Piccole Donne 2.0
Recensione a "Le lettere segrete di Jo" di Gabrielle Donnelly
SCHEDA TECNICA
TITOLO: Le lettere segrete di Jo
AUTORE: Gabrielle Donnelly
AUTORE: Gabrielle Donnelly
TITOLO ORIGINALE: The Little Women Letters
TRADUTTORE: Stefania de Franco
EDITORE: Giunti
COLLANA: Tascabili
PAGINE: 380
AMAZON
COMMENTO
Benché venga pubblicizzato come un sequel del celeberrimo "Piccole Donne", a mio avviso questo romanzo andrebbe invece considerato una versione moderna del meraviglioso classico. Infatti le protagoniste e alcuni personaggi secondari ricordano fin troppo Jo e la sua famiglia, mentre altri riferimenti più discreti (specie quelli ai romanzi di Dickens tanto amati e letti dalle sorelle March) mi sono risultati più graditi.
La vicenda inizia con la perfetta Emma-Meg in procinto di sposare l'altrettanto perfetto Matthew-John, la problematica Lulu-Jo che si è da poco laureata e non ha idea di cosa vuol fare nella vita, ed infine Sophie-Amy, l'attrice in erba che spera di raggiungere il successo. Grande assente è però Laurie (almeno, io non l'ho rivisto chiaramente in nessun personaggio), mentre la povera Beth si può collegare a Charlie, seppur quest'ultima abbia un destino decisamente più felice.
Le similitudini con "Piccole Donne" sono davvero evidenti e, a tratti, un po' forzate nella prima metà del romanzo; poi fortunatamente le cose cambiano, in meglio! Vediamo Emma affrontare dei momenti davvero difficili per raggiungere il lieto giorno delle nozze, dimostrando di avere un animo ben più indipendente e deciso nell'ottenere ciò che desidera rispetto a Meg.
Le similitudini con "Piccole Donne" sono davvero evidenti e, a tratti, un po' forzate nella prima metà del romanzo; poi fortunatamente le cose cambiano, in meglio! Vediamo Emma affrontare dei momenti davvero difficili per raggiungere il lieto giorno delle nozze, dimostrando di avere un animo ben più indipendente e deciso nell'ottenere ciò che desidera rispetto a Meg.
Dal suo canto, Lulu si immerge a tal punto nelle antiche lettere dell'antenata Jo da pensare di essere parimenti destinata ad innamorarsi di un vecchio studioso per ottenere l'amore della famiglia; alla fine dei conti, la sua risoluzione (sia sul piano lavorativo, sia su quello sentimentale) mi è parsa la più frettolosa e "assurda" (come può non aver mai pensato di lavorare come cuoca?), seppure io abbia apprezzato questa scelta di distanziarla dal personaggio di Jo.
Sophie è davvero molto affine ad Amy, specie per le sue velleità artistiche ed il suo talento naturale nell'affascinare le persone. Una volta avviata la carriera di attrice di teatro, Sophie trova infine il coraggio di accettare i sentimenti dell'amico Jamie, che ha ben poco da spartire con il nobile e ricco Laurie.
Il personaggio che mi ha lasciato più perplessa è la madre delle protagoniste, Fee: non solo perdona al volo il (quasi) tradimento del marito, prendendosene anche in parte la colpa, ma benché sia una psicoterapeuta e una ex-attivista per i diritti delle donne, consiglia ad Emma di concedersi qualche "coccola" di tanto in tanto, anziché pretendere di dividere equamente i lavori domestici con il futuro marito.
Il romanzo ha poi un'altra faccia (la più riuscita!), composta dalle lettere scritte da Jo March alle amate sorelle. Queste missive accompagnano le protagoniste in ogni difficoltà e, alla fine, vengono rivelate da Lulu alla famiglia, perché tutti ne possano ottenere preziose informazioni e consigli. A eccezione dell'ultima (irreale sotto tutti gli aspetti), le lettere risultano davvero verosimili, sia per il contenuto sia per il linguaggio utilizzato.
Un punto dolente del romanzo sono i fattori che mettono in moto gli eventi più importanti: li ritengo troppo forzati per essere credibili, come ad esempio alcuni incontri fin troppo fortuiti. Circa lo stile della Donnelly, ribadisco la sua impeccabilità nella parte epistolare, mentre in quella narrativa penso sia un po' carente nelle descrizioni, infatti l'autrice lascia all'immaginazione dei lettori molte scene che, se descritte, renderebbero la lettura ben più scorrevole.
Sophie è davvero molto affine ad Amy, specie per le sue velleità artistiche ed il suo talento naturale nell'affascinare le persone. Una volta avviata la carriera di attrice di teatro, Sophie trova infine il coraggio di accettare i sentimenti dell'amico Jamie, che ha ben poco da spartire con il nobile e ricco Laurie.
Il personaggio che mi ha lasciato più perplessa è la madre delle protagoniste, Fee: non solo perdona al volo il (quasi) tradimento del marito, prendendosene anche in parte la colpa, ma benché sia una psicoterapeuta e una ex-attivista per i diritti delle donne, consiglia ad Emma di concedersi qualche "coccola" di tanto in tanto, anziché pretendere di dividere equamente i lavori domestici con il futuro marito.
Il romanzo ha poi un'altra faccia (la più riuscita!), composta dalle lettere scritte da Jo March alle amate sorelle. Queste missive accompagnano le protagoniste in ogni difficoltà e, alla fine, vengono rivelate da Lulu alla famiglia, perché tutti ne possano ottenere preziose informazioni e consigli. A eccezione dell'ultima (irreale sotto tutti gli aspetti), le lettere risultano davvero verosimili, sia per il contenuto sia per il linguaggio utilizzato.
Un punto dolente del romanzo sono i fattori che mettono in moto gli eventi più importanti: li ritengo troppo forzati per essere credibili, come ad esempio alcuni incontri fin troppo fortuiti. Circa lo stile della Donnelly, ribadisco la sua impeccabilità nella parte epistolare, mentre in quella narrativa penso sia un po' carente nelle descrizioni, infatti l'autrice lascia all'immaginazione dei lettori molte scene che, se descritte, renderebbero la lettura ben più scorrevole.
COMPRA QUESTO LIBRO