 La torre in fiamme by Bernard Cornwell
La torre in fiamme by Bernard CornwellMy rating: 4 of 5 stars
"Nell'Isola di Cristallo, nell'ora della nostra vittoria, il fulmine aveva incendiato la torre di legno e le fiamme si erano alzate, guizzando e crepitando nella notte; al mattino ... fra le ceneri, solo un vuoto nel cuore bruciato della Dumnonia"
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A quanto pare sono più portata per gli estremi di quanto mi faccia piacere ammettere, infatti dopo mesi nei quali ho snobbato (o al più recuperato con gran fatica) le narrazioni seriali ora mi trovo ad aver letto ben quattro libri all'interno di varie serie uno di seguito all'altro. Forte di questa ritrovata passione per saghe ed affini ho pensato di capitalizzare, dedicando il mese di aprile al completamento di The Warlord Chronicles a partire da "La torre in fiamme", per poi continuare con gli ultimi due volumi di questa fasulla pentalogia e vera trilogia.
Come ormai dovemmo sapere bene, i tre volumi di partenza sono stati smembrati senza compassione dall'editore italiano, pertanto questo terzo capitolo corrisponde alla parte centrale dell'originale "Enemy of God", appellativo affibbiato ad Artù. A fare da collante tra le diverse vicende troviamo appunto il crescente fanatismo dei cristiani ed il loro desiderio di epurare la Britannia dai pagani prima del ritorno di Cristo, fissato per l'anno 500. Sul piano politico, gli eventi principali riguardano l'antagonismo verso i sassoni guidati dai sovrani Aelle e Cerdic, gli anni della pseudo-reggenza di Artù e la seconda incoronazione del giovane Mordred, che sembra essere il peggior futuro sovrano possibile dai tempi di Joffrey Baratheon. Ovviamente ognuno di questi eventi viene filtrato attraverso la prospettiva di un Derfel anziano e disilluso, ma non per questo privo di sagacia.
E ancora una volta io mi sono trovata ad amare la sua voce: l'ironia con cui parla della sua vita nel convento e lo sguardo consapevole sulle diverse sfaccettature dell'animo umano lo rendono un narratore estremamente piacevole nonché caratteristico. Anche nel passato lo vediamo protagonista di un'importante crescita personale e, seppur sperassi di leggere da parte sua un atteggiamento più improntato verso l'iniziativa e meno sull'accondiscendenza, ho apprezzato moltissimo il suo confronto con Artù sul tema della giustizia. La scena in cui i due amici danno voce ai rispettivi ideali -il buon cuore di Derfel da un lato ed il rispetto dei giuramenti di Artù dall'altro- è forse la migliore del romanzo.
Tra i punti di forza troviamo inoltre i brillanti dialoghi, le stoccate più o meno palesi (soprattutto nell'ambito religioso) ed il ritmo, che rimane buono nonostante sia presente una corposa ellissi temporale nella parte centrale. E seppur io continui a trovare abbastanza prevedibile l'intreccio nel suo insieme, devo ammettere che in questo caso Cornwell ha saputo giocarsi un paio di colpi di scena niente male, specialmente in relazione alle diverse profezie enunciate da druidi e sacerdoti, sintomo di un'attenta pianificazione della storia.
Come sempre in questa serie, la cura messa dall'autore si va purtroppo a scontrare con la natura divisiva dell'edizione nostrana. A questo si unisce la scelta dell'autore di coprire un periodo di tempo molto lungo, ed il tutto rende disomogenea la struttura: la prima parte ha una conclusione abbastanza buona ma sottotono, la seconda è fin troppo riassuntiva e condensata (specie tenendo conto delle tante difficoltà per arrivare a quel punto della vicenda) e la terza conclude in modo affrettato e semplicistico diverse sottotrame. In generale, molti traguardi raggiunti da Derfel e dagli altri personaggi sembrano privi di ostacoli adeguati, che avrebbero reso invece più soddisfacente il risultato finale.
Un altro difetto che desidero evidenziare è invece di natura soggettiva. Per non scivolare in zona spoiler dirò solo che nella prima parte un avvenimento rende del tutto inutile la seconda metà de "Il cuore di Derfel". Mi aspetto di essere smentita con brutalità in uno dei capitoli successivi, ma per ora ho trovato un po' frustrante vedere accantonata così sbrigativamente una linea di trama sulla carta molto rilevante. Mi toccherà dare ancora fiducia alla visione d'insieme del caro Bernard.
Voto effettivo: quattro stelline e mezza
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