mercoledì 15 novembre 2023

"Max" di Sarah Cohen-Scali

MaxMax by Sarah Cohen-Scali
My rating: 4 of 5 stars

"Quando il dottor Ebner ha afferrato il compasso e me lo ha avvicinato al cranio, non ho più dubitato un secondo del verdetto. La mia sorte era segnata"


LA VOCE DELLA COLPEVOLEZZA

Per parlare al meglio di "Max" voglio partire da una precisazione che reputo necessaria. Premesso che chiunque può leggere libri scritti per i ragazzi, esattamente come i lettori più giovani dovrebbero essere liberi di leggere qualunque genere di storia li interessi, mi lascia perplessa che questo titolo in particolare venga indicato sia dai lettori sia dalla casa editrice come una storia adatta ad un pubblico di ragazzi. Nonostante il protagonista sia un bambino o poco più, ci sono ben altri romanzi che consiglierei ad un lettore giovane che voglia scoprire una prospettiva meno convenzionale sul tema della Seconda Guerra Mondiale!

Forse già dalla premessa, potreste indovinare cosa renda il libro più celebre di Cohen-Scali inadatto a lettori molto giovani o sensibili. Tutto ha inizio poco prima della mezzanotte del 20 aprile 1936 nel centro di Steinhöhring, dove Frau Inge è in procinto di partorire il suo primogenito Konrad "Max" von Kebnersol; il punto di vista non è però quello della donna o del personale medico che la sta assistendo, ma del feto! Primo bambino nato all'interno del programma nazista «Lebensborn», il piccolo Max ha già immagazzinato un enorme bagaglio di conoscenze relative a quello che reputa il suo padre ideale, Adolf Hitler, ed intende dimostrare di essere davvero il campione tipo della razza ariana.

L'autrice va quindi a strutturare una versione ribaltata de "Il Signore delle Mosche", nella quale si parte con un bambino straripante di cattiveria all'inizio della storia, che attraverso le prove della vita (e della vita in tempo di guerra!) allarga i propri rigidi confini mentali, in una spasmodica ricerca d'affetto e gentilezza. Un concetto affascinante, che però mi ha convinto solo fino a metà libro perché poi ho iniziato a trovarlo ridondante, perfino noioso: si ripetono sempre le stesse dinamiche con personaggi diversi ad interagire con il protagonista.

L'altra ragione per la quale il romanzo non mi ha convinto quanto mi sarei aspettata è la sensazione di disgusto che mi ha accompagnato praticamente per l'intera lettura. Non escludo che fosse l'intento dichiarato della cara Sarah, per fornire un quadro il più possibile fedele degli orrori della guerra, ma per mio gusto trovo assurdo che si debba menzionare ogni due pagine un qualche tipo di escrementi: nessuno pensa tanto spesso alle feci, proprie o altrui che siano! I frequenti commenti del protagonista sui genitali e sulla sessualità di altri bambini mi hanno fatta sentire ancor più a disagio, soprattutto perché la voce data a Max dall'autrice è incredibilmente matura e seria, tanto da sembrare quella di una persona adulta.

La mia ultima lagnanza, questa volta più tangibile, è rivolta all'edizione italiana che con un refuso già nella sinossi non si presenta proprio al meglio. Il testo vanta numerosi errori grammaticali (un esempio su tutti, l'intercalare be' scritto con l'acca!) e dei segni grafici insufficienti nei dialoghi, tanto da rendere difficile capire quali frasi siano delle battute e quali no.

Dopo simili commenti, potreste pensare che questo libro sia stato un totale flop per me. In realtà non è affatto così malvagio -e ribadisco come il concept alla base sia brillante-, ma indubbiamente una buona parte del mio entusiasmo iniziale si è raffreddato. Rimane una storia originale raccontata da un punto di vista smaliziato che a tratti svela la sua ingenuità infantile, infatti se si escludono le parentesi infelici di cui ho accennato prima penso che la prosa faccia un ottimo lavoro nel dar voce ai pensieri del piccolo Max.

Ho apprezzato anche l'attenzione di Cohen-Scali per rispettare al più possibile la fedeltà storica degli eventi raccontati, seppur da una prospettiva decisamente fantastica, e per delineare una conclusione che rendesse soddisfacente e solido l'intreccio. Allo stesso modo mi ha convinto la caratterizzazione dei personaggi, in particolare quella del giovane Lucjan "Lukas" che avrei visto benissimo come protagonista di una sua storia, magari dalle tinte noir.

View all my reviews

Nessun commento:

Posta un commento