest'ultima parte si fanno fin troppo evidenti quando l'autrice cerca di giustificare con motivazioni inventate da lei delle scene originali, creando di fatto delle nette incongruenze, soprattutto nelle azioni della Creatura, di Alphonse e della stessa Elizabeth.
  E passiamo quindi al vero problema del libro: Elizabeth Lavenza in Frankenstein, la nostra protagonista. L'autrice la introduce come un personaggio dedito al calcolo del proprio tornaconto personale,

«[...] I had no doubt, he [Judge Frankenstein] would determine that I was not worth holding on to. I had done too well, fixing Victor.»

una giovane donna che valuta ogni parola e ogni gesto per raggiungere il suo fine, ossia... vivere di rendita. Ebbene sì, per quanto la White si sforzi d'ispirare la compassione nel lettore, Elizabeth vuole banalmente farsi mantenere dalla famiglia Frankenstein a vita,

«He [Judge Frankenstein] had debts apparently. What if I had secured Victor, only for him to be rendered a pauper?»

e non vediamo mai da parte sua uno sforzo nel crearsi delle altre opportunità: ad esempio, quando le vengono affidati i fratelli minori di Victor per solo un paio di giorni va subito in paranoia e non sa cosa fare per intrattenerli. La sua situazione risulta ancor più assurda perché, nello stesso libro, ci sono due ragazze quasi coetanee di Elizabeth impegnate in un'attività lavorativa e, a conti fatti, indipendenti economicamente. Purtroppo capiamo in quale considerazione la nostra protagonista tenga il lavoro altrui quando la vediamo far licenziare almeno tre dipendenti dei Frankenstein senza un motivo valido.
 
Il lettore è bloccato nella mente di Elizabeth, quindi conosce ben poco degli altri personaggi, tanto che si potrebbe descrivere ognuno con una sola parola: Victor è pazzo, Justine è dolce, Ernest è unadolescente (tutt'attaccato), Alphonse è scostante, la Creatura è inutile e Mary è -ohi noi!- un enorme deus ex machina, in ognuna delle scene nelle quali interviene per far proseguire una trama altrimenti arenata.

Cover russa
  Viste le contraddizioni della protagonista, anche le relazioni che la legano al resto del cast sono poco credibili; come possiamo accettare che lei si affezioni a Victor quando le sue interazioni con lui sono dettate dalla logica e non da sentimenti spontanei?

«I bit back my impulse to berate him, to inform him I was there to save his foolish life.»

Ancor più assurdo il caso di Justine: uno degli espedienti narrativi che meno tollero è il ricorrere a dei legami spirituali/magici/istintivi per far affezionare due personaggi estranei, e qui succedere esattamente questo!

«Though we had only just met, I felt a soul-deep connection to her, and I knew we would be part of each other's lives forever.»

  Altra conseguenza della svogliata caratterizzazione è l'insensibilità del lettore quando si arriva alle morti dei personaggi, anche se questo potrebbe essere causato in parte dalla mia conoscenza del romanzo di base, per cui sapevo già chi sarebbe stato ucciso.
  In conclusione, un'idea interessante elaborata in modo pessimo; un romanzo che prospera all'ombra del capolavoro della Shelley e palesa tutte le sue debolezze quand'è ora di mostrare la propria solidità individuale.


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