La coppia quasi perfetta by John MarrsMy rating: 1 of 5 stars
"Poi ricordò a se stessa che non aveva più bisogno dell'approccio necessario per utilizzare i siti di appuntamenti e le app di incontri: Match Your DNA si basava su biologia, chimica e scienza ... si fidava, alla pari di milioni e milioni di persone come lei"
QUALCUNO HA DETTO RELAZIONI POLIAMOROSE?
Non mi aspettavo che la lettura de "L'acciaio sopravvive" si dimostrasse tanto impegnativa, al punto da spingermi ad iniziare un libro più leggero da affiancargli; nella fattispecie, ho optato per "La coppia quasi perfetta", un romanzo molto popolare in patria e non così tanto in Italia, forse per essere caduto vittima dell'ennesima edizione migliorabile targata Newton Compton, titolo e copertina compresi! Ma la vera rivelazione è stata realizzare che, con il procedere delle due letture, il fantasy di Morgan mi appassionava sempre di più mentre il thriller del caro John diventava più inverosimile, lacunoso e pedante ad ogni nuovo capitolo.
E dire che lo spunto iniziale si presentava talmente bene: in un futuro per nulla lontano, un'azienda inglese promette di individuare l'anima gemella di ognuno tramite un'analisi del DNA alquanto economica. Il volume alterna cinque linee di trama, che seguono altrettante persone quando queste hanno da poco ricevuto la notifica con il nome del loro vero amore: la tradizionalista Mandy secondo cui spetta all'altro fare il primo passo, il problematico Christopher con la sua doppia vita, la giovane Jade bloccata in un'esistenza insoddisfacente, il non troppo risoluto Nick che assieme alla fidanzata si sottopone al test ad un passo dalle nozze, ed Ellie una ricca e riservata donna d'affari abbinata ad un uomo del tutto comune.
Da questi primi elementi tutte le storie si sviluppano in modo notevole, ed in realtà non posso muovere critiche al fascino dell'idea alla base o alla scorrevolezza del testo, specie se chiudo un occhio sui molti refusi della traduzione nostrana. Sulla carta, sarebbero inoltre presenti una gran quantità di elementi sui quali poter intavolare delle valide riflessioni: discriminazioni di genere, pressione sociale, conflitti familiari ed elaborazione dei traumi sono le principali tematiche, assieme a numerose varianti sul tema della maternità... anche troppe! se si considera che il libro non dovrebbe essere dedicato a quello specifico argomento, ci sono almeno tre gravidanze in più del necessario tra queste pagine.
I plot twist sono un altro aspetto sul quale mi sento combattuta, perché alcuni mi hanno colpito in senso positivo, almeno ad inizio volume; purtroppo con il proseguire della narrazione, si comincia a distinguerne tre categorie: quelli noiosamente prevedibili, quelli talmente assurdi da far scoppiare a ridere, e quelli che si pongono in diretta contraddizione con le informazioni precedenti. Nell'ultimo caso, si vengono così a creare dei buchi di trama sempre più grandi che l'autore tenta anche di riparare, ma solo a tratti ed in maniera amatoriale. Cosa della quale non ci si può comunque stupire dopo aver affrontato la sua prosa farcita di frasi pseudo-fighe per qualche capitolo: un ragazzino delle medie probabilmente risulterebbe più incisivo nella scelta del lessico e convincente nel definire i personaggi.
L'approfondimento è invece tristemente assente, dal momento che l'intero cast è privo non dico di carisma ma perfino di coerenza; e ciò ha avuto con la sottoscritta un risvolto negativo duplice: mi ha reso del tutto indifferente alle vicende narrate (specie quanto i rapporti tra i protagonisti sono così chiaramente arbitrari!) e mi ha fatto innervosire per la superficialità ed il pressapochismo con cui vengono trattate questioni serie e pesanti. In particolare, è presente una forte stigmatizzazione della psicopatia, con tanto di frasi didascaliche che rendono banale uno spunto teoricamente intrigante.
Il difetto maggiore rimane però l'intreccio. Innanzitutto sono presenti una quantità eccessiva di colpi di scena degni di una soap opera (e lo dico al netto del mio affetto decennale per Beautiful!), a quanto pare consigliati a Marrs dal suo caro amico John Russell, che lui stesso descrive nei ringrziamenti come una persona estranea al mondo della letteratura! Le motivazioni dietro a queste svolte non sono da meno, tant'è che nella maggior parte dei casi la trama procede solo per pura fortuna: fortuna che un certo personaggio non si ponga mezza domanda, fortuna che nessuno noti qualcosa di fin troppo palese, fortuna che una notizia di portata planetaria passi in sordina fino al momento giusto. Proprio quest'ultimo elemento ha cementato la mia delusione sul finale, perché un evento paragonato per rilevanza al crollo delle Torri Gemelle non può avere un impatto così blando sulle altre linee di trama.
Oltre a voler scrivere (fallendo!) un thriller avvincente, l'autore vorrebbe parlare anche di scienza -per poi spiegare tutto in maniera ingenua e semplicistica- e di sentimenti; in effetti per quanto grave sia la situazione, tutti i conflitti si riducono al loro lato emotivo, ma lo fanno in modo qualunquista e con una retorica degna di un adolescente alla sua prima cotta. Non mancano delle problematicità nel ritmo, soprattutto a narrazione avviata, e non si contano i capitoli in cui non succede nulla, inclusi solo perché il caro John ha voluto rispettare a tutti i costi la struttura a rima alternata; il tutto assume contorni ancor più ridicoli se pensiamo che il POV più noioso si è rivelato essere quello del serial killer! Ed infatti non so se ridere o piangere: le storie raccontate sarebbero teoricamente tragiche, ma il risultato è quasi sempre grottesco nella sua inverosimiglianza. Tutti questi tentativi di apparire provocatorio e drammatico sono eccessivi, e finiscono per far risultare il libro soltanto patetico.
Voto effettivo: una stellina e mezza
View all my reviews
