C'era una volta... la confusione
Recensione a "Bellezza crudele" di Rosamund Hodge
LA SCHEDA TECNICA
TITOLO: Bellezza crudele
AUTORE: Rosamund Hodge
TITOLO ORIGINALE: Cruel Beauty
TRADUTTORE: Francesca Noto
EDITORE: Newton Compton
COLLANA: Vertigo
PAGINE: 280
TRADUTTORE: Francesca Noto
EDITORE: Newton Compton
COLLANA: Vertigo
PAGINE: 280
IL COMMENTO
Sarò sincera:
non mi sono per nulla informata prima di acquistare questo libro, e solo dopo
ho scoperto che quasi tutti l’hanno trovato pessimo; ma ormai i soldi erano
spesi, quindi mi sono auto-convinta che gli altri si sbagliavano e io sola
avrei capito il vero messaggio del romanzo.
Ed ecco la
cruda verità: non c’è nessun vero messaggio da capire. In breve, si tratta di
un romance con ambientazione fantasy, senza alcuna pretesa di essere originale
o innovativo, neppure in confronto ad altri dello stesso genere. Ah, è anche
retelling de “La bella e la bestia”.
Ma cerchiamo
innanzitutto di capire cosa intenda la Hodge per ambientazione fantasy. Il
Mondo in cui si muovono i personaggi ha il merito di avere una backstory, a
differenza di altri romanzi in cui questa rimane un abbozzo o uno sparuto
insieme di dettagli che l’autore non si prende la briga di spiegare ai lettori;
purtroppo si tratta in gran parte di un’accozzaglia di elementi tra lo storico
e il mitologico, che comunque hanno ben poca influenza sulla storia al
presente, quindi potevano essere notevolmente semplificati, risparmiando
spiegoni inutili e anticlimatici.
Ci troviamo
nella terra di Arcadia, un’isola separata dal resto del mondo a causa di un
antico sortilegio; qui i demoni fuggiti dal Tartaro (e già si comincia con i
riferimenti mitologici inseriti a pieni mani ma con poca cognizione) sono
liberi di perseguitare gli umani, facendoli impazzire o perfino uccidendoli. A
governarli troviamo invece il Signore Gentile, ossia un demone che da un lato
pretende in pagamento un’offerta per tenere a bada queste creature d’ombra, e
dall’altro si diletta a stringere con gli umani dei patti che tornano
immancabilmente a suo vantaggio.
Nyx è nata
proprio grazie ad uno di questi patti e la sua intera esistenza ne risulta
marchiata: dal momento che il prezzo del patto è la sua mano, promessa dal
padre allo stesso Signore Gentile. Nyx viene addestrata per tutta la vita
perché acquisisca le capacità necessarie ad uccidere il demone una volta
diventata sua sposa e quindi avvicinatolo a sufficienza.
Nel castello
del Signore Gentile, la nostra protagonista, dimenticati nell’arco di poche
pagine gli insegnamenti di una vita, scoprirà ben presto che le cose sono molto
diverse da come appaiono a chi vive all’esterno, perché anche il mostro
peggiore ha dei patti da mantenere e dei padroni ai quali obbedire.
Mi dispiace
constatate come l’autrice abbia davvero sprecato delle ottime premesse,
dilungandosi in inutili aneddoti mitologici che rubano pagine su pagine alla
narrazione o anche inserendo dei dettagli poi dimenticati o poco sfruttati;
terminata la lettura, il lettore rimane pieno di dubbi e di interrogativi non
chiariti.
Anche tra i
personaggi c’è del buon potenziale sprecato: Nyx presenta un carattere insolito
e curioso, ed il modo in cui mostra apertamente astio nel confronti di una
famiglia tutt’altro che perfetta la rende abbastanza originale; purtroppo, come
tante altre prima di lei, viene sminuita dall’evolversi della sua storia
(storie?) d’amore e la sua impresa eroica procede più per merito della fortuna
e degli aiuti ricevuti che per la sua effettiva abilità.
Dall’altro
lato, il protagonista maschile -sebbene sia improprio parlarne al singolare-
non ricorda la classica “Bestia”, o meglio non ricorda solo quella: il suo
personaggio è quello che più di tutti risente per la scelta della Hodge di
mescolare tante fonti ispirative, finendo così per racchiudere (male) in se
elementi di Barbablù, Eros e Tremotino.
I comprimari
sono in buona parte abbastanza interessanti e piacevoli, senza particolare
tentativi di renderli qualcosa di più.
In
conclusione, da grande appassionata di mitologia e storia classica, oso dire
che l’autrice avrebbe potuto eliminare questi aspetti e trasformare un romanzo
maldestramente farcito in uno snello racconto, magari dedicando più tempo ai
misteri irrisolti.
In generale, lo stile risulta scorrevole, una
volta inquadrata bene la storia di fondo, quindi spero in qualche miglioramento
per i prossimi volumi. DOVE COMPRARE QUESTO LIBRO
LA VIGNETTA
Porte per ogni luogo + Scale in movimento = Doppio cross-over!
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