venerdì 10 febbraio 2023

"Heart's Blood" di Juliet Marillier

Heart's BloodHeart's Blood by Juliet Marillier
My rating: 4 of 5 stars

"I fully expected the kind of instructions people got in dark tales; Whistling Tor seemed just the place for them. Don't touch the little key third from the right. Don't go into the chamber at the top of the tower"


LA CALLIGRAFA E LA BESTIA

Da un po' di anni ormai ero intenzionata a dare una chance alla prosa di Marillier per capire se potesse piacermi o meno. Per non dovermi impegnare con una serie intera, ho scelto il suo unico romanzo autoconclusivo ossia "Heart's Blood", una riscrittura abbastanza canonica della fiaba La bella e la bestia ambientata nell'Irlanda del XII secolo.

La "bella" di turno si chiama Caitrin ed è figlia nonché apprendista di un noto scrivano; all'inizio della storia la vediamo vagare senza una meta ben definita nel regno di Connacht -la regione più occidentale dell'isola- fino a raggiungere il territorio denominato Whistling Tor sul quale comanda la nostra "bestia", il lord locale Anluan. La giovane si offre per un lavoro di traduzione presso il suo maniero, nonostante i paesani la mettano al corrente delle inquietanti presenze che infestano da decenni il bosco vicino e del comportamento scostante del loro signore. Partendo da qui la trama segue la fiaba originale grosso modo fedelmente, aggiungendo però alcuni dettagli fantastici e storici inediti; in particolare, la maledizione che vincola Anluan alle figure che popolano Whistling Tor e la minaccia dei normanni, pronti a conquistare quelle terre in nome di Enrico II d'Inghilterra.

Nonostante il romanzo riprenda moltissimi elementi narrativi dalla fiaba che l'ha ispirato, se ne discosta nettamente a livello di tematiche. Marillier non si sofferma tanto sul tema dell'apparenza ingannevole, quanto su come affrontare diversi tipi di trauma, che riguardano sia i due protagonisti sia il resto dei personaggi principali. Si analizzano sotto diversi punti di vista l'elaborazione del lutto per un familiare, la violenza fisica e psicologica in ambito domestico, la depressione con riferimenti anche al suicidio e le difficoltà legate alla maternità; e si tratta solo delle tematiche più ricorrenti nel testo. Questo lo rende di certo un libro non adatto a tutti i lettori -perché i più sensibili o chi sta vivendo delle situazioni analoghe farà di certo fatica a leggerlo-, ma per quanto mi riguarda ho apprezzato molto la scelta di trattare argomenti tristemente attuali, riuscendo a rendere credibili le reazioni dei personaggi a dispetto dell'ambientazione storica nella quale si muovono.

Un altro punto di forza del romanzo è il modo positivo in cui vengono raccontati i legami interpersonali, che siano di stima sincera, amore romantico o di affetto familiare; e non vengono mostrati solo rapporti convenzionali, ma anche delle amicizie così profonde da avvicinare due persone come fossero parenti a tutti gli effetti. Mi sono piaciuti anche lo sviluppo del romance tra Caitrin e Anluan (privo dei comportamenti condiscendenti che temevo ci sarebbero stati) ed il percorso che entrambi devono affrontare per vincere le proprie paure, diventando così dei protagonisti a tutto tondo. I personaggi secondari per contro non risultano sempre convincenti, ma alcuni di loro -in particolare, Magnus, Rioghan e Maraid- ottengono comunque un'evoluzione più che dignitosa.

Oltre ai temi non proprio digeribili, non mi ha convinto troppo la prevedibilità della trama: tutti i colpi di scena che shockano la protagonista possono essere tranquillamente indovinati dal lettore con pagine e pagine d'anticipo, seppur la narrazione sia in prima persona. Non mi hanno fatta impazzire neanche la lentezza del ritmo e l'edizione appositamente ideata per attentare alle mie diottrie, ma il difetto peggiore penso sia la parte finale. L'autrice cerca evidentemente di creare un climax, ma la scontatezza della storia e la frettolosità di alcune scene rendono inefficacie il crescendo dell'azione; se i personaggi avessero dovuto affrontare delle difficoltà più concrete, forse l'impatto emotivo non si sarebbe sciupato.

Voto effettivo: quattro stelline e mezza

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