Le 1000 maschere di Amy
Recensione a "L'amore bugiardo" di Gillian Flynn
SCHEDA TECNICA
TITOLO: L'amore bugiardo
AUTORE: Gillian Flynn
TITOLO ORIGINALE: Gone Girl
TRADUTTORE: Francesco Graziosi (Nick) e Isabella Zani (Amy)
EDITORE: Rizzoli
COLLANA: BestBUR
PAGINE: 460
COMMENTO
In questi ultimi anni in cui i cosiddetti femminicidi finiscono sempre più
spesso sulle pagine dei quotidiani, le interviste ad amici e parenti delle
vittime grondano frasi come "La maltrattava da anni" oppure
"C'erano tutti i segnali" o ancora "Era prevedibile: primo o poi
l'avrebbe uccisa". Leggendo questo romanzo mi sono venute alla mente delle
frasi molto simili. Ma pensando al marito.
"L'amore bugiardo" è una vera sorpresa in questo senso, perché capovolge
i ruoli tradizionali e dimostra come gli uomini non siano i soli a commettere
dei gesti estremi (ed estremamente violenti) per amore; o più semplicemente per
tenere accanto a se la persona amata, anche a dispetto dei suoi sentimenti.
La prima metà del romanzo ci presenta quello che appare a tutti come un
classico caso di uxoricidio: un marito fedifrago stanco della vita coniugale,
con problemi finanziari, ed una moglie con un'ingente assicurazione sulla vita
che improvvisamente scompare. Tanto la polizia quanto l'opinione pubblica non
tardano a puntare i loro sospetti su Nick, e la scrittura della Flynn, che
abilmente svela i retroscena molto lentamente -quali centellinandoli-, porta
anche il lettore a convincersi pian piano della colpevolezza del protagonista.
Con la seconda parte, la trama viene completamente ribaltata e, se molti
personaggi continuano a sospettare di Nick, almeno noi lettori possiamo
scoprire in parte la verità, capendo così che la dolce e premurosa mogliettina
Amy, a cui ci siamo inevitabilmente affezionati leggendone il diario, non è mai
esistita.
Con delle basi tanto inusitate la trama prospera, risultando sempre
interessante ed innovativa; il finale -da molti criticato a torto per la sua
frettolosità- conclude degnamente il romanzo, chiarendo le motivazioni e gli
obiettivi dei protagonisti, senza snaturarli minimamente.
In effetti, a differenza di altri autori che partono da un'idea di trama e
lasciano ai personaggi il compito di svilupparla, la Flynn ha elaborato una
trama intricata e complessa per poi cucirci sopra dei personaggi perfetti ad
interpretarla. Ciò non toglie che questi siano caratterizzati ottimamente, sia
i due protagonisti sia diversi comprimari, come l'avvocato Tanner Bolt o i
genitori di Amy.
Ho riscontrato ben pochi elementi negativi durante la lettura, ma purtroppo
meritevoli di menzione: nei paragrafi descrittivi, specie della prima parte, si
tende ad inserire dei fastidiosi intermezzi (solitamente flashback) che
distolgono l'attenzione; anche il "diario" di Amy mi ha un po'
indispettito per lo stile poco credibile e perché a tratti si rivolge
direttamente ad un ipotetico lettore. Infine, sono rimasta molto delusa che
l'autrice abbia scelto di dare più spazio a Nick e ai suoi pensieri, rispetto a
quelli della vera Amy.
Trovo invece geniale lo spezzettamento del personaggio di Amy che risulta
composto da una serie di maschere sovrapposte: una donna che non si lascia mai
andare, non mostra mai il suo vero io, tranne forse nelle scene con Greta e
Jeff. E scopriamo così che la nostra protagonista è tutt'altro che mitica.
Ho inoltre trovato estremamente congrui e realistici i pensieri della massa, di
chi guarda al caso dall'esterno, e mi ci sono a più riprese riconosciuta.
Ottima anche l'idea dell'editore italiano di far tradurre i capitoli POW di
Nick ad un uomo e quelli di Amy ad una donna.
Altra peculiarità del testo sono le descrizioni sempre formate da tre
aggettivi, ma non solo: anche molti elenchi o elementi vengono raggruppati in
terzetti.
In conclusione, anche per chi come me ha già visto il film, è inevitabile
rimanere incantati da questo brillante thriller.
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