
My rating: 2 of 5 stars
"Il sistema si accende. Il gigante si sveglia. I componenti si intersecano a fasci gemelli di luce accecante. I numeri interi. La materia. I fallimenti. Il ragazzo. Trattenete il respiro. Ascoltate"
IL MAFIOSO RUSSO CHE SALUTAVA SEMPRE
Memore della grande difficoltà di proseguire le serie in corso che avevo riscontrato lo scorso anno, ho deciso di provare ad essere più costante come buon proposito libroso per il 2025, con almeno un paio di letture al mese dedicate alle saghe letterarie. E quale miglior modo di tener fede sin da subito a questo impegno che continuare una trilogia iniziata ormai ad agosto? In fondo cosa saranno mai cinque mesi per una lettrice dalla memoria ferrea come la sottoscritta? un bel po' di tempo a quanto pare, ma fortuna vuole che nelle prime pagine "Gemina" fornisca un utile riassunto degli eventi principali occorsi durante il libro precedente, e questo mi ha permesso di ricominciare con il piede giusto. Per lo meno...
Dopo un breve flashforward al processo che vede imputata la corporation BeiTech Industries, torniamo all'agosto del 2575 sulla stazione spaziale Heimdall, adibita al salto nell'iperspazio tramite un wormhole. Qui è diretta l'astronave Hypatia e qui vivono ignari di tutto i due nuovi protagonisti: la figlia del comandante Hanna Donnelly e lo spacciatore Niklas "Nik" Malikov. La corporation non intende ovviamente aspettare l'arrivo dei superstiti e delle loro prove incriminanti, pertanto piazza per tempo una sua talpa all'interno della stazione per eliminare questo rischio; ciò porta alla comparsa di parecchie prospettive diverse in scena, tra le quali si nota quella di Isaac Grant, padre della prima protagonista femminile Kady.
Sono quindi presenti molti riferimenti ad "Illuminae", ma la storia raccontata è abbastanza indipendente, nonché dotata di un ritmo migliore e di una trama maggiormente omogenea: anziché spalmare gli eventi su parecchi mesi, qui tutto è circoscritto ad una manciata di giorni, rendendo la narrazione incalzante ed adrenalinica. Altri miglioramenti riguardano il comportamento degli adulti (leggermente più maturo, seppur si mantenga lontano dai miei criteri di credibilità) e la minor frequenza di battute a sfondo sessuale; fosse per me si potrebbe pure eliminarle tutte, ma apprezzo il piccolo sforzo.
Gli elementi che più mi hanno colpita in positivo sono da ricercare nei nuovi dettagli grafici -soprattutto le carinissime illustrazioni realizzate da Hanna, o meglio da Marie Lu- e gli espedienti fantascientifici scelti e, non potendo parlare della trovata finale per ragioni di spoiler, mi limiterò a menzionare i lamina: questi parassiti cosmici non sono niente di avveniristico, ma li reputo abbastanza convincenti come elemento di space horror nel contesto di una narrazione rivolta ad un pubblico giovane.
Molto meno spaventosi e credibili sono invece gli antagonisti umani, che qui vediamo direttamente in azione a differenza di quanto accadeva nel primo volume, e proprio la loro palese incompetenza diminuisce il senso di pericolo come anche la soddisfazione nel veder trionfare i protagonisti. Protagonisti con i quali risulta ad ogni modo difficile empatizzare: sia la caratterizzazione individuale che l'approfondimento sulle relazioni vengono delegati a spiegoni sbattuti senza vergogna in faccia al lettore; ad esempio quando Hanna conosce Ella, la cugina di Nik, lui si interessa di farle un sunto del passato e dell'indole della ragazza in un monologo a dir poco forzato.
Per quanto riguarda gli altri personaggi, sono poco più che comparse ed è impossibile interessarsi a loro, specie quando il focus emozionale del romanzo si risolve in una manciata di pagine, dando ben poca rilevanza al trauma presumibilmente patito dalla protagonista. La poca verosimiglianza caratterizza anche la logica delle vicende narrate e la solidità del world building, ma in questo caso mi rendo conto di dover chiudere un occhio dato il target scelto. Non riesco tuttavia a chiudere l'altro occhio per quanto riguarda la velata grassofobia di fondo e la moralità discutibile eppure mai discussa: magari evitiamo di mettere sullo stesso piano un padre modello forse a conoscenza di una miniera illegale con uno spacciatore pluriomicida mafioso che come papà è un amore.
Voto effettivo: due stelline e mezza
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