
My rating: 4 of 5 stars
"The Hall rose above me in a lattice of stark, charred beams. My entire body rebelled against looking at it, but the corpses on the ground were worse"
IL RAPPORTO UMANI/DÈI È DI UNO A TRE
Ho scelto questo titolo sempre nell'ambito del progetto per leggere durante maggio romanzi collegati alla mitologia norrena, e infatti "Hall of Smoke" viene pubblicizzato come fantasy ispirato ai popoli vichinghi; non ho notato però delle vere assonanze con i miti nordici: nonostante in questa storia le divinità giochino un ruolo chiave, le similitudini con Odino e compagni sono ben poche. In compenso, ho scoperto un titolo poco conosciuto ma con diversi spunti interessanti ed elementi (come la stretta connessione tra umani e dèi, appunto) di cui adoro leggere.
La trama ruota attorno alla missione affidata alla protagonista Hessa, una sacerdotessa guerriera, dalla dea Eang alla quale è devota: alla donna è stato predetto anni prima l'incontro con un uomo dall'occhio dorato che dovrà uccidere; da questo spunto si sviluppa un'avventura on the road, che porterà la protagonista a viaggiare per diverse regioni di questo mondo fantastico ispirato all'Europa continentale del V secolo. La narrazione inizia in medias res, con Hessa che mendica il perdono di Eang per aver risparmiato il suo nemico, per poi includere dei brevi flashback in cui vediamo sia dei dettagli del world building creato da Long, sia scorci sul passato della donna. E qui abbiamo un primo problema del volume, perché dalla trama e dalla cover ci si potrebbe aspettare una storia ricca di adrenalina quando invece, pur includendo più di una scena di battaglia, il libro ha un ritmo decisamente placido e concede molto spazio a momenti di viaggio o di dialogo tra i personaggi.
Passando proprio al cast, devo dire di non avere alcuna lamentela in questo caso: tutti i personaggi vengono caratterizzati in modo attento e verosimile, senza ricorrere ai soliti stereotipi, anche nel caso di quelli più marginali. Ovviamente tra tutti spicca Hessa, protagonista e narratrice con un carattere forte e delle motivazioni credibili, ma non per questo libera dai dubbi che la iniziano a perseguitare già dal suo tradimento iniziale verso Eang, ed andranno sempre a crescere con le scoperte che farà sulla vera natura degli déi; la sua personalità mi ha permesso di apprezzare la narrazione in prima persona nonostante limiti molto le scene a cui il lettore può assistente, oltre a rendere decisamente lente le varie rivelazioni. Tra i comprimari, ho apprezzato soprattutto l'ambiguo Ogam e Nisien, una figura tormentata ma che diventerà pian piano vicino come un fratello per Hessa.
Come già detto, l'ambientazione riprende diversi elementi storici, che riesce però a mescolare con alcune trovate originali e davvero brillanti, in particolare per quanto riguarda la mitologia di questo mondo: un paio di esempi -senza spoiler- sono la dea che ogni anno è incinta perché deve letteralmente partorire il raccolto, oppure la divinità uccisa e trasformata in spirito messaggero nella forma di gufo. Invece, a dispetto dei tanti elementi fantastici, il sistema magico non viene illustrato in modo particolarmente approfondito, tanto che anche sugli effetti dell'Eangi Fire (una sorta di urlo di battaglia dei sacerdoti di Eang che ferisce fisicamente i loro nemici) sappiamo poco; va però precisato che questo non era chiaramente un aspetto su cui la cara Hannah intendeva concentrarsi.
Lo stile narrativo non è particolarmente artificioso, ma trovo sia comunque capace di creare la giusta atmosfera e molto adatto per il contesto in cui i personaggi si muovono; secondo me Long ha dato il suo meglio nelle descrizioni vivide dei tanti luoghi visitati da Hessa e nelle scene di confronto tra lei e gli altri protagonisti. Il romanzo va poi a trattare diversi temi, in primis quello dell'elaborazione del lutto, in un processo di accettazione che accompagna l'eroina per tutto il volume; si parla anche di fede religiosa (sia pur in una realtà in cui gli dèi sono reali e interagiscono spesso con gli umani) e di emancipazione femminile, nelle parti in cui vediamo le differenze tra i "barbari" del nord e il civile impero Arpa dove le donne sono cittadini di seconda categoria. Viste le tematiche, il libro contiene diversi potenziali trigger, pur non includendo mai descrizioni troppo grafiche.
Per quanto riguarda l'edizione, ho apprezzato molto la presenza di una mappa dettagliata e di un glossario (con tanto di pronunce!) che, vi assicuro, può essere consultato anche durante la lettura perché non contiene spoiler, come mi è capitato di riscontrare in altri fantasy. Da ultimo, vorrei segnalare che il volume si può affrontare come autoconclusivo, nonostante venga indicato come primo di una serie; per quanto mi riguarda, non penso di continuare con i sequel, ma solo perché le sinossi di questi mi sembrano un po' banali.
Voto effettivo: quattro stelline e mezza
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