Se Charlie Swan fosse stato un lupo
Recensione a "Cappuccetto Rosso sangue" di Sarah Blakley-Cartwright

SCHEDA TECNICA
TITOLO: Cappuccetto Rosso sangue
AUTORE: Sarah Blakley-Cartwright
TITOLO ORIGINALE: Red Riding Hood
TRADUTTORE: Egle Costantino
EDITORE: Mondadori
COLLANA: Oscar bestsellers
PAGINE: 300
COMMENTO
Se
a volte da un libro può essere tratto un buon film, è parecchio difficile
ricavare da un film un romanzo anche sia anche solo mediocre. E
"Cappuccetto Rosso Sangue " non è un'eccezione a questa regola.
Durante
la lettura non si può fare a meno di pensare a questo romanzo come alla
sceneggiatura del film, arricchita da qualche descrizione e dalle riflessioni
dei personaggi. La vera natura del libro si evidenzia anche nei repentini e
frequenti cambi di scena, come pure in alcune sequenze descritte in modo a dir
poco frettoloso.
Queste
scelte stilistiche fanno quasi pensare che l'autrice abbia scritto di fretta
per tenere il passo con il film, dimenticando però che il maggior pregio di una
trasposizione cartacea sta proprio nell'avere più tempo per conferire
profondità ad alcuni passaggi che un lungometraggio è obbligato a tagliare per
la natura stessa dell'opera.
Prima
di addentrarci nella trama, voglio segnalare due aspetti molto positivi che ho
riscontrato: innanzitutto il contesto fiabesco non rimane circoscritto alla
fiaba di Cappuccetto Rosso sulla cui base è stato sviluppato il filone centrale
della storia, bensì vengono sparsi come briciole di pane parecchi elementi che
riconducono ad esempio alla favola dei Tre Porcellini come pure ai fratelli
Grimm, noti per il loro impegno nel riunire in una sola raccolta moltissime
fiabe e leggende popolari; in secondo luogo, è davvero peculiare l'uso degli
odori e dei profumi nelle descrizioni, benché inizialmente questa venga
segnalata come una prerogativa della sola protagonista.
Passando
alla trama, l'ho trovata abbastanza lineare ad eccezione di un paio di validi
plot-twist, come l'omicidio di Lucy che la sinossi lasciava intendere sarebbe
sopravissuta più a lungo, o la rivelazione della moglie di Solomon come lupo
mannaro, mentre inizialmente viene da pensare che sia solo una vittima.
L'identità del lupo mannaro mi ha invece lasciato l'amaro in bocca, infatti in
tutti i capitoli precedenti manca anche solo un minimo indizione sulla sua
identità e la soluzione del mistero lascia il lettore un po' perplesso.
Dal
momento che il romanzo (quindi il film) è nato sulla scia del successo della
saga di Twilight, non potevano mancare poi alcuni fastidiosi stereotipi, come
il classico triangolo amoroso oppure l'ottica secondo la quale gli uomini,
anche se rivali, riescono comunque a stabilire una tregua in caso di bisogno,
mentre le donne (ad eccezione della protagonista possono rientrare solo in tre
categorie; amebe, oche o bitches.
Analizzando
i personaggi, mi devo dire nuovamente molto delusa dai protagonisti, sui quali
l'autrice fa uno scarsissimo lavoro di analisi, rendendone così vaghe le
motivazioni e frivoli i sentimenti. Ironicamente, alcuni personaggi secondari o
addirittura alcune comparse ottengono più spazio, a dispetto della loro poca
importanza ai fini della trama: mi viene subito alla mente il lato tenero
(perché?) della vedova Lazar o l'inchiostro sprecato per parlare dei rimorsi di
coscienza in Padre Auguste.
Un
personaggio secondario che ho invece apprezzato è il piccolo Claude, peccato
che negli ultimi capitoli l'autrice lo perda di vista, lasciandoci nel dubbio
sul suo salvataggio per merito di Roxanne.
Una
riflessione infine sui pensieri di Valerie, la nostra protagonista, che sembra
scegliere con cura proprio i momenti più infelici per confidare al lettore che,
proprio come Bella Swan, non sa quale ragazzo scegliere.
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