
My rating: 4 of 5 stars
"Linus riaprì gli occhi, e fu allora che lo vide, in lontananza. Verde. Il magnifico verde brillante dell'erba agitata dal vento, e punteggiata dal viola, rosa e oro di quelli che parevano fiori. Il tutto digradava in una spiaggia bianca. E oltre il bianco, il celeste"
CAPOLAVORO NAZIONALPOPOLARE
Avevo intenzione di leggere questo titolo ben prima che diventasse un caso editoriale, arrivando alla fine anche in Italia, eppure ho preferito aspettare che l'attenzione attorno a "La casa sul mare celeste" scemasse un po' per darne una valutazione più distaccata. Nonostante questo, ammetto senza problemi che ero anche molto curiosa di capire cosa ci fosse dietro un simile fenomeno, quale sia stata la chiave del suo successo.
Mi sento di escludere senza troppi dubbi che si tratti della trama, perché è di base molto semplice e non ottiene in seguito uno sviluppo inaspettato. La storia segue Linus Baker, impiegato come assistente sociale in un mondo del tutto simile al nostro non fosse per la presenza di creature sovrannaturali di ogni tipo; il suo lavoro consiste proprio nell'occuparsi dei bambini magici, verificando che vengano ben accuditi all'interno degli orfanotrofi. L'uomo conduce una vita più che monotona, accontentandosi di seguire pedissequamente le regole imposte dal sistema; a dare il via alla narrazione è un insolito incarico che lo porterà sull'Isola di Marsyas, in cui si trova un orfanotrofio decisamente particolare.
Come detto, il romanzo non racconta una storia innovativa: l'intreccio a grandi linee può essere indovinarlo da pagina uno, mentre le svolte nello specifico vengono anticipate dai personaggi stessi in modi non proprio sottili. L'autore ha preferito concentrasi soprattutto sulla caratterizzazione dei personaggi, specialmente i bambini di Marsyas che si comportano in modo coerente con la loro età, cosa per nulla scontata nella narrativa. Anche le relazioni presentate all'inizio e quelle sviluppate in seguito sono ben strutturate e credibili: riescono a creare dei confronti emozionanti.
Per quanto riguarda la mia esperienza di lettura, mi sono piaciute molto le descrizioni dei luoghi -in cui si fa un ampio utilizzo dei colori per creare delle immagini suggestive e significative- ed il senso di pace e positività che trasmette la storia, specialmente per merito della tematica dell'accettazione del diverso: troppo spesso risulta urlata in faccia al lettore, ma rimane comunque un messaggio apprezzabile.
Sull'altro piatto della bilancia metto un romance poco convincente (in pratica, è basato su un colpo di fulmine), la vaghezza del world building che non viene mai chiarito, anche perché le ambientazioni mostrate nell'effettivo si limitano a Marsyas, la casa e l'ufficio di Linus; lo stesso vale per il sistema magico, del tutto non pervenuto. Per quanto riguarda il mio gusto personale, il punto debole del libro è rappresentato dal suo protagonista. Linus viene caratterizzato in modo a dir poco fastidioso per oltre metà romanzo, tutto al fine di rendere ancora più palese il suo repentino cambiamento.
Il vero problema è che lui da quasi vent'anni è al corrente delle problematicità interne al sistema, ma nulla l'ha mai spinto a migliorarsi; non voglio dire che i bambini magici presenti in questa storia non meritino un trattamento più giusto, però questo mi ha fatto pensare ai bambini di cui Linus si è occupato in precedenza: loro non erano abbastanza speciali da meritare il suo interesse? Inoltre, la storia risulterebbe molto più credibile se Linus fosse un novellino -magari appena uscito da un sistema scolastico che indottrina i futuri assistenti sociali- per quanto riguarda l'atteggiamento verso i bambini, ma anche per le sue reazioni esagerate a qualsiasi cosa, inclusa ogni singola apparizione del suo interesse amoroso.
Qual è quindi il segreto che ha permesso a questo romanzo di ottenere un riscontro quasi esclusivamente positivo tra i lettori? Direi che non si tratta di un singolo ingrediente, bensì di una vera ricetta: una cover carina e rappresentativa, un messaggio di fondo molto positivo, una storia che scalda il cuore e mette a posto la coscienza, ma soprattutto dei bei discorsi capaci di ispirare attraverso non troppo velati parallelismi con la nostra realtà. Se non avessi detestato Linus, forse queste sue belle parole mi avrebbero colpita di più.
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