
My rating: 4 of 5 stars
"At first people played her out of pity, and lost. Then they played out of curiosity ... Now they play for the purest cause, and in the purest way, for now the Gameshouse works upon their souls and they play for the only thing which matters - for the win"
NON UNA TRILOGIA MA UN TRITTICO
Composto da tre novelle, inizialmente separate e disponibili nel solo formato digitale, "The Gameshouse" è stato pubblicato cinque anni più tardi come fosse un vero e proprio romanzo, ed onestamente come tale vi consiglierei di leggerlo perché le diverse storie non sono semplici companion novellas, hanno invece molti elementi in comune e diversi dettagli risultano incomprensibili se si legge un solo racconto oppure non si segue l'ordine indicato. Pertanto, approvo in pieno la scelta di creare questo bind-up, che tra l'altro permette per la prima volta ai lettori di avere una copia cartacea di un'opera forse meno nota ma non per questo da sottovalutare della fantastica Claire North (sì, ho un bias nei suoi confronti, pensavo fosse ormai palese!).
Il concept dal quale parte è interessante e gestito in maniera brillante: si basa sull'esistenza della Gameshouse, una sorta di casinò di lusso dove i clienti si possono sfidare a qualunque tipo di gioco, mentre austeri giudici in bianco supervisionano ogni partita; i migliori giocatori vengono poi invitati a mettersi ulteriormente alla prova e tentare di accedere alla higher league, dove le poste in gioco sono ben più alte e le dimensioni del tabellone possono raggiungere i confini di uno Stato. Questo elemento paranormale da all'autrice la possibilità di spaziare con la fantasia, infatti all'interno della Gameshouse vediamo persone che acquisiscono o perdono semplici fortune, ma anche capacità fisiche, l'affetto della persona amata, i ricordi di un'intera esistenza... perfino gli anni della propria vita, e proprio grazie a quest'ultimo espediente abbiamo personaggi particolarmente longevi, tratto quasi distintivo dei romanzi di North.
Sfruttando quest'idea, l'autrice struttura le tre storie. La prima è ambientata nella Venezia del 1600 e ruota attorno a Thene, una donna frustrata dalla vita infelice che altri hanno scelto per lei; dopo essere stata costretta ad entrare nella Gameshouse al seguito del marito ludopatico, il suo talento per la strategia le permetterà di partecipare ad una competizione per vincere un posto nella higher league. Il secondo racconto parte da Bangkok agli inizi del Novecento per poi muoversi per tutta la Thailandia ed ha come protagonista Remy, un giocatore esperto ma penalizzato dal vizio dell'alcool, che viene sfidato ad una partita di nascondino su scala nazionale, con i suoi preziosi ricordi come posta in palio. L'ultima novella è quella con maggiori collegamenti alle altre e ogni informazione a riguardo (perfino l'identità del protagonista) sarebbe uno spoiler, quindi vi posso solo dire che questa storia tira le fila di un gioco attentamente pianificato da secoli, nel quale verranno coinvolti gli altri due protagonisti, ed il mondo intero.
Come per i suoi lavori precedenti, sono posso che elogiare lo stile narrativo di Claire North, che in quest'opera ha un quid inaspettato perché tutte le storie sono raccontate da un punto di vista onnisciente eppure sempre vicino ai personaggi, che porta il lettore ad interagire con l'ambientazione mentre segue lo sviluppo delle vicende; la rivelazione su chi sia questo POV misterioso è poi tanto geniale quando assolutamente calzante.
Di North ammiro poi la capacità di portare i personaggi in luoghi e tempi tanto distanti, rendendo verosimile e chiara ogni location in cui si trovano; e in questo libro in particolare i protagonisti viaggiano praticamente in ogni Continente. Il mio unico appunto negativo rilevante è il poco spazio dato alla caratterizzazione dei personaggi, che si nota soprattutto nella prima e nella terza storia, ma per motivi diversi: in un caso abbiamo un cast troppo ampio per poter analizzare bene tutti, mentre nell'altro seguiamo dei personaggi presentati come estremamente freddi, quindi risulta un po' difficile empatizzare con le loro azioni, anche quando ci viene data una giustificazione.
Infine, se dovessi fare una micro classifica di queste novelle, metterei al primo posto "The Thief" -la novella su Remy, che più di tutte mi ha emozionata per aver inserito un protagonista molto umano eppure logico in un'avventura ricca di adrenalina -, al secondo "The Serpent" nella quale ho molto apprezzato l'intelligenza e la risolutezza di Thene, e al terzo "The Master" che è godibile quanto le altre ma ricorda un po' troppo la seconda per spiccare, oltre ad avere un epilogo molto emotivo ma anche aperto, da interpretare, che non corrisponde proprio al mio ideale di conclusione per una storia.
Voto effettivo: quattro stelline e mezza
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