venerdì 24 gennaio 2025

"Il mago" di Ursula K. Le Guin

Il mago  (La saga di Terramare, #1)Il mago by Ursula K. Le Guin
My rating: 2 of 5 stars

"«Tu pensavi che un mago è colui che può fare ogni cosa ... Ma la verità è un'altra. Via via che cresce il potere reale di un uomo, via via che si allarga la sua conoscenza, le strade che può seguire si fanno sempre più strette: e alla fine quell'uomo non sceglierà affatto, ma farà solo ciò che deve fare, e lo farà fino in fondo...»"


E CON QUESTO FANNO QUATTRO SVENIMENTI TATTICI

Ormai da un po' nel mese di gennaio scelgo una saga già conclusa ed abbastanza corposa che mi tenga compagnia nel corso dell'interno anno di letture, in modo da recuperare con costanza alcune delle serie da più tempo nella mia TBR. Tra queste c'è senza dubbio il Ciclo di Earthsea, con la sua infelice storia editoriale italiana: i lettori nostrani sono costretti a scegliere tra l'avere dei volumi che non matchano neanche per sbaglio o il portarsi appresso un mattone arricchito probabilmente con particelle di osmio per quanto è pesante, come purtroppo ha dovuto fare la sottoscritta per leggere il primo capitolo, "Il mago".

Tanta fatica per avventurarsi in un mondo fantasy insulare dove figure magiche decisamente tipiche -come fattucchiere e draghi- bazzicano al fianco di creature inedite quali lo spaventoso gebbeth e l'otak, una specie di mascotte del mago protagonista. Il punto di vista è appunto quello del giovane Ged detto "Sparviere", che fin da bambino dimostra un'enorme propensione per le arti magiche, tanto da approdare ben presto alla scuola per maghi situata sull'isola di Roke. Qui il ragazzo evoca per errore l'Ombra, una pericolosa entità senza nome proveniente da una dimensione altra; da quel momento il suo obiettivo diventa scacciare questa creatura, che minaccia di prendere il controllo del suo corpo e mettere in pericolo gli abitanti del Terramare.

Come si potrà indovinare, il world building rientra a mio avviso tra i pregi del romanzo: Le Guin riesce a delineare un mondo complesso e dettagliato, nel quale i personaggi si muovono in modo credibile, elemento positivo soprattutto per la gran quantità di spostamenti e per le diverse ambientazioni che ci vengono mostrate. In maniera analoga, il sistema magico mi ha intrigato per l'interessante idea alla base -ovvero collegare il potere ai nomi propri-, e seppur in alcuni passaggi non l'abbia trovato chiarissimo (così come non sono riuscita a capire del tutto la gerarchia magica) devo ammettere che l'autrice ha saputo declinare il concept in modo intelligente e con una buona variatio.

Un altro aspetto lodevole che reputo doveroso sottolineare è la caratterizzazione del protagonista, perché Ged è ben lontano dagli ideali classici dell'eroe fantasy, dimostrando anzi in svariate occasioni la sua indole fallace, conseguenza di un temperamento arrogante ed infantile che solo con il passare del tempo sarà in grado di mitigare. Mi piacerebbe poter dire che anche lo stile della cara Ursula rientri tra i punti di forza di questa lettura ma, nonostante la scelta lessicale molto curata, la prosa ha avuto su di me un portentoso effetto soporifero; questo perché tutti gli avvenimenti non vengono mostrati in scena al lettore quanto piuttosto raccontati a posteriori, con un distacco tale da rendere impossibile simpatizzare per i personaggi o preoccuparsi per le difficoltà che affrontano.

In realtà la tensione rasenta lo zero anche per il poco senso del pericolo che ispirano le diverse minacce: misteri e problemi sono risolti con estrema facilità ed in maniera a dir poco scontata, con il risultato di non stuzzicare affatto la curiosità di chi legge. Questo difetto è ancor più palese nel frettoloso finale, in cui il presunto confronto epico è tutto fuorché epico, ed anche il ruolo giocato da Vetch risulta poco chiaro. L'elemento meno riuscito a mio avviso sono però le relazioni interpersonali, del tutto prive di base ed incapaci di farmi affezionare ai personaggi coinvolti. E per aver lasciato la sottoscritta impassibile per (view spoiler) ce ne vuole.

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