Chi va piano, annoia il lettore
Recensione a "La sposa dell'inquisitore" di Jeanne Kalogridis
LA SCHEDA TECNICA
TITOLO: La sposa dell'inquisitore
AUTORE: Jeanne Kalogridis
TITOLO ORIGINALE: The Inquisitor's Wife
TRADUTTORE: Adria Tissoni
EDITORE: TEA
COLLANA: teadue
PAGINE: 310
TRADUTTORE: Adria Tissoni
EDITORE: TEA
COLLANA: teadue
PAGINE: 310
IL COMMENTO
La storia
dell’umanità è destinata a ripetersi in un interminabile ciclo. In questo
continuo ritorno di eventi e figure, alcuni temi sembrano ripresentasi più
spesso di altri: tra questi c’è senz’altro l’intolleranza tra le diverse
religioni che, portata agli estremi dalla collimazione di più fattori, sfocia
quasi inevitabilmente nella peggiore violenza. E ne abbiamo prove
dall’antichità fino ai giorni nostri.
Questo romanzo
non ha però come sfondo l’insensato olocausto durante la Seconda Guerra
Mondiale e neppure l’infinita battaglia che persiste da anni negli Stati del
Medioriente. L’ambientazione scelta dalla Kalogridis è invece la Siviglia negli
ultimi anni del Medioevo: una città da sempre multietnica, e proprio per questo
spesso scossa da tumulti interni derivati proprio dalla coesistenza di
cristiani, ebrei e mussulmani, senza contare i moltissimi conversos costretti a
mantenere segreta la loro vera fede.
In questo
precario scenario si muove la giovane Marisol, figlia di un cristiano e di una
conversa, e per questo sempre incerta nella propria fede, in special modo
quando è abbastanza grande da capire che il suo aspetto la segnerà per sempre
come diversa rispetto ai suoi vicini, cristiani vecchi.
Per molti anni
Marisol e la sua famiglia riescono a vivere in modo relativamente sereno, ma il
ritorno della feroce Inquisizione accenderà i sospetti prima sulla madre e poi
su di lei e il padre, tanto che quest’ultimo arriverà a stringere un misterioso
accordo con il vicino Gabriel Hojeda, che porterà al matrimonio di questi con
una riluttante Marisol.
Lavorando con
il fratello proprio alle dipendenze della Santa Inquisizione, Gabriel dovrebbe
poter tenere al sicuro da ogni sospetto la giovane, sebbene il cuore di lei sia
ancora legato ad una vecchia proposta di matrimonio fatta da Antonio Vargas. In
questa storia c’è però ben poco spazio per l’amore, perché l’autrice preferisce
dar voce ai misteri intorno alla vita, e all’improvvisa scomparsa, della madre
di Marisol.
Ad appesantire
una trama altrimenti abbastanza lineare contribuiscono i molti comprimari, che
anziché far procedere la storyline principale giungono a crearne di nuove, con
i loro obiettivi o i loro desideri, creando così dell’inutile confusione dal
momento che spesso si arriva ad una loro rapida uscita di scena.
Tra questi
personaggi secondari è d’obbligo segnalare la presenza di diverse figure
storiche, tra le quali spiccano la Regina Isabella e l’inquisitore Torquemada,
che mettono così in campo un nuovo elemento nella persecuzione attuata dalla
Chiesa: il desiderio di impossessarsi delle ricchezze nascoste degli ebrei e
dei conversos, prima che questi riescano a portarle all’estero.
Lo stile della
Kalogridis è piacevole e scorrevole, seppur la tendenza ad utilizzare molti
flashback faccia procedere la trama con un’eccessiva lentezza nella prima parte
del volume. A rallentare la trama sono inoltre le lunghe descrizioni degli
ambienti. Anche se l’autrice possiede un innegabile talento per delineare delle
descrizioni dettagliate, queste dovrebbero comunque essere funzionali alla
storia, anche solo per fornire al lettore degli indizi sul proseguo degli
eventi; in questo caso ci troviamo invece di fronte ad interminabili
descrizioni che fanno quasi pensare ad una guida turistica alle bellezze di
Siviglia.
D’altro canto,
l’ambientazione storica è resa più realistica da alcuni piccoli dettagli legati
alla vita quotidiana, come le pietanze consumate ai pasti o i diversi arredi
degli interni; in questo caso si nota chiaramente l’eccellente preparazione
storica dell’autrice.
Già dal
prologo, la Kalogridis sceglie di mettere in chiaro il suo obiettivo: grazie ad
un’accurata seppur rapida scorta sul passato della città spagnola, il lettore
capisce subito che la storia di Marisol è stata scelta tra tante altre, ricche
di sofferenze patite in nome della vera fede, del vero Dio. Scordando che
nessun vero Dio comanderebbe lo sterminio di persone innocenti.
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