giovedì 5 dicembre 2024

"Desdemona and the Deep" di C.S.E. Cooney

Desdemona and the DeepDesdemona and the Deep by C.S.E. Cooney
My rating: 3 of 5 stars

"Crowning its sculpted white curls was a towering tangle of antler horns. Tier upon tier burst from its skull like the chandelier in H.H.'s hunting lodge, a great circle of elk, whitetail, and mule deer antlers that dominated the ceiling. It was the Antler Crown"


PIÙ FIABA CHE FANTASY

Ho deciso scientemente di iniziare un'altra storia sulle fatine appena terminata la lettura de "Il principe crudele"? assolutamente no. Eppure eccomi approdata a "Desdemona and the Deep", un romanzo breve dai toni fortemente fiabeschi ispirato al folklore britannico in generale ed al poema "Goblin Market" di Rossetti in particolare. E forse il suo più grosso limite è proprio la brevità del testo: so per certo che l'autrice ha imbastito in seguito una serie di racconti e novelle attorno al mondo fantasy in cui è ambientata questa narrazione, ma avrei preferito di gran lunga una storia corposa e solida seppure singola.

L'universo narrativo immaginato da Cooney si compone di tre realtà poste idealmente l'una sopra l'altra: nel livello più alto troviamo il mondo degli esseri umani detto Athe, quello centrale è occupato dal Valwode delle creature gentili (molto simili ai membri del Piccolo Popolo), mentre l'ultimo livello è abitato dai goblin del regno delle ossa Bana. Questi ultimi sono governati da Erl-Lord Kalos Kantzaros, che tempo addietro ha stretto un patto con Harlan Hunt "H.H." Mannering; secondo questo accordo l'uomo può chiedere qualunque prodigio al re dei Kobolds, fintantoché compensa con una congrua offerta. Quando la figlia Desdemona "Desi" scopre che il padre si è arricchito immolando le vite dei suoi stessi minatori, decide di scendere nel mondi sottostanti per annullare il sacrificio.

Parte così un'avventura fantasy che in realtà a ben poco di avventuroso; la maggior parte del testo è dedicata alle descrizioni dettagliate e fantasiose del world building, che si pone in questo modo come principale pregio del titolo, nella sua compente fantastica ma anche in quella mortale. A differenza del solito ho infatti apprezzato la scelta di creare una realtà alternativa anche per le scene più quotidiane, perché in un testo tanto stringato sarebbe stato impossibile esplorare al meglio le conseguenze della magia nel nostro mondo. Al fianco dell'ambientazione troviamo ovviamente l'estetica, che è molto particolare e ricercata: principalmente gotica, con qualche tocco di grottesco che ben si accosta ad una fiaba oscura.

Così come ho apprezzato un livello mortale più contenuto, mi ha convinto l'utilizzo limitato ma puntuale della magia. Di mio ho già un debole per i patti di stampo faustiano, ma qui troviamo addirittura una versione rovesciata, dove è il diavolo tentatore di turno a volersi svincolare. Anche gli altri elementi fantastici sono interessanti e per nulla scontati: metamorfosi complete, abiti dalle capacità paranormali e rituali onirici rendono il testo -già graziato dai dialoghi estremamente brillanti- intrigante ed immersivo. Con qualche piccola riserva, potremmo includere anche le tematiche tra i punti di favore del volume; non posso dirmi convinta al cento per cento del modo in cui vengono sviluppate (specialmente pensando all'epilogo), ma ho senza dubbio apprezzato la scelta dell'autrice di contestualizzare ed attualizzare temi come l'emancipazione femminile ed i diritti individuali.

La rappresentazione LGBT+ risulta essere un altro elemento in forse, infatti mi è piaciuto vederla presente e soprattutto presente in modo naturale, ma reputo che la cara Claire abbia puntato parecchio sulla quantità e ben poco sull'effettivo approfondimento: non è necessario intavolare un saggio sociologico ogni volta che si mette in scena un personaggio queer, ma neppure far spuntare relazioni poliamorose a casaccio mi sembra una buona idea, soprattutto se l'obiettivo è dimostrare che sono valide e stabili tanto quanto quelle monogame.

Come accennato, la brevità del libro limita molto lo sviluppo dell'intreccio, e la decisione di dare spazio a descrizioni assortire peggiora ancor di più la situazione. La trama risulta così estremamente scarna e semplicistica: tutto ciò che la protagonista riesce a fare è di una facilità imbarazzante, e non dà di certo l'idea di un'avventura vera, quanto piuttosto di un percorso preimpostato sul quale lei si trova catapultata volente o nolente. Il ritmo inoltre è parecchio rapido, e per questo il lettore non ha modo di affezionarsi ai personaggi o di preoccuparsi per le loro problematiche. A farne maggiormente le spese è Desdemona stessa, le cui azioni (quando volontarie) sembrano casuali e sciocche; nel finale l'autrice prova a darle una motivazione più profonda, ma non è sufficiente per cancellare le sue uscite retoriche e la frivolezza generale.

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