Tredici fiabe per crescere una bambina femminista
Recensione a "Il bacio della strega" di Emma Donoghue

TITOLO: Il bacio della strega
AUTORE: Emma Donoghue
TITOLO ORIGINALE: Kissing the Witch
TRADUTTORE: Maria Rosaria Corrado
EDITORE: Meridiano Zero
COLLANA: Gli Obliqui
PAGINE: 180
TRADUTTORE: Maria Rosaria Corrado
EDITORE: Meridiano Zero
COLLANA: Gli Obliqui
PAGINE: 180
Quasi quindici
anni prima dell’esordio della serie TV “Once Upon a Time”, la Donoghue già
anticipava il futuro successo dei retelling fiabeschi e, soprattutto,
dell’intreccio tra più fiabe con la raccolta “Il bacio della strega”. Proprio come
nel famoso drama statunitense, anche in queste rivisitazioni troviamo dei noti
personaggi ricoprire più ruoli, nonché l’incontro tra personaggio presenti in
diverse fiabe: i vari racconti risultano così uniti, come se fossero tutti
ambientati nel medesimo mondo incantato.
Seppur le
storie si mantengano all’apparenza diverse, sono indissolubilmente collegate
alle protagoniste stesse; infatti ogni racconto viene narrato in prima persona
e, al termine dello stesso, una nuova narratrice viene interpellata e concede
alla sua predecessora di ascoltare la storia delle sue origini.
Abbiamo quindi
Cenerentola pronta ad ascoltare il racconto della Fata Madrina, o Biancaneve
quella della Regina Cattiva. Una particolarità di questa raccolta è infatti la
scelta di non limitarsi alle storie delle principesse o delle eroine più
convenzionali, ma di aprirsi anche a comprimarie o, perfino, ad antagoniste.
Il comune
denominatore delle protagoniste rimane comunque il loro essere delle ragazze e
delle donne decise e risolute, affatto pronte ad inchinarsi ad un destino già
prestabilito. Nessuna accetta passivamente le scelte altrui o si piega alle
convenzioni che vorrebbero le donne pie e pacate compagne.
Il libero
arbitrio concesso ai personaggi è l’elemento che nella maggior parte dei casi
varia il corso della fiaba classica; in alcune fiabe è presente invece il
cambio nel genere di un personaggio, da maschile a femminile, o ancora una
diversa ambientazione oppure un punto d’osservazione differente per raccontare
le vicende.
Specialmente
nell’epilogo, vari racconti virano verso una conclusione dai toni saffici, lì
dove prima era presente la più convenzionale delle coppie principe -
principessa; non per questo i finali risultano meno lieti, anzi personalmente
li ho trovati decisamente più dolci e delicati.
Un particolare
che l’autrice ha deciso di mantenere è invece la presenza di molti dettagli a
dir poco macabri, dettagli quasi sempre omessi nei Classici Disney, ma che le
fiabe popolari come quelli raccolte dai Fratelli Grimm non lesinavano di certo,
a dispetto della giovane età del loro “pubblico”.
Questi
elementi crudi permettono all’autrice di introdurre, sempre con grande
delicatezza e garbo, alcune tematiche particolarmente difficili, come la
violenza in famiglia e la malattia mentale,
La raccolta
mantiene sempre un forte collegamento con le fiabe che l’hanno ispirata; in
particolare, vengono ironizzati alcuni cliché tipici (come la madre della
principessa che immancabilmente si ammala e muore lasciando la figlioletta
orfana), ma si cerca anche di fornire delle spiegazioni razionali ad eventi
“magici” o, semplicemente, inspiegabili.
Da notare come
siano state scelte sia fiabe molto famose, sia poco note, inoltre i titoli
delle stesse non vengono mai esplicitamente indicati, lasciando al lettore il
divertente compito di individuare quali siano.
Questo compito
è reso forse più ostico dai racconti stessi che, nella loro brevità, presentano
solo gli elementi fondamentali delle fiabe, e in alcuni casi appena vaghi
accenni, forse con l’intenzione di non annoiare il lettore riproponendo per
intero delle storie in gran parte già conosciute.
Un paio di
aspetti collegano infine questo volume al mio caro “Cecità” di José Saramago (QUI
la recensione) -sì, mi rendo conto di citarlo continuamente e, temo, a
sproposito; in entrambe le opere si adotta il discorso indiretto libero, che in
realtà rende un po’ ardua la lettura specie nel capitolo di Gretel per la sua
difficoltà ad esprimersi, inoltre i nomi dei personaggi, seppur famosi, non
vengono mai menzionati nel testo.
DOVE COMPRARE QUESTO LIBRO
LA VIGNETTA
Quella monella della fata madrina!
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