Rubare ai ricchi, per comprarsi degli occhiali
Recensione a "Robin Hood" di Alexandre Dumas padre
LA SCHEDA TECNICA
TITOLO: Robin Hood
AUTORE: Alexandre Dumas padre
TITOLO ORIGINALE: Robin Hood, le proscrit
TRADUTTORE: Lucio Chiavarelli
EDITORE: Newton Compton
COLLANA: Grandi tascabili economici
PAGINE: 180
TRADUTTORE: Lucio Chiavarelli
EDITORE: Newton Compton
COLLANA: Grandi tascabili economici
PAGINE: 180
Nomina “I tre
moschettieri” e anche il lettore meno spigliato assocerà questo titolo a Dumas.
Nomina “Robin Hood” e otterrai le reazioni più disparate, tra chi andrà con la
mente ad uno dei tanti film con il bandito gentiluomo come protagonista, chi
citerà il lungometraggio animato targato Walt Disney con la volpe ad
interpretare il ruolo del furfante, oppure ancora chi penserà ad una tra le
molte serie TV ispirate alle avventure degli allegri compagni di Sherwood.
Sono in pochi
infatti a ricordare che dobbiamo ring razionare il prolifico Dumas per aver
portato fino a noi notizia delle gesta dell’eroe popolare noto come Robin Hood.
Incaricato di tradurre l’”Ivanhoe” di Scott, l’autore conobbe la figura del
leggendario ladro Sassone, all’epoca protagonista di molte ballate popolari;
Dumas fu il primo a scrivere un romanzo con protagonista Robin, salvandolo in
questo modo dall’oblio in cui forse sarebbe scivolato come personaggio legato a
dei racconti tramandati principalmente per via orale.
La narrazione
di come l’autore incappò nella figura di Robin e molti altri dettagli
interessanti su questo romanzo si possono trovare nell’introduzione e, per una
volta, devo giustamente elogiare la Newton Compton per la buona qualità di
questa edizione, dove sono presenti molte note esplicative nel testo, alcune
graziose illustrazioni, nonché due appendici iniziali che forniscono una
sintetica infarinatura rispettivamente sui personaggi e suoi luoghi della
storia. Soprattutto la prima si rivela molto utile e mi sono trovata a
consultarla spesso durante la lettura, perché ci sono davvero molti personaggi
e a volte risulta difficile ricordare i rapporti tra loro.
Il romanzo
ripercorre le principali avventure del celebre Robin Hood a partire dal suo
incontro con Will il Rosso e Much, due dei suoi più fidati luogotenenti. Nella
prima parte del romanzo,al centro della vicenda troviamo la missione per
salvare proprio Will dalle grinfie dello sceriffo di Nottingham e, nel
contempo, impedire le nozze d’interesse tra la figlia di quest’ultimo ed il
repellente Sir Tristam. Segue poi il racconto di svariate peripezie volte in
special modo ad alleggerire le borse dei ricchi Normanni e degli ecclesiastici
di passaggio per Sherwood e delle conseguenti rappresaglie ad opera del barone
Fitz-Alwyn, che non è comunque il solo nemico di Robin, come pure Will non è il
solo a venire ingiustamente condannato a morte e salvato in modo rocambolesco.
Seppur i
duelli abbondino in questo romanzo, di cappa e spada appunto, ho trovato
quantomeno curiosa la presenza di un gran numero di matrimoni (ne ho contati
undici, più un paio andati a monte), nonché il ruolo combattivo concesso alle
donne dei proscritti e il continuo elogio della vita di coppia come via per
trovare la felicità. Non a caso Robin muta completamente il suo temperamento
dopo la morte dell’amata Marian e pian piano perde del tutto la voglia di
vivere e di lottare.
La lettura
prosegue abbastanza rapida, tra la predominanza dei dialoghi e l’alternarsi di
scene ricche d’adrenalina, seppur il lettore non sia mai in pensiero per la
sorte di Robin e dei suoi allegri compagni, perché votati al bene e dotati di
grande coraggio. Un dettaglio che in più punti mi ha divertito è l’incapacità
del protagonista, ma anche di altri personaggi, nel riconoscere chi hanno
davanti: in particolare Robin non riconosce il cugino e (per due volte!) il
cognato, per tacere di chi tenta di arrestarlo e puntualmente se lo ritrova
davanti senza riconoscerlo.
I più
affezionati lettori di Dumas non mancheranno di notare molte somiglianze con la
sua opera più nota, “I tre moschettieri”. I due volumi hanno infatti un inizio
molto simile, con il protagonista che si imbatte in quelli che saranno poi i
suoi fedeli compari e, come prima cosa, li sfida a duello per motivi abbastanza
banali. Altra analogia con altre opere dell’autore è la povertà di storyline ad
ampio respiro, alle quali vengono preferiti dei brevi racconti del tutto
scollegati da una trama orizzontale ma che vanno solo ad illustrare alcuni
episodi nella vita della protagonista.
E Robin Hood è
un protagonista di tutto rispetto: pur essendo un eroe non intende mostrarsi
umile, fa lo splendido con le dame e si vanta della propria abilità con ogni
genere di arma, questo non lo porta però ad abusare della violenza e in
generale si dimostra generoso anche con i suoi nemici. Molti aspetti del suo
personaggio sono stati d’ispirazione per altre figure iconiche come Zorro
analogo eroe mascherato che sottrae ai ricchi per donare ai poveri, Peter Pan
sia per l’abbigliamento sia per l’idea di vivere in completa libertà sull’Isola
che non c’è, Sherlock Holmes con i travestimenti che aiutano entrambi ad
introdursi non riconosciuti in ogni sorta di consesso, V nella sua guerra
personale allo strapotere dei benestanti e del clero.
La narrazione
di Dumas si conferma ancora una volta ironica e briosa, ma capace anche di
toccare l’anima del lettore in alcune scene dense di emozioni. Da notare anche
come l’autore sia uscito coraggiosamente dalla sua confort zone, scegliendo
un’ambientazione ed un periodo storico ben lontani dai suoi canoni classici, ma
che ha saputo comunque gestire molto bene.
Dumas è stato
molto originale in più di un aspetto con questo romanzo, perché ha deciso di
dargli un finale dolceamaro, in cui si vede il giusto sconfiggere più volte i
suoi avversari ma alla fine cadere mentre questi continuando ad ordine le loro
trame. E con Robin scompare anche il sogno utopico della foresta di Sherwood.
DOVE COMPRARE QUESTO LIBRO
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