Gironzolando
per la libreria o in uno dei tanti store di libri online, vi è mai
capitato di imbattervi in due libri completamente diversi ma con dei
titoli quasi uguali? Oppure in copertine che sembrano fotocopiate,
titoli tradotti senza tener conto dell'originale o libri spezzati in più
volumi?
Tutte
queste e molte altre scelte editoriali sono dettate da ragioni di
marketing: se un libro vende bene, pubblicarne uno dello stesso genere
con una copertina simile può attrarre i lettori meno attenti, come pure
chi compra i libri per conto terzi.
Con questa rubrica voglio esaminare alcuni di questi casi, per farvi
riflettere sulle strategie adottate dalle case editrici e per
smascherare i trucchi più frequenti con qualche esempio.
In questo post ci occuperemo di...
Font copiati
Nuovo appuntamento con la rubrica meno richiesta nella storia dei blog libreschi, oggi parliamo dei font (aka i caratteri del testo) usati per le cover dei libri. Avete mai notato delle curiose somiglianze tra volumi o anche altri prodotti di intrattenimento? oggi ve ne farò conoscere tre degni di nota.
1. Era l'ormai lontano gennaio del 2012 e nelle librerie americane usciva "The Fault in Our Stars" di John Green, in Italia edito da Rizzoli con il titolo "Colpa delle stelle" e diventato celebre anche grazie all'adattamento cinematografico del 2014.
Per l'occasione parliamo della cover originale inglese, dove spiccano lo sfondo azzurro, gli elementi in giallo ed il font che ricorda molto il tratto di un pastello sulla carta.
Dopo qualche anno, per la precisione nella primavera del 2017, viene pubblicato "Noah Can't Even" di Simon James Green, attualmente inedito in Italia.
Sarà perché i due autori hanno lo stesso cognome o perché il target di riferimento è lo stesso, ma la somiglianza tra le cover è evidente, specialmente nel font scelto che crea lo stesso effetto da matita colorata o gessetto.
2. Spostiamoci nel mondo delle serie TV per parlare di quella che è stata per anni la mia serie del cuore (a dispetto di una trama sempre più assurda con l'avanzare delle stagioni): Once Upon a Time.
Nella brevissima intro degli episodi compare il titolo, reso graficamente in modo da dare più rilievo alla parola "ONCE", che è anche diventata un modo per i fan di abbreviare il nome della serie stessa.
Facciamo un nuovo salto nel 2017, questa volta in giugno; la serie TV si avvia alla sua ultima stagione e nelle librerie statunitensi compare "Once and for All" di Sarah Dessen, pubblicato anche nel nostro Paese come "Adesso e per sempre" dalla Newton Compton.
Questo romance è ambientato nel mondo degli wedding planner ed in realtà non ha nulla a che vedere con le fiabe in senso stretto (seppur moltissime di queste terminino effettivamente con un matrimonio), ma il font è identico e viene messa in evidenza sempre la parola "ONCE" rispetto al resto del titolo.
3. E parliamo ancora di serie TV, in particolare di una molto popolare negli ultimi anni: "Stranger Things". Disponibile sulla piattaforma di Netflix dal 2016, la serie mescola fantascienza, horror e thriller.
Il logo della serie presenta il titolo contornato in rosso, in un mix tra il sangue e una luce al neon, con la prima e l'ultima lettera della parola "STRANGER" più grandi delle altre.
Ad ottobre 2017 la serie è arrivata alla sua seconda stagione e per la Newton Compton non poteva esserci occasione più ghiotta per pubblicare il cofanetto "Strange Books", che contiene diversi classici dei generi horror e sci-fy come "Frankenstein" di Mary Shelley (QUI la recensione).
Per caso notate qualche somiglianza? Font, colori e parole scelti riprendono in modo decisamente marcato il logo della serie TV... perfino le lettere iniziali e finali in evidenza sono uguali!
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