Tema pesante, tono leggero
Recensione a "Io prima di te" di Jojo Moyes
LA SCHEDA TECNICA
TITOLO: Io prima di te
AUTORE: Jojo Moyes
TITOLO ORIGINALE: Me before You
TRADUTTORE: Maria Carla Dellavalle
EDITORE: Mondadori
COLLANA: Oscar Absolute
PAGINE: 390
TRADUTTORE: Maria Carla Dellavalle
EDITORE: Mondadori
COLLANA: Oscar Absolute
PAGINE: 390
Prima di commentare il romanzo come di
consueto, vorrei fare una breve premessa. Credo sia impossibile leggere questo
volume senza riflettere sulla situazione del protagonista e senza porsi il
classico quesito: “al suo posto, come mi sarei comportato/a io?”.
A mio avviso, uno dei propositi dell’autrice
era proprio far ragionare i suoi lettori e far loro comprendere che in alcuni
casi non si possono trovare delle risposte univoche, ma che ognuno deve
valutare e decidere per proprio conto. Sviluppando un poco la propria empatia,
si può comprendere come ogni persona reagisca ad un trauma in modo diverso, ma
non per questo deve essere giudicata.
Tema centrale del romanzo è la crescita e la
presa di coscienza di sé della protagonista, Louisa Clark. Nelle prime pagine la
conosciamo come una ragazza insicura delle proprie capacità e, soprattutto, del
suo futuro, a dispetto dell’affetto che evidentemente la lega alla sua famiglia
e della lunga relazione con il fidanzato.
La vita riserva però un’inattesa svolta per
Lou: la perdita dell’impiego di sempre la farà conoscere Will; e la sua vita
non tornerà più ad essere quella di prima.
Dal canto suo Will, un tempo uomo d’affari di
conclamato successo ora costretto a vivere su una carrozzina, non dimostra in
concreto alcun cambiamento nel suo carattere, ma si adopera in ogni modo per
aiutare Lou a sviluppare il suo vero io.
La storia si sviluppa molto velocemente,
priva di veri e propri colpi di scena ma non per questo incapace di incuriosire
il lettore che, sebbene abbia intuito la storia d’amore praticamente dalla
copertina (grazie tante, Mondadori), è impaziente di scoprire come si giungerà
ad essa e come questo cambierà le vite dei protagonisti.
Tra questi, Will è di certo “svantaggiato”
dal momento che al lettore non viene mai concesso di sbirciare il suo POV,
mentre di Louisa conosce praticamente tutto, dal momento che la maggior parte
degli eventi vengono presentati attraverso i suoi occhi. Ho trovato molto
interessante il personaggio di Treena, affatto convenzionale e con delle idee
molto chiare su ogni argomento, pur conscia di non poter piacere a tutti.
Per quanto riguarda gli altri personaggi
secondari, ritengo che una buona parte sia troppo stereotipata e con dei ruoli
quasi da comparse, a dispetto della forte connessione con i protagonisti, come
nel caso della sorella di Will.
In generale, lo stile della Moyes è molto
scorrevole, di certo per merito delle predominanza dei dialoghi sulle parti più
descrittive.
Sono presenti alcuni capitoli POV di
coprotagonisti a dir poco superflui, che nulla aggiungono alla narrazione, né
all’introspezione dei personaggi stessi: tutto poteva essere reso nel POV di
Lou. Queste parti mettono poi in evidenza come l’intero romanzo sembri essere
più una raccolta di interviste per un documentario che la trasposizione dei
pensieri dei personaggi, specie per il modo molto diretto con cui questi si
rivolgono al lettore. Anche quando la narrazione è incentrata su Louisa si può
notare questo dettaglio, seppur in tono più lieve.
Altro particolare che non ho affatto
apprezzato sono stati i continui tentativi dell’autrice di smorzare la tensione
con battute o siparietti comici, spesso incentrati sulla protagonista: capisco
la necessità di allentare l’angoscia, ma in alcuni casi esagera davvero senza
che ce ne sia bisogno.
Sono rimasta positivamente colpita invece dal
coraggio con cui la Moyes ha descritto nel dettaglio la vita di un uomo
tetraplegico, sicuramente grazie ad un ottimo lavoro di ricerca. Ciò permette
al lettore di poter comprendere un po’ meglio Will e il suo mondo.DOVE COMPRARE QUESTO LIBRO
LA VIGNETTA
Il miglior fidanzato di sempre!
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