Dolce come il sole attraverso il miele
Recensione a "Eleanor & Park. Per una volta nella vita" di Rainbow Rowell
LA SCHEDA TECNICA
TITOLO: Eleanor & Park. Per una volta nella vita
AUTORE: Rainbow Rowell
TITOLO ORIGINALE: Eleanor & Park
TRADUTTORE: Federica Merani
EDITORE: Piemme
COLLANA: PickWick
PAGINE: 340
TRADUTTORE: Federica Merani
EDITORE: Piemme
COLLANA: PickWick
PAGINE: 340
Due ragazzi
che si incontrano sull’autobus della scuola, quando uno rimane in piedi e
l’altro è il solo a cedergli il posto, e finiscono inevitabilmente per
innamorarsi. Lui è molto legato alla madre, mentre lei ha un padre violento ed
è costretta ad andarsene da casa.
Basandomi su
questi elementi, mi viene subito da pensare al film “Forrest Gump”, ma queste
stesse sequenze si trovano anche in “Eleanor & Park”, romance firmato da
Rainbow Rowell che ha per protagonisti due adolescenti degli anni ’80.
A chi conosce
un po’ i miei gusti letterari, sembrerà strano sapere che ho letto questo
romanzo rosa. E ancor più strano che l’ho davvero apprezzato. Ma, com’era già
successo con “Io prima di te” di Jojo Moyes (QUI la recensione), ritengo i
romance godibili se la storia tra i protagonisti non finisce per eclissare
tutto il resto, e anzi cede il passo anche agli altri temi e agli altri
personaggi.
In questo
caso, se già dal titolo possiamo capire su quale coppia si focalizzerà il
romanzo, l’autrice ha comunque la capacità di dare il giusto spazio a tutti i
personaggi, soprattutto alle famiglie dei due protagonisti, e di affrontare nel
modo giusto tematiche molto importanti, non solo per i lettori giovani:
razzismo, violenza domestica e bullismo vengono toccati con cognizione e senza
scadere nelle classiche banalità.
Conscia di non
anticipare nulla ai suoi lettore, la Rowell inizia il volume con un flash
forward che mostra un Park disperatamente aggrappato al ricordo di Eleanor.
Come anticipato, i ragazzi si incontrano sullo scuolabus, ma fra loro non c’è
decisamente nessun colpo di fulmine, anzi in un primo momento quasi si detestano.
Ad avvicinarli
sarà la passione per la musica e per i fumetti, e in breve una semplice
amicizia si trasformerà in un amore travolgente. Ovviamente troveranno non
pochi ostacoli a frapporsi tra loro, in primis i malevoli compagni di scuola
che dal primo giorno prendono di mira Eleanor per il suo particolare
abbigliamento. I veri problemi arrivano però con i genitori: se quelli di Park
dopo un’iniziale esitazione accettano di buon grado la sua nuova ragazza, la
situazione a casa di Eleanor è ben più difficile e lei è costretta a tentare in
ogni modo di tenere nascosta la storia con Park, tra un padre del tutto assente
ed una madre completamente succube del nuovo marito.
La relazione
tra Eleanor e Park ovviamente resiste alle avversità, seppur tra alti e bassi,
ma ha il difetto di risultare in alcune scene fin troppo stucchevole, specie
per l’eccessivo ricorso a frasi poco credibili in bocca a degli adolescenti,
anche di qualche decennio fa.
La narrazione
è arricchita dalle vivide descrizioni, dall’ottima caratterizzazione dei
protagonisti e dagli innumerevoli riferimenti culturali agli anni Ottanta, con
i personaggi che citano film, cantanti e fumetti di quell’epoca; riferimenti
che chi ha curato l’edizione italiana non ha preso in considerazione vista la
scelta di piazzare in copertina delle cuffiette degne dell’ultimo modello di
I-Pod.
Dei protagonisti,
Park è quello che risulta più vicino al lettore, ma pur provando empatia è
abbastanza distaccato da non far troppo emozionare; con Eleanor invece è
necessario superare la sua iniziale scontrosità ed imparare a conoscerla, anche
nei suoi aspetti più controversi, e alla fine non si può fare a meno di amarla.
Tra i personaggi secondari invece, la mia favorita è senza dubbio la madre di
Park, capace di esternare con dolce fermezza l’affetto per il figlio.
Il volume si
struttura in brevi (a volte brevissimi) capitoli in cui si alternano i POV dei
due protagonisti, pur mantenendo la narrazione in terza persona. La lettura è
stata molto scorrevole, ma la velocità non è da imputare tanto alla foga di
conoscere gli sviluppi della trama quanto all’abbondanza di dialoghi e allo
stile davvero scorrevole e capace di parlare di un amore adolescenziale non
solo ai giovani.
LA VIGNETTA
Sì, per me King sembra Voldemort
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