The Affair of the Mysterious Letter by Alexis Hall
My rating: 4 of 5 stars
"My editor asks also that I remind the reader to be on the lookout for the next edition of The Strait magazine, in which he, she, ze, or they may vicariously experience my arrival in the domain of an Eternal Lord of Ven"
TITOLO DI NICCHISSIMA
Due fattori hanno contribuito ad abbassare di parecchio qualsiasi aspettativa potessi avere su "The Affair of the Mysterious Letter": aver acquistato la mia copia per un prezzo ridicolmente basso -indice di un titolo non troppo richiesto- e non aver letto dei commenti troppo positivi. A dire la verità, questo romanzo ha ricevuto poche recensioni in generale, forse perché i lettori di Hall si aspettavano una storia più incentrata sul romance, mentre qui l'attenzione è puntata in tutt'altra direzione.
Già guardando l'illustrazione sulla cover, dove campeggia una versione femminile (e molto più spigliata!) di Sherlock Holmes assieme ad una strana creatura sovrannaturale, penso si riescano a cogliere gli elementi principali di questo libro. La voce narrate del Capitano John Wyndham ci porta infatti a Khelathra-Ven, una città in parte steampunk e in parte fantascientifica, dove l'uomo cerca un alloggio a buon mercato vicino all'ospedale in cui lavora; si giunge così all'incontro con la futura coinquilina Ms. Shaharazad Haas, consulente per problemi legati alla magia, che lei stessa pratica con grande abilità. Il mistero attorno al quale ruota la trama dell'intero volume riguarda un caso di ricatto del quale è vittima Lady Eirene Viola Delhali, figlia del defunto Conte di Hyades e vecchia fiamma di Shaharazad.
La finzione narrativa adottata da Hall ricorda in parte i titoli classici dai quale trae ispirazione perché John racconta gli eventi molti anni più tardi, pubblicando la storia a capitoli sul periodico The Strait. Ed è per questo motivo che il testo è farcito da commenti e note assortiti in cui il Capitano censura i dialoghi per adeguarli alla sensibilità dei suoi lettori oppure spiega le sue scelte narrative sulla base dei consigli ricevuti dall'editor. Il risultato è un meta-romanzo davvero spassoso e sopra le righe, che ben trasmette la leggerezza della storia ma anche l'importanza dei legami emotivi tra i personaggi, tra i quali spicca sicuramente la nascente amicizia di Shaharazad e John.
Proprio loro sono i caratteri più riusciti del cast: da un lato hanno tanti elementi in comune con le loro controparti doyleiane, come la capacità deduttiva di Ms. Haas o la spontanea gentilezza di Mr. Wyndham, ma per altri riescono a dimostrarsi dei personaggi autonomi; ad esempio, è interessante scoprire la storia familiare del Capitano -che lo rende estremamente pudico, ma allo stesso tempo desideroso di emanciparsi dal biasimo del padre- come anche leggere della tendenza al flirt della maga, un elemento per cui si avvicina idealmente più allo Sherlock di Robert Downey Jr., rispetto a quello di Benedict Cumberbatch. Gli altri personaggi hanno comunque del potenziale, ma solo pochi di loro ottengono abbastanza spazio in scena; il più grande spreco in questo senso penso sia la Augur Extraordinary Joy-in-Sorrow Standfast, ma mi sarebbe piaciuto leggere altro anche sul banchiere-necromante Jeremiah Donne.
Mi è piaciuto molto come Hall abbia adattato personaggi ed elementi della storia originale, ed ecco che nasce il numero 221b di Martyrs Walk proprietà di Mrs. Hive, un alveare senziente che infesta sempre nuovi cadaveri, oppure l'ufficiale Gabriel Lawson, Second Augur diviso tra il suo dovere come rappresentante della legge ed il rapporto di rispetto misto ad insofferenza verso Shaharazad. Le storie di Doyle non sono tra l'altro l'unica fonte di ispirazione: vengono citati più o meno palesemente altri classici della letteratura, come "Dracula" di Stoker o "L'isola del tesoro" di Stevenson, ma anche ad alcune fiabe tradizionali.
Se da un lato troviamo questi elementi che rendono il world building estremamente particolare ed affascinante, dall'altro devo ammettere che memorizzare le tante informazioni sulla storia di questo mondo non è stato per nulla facile. E non aiuta di certo l'assenza di un qualunque chiarimento sul sistema magico, nonostante Ms. Haas compia molti incantesimi nel corso della vicenda. Avrei poi preferito una narrazione più omogenea, invece la trama procede per episodi; ha senso nell'ottica di mantenere la finzione narrativa, ma rende la lettura frammentaria.
Nel complesso, credo che questo libro pur essendo a tutti gli effetti un retelling sia davvero originale. Forse troppo, se consideriamo lo scarso riscontro che ha ottenuto: probabilmente, i fan di Hall avrebbero preferito una storia d'amore, mentre chi cercava una riscrittura del personaggio-simbolo di Doyle è rimasto tiepido di fronte ad un mistero non proprio imprevedibile. Considerando il mio punto di partenza, non mi voglio lamentare; penso anzi sia bello a volte leggere delle storie divertenti che trasmettono comunque dei messaggi positivi a livello di inclusività sotto tanti aspetti, dall'orientamento sessuale, all'etnia, alla fede religiosa.
Voto effettivo: quattro stelline e mezza
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