L'utopia del consumismo
Recensione a "Il mondo nuovo" e "Ritorno al mondo nuovo di Aldous Huxley
LA SCHEDA TECNICA
TITOLO: Il mondo nuovo - Ritorno al mondo nuovo
AUTORE: Aldous Huxley
TITOLO ORIGINALE: Brave New World - Brave New World Revisited
TRADUTTORE: Lorenzo Gigli e Luciano Bianciardi
EDITORE: Mondadori
COLLANA: Oscar Moderni
PAGINE: 340
TRADUTTORE: Lorenzo Gigli e Luciano Bianciardi
EDITORE: Mondadori
COLLANA: Oscar Moderni
PAGINE: 340
IL COMMENTO
Tra i maestri della distopia novecentesca, Huxley è stato di certo uno dei più visionari e lungimiranti: romanzi come “1984” nascono dall’esperienza drammatica della Seconda Guerra Mondiale e ne sono quasi una trasposizione su carta, mentre “Il mondo nuovo” già agli inizi degli anni ’30 delineava un governo totalitario in grado di plagiare le menti delle masse per mutarle in un mero strumento da utilizzare per i propri fini.
Di base, la
realtà creata da Huxley ha tutti i presupporti per essere un’utopia anziché una
distopia; infatti l’intero pianeta è unito in un solo Stato sovrano e ciò ha
portato alla fine di ogni conflitto. La perfezione di questo mondo non si
limita all’assenza della guerra, ma si basa soprattutto sul benessere personale
dei singoli individui, che qui vivono seguendo con rigore il dogma del “carpe
diem” e, senza pensare con rimorso al passato o con aspettativa al futuro, si
godono al massimo un presente in cui lo Stato da un lato incoraggia la
promiscuità sessuale e dall’altro fornisce gratuitamente una droga innocua che
permette di sopportare la vita quotidiana.
Partendo da
siffatte premesse, il mondo nuovo sembra in fondo perfettamente vivibile, ma
subito al lettore viene presentato l’altro lato di questa società idilliaca:
gli individui non vengono più partoriti e cresciuti nelle famiglie, bensì
creati nei laboratori governativi (addirittura clonati, al fine di ottenere un
domani gruppi di lavoratori perfettamente sincronizzati) e poi condizionati per
tutta l’infanzia per farne adulti pronti a svolgere il loro ruolo nel mondo,
sia come manodopera già predisposta ad una certa attività sia come consumatori.
Lo Stato si trova così a governare degli individui dei quali, sulla carta,
soddisfa ogni desiderio, ma che in realtà desiderano soltanto ciò che possono
ottenere o a cui sono destinati.
Oltre agli
evidenti intenti di critica e riflessione, il romanzo possiede anche una trama
strutturata, seppur messa in secondo piano; si tratta di una vicenda narrata in
modo corale, scelta che rende quasi tutti i personaggi dei (potenziali) protagonisti.
Il filone principale riguarda il Selvaggio John che, dalla riserva in cui lo
Stato permette la sopravvivenza di alcune persone che ancora vivono “alla
vecchia maniera”, giunge nella futuristica Inghilterra; forse è proprio nel
confronto con i selvaggi che la meccanicità dei nuovi mondani si evidenzia in
modo più accentuato, specie quanto questi ultimi ripetono in modo robotico
delle frasi apprese grazie all’ipnopedia.
Tra i
personaggi, Linda è di certo quella che più colpisce il lettore per la sua
storia tragica e per il modo in cui ne parla, tanto da provare il suo stesso
senso di angoscia al pensiero di trovarsi soli e completamente isolati dalla
sola e confortante realtà conosciuta. Decisamente più arduo è empatizzare con Bernard:
se da un lato è inevitabile provare pena per chi è vittima della sfortuna,
dall’altro il suo carattere strafottente e al contempo pavido lo rende odioso.
Uno degli
aspetti più peculiari del mondo nuovo è sicuramente il ribaltamento riguardo al
senso del pudore: ad esempio, i bambini sono spinti alla pratica del cosiddetti
giochi eroticim mentre è considerato molto imbarazzante parlare delle figure
dei genitori.
Lo stile
dell’autore è scorrevole e dinamico, e tale si mantiene anche nei saggi che
compongono “Ritorno al mondo nuovo”.
Ad alcuni anni
di distanza infatti, Huxley riprende quanto narrato nel suo romanzo e lo
confronta con la sua realtà contemporanea, trovandovi ben più somiglianze di
quante se ne attendesse all’epoca della stesura. Da questo paragone nasce una
serie di saggi brevi e semplificati, ma non per questo incapaci di far
riflettere e validi ancor oggi, specie quando toccano il tema del
condizionamento causato dai mass-media, capaci come e meglio dell’ipnopedia di
persuadere l’individuo ad un determinato acquisto.
Essendo stati
scritti dopo il conflitto mondiale, i saggi risultano in gran parte
pessimistici sul futuro dell’umanità, e non mancano parecchie stoccate
all’indirizzo di Orwell e del suo “1984”, a detta di Huxley meno vicino alla
realtà della sua opera.
A mio avviso,
con i suoi saggi, lo scrittore intendeva comunicare un forte appello affinché
la libertà di pensiero venga concessa a tutti.
DOVE COMPRARE QUESTO LIBRO
LA VIGNETTA
Lungimirante e sbruffone: lo adoro!
Nessun commento:
Posta un commento