Chi ha la pelle dura come un coccodrillo?
Recensione a "Gli occhi gialli dei coccodrill" di Katherine Pancol
TITOLO: Gli
occhi gialli dei coccodrilli
AUTORE: Katherine
Pancol
TITOLO ORIGINALE: Les yeux jaunes des crocodiles
TRADUTTORE: Roberta Corradin
EDITORE: Dalai
COLLANA: Super Tascabili
PAGINE: 520
Risulta davvero difficile trovare una sintesi vera e propria di questo romanzo, ma la brevissima premessa sul retro non viene affatto disattesa: in questo romanzo c’è realmente la vita, la vita di una famiglia, e anche piuttosto allargata con tanto di amanti, dipendenti affezionati e vicini accolti in seno al nucleo familiare.
Riassumere la trama d’altro canto non è per
nulla semplice: ogni personaggio segue la propria via o, in alcuni casi, se la
crea con le proprie forze. Per essere precisi, sono presenti molte storylines,
tutte intrecciate tra loro a formare un più ampio affresco.
In questo romanzo familiare collimano infatti
personaggi dai caratteri molto diversi e, a volte, diametralmente opposti; in
realtà, più che personaggi sarebbe corretto parlare di persone. La prosa della
Pancol delinea dei comportamenti, delle situazioni e delle passioni molto
vicine alla vita reale, e per nulla artificiose.
Mi ha sorpreso soprattutto il coraggio
dell’autrice di presentare personaggi molto negativi, che per tutto i romanzo
tengano dei comportamenti odiosi, spesso nei confronti di quella che si può
considerare la protagonista, Jósephine:
sarebbe stato più facile creare personaggi gentili e simpatici ai lettori. Alla
fine però si arriva alla resa dei conti e chi prima aveva sbagliato paga le
proprie cattiverie.
D’altro canto la presenza di così tanti
personaggi rende la prima parte del romanzo veramente lenta, specie per
spiegare tutti i legami esistenti. Un’altra scelta poco felice della Pancol sta
nelle risoluzioni da “soap opera”, tra le quali la storia del gemello segreto è
solo la punta di un ben più vasto iceberg sotto la superficie.
Per quanto riguarda i coccodrilli annunciati
nel titolo e nella copertina, l’intero romanzo è caratterizzato da continui
riferimenti ai rettili in generale e, appunto, ai coccodrilli in particolare;
ci sono anche metafore o giochi di parole su questi coriacei predatori e sui
loro intensi occhi che illuminano la notte. Solo più in là si incontrano dei
coccodrilli in carne ed ossa, e denti pronti a sbranare chi incautamente gli si
avvicina.
In generale, il romanzo non porta alla luce
nessun tema nuovo od illuminante; sebbene si parli ampiamente della solitudine
per molti personaggi, ritengo negativo mettere in evidenza come una donna non
possa vivere da sola: non solo nel caso si Jo, ma anche per chi sembra capace
di sostenersi come Shirley o chi quasi disprezza il marito.
Sempre in relazioni ai sentimenti di Jósephine, avrei di gran lunga
preferito che l’uomo con il montgomery si defilasse, in favore di qualcun
altro; ma è solo un’opinione personale, inoltre questo romanzo è solo l’inizio
di una trilogia, quindi tutto può ancora accadere.
Strutturalmente, il volume è diviso in cinque
parti, senza capitoli cosa che rende un po’ difficoltoso interrompere la
lettura. Seppure carente in quanto a qualità della rilegatura, l’edizione
italiana è davvero valida come traduzione e priva di refusi.
Nello stile dell’autrice, è davvero notevole
il variare di tanti POV, ognuno dei quali fornisce al lettore nuove verità e
retroscena, magari ignoti agli altri personaggi.
La Pancol spesso intreccia i pensieri dei
suoi personaggi alla narrazione in terza persona, anziché separarli nettamente.
Questo genera sovente una sorta di vortice formato dai pensieri, che ci
permette di scrutare meglio nella mente dei personaggi. Molto intrigante anche
il modo in cui l’autrice racconta il romanzo scritto da Jo: la passione con cui
viene illustrata la storia fa venire davvero voglia di poter leggere “Un’umile
regina”.DOVE COMPRARE QUESTO LIBRO
LA VIGNETTA
Sì, l'ho immaginato per tutto il libro come Sherlock!
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