venerdì 20 settembre 2024

"The Five Stages of Andrew Brawley" di Shaun David Hutchinson

The Five Stages of Andrew BrawleyThe Five Stages of Andrew Brawley by Shaun David Hutchinson
My rating: 4 of 5 stars

"The hospital is my ocean, and I am its Sir Francis Drake. No one pays attention to me. I walk with my hands in my pockets and my head down, and people pass without a second glance. Some know me, some are too busy reading charts or tapping away at their phones, but most are indifferent"


SCONSIGLIATO AGLI ASSISTENTI SOCIALI

Non posso dirmi una lettrice particolarmente interessata alle sensazioni ed ai mood, quindi la scelta di leggere un libro deprimente in concomitanza con la fine della stagione estiva è stata per me del tutto casuale. In realtà "The Five Stages of Andrew Brawley" è molto più che un libro deprimente -in cui si parla, ovviamente, di lutto ed altre tematiche pesanti- perché di base si tratta di una storia di formazione molto personale per la quale risulta impossibile non emozionarsi. Sì, anche nel caso di una persona antiromantica e cinica come la sottoscritta.

La vicenda è ambientata all'interno di un fittizio ospedale statunitense chiamato Roanoke General, dove il protagonista adolescente Andrew "Drew" Brawley passa tutte le sue giornate; non come frequentatore assiduo ma come residente abusivo, avendo eletto l'ala in costruzione a residenza fissa dopo il trauma mai superato della morte della sua famiglia. Con la scusa di lavorare alla caffetteria e di assistere la (fasulla) nonna in coma, il ragazzo bazzica per i reparti in tranquillità, almeno fino a quando il ricovero del coetaneo Rusty McHale-vittima un attacco di stampo omofobo- non dà una svolta alla sua routine.

Mentre vediamo dipanarsi l'insolita vita quotidiana di Drew, assistiamo anche alle avventure a fumetti di Patient F, ossia il supereroe che lui immagina e disegna nei ritagli di tempo, nonché il suo palese alterego. Reputo eccellente la scelta di includere queste vignette all'interno del volume, in primis perché sono molto gradevoli ma soprattutto perché rendono chiara la richiesta di aiuto del protagonista e permettono di creare un'allegoria non scontata della particolare situazione psicologica in cui tiene se stesso imprigionato. Questo fornisce anche alla storia un tocco di realismo magico, tanto sottile quanto piacevole.

L'altro sostanzioso pregio del romanzo si trova nei suoi personaggi, che risultano decisamente ben caratterizzati ed affatto scontati. L'autore è riuscito nel difficile compito di tenere lontani i suoi caratteri da etichette facilmente applicabili -come quelle di infermiere amorevole o di giovane cagionevole-, inoltre ho apprezzato la sua capacità di renderli imperfetti senza che questo li trasformasse in individui detestabili. Le relazioni rientrano parimenti tra i punti di forza del titolo, con una parziale superiorità di quelle amicali: è facile capire cosa leghi Drew alle altre persone che frequentano l'ospedale.

Un po' meno semplice a mio parere è capacitarsi invece del suo innamoramento per Rusty; è del tutto comprensibile cosa l'abbia colpito dell'altro ragazzo, ma la rapidità con cui questo interesse si trasforma in grande amore della vita mi ha lasciato interdetta. Ho trovato per contro molto più dolce e sensata la romance tra i suoi amici Trevor e Alexis "Lexi", una storia troppo tenera per lasciare indifferenti anche se forse un filino banale. In realtà lasciare il lettore stupefatto non è l'intento di questa narrazione; personalmente ho trovato però le rivelazioni angoscianti al punot giusto nella loro prevedibilità, molto simili a quelle del "Non lasciarmi" di Ishiguro. E se mi seguite da qualche tempo saprete che questo è un complimento di un certo peso per me.

Purtroppo la storia d'amore inconsistente non è il solo difetto del romanzo, perché è accompagnata da una richiesta di sospensione dell'incredulità per nulla trascurabile, necessaria per digerire passaggi troppo repentini, scene poco chiare ed un finale forse troppo zuccheroso considerata la premessa di base. Inoltre, per quanto io abbia apprezzato la gestione delle tematiche presenti, credo che siano eccessive per mantenere l'attenzione del lettore: il lutto rimane l'argomento principale, ma si parla anche di bullismo ed omofobia, malattie terminali, depressione e suicidio, rapporti famigliari, disordini alimentari. È un po' too much, soprattutto perché questi temi sono a loro volta convogliati all'interno di metafore da interpretare... il tutto in un romanzo di appena 300 pagine!

Voto effettivo: quattro stelline e mezza

View all my reviews

Nessun commento:

Posta un commento