giovedì 11 aprile 2024

"Traveller" di Alexandra Bracken

Traveller (Passenger, #2)Traveller by Alexandra Bracken
My rating: 3 of 5 stars

"Quello era il tipo di distruzione che i viaggi causavano nelle persone; non nei viaggiatori stessi, ma nelle loro vittime, le persone comuni che non riuscivano a sentire le sabbie del tempo smuoversi intorno a loro prima di finire travolte"


SE GLI SGUARDI NON POTESSERO UCCIDERE...

Aspettare che scemi l'hype attorno ad un romanzo o una serie può essere una buona strategia per evitare delusioni, ma si rivela un'arma a doppio taglio se fate come me e rimandate così tanto una lettura che questa viene dimenticata dai fan, dalla CE e dall'autrice stessa; rimarrete così da soli a borbottare su quanto il dato libro non vi sia piaciuto. Mi sono trovata fin troppo spesso in situazioni simili, di recente anche con "Passenger": un titolo chiacchieratissimo quanto uscì ormai otto anni fa, e adesso precipitato nel dimenticatoio più profondo. Questo non mi ha fermato dal lamentarmene quando l'ho letto alcuni mesi fa, e non mi fermerà di certo ora dal lamentarmi (ma non solo!) del seguito "Traveller".

Il volume conclusivo di questa duologia riprende la narrazione direttamente dall'epilogo del primo, con ambientazioni diversi per i POV dei due protagonisti: da un lato abbiamo quindi Henrietta "Etta" Spencer perduta nella prima metà del Novecento che si avvicina alla fazione delle Spine, dall'altro Nicholas Carter impegnato a cercare sia lei sia l'astrolabio in diversi luoghi ed epoche con l'aiuto riluttante di Sophia Elizabeth Ironwood. Nel mentre, continuano le lotte intestine tra i gruppi di viaggiatori nel tempo, tutti intenzionati a mettere le mani su questo potente artefatto, seppur con progetti ben distinti che vanno dal ripristinare la linea temporale di partenza allo stravolgerla nuovamente per il proprio tornaconto.

Proprio le fazioni in gioco mi portano a parlare del primo grosso difetto del romanzo; perché se già nel volume precedente c'era della confusione su antagonismi ed obiettivi, qui il tutto sfugge di mano alla cara Alexandra. A libro finito ancora rimangono dubbi su alleanze e lealtà, specialmente per la frettolosa e confusa introduzione di due nuove figure di potere: per quanto riguarda la Belladonna ho trovato le sue convinzioni prive di una base solida, mentre l'Antico compare così poco da non avere la minima occasione per acquisire della credibilità. La chiarezza si fa desiderare anche in relazione ai viaggi nel tempo, ai quali vengono aggiunte delle nuove regole contraddittorie ma utili a permettere all'autrice di indirizzare la trama a suo piacimento.

Neanche nella prosa Bracken ha saputo migliorarsi, infatti le scene d'azione si confermano tanto caotiche da essere genuinamente incomprensibili, i personaggi secondari rimangono poco più che abbozzati ed i puntini di sospensione abbondano neanche fossero stati in sconto al supermercato. Pur apprezzando molto il genere fantasy, non mi è poi piaciuto l'inserimento di elementi magici in una storia che avrebbe dovuto trarre forza dal suo lato scientifico: era davvero necessario aggiungere una backstory paranormale quando c'era già così tanto materiale sul quale lavorare?

Ma se verso la metà del volume alcune scene mi avevano illuso fosse in arrivo un miglioramento, il finale ha confermato la mia delusione, specialmente per la serie nel suo insieme. Ho provato frustrazione per le tante sottotrame abbandonate a se stesse e per la fretta di dare un happy ending ai protagonisti, mentre le diverse retcon mi hanno lasciato per lo più indifferente: in alcuni casi stonano tantissimo, mentre in altri le reputo accettabili. Cosa che non posso dire della traduzione italiana, arrangiata in più punti.

Visto che ho accennato ad aspetti positivi, grazie ai quali questo libro non solo ha raggiunto la sufficienza ma è riuscito a superare (seppur di poco) il primo capitolo, diamo spazio anche a quelli! Per quanto riguarda la prospettiva di Etta, ho apprezzato la descrizione della dipendenza emotiva di cui la ragazza soffre -e a causa della quale è portata a riporre la sua fiducia in modo poco accorto- perché mi è sembrato un elemento coerente e illustrato in modo intelligente. Nella seconda metà del libro sono inoltre presenti parecchi confronti emozionanti (se non si calcola il fattore sci-fi!) tra i quali brilla uno con protagonista Julian Ironwood, sul quale non posso purtroppo dire altro per evitare gli spoiler.

Il pregio principale della lettura è rappresentato per me da Sophia, una personaggia inizialmente mostrata come l'immancabile bitchy di ogni YA, che pian piano si ritaglia una bella fetta di spazio e riesce a far le scarpe ai due protagonisti con le sue osservazioni sagaci. Al centro di molte scene chiave e di alcuni confronti toccanti -specialmente con lo pseudo-cugino Nicholas-, la reputo senza dubbio la migliore del cast e, nonostante venga risolta con troppa fretta, mi è sembrata carina anche la sua romance.

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