mercoledì 22 settembre 2021

"God of Broken Things" di Cameron Johnston

God of Broken Things (Age of Tyranny, #2)God of Broken Things by Cameron Johnston
My rating: 4 of 5 stars

"Cillian was sat alone and waiting for me when I returned to the auditorium. «I suspected you would not be gone for long.»
I thumped down next to her. «You've more faith in me than I do»"


HO VISTO MORTI PIÙ PERMANENTI IN GOTHAM

Ammetto che terminata la lettura di "The Traitor God" non mi sentivo troppo incentivata a leggere il seguito, e forse non l'avrei neppure fatto non avessi già avuto in libreria "God of Broken Things"; la motivazione principale era la parziale delusione di quel romanzo, e c'è da considerare anche l'epilogo, che concludeva le storyline principali in modo soddisfacente, non lasciandomi la minima curiosità sul secondo volume. In effetti si tratta di due romanzi apprezzabili anche come stand-alone, perché nel sequel le informazioni principali vengono ribadite e le avventure al centro delle due narrazioni sono abbastanza scollegate tra loro.
La storia riprende tre mesi dopo la battaglia che ha distrutto buona parte di Setharis, causando non solo gravi danni alla città ma inasprendo anche il conflitto contro gli Skallgrim; infatti dopo un breve inizio focalizzato sulle indagini del magus Edrin Walker, la trama vira decisamente per concentrarsi su una battaglia campale in mezzo alle montagne nella quale il nostro (per nulla) eroe guida un gruppo a dir poco scapestrato, mettendo fianco a fianco magi alteri e criminali appena usciti di galera. Ovviamente con il procedere della narrazione vediamo una continua escalation, sia per quanto riguarda la forza d'attacco dei nemici che la brutalità della violenza descritta.
Pur portandosi dietro alcuni dei problemi evidenziati nel primo libro, come un world building già denso ed in continua espansione o la tendenza ad introdurre personaggi secondari molto promettenti per poi sfruttarli troppo poco, "God of Broken Things" segna un netto miglioramento dato da una narrazione più lineare, svolte di trama maggiormente concrete e delle spiegazioni comprensibili sulle origini del mondo fantasy in cui si muovono i personaggi, nonostante manchino ancora mappa e glossario.
In questo secondo capitolo ho apprezzato ancora di più il personaggio di Walker, in particolare per come l'autore ha saputo costruire la sua crescita senza dimenticarne i difetti caratteriali o le debolezze fisiche, andando a creare un protagonista molto realistico e perfetto per una storia di questo tono. Inizialmente avevo delle riserve sull'inserimento di una sua relazione romantica ma devo ammettere che, pur avendo trovato un po' noioso i suoi continui pensieri in relazione al suo interesse amoroso, la relazione risulta essere ben bilanciata e decisamente consigliata per chi come me apprezza gli slow burn.
Oltre ai difetti già segnalati, per la maggior parte riconducibili ad un world building confuso, questo romanzo presenta due soli problemi che mi hanno infastidita: il primo è la scelta di introdurre dei personaggi queer -o presunti tali- che Johnston delinea in base a stereotipi stantii e, purtroppo, in linea con quanto fanno tanti suoi colleghi autori di grimdark; e poi c'è il testo non giustificato. In nome di tutti gli dei di Setharis, perché il testo non è stato giustificato?

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