
My rating: 5 of 5 stars
"Nelle vie i ragazzini vestiti di stracci, con i volti a un tempo teneri e minacciosi, tendevano la mano, si avvicinavano alle auto ferme al semaforo e chiedevano la carità implorando gli uomini e gli dèi. Gli adulti camminavano su quel terreno polveroso come se non li vedessero, come se, già alla loro età, fossero divenuti degli inutili fantasmi"
URGE TRADURRE ALTRI TITOLI!
Lì dove "La strana morte di Sir Lawrence Linwood" aveva fallito nel tenermi incollata alle sue pagine, "Sole e sangue" ha saputo avvincermi completamente. Da un lato ciò non mi stupisce troppo, avendo già amato "Perché hai paura?" dello stesso autore; ma dopo una sequela di letture mediocri o perfino deludenti, trovare un libro tanto valido nel suo contenuto quanto appassionante a livello soggettivo è stata una piacevolissima sorpresa. Di conseguenza, non posso che sperare nella pubblicazione in Italia di altre opere del caro Jérôme: è un peccato che uno scrittore così capace non ottenga maggior popolarità!
Come per il suo romanzo più famoso, ci troviamo di fronte ad una storia abbastanza intricata e costruita affiancando diverse prospettive, ma l'ambientazione principale rimane l'isola di Haiti. Qui la narrazione comincia tra la fine del 2009 ed i primi giorni del 2010 presentandoci l'ispettore Simon Bélage, un uomo con dei trascorsi molto negativi con la religione vuduista, che quindi adotta un approccio estremamente scettico quando il quartiere bene di Pétion-Ville viene turbato da una serie di apparenti delitti rituali. Alla minaccia incombente di un potenziale serial killer si aggiunge l'ombra di uno dei terremoti più distruttivi della Storia dell'umanità, che di lì a poco colpirà il Paese.
Da questi elementi si comincia a delineare un intreccio complesso ma per nulla caotico, in cui le rivelazioni sanno stupire senza mai lasciare interdetti. Ho apprezzato molto la maniera in cui Loubry è riuscito a struttura questa storia, accostando diverse linee temporali ed inserendo dei flashback al momento giusto per metterci al corrente del passato dei personaggi. E nonostante le molte digressioni, il ritmo non dà alcun segno di cedimento: la narrazione procede rapida e coinvolgente in ogni passaggio, non dando al lettore il tempo per annoiarsi o ritenere superflua una determinata scena.
Il caro Jérôme non è solo abile nell'ideare una trama, ma anche nel caratterizzare i suoi protagonisti, che si tratti di singoli personaggi credibili e tridimensionali oppure di individui all'interno di una relazione. Non a caso, le scene che ho trovato più emozionanti sono state quelle di confronto tra Simon e sua figlia Rachelle e le diverse interazioni tra i membri de "i sei", trasformati dall'autore in un surrogato di famiglia grazie a poche frasi ben piazzate. Più in generale, mi sono trovata ad apprezzare nuovamente la prosa di Loubry, che spesso regala delle metafore gradevoli ed intense.
Di ciò beneficia ovviamente l'ambientazione che, pur raccontando di luoghi molto lontani dal punto di vista geografico ma soprattutto sociale, accoglie il lettore e gli dà modo di scoprire anche qualche elemento storico e culturale haitiano. Non posso parlare in prima persona, ma ho avuto l'impressione che il contesto disagevole in cui si muovono i personaggi fosse reso molto bene, senza scivolare in un facile patetismo né eccedere con gli stereotipi, soprattutto in relazione alle usanze del vudù. Questi luoghi permettono inoltre all'autore di affrontare diversi temi importanti e per nulla leggeri; lui ha deciso di puntare l'attenzione sulla condizione dei bambini che spesso deborda nella tratta di esseri umani, con conseguente critica alla criminalità organizzata, al governo compiacente ma anche alla generosità egoistica degli stranieri.
Per quanto io abbia apprezzato il tono adottato per questi argomenti, capisco possano rendere la lettura molto pesante per altre persone. A parte questa ed un piccolo appunto sul bizzarro utilizzo dei paragrafi, la mia sola critica concreta al romanzo riguarda il finale, dove un'improvvisa (ma non imprevedibile) accelerazione porta Loubry a riassumere in poche parole il destino di personaggi teoricamente rilevanti, nonché a scoprire le carte in tavola senza delle spiegazioni del tutto esaustive. Bastava una manciata di pagine in più, mannaggia!
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