
My rating: 4 of 5 stars
"«No» disse Katie, che aveva ascoltato con interesse la conversazione dei genitori. Ma il suo «no» non significava che dubitasse della tesi di John. Ribadiva soltanto il rifiuto a rinunciare al martello. A lei il suo martello piaceva tantissimo"
PER NIENTE PET-FRIENDLY!
Come molti italiani, anch'io ignoravo l'esistenza di McDowell finché Neri Pozza non ha cominciato a tradurne le opere un paio di anni fa, oltre un ventennio dopo la sua scomparsa. Ne ero quindi incuriosita, ma non al punto da volermi avventurare in un'intera serie! ecco perché ho rivolto la mia attenzione ai romanzi autoconclusivi, e tra i due pubblicati ho scelto di iniziare con "Katie", principalmente perché è quello del quale avevo sentito più pareri positivi. Pareri che mi sento di poter ben capire, se non di sottoscrivere in pieno: anch'io ho trovato molto piacevole l'esperienza di lettura, ma allo stesso tempo non sono riuscita a mettere a tacere il mio lato critico e le sue lamentatio in merito all'effettivo contenuto.
Dopo un breve scorcio sull'infanzia della futura criminale Katie Slape, il romanzo si sposta interamente nel corso dell'anno 1871. La prospettiva non è fissa su un solo personaggio o luogo, ma alterna principalmente i POV della suddetta Katie e di Philomena "Philo" Drax, seguendole nelle diverse città in cui si muovono, per la maggior parte situate tra il New Jersey, la Pennsylvania e lo Stato di New York. L'antagonismo tra le due giovani comincia quando Katie e la sua famiglia tentato di impossessarsi delle ricchezze di Richard Parrock, nonno di Philo nonché unica possibilità per lei e la madre di nobilitarsi dalla misera vita che conducono nella cittadina di New Egypt. Dopo questo primo contrasto, le strade delle protagoniste continuano ad incrociarsi, tra ghiotte truffe, omicidi efferati e possibili poteri paranormali.
Questo è già un primo elemento che ho trovato affascinante: Katie pare infatti avere delle abilità di preveggenza e telepatia, mai del tutto spiegate ma sfruttate dall'autore per dare un tocco gotico all'atmosfera ed aumentare il senso di pericolo, che raggiunge il suo apice nelle numerose scene gore, non poco disturbanti anche perché spesso sono inaspettate. Almeno nei primi capitoli, quando il lettore non ha ben chiaro quanto sia pericolosa la famiglia Slape, personaggi non propriamente tridimensionali ma parecchio carismatici: di certo non li vorrei come vicini di casa e neppure come conoscenti alla lontana, ma le loro interazioni risultano spassose se si apprezza il dark humor.
Un'altra bella dinamica è quella che vede opporsi Philo e Katie; ad un primo acchito, viene da pensare ad una rivalità un po' infantile (una versione più violenta di quella tra Candy ed Iriza, ed infatti questa storia ricorda molto gli anime degli anni Ottanta con gli orfani sfortunati come protagonisti!) ma poi diventa ben più complessa. Da un lato Katie incarna il volto caotico del male, del tutto incurante del prossimo per quanto legato a lei, ma anche del suo stesso avvenire; dall'altro Philo dimostra quasi esclusivamente buone qualità, senza però essere una personaggia talmente buona e perfetta da accettare passivamente gli eventi.
Tra i pregi del romanzo troviamo poi la solida ambientazione storica -a dimostrazione delle ricerche fatte con cura dal caro Michael- e l'attenzione posta sulle tematiche della posizione sociale e del potere dato dalla ricchezza: non a caso la trama ruota per la maggior parte sull'eredità del vecchio Parrock, fino al significativo epilogo. Mi sembra giusto elogiare anche l'edizione nostrana per l'estetica e non solo (non penso di aver scovato più di un refuso!) ed il ritmo incalzante. Quest'ultimo rappresenta al contempo uno dei principali difetti del libro, perché la narrazione è talmente ben ritmata da risultare affrettata in molti aspetti.
Il primo è la struttura della storia: eventi molto significativi per le vite dei personaggi avvengono con una rapidità ed una casualità estreme. Non si ha mai il tempo per analizzare un ostacolo posto sulla strada di Philo, perché subito arriva la fortuita soluzione! il risultato è, ad esempio, quello di far sembrare la città di New York (pure una New York del 1871) un piccolo paesello di provincia, in cui tutti si conoscono e si incontrano in maniera randomica. Anche la caratterizzazione viene inficiata da questa insensata frenesia, con la sola eccezione delle due personagge principali e della linguacciuta Nedda Maitland; di conseguenza, non si può avere alcuna reazione emotiva alle disgrazie di caratteri che sono poco più di caricature per chi legge.
Oltre a riscontrare una certa difficoltà nel farmi coinvolgere da una narrazione che procede per botte di fortuna inverosimili, ho qualcosa da ridire anche sulla moralità. Per una buona fetta del volume, Philo ha enormi problemi economici, e come lei molte altre giovani donne newyorkesi; questo dà lo spunto a McDowell per parlare di prostituzione, anche in termini di accettazione ed apertura mentale. Peccato che la protagonista, dopo essersi mostrata relativamente tollerante, continui a guardare queste ragazze dall'alto in basso, affermando di non potersi proprio abbassare ad un simile comportamento. E ovviamente la trama risolve in un battibaleno i suoi problemi, permettendole di mantenere intatta la virtù e completare il percorso senza macchia alcuna.
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