
My rating: 5 of 5 stars
"Some of the hair slid away from her face and I could now see the grey-black iron mask she was wearing. There were no slots through I could see her features ... You don't put on something like this by choice"
METTETE IN SALVO IL SANGUE DI SAN GENNARO!
Terzo volume della serie The Greatcoats di Sebastien De Castell, "Saint's Blood" è indubbiamente il miglior capitolo finora, nonostante qualche difettuccio marginale residuo: le cinque stelline in questo caso sono quindi il risultato del confronto con i due libri precedenti anziché una valutazione oggettiva. Anche perché non ho problemi ad ammettere come questa serie abbia molti elementi che potrebbero non andare a genio a tanti lettori, eppure con me riesce sempre a colpire le corde giuste, sia per intrattenermi con la pungente (auto)ironia del caro Falcio sia per farmi piangere tutte le mie lacrime nelle scene più emozionanti.
La trama di questo terzo capitolo si discosta parecchio dalle dinamiche che eravamo abituati a seguire, perché sposta l'attenzione dal contesto politico -fatto di duchi assetati di potere e cavalieri senza onore- a quello religioso; infatti De Castell decide finalmente di fare un po' di chiarezza sulle divinità ed i santi di Tristia, portando nel frattempo avanti una storia quasi da mystery, con i nostri protagonisti impegnati a capire chi stia torturando ed uccidendo i santi che tanto spesso nominano nelle loro imprecazioni. Come nei libri precedenti, la trama si amplia poi, mostrando un quadro ben più complesso e alzando in modo netto l'asticella del pericolo con l'approcciarsi dell'epilogo.
Non voglio dire di più perché arrivati a questo punto della serie ogni parola di troppo equivale ad un enorme spoiler gratuito, ma posso sicuramente menzionare come una fetta consistente della narrazione sia riservata allo sviluppo della storia d'amore tra Falcio ed Ethalia; forse non diventeranno mai la mia ship del cuore, ma De Castell è stato molto bravo nel rendere più significativo il loro rapporto, senza però togliere importanza ai rapporti di amicizia quasi familiari tra i protagonisti, sui quali poggia l'intera serie.
In "Saint's Blood" questa found family guadagna qualche nuovo membro, una scelta che approvo in pieno perché ci permette di vedere come le dinamiche interne ai Greatcoats non siano state sempre all'insegna dell'affetto spontaneo, bensì esistano tra loro anche scontri di idee e piccole rivalità. Ho apprezzato molto anche i nuovi riferimenti a I tre moschettieri (il modo in cui viene fruttata l'idea della maschera di ferro è brillante) e il sarcasmo nei dialoghi, se possibile ancor più presente dei primi libri.
Le mie parti preferite sono state però gli scambi tra Falcio e Jillard perché, rispetto ad altri dialoghi che rallentano un po' il ritmo della storia, questi portano avanti di molto la narrazione senza lesinare frecciatine da entrambe le parti e toccano vette emotive che non avrei mai immaginato, visti i trascorsi tra i due. E avendo letto anche la lettera riportata dopo i ringraziamenti dell'autore, sono quasi contenta che abbia deciso di non descrivere direttamente una determinata scena: temo che il mio cuore non avrebbe davvero retto.
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