
My rating: 4 of 5 stars
"With a little more precision, he placed the crown, a thin diadema of electrum dotted with pale blue pearls, upon my head. It had last been fitted for my Father and balanced precariously. «I declare you –provisionally– the Grand Duke of Kylma Above»"
HANS CHRISTIAN ANDERSEN'S MEDLEY
Dopo la bella sorpresa di "We Rule the Night", ho cominciato la lettura di questo secondo romanzo di Claire Eliza Bartlett con delle aspettative abbastanza alte; aspettative che in piccola parte sono state deluse, specialmente perché si tratta di due storie che hanno pochissimo in comune. Sì, sono entrambi libri fantasy per ragazzi con un'ambientazione quasi polare, ma se la prima opera dell'autrice era incentrata sull'avventura e l'amicizia, "The Winter Duke" si focalizza invece sugli intrighi di palazzo e il romanticismo.
Il tono cambia quindi, e così il POV: in questo caso abbiamo come unica narratrice la giovane appassionata di biologia Ekaterina "Ekata" Avenko, figlia del Gran Duca di Kylma, per nulla interessata alle lotte intestine della sua famiglia bensì decisa a lasciarsi alle spalle il loro palazzo di ghiaccio per iniziare gli studi universitari. La ragazza è l'unica a salvarsi quando una misteriosa malattia colpisce i suoi parenti, costringendola ad intraprendere una serie di prove per rivendicare il trono del padre e acquisire la conoscenza necessaria a sfruttare la magia, conoscenza gelosamente custodita dal popolo acquatico che abita le profondità del lago.
La scelta di seguire sempre e solo Ekata rende caotica una narrazione di base non particolarmente complessa; la giovane è infatti costretta ad occuparsi di molte incombenze: non solo deve superare le prove per l'incoronazione, ma anche tentare di annullare (o forse no?) un matrimonio stipulato in gran fretta, indagare sull'identità di chi vuole eliminare la sua famiglia e destreggiarsi tra le contrastanti richieste dei ministri, che non sono gli unici a mettere in dubbio la sua capacità di governare il ducato. L'equilibrio tra i due generi del libro diventa così incerto, soprattutto all'inizio dove prevale la parte politica; per fortuna, con il proseguire della storia anche quella mystery riesce a guadagnarsi il suo gusto spazio.
Altri elementi che vorrei fossero stati gestiti meglio sono il sistema magico e i personaggi secondari. Ovviamente la magia è strettamente collegata all'intreccio della trama, quindi non ci si poteva aspettare da subito delle spiegazioni palesi, però neppure alla fine vengono chiarite tutte le regole, tanto che non si arriva a capire cosa impedisca a determinati personaggi di fare il bello e il brutto tempo con i poteri a loro disposizione. Per quanto riguarda i comprimari, arrivano al massimo ad una sufficienza, perché di base hanno una caratterizzazione alquanto stereotipata e dei comportamenti prevedibili.
Bartlett si rifà però con la sua protagonista: Ekata è un personaggio che non pensavo affatto di apprezzare, perché il suo modo di vedere il mondo è poco verosimile visto il contesto familiare in cui è cresciuta, ma con una battuta impudente dopo l'altra è riuscita a conquistami. Ho apprezzato molto anche il suo affetto filiale verso Aino e lo sviluppo della relazione sentimentale con Inkar Erlyfsson, relazione che parte come instalove (praticamente a pagina 2!) per poi riprendersi e diventare un rapporto più genuino e credibile.
Ho apprezzato molto come l'autrice abbia reso ricco il world building: pur rimanendo quasi sempre nei confini del palazzo ducale -che farebbe invidia a quello di Elsa!- riesce a trasmettere in pieno il freddo polare percepito dai personaggi, ma anche la bellezza delle sale adorne di rose ghiacciate o delle strutture costruite dalle simil-sirene. Ben portate in scena anche le tematiche legate al femminismo e la rappresentazione di una società priva di discriminazioni verso le persone e le relazioni queer.
Nel complesso, è stata una lettura molto lontana dalle mie aspettative, però è riuscita catturarmi grazie all'irriverenza della sua protagonista, per poi conquistarmi appieno con la crescita personale di Ekata e l'evoluzione nei suoi rapporti con gli altri personaggi. Mi sono lasciata sfuggire una lacrimuccia nel finale? ovviamente sì.
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