
My rating: 3 of 5 stars
"Avevo impostato il pilota automatico per così tanti anni che era diventato facile... non seppellire il mio lutto... ma tenerlo sulle spalle e andare avanti ... Fino a che non decisi di prendere in mano la situazione e concentrarmi su tutto ciò che avevo sepolto per così tanto tempo"
BENVENUTI A PAGOSA SPRINGS! (POPOLAZIONE: 8)
Non posso negare di sentirmi bloccata in un periodo poco felice per quanto riguarda le letture: pochi libri letti, ma soprattutto pochi libri belli letti. Da qui è nata la mia decisione di apportare della variatio alla TBR, ad esempio dando spazio a generi dai quali solitamente mi tengo ben alla larga. E visto che Zapata mi è stata spesso consigliata come autrice romance adatta anche a chi non bazzica nel romance, ho deciso di darle un'occasione con uno dei suoi titoli più apprezzati, "Ogni strada porta da te"; una scelta da rimpiangere, ma soltanto in parte.
La premessa narrativa è molto semplice: la protagonista Aurora "Ora" De La Torre è reduce da una relazione tanto lunga quanto disfunzionale, pertanto decide di ricominciare da capo nella città di Pagosa Springs, dove viveva da bambina. Arrivata nell'appartamento preso in affitto, la donna scopre che il padrone di casa Thobias Rhodes non sa nulla del loro contratto, perché lei finora ha interagito con figlio adolescente Amos "Am". L'iniziale ritrosia dell'uomo ad averla come vicina di casa fornisce la base su cui si sviluppa pian piano la loro relazione.
Uno sviluppo emotivo particolarmente lento, nonché apprezzato dalla sottoscritta. Come mi aspettavo, si comincia con una sorta di insta-attraction che però non svilisce l'evoluzione del rapporto tra i due, anzi a conti fatti contribuisce a renderlo più credibile. E trattandosi principalmente di una storia sentimentale, il buon funzionamento della dinamica di coppia mi sembra il punto fondamentale; inoltre, Ora e Rhodes fondando la loro romance non solo su una buona intesa, ma anche su un crescendo costruttivo e maturo che ho trovato davvero ben riuscito.
Con questi elementi, la cara Mariana si è portata a casa la sufficienza, eppure non si è fermata qui! I due protagonisti non vengono indagati solo nel contesto della relazione: l'introspezione personale dei personaggi ricopre un ruolo chiave ed arriva a comporre l'intero intreccio, in pratica. Infatti, anche i comprimari risultano essere solidi ed indipendenti, sintomo della valida capacità di caratterizzazione dell'autrice. Nel corso del romanzo, si toccano poi diversi argomenti seri ed attuali, come l'elaborazione di un lutto o la gestione dei traumi passati; il tutto viene alleggerito notevolmente dal tono scelto, ma arricchisce nondimeno la narrazione.
Una narrazione che purtroppo ha disperatamente bisogno di qualcosa che le dia forza: tra pretesti estremamente forzati per far avvicinare i due protagonisti e conflitti risolti con troppa facilità viste le premesse, l'intreccio risulta debole e lacunoso, e questo temo che mi porterà a dimenticarlo nel giro di poco tempo. Molte scene anche rilevati vengono poi riassunte in poche righe o lasciare alla fantasia di chi legge; un espediente insensato, soprattutto se si pensa che parecchi momenti del tutto inutili vengono invece descritti fin nei più inutili dettagli.
Tra i demeriti del volume troviamo inoltre lo stile troppo informale (tanto che spesso e volentieri la protagonista, e narratrice, si risolve al lettore con domande dirette), l'incomprensibile scelta registica che fa sembrare Ora ancor più sciocca ed infantile di quanto non sia già, e la morale ballerina della prima parte. Infatti, se da un lato l'autrice biasima giustamente i personaggi maschili che fissano senza vergogna il seno della protagonista, dall'altro non inserisce mezzo commento sulla decisione di quest'ultima di acquistare un binocolo per spiare il suo aitante patrone di casa. Ho dovuto sopportare anche la presenza di non poche incongruenze logiche e di un'ennesima traduzione a dir poco atroce targata Newton Compton, specie nella coniugazione dei tempi verbali.
Analizzando però l'esperienza di lettura da una prospettiva prettamente soggettiva, mi sento di poter affermare che la cara Mariana sia capace di far scaturire delle emozioni genuine con le sue parole: seppur filtrare attraverso lo sguardo affatto brillante della protagonista. Sul piatto opposto della bilancia non posso purtroppo esimermi dal menzionare la presenza di descrizioni ripetute in modo ossessivo (ho perso il conto di quante volte gli occhi grigi di Rhodes vengano citati), di inutili dettagli circa l'abbigliamento dei personaggi e di una protagonista troppo sopra le righe: gli eccessivi tentativi di farla risultare adorkable, con me hanno avuto l'effetto opposto!
Voto effettivo: tre stelline e mezza
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