
My rating: 3 of 5 stars
"Given time and centuries of hard work … perhaps even the likes of me could find a way to become a god. Hah, wouldn’t that fuck them up!"
AMMETTO CHE LE FECI MAGICHE NON LE AVEVO MAI SENTITE PRIMA
Primo capitolo nella duologia fantasy Age of Tyranny, "The Traitor God" è un romanzo ricchissimo di spunti e personaggi interessanti, quanti ne basterebbero per scrivere un'intera saga; Johnston invece ha ignorato una delle regole basilari della narrativa ed ha scelto di condensare in poco più di quattrocento pagine tutte le idee che aveva in mente. Il risultato è un forte mal di testa per il povero lettore che, sprovvisto di mappa e glossario, deve barcamenarsi in un mondo fantastico inedito, tentato di seguire una storia alquanto intricata mentre ha già delle difficoltà nel tenere a mente le regole magiche ed i nomi delle creature sovrannaturali.
La trama di per sé avrebbe anche del potenziale, pur non raccontando una storia nuovissima: il magus Edrin Walker è da dieci anni in costante fuga, perseguitato da mostri d'ombra provenienti da un'altra dimensione che riescono a captare la sua essenza magica; l'assassinio dell'amico fraterno Lynas lo convincerà a tornare infine a Setharis, città dalla quale è scappato dopo alcuni eventi di cui non ha memoria ma che sembrano collegati alla morte di una divinità. Mentre indaga sull'omicidio di Lynas, Walker rincontra parecchie sue vecchie conoscenze e scopre perfino un complotto per distruggere l'impero Setharii.
E già qui cominciano i problemi legati allo sbilanciamento della narrazione, perché le prime cento pagine sono molto lente, vedendo in scena Walker quasi sempre solo e includendo pochi momenti d'azione, mentre quando si raggiunge un punto di svolta l'autore da un'accelerazione troppo decisa alla trama, buttando in faccia al lettore una raffica di avvenimenti che non da il tempo per metabolizzare le informazioni e neanche per conoscere bene i personaggi secondari. Questo è un vero peccato perché alcuni avevano le carte in regola per risultare carismatici senza troppa fatica, come Shadea che con poche battute mi aveva già conquistata; lo stesso discorso vale per i rapporti tra i personaggi, fra i quali l'amicizia che lega Walker a Lynas e Charra è l'unico abbastanza approfondito, mentre anche il rapporto tra Charra e Layla avrebbe meritato qualche riga in più.
Come ulteriore conseguenza di questa narrazione quasi videoludica abbiamo l'assenza di reazioni emotive quando assistiamo alle morti dei personaggi; non basta avere il "coraggio" di uccidere i tuoi personaggi per diventare un buon autore grimdark, come non basta neppure includere elementi gore random per impressionare il lettore, se poi i tuoi personaggi principali aiutano i poveri mendicanti e permettono agli indigenti di istruirsi gratis.
I personaggi non sono gli unici che Johnston ha sacrificato nella fretta di raccontare la sua storia. Il pugnale senziente Dissever, i mostri contro cui Walker combatte, il sistema magico e quello religioso sono tutti aspetti che potevano rendere unica questa storia, ma non hanno avuto abbastanza spazio nel testo per poterlo fare. La delusione peggiore però sono stati gli antagonisti, che più banali e monodimensionali di così non si potevano scrivere: tutti intenzionati a distruggere il mondo per poi costruirne uno migliore, tutti sconfitti senza troppa fatica.
Se a questo aggiungiamo i buchi di logica (in particolare nelle decisioni prese dagli elder magi) e il modo forzatissimo con cui il buon Cameron ha ficcato il titolo del libro in bocca ai suoi personaggi, potreste pensare che "The Traitor God" sia stata una completa delusione. E in parte sono delusa, ma posso assicurarvi che ci sono anche degli elementi positivi.
Innanzitutto mi sono molto divertita durante la lettura (ma molto di più nello scrivere questa recensione!), ho adorato come il testo sia ricco di strizzate d'occhio alla cultura pop che fanno sorridere per il modo in cui si amalgamano ad un mondo fantasy di stampo medioevale; la parte finale è a dir poco caotica, ma ho trovato geniale l'idea di una città magica messa sotto attacco da una combinazione tra i cattivi di "Waterworld" e l'alieno gigante di "Evolution".
La perla di questo romanzo però è il suo protagonista. Walker non è un personaggio completamente negativo quanto piuttosto un egoista, uno che guarda prima al suo tornaconto e alla sua sicurezza, e in questo risulta molto più realistico di alcuni suoi "colleghi" troppo spietati o eccessivamente gentili. Andando avanti con la lettura lo si apprezza sempre più, e a mio parere dimostra un ottimo bilanciamento come antieroe, considerando anche le sue capacità magiche e il twist dei ricordi alterati che vengono sfruttati molto bene.
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