lunedì 22 agosto 2022

"Dark and Deepest Red" di Anna-Marie McLemore

Dark and Deepest RedDark and Deepest Red by Anna-Marie McLemore
My rating: 4 of 5 stars

"Skirts of wool and linen and hemp fly out from hopping legs ... Coifs and wimples soak through with sweat. They dance, joyless, on bleeding feet and twisted ankles"


RED GLIMMER IS IN THE AIR…

Penso capiti un po' a tutti i lettori di immaginare quanto ci piacerà un libro ancor prima di averlo iniziato, sulla base di letture precedenti o di consigli ricevuti. Personalmente, avendo già apprezzato in un paio di occasioni la prosa di McLemore, con "Dark and Deepest Red" mi ero perfino azzardata a prevedere una lettura da cinque stelline. Invece mi sono fermata ad un passo dalla valutazione più alta, questo perché metà libro la meriterebbe in pieno mentre l'altra metà non si è impegnata altrettanto.
Questo romanzo è infatti diviso in due linee temporali, con un forte legame tra loro. La prima a livello cronologico è ambientata nella Strasburgo di inizio Cinquecento e segue il POV di Lavinia "Lala" Blau, una ragazza romaní che assiste alla cosiddetta piaga del ballo, un attacco di isteria collettiva in cui decine di persone danzano per le strade in modo frenetico e anche pericoloso. Nel presente vediamo invece la storia attraverso due protagonisti: l'appassionato di chimica Emil Woodlock -lontano discendente di Lala- e Rosella Oliva, giovane di origine latina la cui famiglia produce delle scarpe quasi magiche, distinguendosi in particolare per dei modelli di colore rosso. L'intreccio principale in questa timeline si basa sul glimmer, una sorta di incanto che colpisce la città dei due ragazzi ogni tre anni in autunno e ha di volta in volta degli effetti diversi: quest'anno riguarda proprio le scarpe rosse degli Oliva, che escono per magia dalle loro scatole e spingono chi le indossa ad agire con coraggio.
È proprio questo periodo magico ad unire le due storie, mostrando ad Emil e Rosella la necessità di accettare le rispettive eredità familiari, dopo anni passati a nascondere o ignorare il proprio passato per evitare la discriminazione. Una tematica di certo importante, anche affrontata con i giusti toni, che però a livello narrativo dipende un po' troppo dai fattori esterni come il glimmer e la prima linea temporale, oltre a presentare un ritmo parecchio più lento.
Per lo meno i protagonisti risultano ben caratterizzati in entrambe le storie, inoltre tutti loro compiono un'ottima crescita nel corso della narrazione: imparano da un lato a prendere coscienza con orgoglio delle loro origini, e dall'altro a sfruttare a proprio vantaggio i pregiudizi degli altri. Quando si passa invece ai personaggi secondari ed alle relazioni, la parte storica dimostra chiaramente la sua superiorità rispetto a quella contemporanea.
I comprimari di Lala sono caratterizzati con cura ed hanno un loro sviluppo nella storia, mentre quelli di Emil e Rosella fanno più da contorno, intervenendo solo sporadicamente nella vicenda. E per quanto sia carino il friends to lovers tra i due, viene inevitabilmente messo in ombra dalla storia d'amore di Lala e Alifair, ben più potente ed emozionante.
Ci sono tanti altri elementi da apprezzare in questo romanzo, come la ricerca fatta da McLemore per rendere verosimile l'ambientazione storica (seppur semplificata per il target YA), l'inclusione di tanti tipi di rappresentazione sia queer che etnica, e l'inserimento di temi importanti: in primis i valori della famiglia e dell'amicizia, la consapevolezza di sé e la lotta alla discriminazione.
Anche lo stile curato e ricco di metafore originali mi è piaciuto, ma riconosco che potrebbe risultare per alcuni un po' troppo sostanzioso. Un altro aspetto potenzialmente scoraggiante è il sistema magico, che in pratica non esiste perché si opta per un realismo magico in cui mancano del tutto chiarimenti su come funzionino sia il glimmer che colpisce Briar Meadow sia i singoli poteri, come l'immunità alle punture di vespa di Alifair.

Voto effettivo: quattro stelline e mezza

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