mercoledì 24 gennaio 2024

"The Last Laugh" di Mindy McGinnis

The Last LaughThe Last Laugh by Mindy McGinnis
My rating: 4 of 5 stars

"Three of the founding families, powerful names dwindled to nothing. The trailblazers and pathfinders have been distilled down to a drug dealer and a loser, one high and the other a national joke, standing by as the last ancestral home crumbles. And soon, there will only be one"


QUANDO IL FINALE SALVA IL ROMANZO

Dopo la conclusione decisamente cupa ma molto appassionante di "The Initial Insult", mi ero ripromessa di tornare nei pressi della cittadina di Amontillado in Ohio a breve, così da evitare di scordarmi del tutto la trama ed i nomi dei personaggi, o per lo meno di quelli principali. E per fortuna quattro mesi non sembrano essere stati sufficienti per farmi dimenticare una storia così insolita ed inquietante nella narrativa per ragazzi! "The Last Laugh" non si allontana da queste vibes, pur spingendo forse un po' troppo l'acceleratore sul lato weird e sui rimandi alla bibliografia poeiana.

La narrazione riprende il giorno successivo rispetto all'epilogo del primo romanzo, con la piccola comunità in subbuglio per la scomparsa della bella Felicity Turnardo, per il video virale che vede protagonista Kermit "Ribbit" Usher e per la presunta fuga del maschio di pantera dall'Amontillado Animal Attractions, il simil-zoo (mal)gestito da Cecil Allan. Mentre è impegnata a cercare una soluzione a questi e molti altri problemi, Tress Morton rimane ferma nella sua missione di far luce sulla misteriosa scomparsa dei genitori, avvenuta sette anni prima.

Come nel primo libro, fioccano le citazioni ai racconti di Edgar Allan Poe, sia nei nomi dati ai personaggi che nelle vicende raccontate. In questo caso, McGinnis si rifà soprattutto alla storia de "Il cuore rivelatore", che fa da filo conduttore tra diverse scene ed accompagna il lettore nella maggior parte del volume. "La caduta della casa degli Usher" ed "I delitti della Rue Morgue" danno vita a delle proprie sottotrame, anche se rispetto a quella principale non mi sono sembrate altrettanto ben amalgamate nella narrazione: specialmente la parentesi dedicata all'orangutango Rue risulta inserita a forza in un momento poco opportuno. Nel complesso, mi è comunque piaciuta l'idea di rielaborare in chiave moderna e giovanile questi classici del genere horror.

E proprio la componente horror è tra i punti di forza di questo romanzo, con delle scene spaventose che nulla avrebbero da invidiare ad un libro per adulti. Anche perché le tematiche più mature non mancano: che si tratti di analizzare la psicologia di personaggi complessi, di sviscerare relazioni sentimentali o familiari, di raccontare un'amicizia trasformatasi in disprezzo reciproco. Ho apprezzato molto anche la risoluzione data ai tanti misteri presentati nella serie: forse ci si arriva un po' troppo presto, ma questo non toglie nulla al modo intelligente con cui si collegano i vari indizi.

A dispetto del mio entusiasmo iniziale, per alcuni aspetti questa conclusione non mi ha saputo convincere; e neanche la tenerellosità di Hugh "Huge" Broward è riuscita a compensare. Ad esempio, già dalle prime pagine, mi ha fatto storcere il naso la quantità di spunti narrativi presenti: davvero troppi per una storia di questa portata! Come ho già accennato, tutti gli enigmi ottengono una risposta chiara e comprensibile, ma per buona parte del volume ci si sente davvero confusi e spiazzati davanti ad un intreccio così vasto e, in piccola parte, scollegato.

Ho fatto poi una gran fatica a digerire il POV di Ribbit, che sostituisce quello di Felicity, dimostrandosi però un personaggio molto meno interessante e a dir poco spiacevole, soprattutto per il modo ossessivo con cui oggettifica donne e ragazze, e per la convinzione di essere al centro di una storia di cui risulterà l'eroe indiscusso. Con il proseguire della lettura, sono riuscita quasi ad apprezzare il percorso che la cara Mindy ha creato per questo carattere, ma i suoi rimangono comunque dei capitoli non facili da affrontare.

Approdando a critiche più oggettive, devo almeno menzionare la convenienza di alcune svolte di trama (e penso in particolare ad un certo giro in macchina fatto da Tress e Huge per nessuna ragione al mondo) e l'utilizzo spropositato di volgarità nei dialoghi, molto spesso fine a se stessa. Ma nonostante questi difetti, credo che conserverò un ricordo positivo della duologia, specialmente per il modo intelligente con cui sono stati caratterizzati i personaggi e per l'originalità dello spunto, sempre più ostica da trovare nei libri per ragazzi.

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