mercoledì 19 ottobre 2022

"I dodici" di Jasper Kent

I DodiciI Dodici by Jasper Kent
My rating: 3 of 5 stars

"I ricordi che mi invasero la mente non erano normali scene di battaglia, bensì qualcosa che mi era sembrato (e sembrato è la parola giusta, perché non rammentavo di aver visto nulla) un branco di lupo che sbranava la presa, anziché uno scontro fra soldati. E poi il sangue. Tanto sangue"


PIÙ VALIDO COME ROMANZO STORICO CHE COME HORROR

"I dodici" è un libro che ammetto di aver recuperato unicamente per averlo trovato scontatissimo in qualche store online; come al mio solito l'ho abbandonato parecchio tempo in libreria, per poi ripescarlo in occasione di una TBR interamente a tema vampiri. Non che la narrazione sia da subito chiara in questo senso, però almeno la sinossi risulta meno misteriosa e fa capire che queste creature della notte giocano un ruolo fondamentale nella storia.
La trama si snoda nel corso della seconda metà del 1812 ed è fortemente collegata agli eventi della Campagna di Russia; a raccontarci la vicenda è un ufficiale dell'esercito russo, il capitano Aleksej "Ljoša" Ivanovič Danilov, membro di una squadra di spie e sabotatori. La scena d'apertura vede il suo amico Dmitrij Fetjukovič consigliare di assoldare un gruppo di mercenari -che ribattezzano Opričniki- per rendere più efficaci i loro sforzi di indebolire la Grande Armée; mentre il nostro Aleksej impiega dozzine di pagine prima di iniziare a nutrire dei sospetti nei confronti dei suoi nuovi, sadici alleati, i lettori non faticheranno ad intuire la natura vampirica di questi sicari.
Questo è il primo, e forse il più grave, difetto del romanzo: l'intreccio è estremamente prevedibile, e questo unito ad un ritmo molto lento rende la lettura decisamente ostica, soprattutto nei primi due terzi del testo. Sempre nella prima parte della storia, il protagonista non ha una vera motivazione che lo spinga ad agire, ed è chiaro che questa fiacchezza narrativa non è spontanea ma viene imposta dall'autore, forse in un inutile tentativo di rendere profondo questo personaggio.
Ciò rende se possibile ancor più fastidioso Aleksej, che già di suo non brilla per simpatia; raramente ho dovuto seguire un POV così detestabile: Ljoša oscilla tra l'ottusità più frustante e l'incapacità di autocritica, infatti non appena arriva a sfiorare delle riflessioni decisive il suo pensiero va altrove. Alcuni dei suoi pensieri, in particolare nei confronti dell'amata Domnikiia "Dominique" Semënovna, sono offensivi senza ragione perché non portano il suo carattere ad evolvere in alcun modo.
Per nostra fortuna nel resto del cast abbiamo delle figure più simpatetiche o per lo meno affascinanti, e tra queste ammetto di aver apprezzato specialmente Maksim "Maks" Sergeevič e Iuda; quest'ultimo ha anche il merito di aver risollevato un po' il romanzo, con le trovate che mette in campo nell'ultima parte della storia. In generale poi, il modo in cui vengono rappresentati gli Opričniki mi è piaciuto: in un mondo editoriale ormai abituato ad una versione più moderna e romantica dei vampiri, trovare delle creature che non avrebbero sfigurato nel "Dracula" di Stoker è stata una sorpresa carina.
Altri aspetti sicuramente positivi sono gli elementi gore -legati sia al terrore ispirato dal sovrannaturale che agli orrori della guerra reale- e l'accuratezza dell'ambientazione storica, peccato solo che i protagonisti non interagiscono con figure realmente esistite in modo diretto: vista la premessa mi aspettavo quasi uno scenario ucronico, in cui magari gli Opričniki aiutassero i russi in una missione per uccidere Napoleone.
Per completezza, voglio segnalare che questo romanzo ha diversi seguiti incentrati sulla famiglia di Aleksej, però la vicenda narrata qui ha una sua conclusione abbastanza soddisfacente a mio avviso; e per fortuna direi, visto che la CE non ha continuato la pubblicazione della serie in Italia. Per quanto riguarda il fattore spooky, da me ovviamente ricercato nel mese di Halloween, questa lettura mi ha dato i brividi principalmente per le gelide location, ma anche per alcune scene legate alla guerra abbastanza esplicite. Difetti a parte, mi sembra quindi un buon romanzo da recuperare in questo periodo.

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