The Heroes by Joe Abercrombie
My rating: 4 of 5 stars
"«Arriverà un tempo in cui uccideremo in ogni momento della giornata, con ogni stagione e tempo atmosferico. Allora sì che potremo definirci civilizzati, non trovate?»"
DUE MATRIMONI FELICI SU DUE IN UN GRIMDARK: MIRACOLO
Con il tempo mi sono accorta che tendo ad orbitare quasi sempre verso romanzi di media lunghezza, perché i titoli troppo brevi raramente mi convincono in pieno, e per contro quelli con 500 pagine o più mi intimidiscono: penso sempre che potrei leggere due libri "normali" anziché uno così lungo! Ed ecco perché ho aspettato tanto per recuperare i volumi companion de La Prima Legge, ma la bella esperienza di lettura de "Il sapore della vendetta" mi ha spronata a continuare anche con gli altri; ed infatti parliamo di "The Heroes" che ovviamente ho impiegato più di una settimana per completare. Per fortuna la prosa di Abercrombie riesce sempre a trascinarmi nel Mondo Circolare, rendendo intrigati i suoi tomoni.
Lasciata la Styria, la narrazione ci porta questa volta nel continente settentrionale dove, ad otto anni dalla conclusione de "L'ultima ragione dei re", è in corso un conflitto che vede contrapporsi gli Uomini del Nord sotto la guida di Dow il Nero contro una coalizione formata dai soldati fedeli a Mastino e l'esercito dell'Unione (qui tradotto come Alleanza) capitanati dal Lord Maresciallo Kroy. Scontento per il protrarsi della guerra, il Primo Mago Bayaz raggiunge l'armata ed ordina di convogliare le forze in un'unica, grande azione militare; si arriva così al cuore del romanzo, che racconta principalmente i tre giorni di battaglia nella città di Osrung e nella campagna vicina, dove sorgono alcuni circoli di pietre tra i quali quello noto come gli Eroi.
La storia è quindi estremamente circoscritta -sia nel tempo sia nello spazio- ma si intuisce facilmente che le ripercussioni di questi eventi non saranno tanto importanti per il volume in sé quanto per quelli successivi ambientati nello stesso universo narrativo. Questa prospettiva alletterà magari i fan del caro Joe, però ha come rovescio della medaglia una trama troppo dipendete dagli altri libri: non tanto da rendere la lettura incomprensibile, ma abbastanza da lasciare perplesso chi ci si approcci convinto di leggere un romanzo autoconclusivo a tutti gli effetti.
Un difetto che reputo totalmente soggettivo riguarda invece i POV principali: a differenza degli altri titoli di Abercrombie ho faticato non poco ad apprezzare questi protagonisti. Quelli che più mi hanno convinta sono Finree "Fin" dan Brock ed il Principe Calder, soprattutto per come risultano vitali nella risoluzione dell'intreccio; anche Curden lo Strozzato ha un buon arco narrativo nell'insieme, mentre il Colonnello Bremer dan Gorst non sarà un personaggio particolarmente accattivante ma regala comunque qualche battuta divertente. A non essermi proprio andati giù sono stati il Caporale Tunny e Beck, specialmente quest'ultimo che non ha neppure il merito di fungere da comic relief; la sua storia poteva essere tranquillamente omessa o accorpata ad altre. Anche perché questi sei non sono gli unici POV presenti: una buona parte del numeroso cast racconta almeno un paragrafo dalla sua prospettiva, aggiungendo anche pensieri e opinioni sugli altri.
Proprio l'intrecciarsi di queste prospettive è uno degli aspetti più particolari e riusciti del romanzo, perché risulta molto utile per descrivere le scene più caotiche in modo comprensibile ed interessante, con il punto di vista che passa da vittima a carnefice e viceversa, in un crescendo incalzante. In generale, tutti i combattimenti vengono descritti in modo verosimile, dando anche spazio alle emozioni dei personaggi, senza per questo sacrificare la chiarezza del testo.
Ho apprezzato particolarmente il buon mix di personaggi già noti (tra gli altri ritornano Mastino, Ishri e Brivido) con alcuni del tutto inediti, che si uniscono all'intreccio di base dell'universo narrativo, ed infatti mi aspetto di vederli ancora presenti nei seguiti. Anche dividere a metà lo spazio dato alle due fazioni è stata una valida scelta: seppur tutti i personaggi scritti da Abercrombie siano discutibili nella migliore delle ipotesi, nei volumi precedenti si era sempre portati a patteggiare per un determinato gruppo, mentre qui viene posto l'accetto proprio sull'assenza di una parte nel giusto.
L'edizione italiana presenta poi un problema tutto suo, ossia la combinazione di una traduzione spesso farraginosa, dei nomi diversi rispetto agli altri volumi ambientati nel Mondo Circolare e dei refusi sempre più numerosi con il procedere della lettura. Speriamo quindi in una ripubblicazione che non solo renda nuovamente disponibile questo titolo nel nostro Paese, ma gli ridia anche dignità.
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