Una matrioska di emozioni
Recensione a "Non lasciarmi" di Kazuo Ishiguro
TITOLO: Non lasciarmi
AUTORE: Kazuo Ishiguro
TITOLO ORIGINALE: Never Let Me Go
TRADUTTORE: Paola Novarese
EDITORE: Einaudi
COLLANA: Super ET
PAGINE: 290Capita di rado di imbattersi in libri come questo: storie che spingono a riflettere sui sentimenti, sull’etica, sulla civiltà e su se stessi. Storie che ti entrano nel cuore, e lì rimangono sempre.
“Non lasciarmi” è un romanzo in grado di
canalizzare l’attenzione del lettore, senza una traccia di banalità. Lo stile è
di certo ricercato, ma riesce nel contempo a mantenersi semplice e scorrevole.
La maestria con cui si delinea l’intreccio
narrativo è il maggior pregio del capolavoro di Ishiguro, senza dimenticare le
descrizioni che permettono al lettore di essere davvero partecipe alla scena.
Dopo tante e meritate lodi, vi stupirà sapere
che non mi sento di consigliare questo volume. O meglio, non credo sia una
lettura per tutti perché, sebbene la narrazione si tenga quasi sempre lontana
da eventi tragici, il lettore scoprirà a poco a poco una realtà molto cruda e
crudele: di certo inadatta a chi è troppo sensibile.
Gli eventi vengono narrati direttamente dalla
protagonista, in quello che a tratti sembra la trascrizione di un monologo;
come se Kathy tentasse di farci pervenire la sua testimonianza, la sua memoria.
Come accennato, l’ambientazione viene
presentata come una realtà a noi familiare; l’autore svela la verità molto
lentamente, e questa scelta permette al lettore di essere mentalmente pronto al
momento della rivelazione.
La decisione di centellinare le informazioni
ha inoltre riscontro nella sequenzialità della narrazione: dal momento che il
volume è suddiviso in tre parti, ossia nelle tre fasi di vita della protagonista
(l’infanzia a Hailsham, la giovinezza nei Cottages e l’età adulta sempre in
viaggio a causa del lavoro), il lettore si ritrova a crescere assieme a lei, e
ad acquisire per gradi la consapevolezza del suo destino.
Sebbene il romanzo affronti tutti i momenti
più importanti nella vita di Kathy, esso mantiene una grande frammentarietà a
livello cronologico, che comunque va attenuandosi mano a mano che la
protagonista cresce.
La vediamo quindi bambina nel collegio di
Hailsham, dove stringe una forte amicizia con gli altri due protagonisti, Ruth
e Tommy. Tra i ragazzi si crea un legame empatico in grado di resistere agli
anni in cui saranno lontani, e di superare indenne sciocchi screzi e grandi
litigi.
Giunge poi il periodo di convivenza nei Cottages
con altri ragazzi, ed è allora che i protagonisti iniziano a percepire i limiti
importi alle loro vite. Va notato che l’atroce destino a cui andranno incontro,
qualcosa quasi inconcepibile per la nostra mente, li porta a riflettere e
confrontarsi, ma è ormai diventato un concetto troppo a fondo radicato nella
loro psiche perché ne possano comprendere il vero significato.
Questo si esplica con maggiore chiarezza
quando Kathy intraprenderà la carriera di assistente: il lettore rimane a dir
poco stupefatto che nessuno dei cosidetti “donatori” si ribelli a quanto gli
viene imposto, che nessuno tenti di fuggire alla sua sorte, che nessuno provi
davvero a crearsi un’alternativa di vita.
A rendere ancor più peculiare questo romanzo
è il suo stile, o meglio la “voce” che l’autore assegna alla narratrice; Kathy
non si limita a raccontare, ma spesso si interrompe per rivolgersi direttamente
al lettore e spiegargli qualcosa di cui non può essere al corrente.
In alcuni casi, la narrazione di un
determinato evento viene inframmezzata dal racconto di alcuni aneddoti, utili
ad inquadrare il contesto E il lettore ha la sensazione di essere il tra
pubblico, durante uno splendido monologo teatrale.DOVE COMPRARE QUESTO LIBRO
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