giovedì 14 agosto 2025

"The Turnglass" di Gareth Rubin

The Turnglass: La clessidra di cristalloThe Turnglass: La clessidra di cristallo by Gareth Rubin
My rating: 3 of 5 stars

"Sbirciando verso il tetto mentre orientava meglio la lanterna, scorse in effetti un insolito segnavento. Aveva la forma di una clessidra, con un rivolo di sabbia che cadeva da un'ampolla all'altra; invece che di metallo, però, era fatto interamente di vetro. Colpito dal fascio di luce, restituì uno scintillio. Doveva essere cristallo al piombo"


SCRIVERNE UNO E BENE NO, EH?

Essendo non solo una lettrice, ma anche una collezionista di libri (nel mio piccolo!), trovo estremamente affascinanti i volumi ergodici, che mettono alla sfida il lettore dal punto di vista grafico e concettuale. Non sempre la mia esperienza con questi titoli è stata positiva -specie perché gli autori tendono a soffermarsi più su formato ed estetica che sull'effettivo contenuto-, ma ho voluto comunque dare piena fiducia al tête-bêche "The Turnglass. La clessidra di cristallo", che sembrava presentare un intreccio appassionante e ricco di elementi horror e mystery in linea con i miei gusti. Forse fin troppo per essere vero, e infatti...

Il libro è diviso fisicamente in due metà, leggibili rovesciando il tomo una volta arrivati al finale di ognuna. Sembrerebbe possibile scegliere da soli l'ordine di lettura, ma la mia ossessivo-compulsività mi ha portata a cominciare con la storia del dottor Simeon Lee, medico nell'Inghilterra del 1881, che vorrebbe trovare una cura per il colera; purtroppo è a corto di finanziamenti, e per questo accetta di assistere dietro compenso il parroco Oliver Hawes, suo procugino che per praticità definisce zio. Quest'ultimo vive a Turnglass House -unica abitazione sull'isolotto fittizio di Ray, vicino a Mersea nella contea dell'Essex- assieme alla cognata Florence Watkins, che tiene rinchiusa dietro una parete di vetro dopo la poco chiara morte del fratello minore James. Una premessa alquanto strana, che si ingarbuglia ancor di più quando la donna spinge il protagonista a leggere un volume intitolato "Il campo d'oro", preludio all'altra metà della narrazione.

In questa seconda parte, ci spostiamo nella Los Angeles del 1939 seguendo il pubblicitario ed aspirante attore Ken Kourian. In modo decisamente fortuito, l'uomo fa amicizia con Oliver Tooke -scrittore di successo nonché figlio dell'immaginario governatore dello Stato- e con la sorella di lui Coraline; i due abitano in un'avveniristica abitazione di vetro sull'oceano, replica dell'antica casa di famiglia nell'Essex. Dietro una patina di successo e ricchezza, questa famiglia sembra però nascondere parecchi scheletri nell'armadio; scheletri che forse la pubblicazione dell'ultima opera di Oliver, intitolata guarda caso "The Turnglass" ed ispirata all'oscuro passato della famiglia Tooke, potrebbe rivelare al mondo.

Vista la particolarità del romanzo, ritengo utile fornire la mia (ora) consapevole opinione sui due ordini di lettura, che reputo entrambi sbagliati! Più che un Giano bifronte, qui ci troviamo davanti ad una matrioska: l'ideale sarebbe cominciare dalla storia di Ken, fino al punto in cui lui arriva a leggere la storia di Simeon, concludere quella e poi tornare all'altra. Certo, ci saremmo persi una doppia copertina estremamente accattivante, ma almeno avremmo ricevuto le informazioni in modo più ordinato; è stato comunque divertente dare la caccia ai numerosissimi elementi specchiati tra le due vicende. Ho apprezzato anche alcuni dei personaggi secondari -meritevoli di un proprio POV ben più dei protagonisti-, la presenza di alcune tematiche attuali e la struttura stessa del mystery, pur avendo azzeccato le risoluzioni molto prima dell'ultima pagina.

Un altro aspetto positivo è rappresentato dalle ambientazioni, che non saranno originalissime (a livello di vibes, mi hanno fatto pensare non poco a "L'incubo di Hill House" da un lato ed a "Il grande Gatsby" dall'altro), ma riescono a delineare molto bene un'atmosfera di mistero a tratti gotica. Mettendo a confronto le storie di Simeon e Ken, devo poi dire che forniscono rispettivamente una buona dose di intrigo noir nel caso del medico inglese e di adrenalina adatta ad una vicenda più avventurosa in quello dell'attore wannabe.

Mi spiace dover dire che tante belle premesse non sono riuscite a portare oltre la sufficienza questa lettura. I principali colpevoli? protagonisti e trama. I primi dimostrano un grado di stupidità che poche volte ho incrociano sulla carta, oltre ad offrire delle prospettive spesso e volentieri del tutto anacronistiche ed a dimenticare i loro stessi obiettivi di vita tra un capitolo e l'altro, in favore dell'intreccio principale. La loro ottusità viene ulteriormente esacerbata quando si trovano al centro di scene inutili, come la capatina di Simeon all'ospedale mentre è in missione a Londra oppure quando si vede rubare il libro poco dopo, al solo fine di ritardare di poche pagine la rivelazione finale.

Le due conclusioni sono un altro punto dolente, perché risultano estremamente brusche e per nulla soddisfacenti, tanto che è lo stesso lettore a dover immaginare quale sarà il finale dei protagonisti (un confronto definitivo tra Coraline e suo padre sarebbe stato il minimo, tanto per dire!); per i comprimari invece non c'è proprio nulla da fare, dal momento che la maggior parte di loro ruota attorno a sottotrame inconcludenti, quando va bene. Più in generale la trama pare gravata da scene troncate e dialoghi vuoti; inoltre se consideriamo la storia di Simeon soltanto come una creazione di Oliver Tooke, ci troviamo di fronte ad una narrazione che poggia interamente sulle azioni di quest'ultimo. Azioni che scaturiscono da una scoperta mai chiarita e sono portate avanti con una cripticità -ancora una volta- inutile! se lui si fosse limitato ad agire in modo diretto o a parlare con chiunque, ci saremmo risparmiati in un colpo solo più di 400 pagine e quasi 20 euro!

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