
My rating: 4 of 5 stars
"Il mio corpo era un rivestimento estraneo, una tuta di gomma che si appiccicava e prudeva, ma che per quanto grattassi con le unghie e tirassi non si spostava di un millimetro. Ogni tanto, di notte, sognavo che mi cadeva di dosso"
REALISMO MAGICO IN CHIAVE SCANDINAVA
Ormai parecchi anni fa sentii parlare di "Girls", e subito l'insolita trama mi incuriosì, spingendomi ad inserirlo di gran carriera nella wishilist. Nonostante fossi poi riuscita a recuperarne una copia all'usato, ho continuato a rimandare questa lettura, come spesso mi capita con libri molto lunghi o -come in questo caso- molto brevi. Al momento di cominciare il libro, sono poi rimasta parecchio perplessa dalla media delle valutazioni, decisamente bassa per una storia che mi sembrava poter essere quantomeno interessante. Ma prima di vedere perché non mi sono accodata alla frangia dei detrattori, diamo un'occhiata alla trama.
La vicenda si ambienta in una non meglio specificata città svedese dove vivono le amiche Kim, Monica "Momo" e Bella, in procinto di compiere i loro quattordici anni. Le ragazze sono spesso oggetto delle molestie dei coetanei, abituati ad elargire apprezzamenti non richiesti o allungare le mani, con un senso di impunità dato da adulti disattenti o perfino complici. Le loro vite cambiano quando scoprono l'esistenza di un fiore magico, il cui nettare le trasforma in ragazzi; con questi nuovi corpi, le tre cominciano a ricercare una nuova forma di libertà, che forse per Kim -la nostra voce narrante- potrebbe essere qualcosa di più.
Mentre lo leggevo, ho provato ad analizzare il romanzo anche per trovare i difetti che hanno portato a delle valutazioni tanto basse, individuandone due. In primis, la prosa e lo sviluppo della trama potrebbero risultare un po' ostici da affrontare per dei lettori molto giovani, ai quali il titolo sembra rivolgersi: a mio avviso, l'autrice avrebbe fatto meglio ad aumentare di qualche anno l'età delle protagoniste, indirizzandosi in questo modo ad una fascia più matura di pubblico. La seconda problematica riguarda il finale, che è parecchio ambiguo a livello narrativo; per mio gusto personale, avrei preferito qualcosa di maggiormente concreto, che si discostasse dall'elemento fantastico di partenza.
Accantonati questi néi, credo che il romanzo abbia molto da offrire, a lettori di tutte le età. Innanzitutto presenza un'amicizia al femminile molto realistica: Kim, Momo e Bella si supportano e divertono assieme, ma allo stesso tempo possono confrontarsi e litigare senza per questo compromettere il legame che le unisce. Pur non essendoci tantissimo spazio per analizzare a fondo le loro storie, l'autrice è stata molto brava a delineare in breve il carattere di ognuna, in modo da mettere in chiaro ruoli ed attitudini.
Da appassionata lettrice del realismo magico, ho trovato poi l'espediente narrativo molto interessante e ben contestualizzato nell'ambientazione contemporanea. Mi ha convinto anche la scelta di seguire il punto di vista di Kim nella storia, perché leggere le sue riflessioni su quanto sentisse inadeguato un corpo da ragazza ancor prima di scoprire il potere del fiore permette di mostrare delle emozioni affatto scontate, che potrebbero risultare affini ai lettori non solo dal punto di vista della transessualità: in fondo, a chi non è mai capitato di provare della frustrazione per il proprio aspetto fisico?
Nonostante non sia proprio immediata, ho apprezzato anche la prosa di Schiefauer, che con la giusta dose di lirismo risulta particolarmente indicata per una storia di realismo magico. Ma soprattutto mi sono piaciute le tematiche che ha scelto di trattare ed il modo in cui l'ha fatto; il libro parla di argomenti cari alla narrativa per ragazzi, come le difficoltà di trovare il proprio posto nel mondo, l'impossibilità di aprirsi del tutto con i genitori o le domande che ci si pone sull'identità di genere e l'orientamento sessuale, ma va anche un po' oltre: viene analizzata ad esempio la violenza di genere, arrivando anche ad affrontare lo stupro ed illustrando delle situazioni per nulla lontane dalla quotidianità. E, purtroppo, dall'attualità.
Voto effettivo: quattro stelline e mezza
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