
My rating: 4 of 5 stars
"If we held our hands tightly enough together, the swans could not tear one of us from the other. Maybe I was the dark and she was handfuls of stars, but we were still one night"
CAMERIERE! PIÙ CAPITOLI POV DI PAGE, GRAZE
La penna di McLemore già la conoscevo per aver letto "Bellezza selvaggia" un paio di anni fa, ma rientra tra gli scrittori che vorrei approfondire e questo secondo (per me) romanzo ha confermato la mia convinzione nel voler leggere di più, in particolare i suoi titoli più recenti. Le trame dei suoi libri sono sempre molto intriganti, e se a questo aggiungiamo la bravura che dimostra nel rendere attuale un genere come il realismo magico -senza però forzare la mano verso una modernità eccessiva-, devo ammettere di rimanerne facilmente incantata.
È questa la sensazione predominante mentre si legge "Blanca & Roja": ci si trova trasportanti in un mondo vicino al nostro e contemporaneamente irraggiungibile, come fosse al di fuori del tempo. L'ambientazione perfetta dove mettere in scena un mix di tante fiabe diverse, da Biancaneve e Rosarossa a Il brutto anatroccolo, passando per I cigni selvatici e tante altre che vengono solo nominate o suggerite all'interpretazione del lettore.
La narrazione si articola in quattro punti di vista distinti: i principali sono quelli delle sorelle Blanca e Roja del Cisne, la cui famiglia è legata da un terribile patto ad uno stormo di cigni che in ogni generazione sceglie una delle figlie adolescenti per trasformarla in una di loro, strappandola dall'affetto dei suoi cari; quelli secondari sono di Barclay "Yearling" Holt e Page Ashby, due amici che all'inizio della storia vengono dati per scomparsi dopo essersi inoltrati nel bosco. Il punto principale dell'intreccio riguarda il tentativo delle ragazze di rimanere umane e liberarsi dalla maledizione che affligge da decenni la loro famiglia, ma non mancano sottotrame interessanti come gli affari degli Holt e lo sviluppo di relazioni romantiche tra i protagonisti.
Questo è un elemento che potrebbe far storcere più di un naso, perché la storia avanza con un ritmo molto serrato, e vediamo quindi nascere dei rapporti -sia sentimentali che di amicizia- in breve tempo. Il fatto che si tratti di un romanzo di realismo magico, tra l'altro fortemente ispirato ad un immaginario fiabesco, concede qualche libertà in più da questo punto di vista, come anche per la risoluzione di alcuni problemi che i personaggi devono affrontare. Capisco che potrebbe comunque risultare frustrante leggere scene come la partenza dei genitori, perché i personaggi si comportano in modo illogico, ma questo è il bello (?) del genere.
Sempre sul fronte degli aspetti negativi abbiamo (e non pensavo che mi sarei mai lamentata di questo!) dei capitoli eccessivamente brevi, in cui le scene vengono troncate in modo netto e non sempre riprese in seguito, dando l'impressione di essersi persi qualcosa. Un altro punto sul quale non sono troppo convinta è la caratterizzazione di Liam, e la scelta di renderlo il villain principale; sia perché mi aspettavo di vedere entrare in scena il padre e lo zio, sia perché le sue intenzioni sono palesi fin da subito in tutti i POV nei quali lo vediamo introdotto: renderne ambigui i comportamenti avrebbe reso il personaggio più accattivante.
Ma ora passiamo agli aspetti positivi, e ce n'è tanti! Come non partire dalla rappresentazione: è ormai chiaro che l'obiettivo di McLemore è scrivere di personaggi latini e queer, cosa nella quale eccelle; in questo romanzo ho particolarmente apprezzato la scrittura del personaggio di Page, un ragazzo trans che lotta per far accettare la sua identità non binaria. Abbiamo poi una prosa davvero ricca, soprattutto di metafore legate alla natura, e quindi molto calzanti in una storia come questa; ammetto che in un altro libro avrei probabilmente trovato pomposo uno stile così ricercato, invece la lettura di "Blanca & Roja" è scivolata senza intoppi. Molto intelligente anche il modo in cui McLemore sfrutta i diversi POV per mostrarci le distinte impressioni dei protagonisti ad una stessa scena.
A questo punto, sono pronta a fiondarmi su un altro dei suoi romanzi? Sicuramente, ma ripensando a "Bellezza selvaggia" devo ammettere che i parallelismi sono tantissimi: a questo punto il mio solo timore è che i suoi libri si assomiglino un po' troppo, risultando noiosi. Spero che il tempo saprà smentire questa preoccupazione.
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